[MI 160] Anno dantesco

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Chiedo scusa per la formattazione del commento, proprio non sono riuscito a porre rimedio. Comunque ho segnalato la cosa nel topic ufficiale, magari riesce lo staff ad aggiustare.

Traccia: Blackout
Anno dantesco


A quanto racconta la radio, dietro al fattaccio c’è la mano umana. Difficile dirlo, perché cambio stazione e la tesi propinata è quella opposta: inconveniente tecnico.
Quello che so è che sono fermo nel traffico e ancora non imbocco la galleria di Piedigrotta: mi attende un buco nero, mai così nero come in questo periodo di super-consumo di combustibili fossili. Dentro, una selva oscura di macchine e fanali posteriori rossi che mi deridono luciferini; mancano solo il leone, la lupa, la pantera e magari due liocorni.
È iniziata due settimane fa: un guasto alla centrale nucleare di Fessenheim ha mandato in tilt la rete elettrica di tutta Europa. Non si capisce bene, o almeno non riesco a capire, se il mondo si è spento per protocollo di sicurezza o proprio per impossibilità di mandare avanti la produzione. Se i francesi la stanno raccontando tutta o meno. Se i nostri figli nasceranno a due teste come quelli di Cernobyl o se l’umanità nel frattempo è davvero andata avanti. Non lo so davvero.
Sprofondo nella grotta, sia che ci trovi l’inferno sia che nasca il bambinello, che altrimenti Monte Sant’Angelo non lo posso raggiungere. Ma ho la tachicardia.
La mia mail, da quando sono ragazzo, contiene ancora il suffisso @virgilio.it. Mi attacco a questa puttanata per sopportare la fitta al ventre: qui sotto non prende nemmeno la radio. Che beffa! Pensare che l’hanno riattivata da soli due giorni, con uno di quei guizzi di intelletto che la scienza sa avere solo nei momenti di crisi estrema.
Sopravvivere, sopravvivere, sopravvivere. Vedere i ragazzi, insegnare loro i principi della catalisi, pensarmi vestito di rosso come un alchimista. Pregare per Giulia e Fabrizio. Sopravvivere. Penso alla stazione di Anish Kapoor e mi sento un po’ meglio.
La galleria è terminata. Da qui sarà tutta in discesa. Poi finiscono le lezioni, il pomeriggio. La sera va a finire che litigo con Antonietta perché Giulia piange.
Trasformerò qualcosa in oro? I miei frutti saranno commestibili? Ho letto da qualche parte - non mi ricordo se su di una pubblicazione scientifica o su internet, non sono sicuro più di niente - che si sta riuscendo a produrre carne commestibile in laboratorio. È giocare a fare dio o è salvare il mondo?
Scienza o cuore?
Poi è di nuovo un nuovo giorno. La luce solare inizia a filtrare dalle veneziane e si colora di azzurrino. Mi alzo di scatto e di buon umore. Vado al piano cottura per farmi il caffè, premo l’interruttore della lucetta che lo… E ripiombo nell’incubo.
Non posso chiedere a Google qual è il tempo di percorrenza a piedi da casa mia all’università. Faccio un rapido calcolo a mente. Poi osservo l’inferno del traffico e ho l’impulso di mettermi in cammino di buona lena. Come gli uomini della pietra: chilometri e chilometri al giorno per procacciarsi da mangiare e per compiere la propria missione. Solo che non ho la clava, né attitudine alcuna alla lotta, né con gli uomini,
né con le fiere, né con gli uomini-bestia, e da qualche giorno, su via Marina, ogni tanto, si spara. Scugnizzi in motorino contro uomini neri.
Entro in macchina.
Antonietta è a casa con Giulia e Fabrizio. A lavoro lei non vuole e non può andare. Fa scuola ai bambini. Antonietta è il mio carburante.
E poi i ragazzi, tutti presenti, che aspettano dalle mie labbra la parola che li salvi.
La parola che li salvi…
La parola…
Padre…
Padre nostro…
Polifosfato di sodio…
Ossido di zinco…
Ossigeno.
Ossigeno.
Ossigeno.
Catalisi.
Catarsi.
I bambini, alla sera, dormono. Fabrizio fa finta. Li bacio entrambi sulla fronte. Poi il calore di Antonietta.
Poi è di nuovo l’alba di un nuovo giorno, e stavolta non mi sveglio. Perché non sono riuscito a prendere sonno, quindi mi alzo e basta.
Solita inutile lucetta del piano cottura, solito caffè al buio.
Tuttavia, insolita scena sul marciapiede, a trenta o forse quaranta metri dal mio portone.
Uomini che discutono: un’assemblea di quartiere. Tra il “cosa serve” qualcuno propone di inserire anche “l’andare insieme”.
Dunque andiamo insieme, sotto al sole e a un cielo finalmente terso. Saremo in sei o sette, ma ci basta a sentirci tanti. Marco - così si è presentato - è un amministrativo, e deve arrivare a Santa Lucia. Giovanni, come me, va verso Fuorigrotta e oltre. Io ho mille passi in petto. Li sento battere.
Arrivo con un quarto d’ora di ritardo. Accademico. Ma ne è valsa la pena, mi ha risparmiato la selva oscura.
Non ho mai percepito la Merkel smarrita come in questi giorni. Balbetta. Chi non capisce il tedesco non ne avrà percezione, la voce della traduttrice è sicura. Ma io la ascolto, in sottofondo, farfugliare Ich… Ich…, Ich…, e improvvisare, sperando che i Francesi…
I Francesi… E poi, ancora una volta, i Russi i Russi gli Americani.
La prossima guerra mondiale si combatterà con la clava.
Ancora luce dalle veneziane. Ancora azzurro. Porto Antonietta e i bambini a prendere un po’ di sole, al sicuro dell’assemblea di quartiere. Mille occhi impauriti, ma anche qualche sorriso e urla di bambini.
Nonostante queste due settimane di blackout, mi sembra di non aver mai vissuto prima un momento di maggior luce. Nonostante i morti in ospedale, traditi dai guasti ai gruppi elettrogeni d’emergenza, mi sembra sia questa la vera vita.
Non può che essere una sensazione illusoria.
Eppure, solo, sul terrazzo, alzo lo sguardo al cielo e lo vedo: il sole!, con la sua luce chiara e accecante. Dov’era, prima? Chiudo gli occhi e li scosto un po’ più in su. Tra le macchie verdi - fantasmi? - forse è un attimo, e forse è anche questa un’illusione - mi sembra di vedere anche l’amore che lo move insieme alle altre stelle.
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 160] Anno dantesco

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@Edu
Ciao!
Commento il tuo racconto per poter postare il mio
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Ho trovato il tuo scritto molto bello, con la seconda parte, quella dopo la serie di parole singole, che ho trovato molto fluida, efficace e lineare. Viceversa, la prima parte mi ha lasciato un senso di confusione, il bisogno di rileggerla per capire quel che volevi dire.
---------------------------------------
È evidente che hai voluto creare due atmosfere contrapposte (Inferno e Purgatorio?) e ci sei abilmente riuscito, tanto che l’attacco lo trovo spettacolare:
“A quanto racconta la radio, dietro al fattaccio c’è la mano umana. Difficile dirlo, perché cambio stazione e la tesi propinata è quella opposta: inconveniente tecnico.”,
così come
“una selva oscura di macchine e fanali posteriori rossi che mi deridono luciferini”
---------------------------------------
Non mi è parso altrettanto efficace il passaggio:
“Se i nostri figli nasceranno a due teste come quelli di Cernobyl o se l’umanità nel frattempo è davvero andata avanti. Non lo so davvero.”: è la riflessione di chi è da alcuni giorni in blackout o in generale sull’umanità? L’inizio lascia intendere una cosa, la fine un’altra”
---------------------------------------
@virgilio.it è una gran trovata!
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Invece non mi convince:
“Sopravvivere, sopravvivere, sopravvivere. Vedere i ragazzi, insegnare loro i principi della catalisi, pensarmi vestito di rosso come un alchimista. Pregare per Giulia e Fabrizio. Sopravvivere. Penso alla stazione di Anish Kapoor e mi sento un po’ meglio.”,
mi sembra non filare con il resto della narrazione: capisco che sia il panico del protagonista, ma mixa tante cose e mi ha buttato fuori dal flusso. Uguale per:
“Trasformerò qualcosa in oro? I miei frutti saranno commestibili? Ho letto da qualche parte – non mi ricordo se su di una pubblicazione scientifica o su internet, non sono sicuro più di niente - che si sta riuscendo a produrre carne commestibile in laboratorio. È giocare a fare dio o è salvare il mondo? Scienza o cuore?”
---------------------------------------
Qui: “La galleria è terminata. Da qui sarà tutta in discesa. Poi finiscono le lezioni, il pomeriggio. La sera va a finire che litigo con Antonietta perché Giulia piange.” Mi fa venire il dubbio se stesse andando a insegnare o tornando a casa, mia incomprensione!
---------------------------------------
Ammetto che l’apice della confusione l’ho avuto con:
“Poi è di nuovo un nuovo giorno. La luce solare inizia a filtrare dalle veneziane e si colora di azzurrino.”
Alla prima frase ho pensato che tornava a riveder le stelle… poi che la parte precedente era tutta un sogno, infine che fosse, come è, un salto temporale.
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La catarsi l’ho avuta nel pezzo che va da “Entro in macchina” a “Catarsi.” (appunto). Nel senso che mi ha completamente buttato fuori dal testo (sorry!) e sono andato avanti per inerzia, per finire e invece…. WOW! Finale di speranza, di fratellanza, di un sole luminoso e vivifico…
Se l’hai creato apposta sei geniale, perché alla fine di questa recensione capisco che mi hai calato in un blackout e fatto uscire con più fiducia di prima. Come il tuo protagonista…

Re: [MI 160] Anno dantesco

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L ha scritto: @Edu
Ciao!
Commento il tuo racconto per poter postare il mio
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Ho trovato il tuo scritto molto bello, con la seconda parte, quella dopo la serie di parole singole, che ho trovato molto fluida, efficace e lineare. Viceversa, la prima parte mi ha lasciato un senso di confusione, il bisogno di rileggerla per capire quel che volevi dire.
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È evidente che hai voluto creare due atmosfere contrapposte (Inferno e Purgatorio?) e ci sei abilmente riuscito, tanto che l’attacco lo trovo spettacolare:
“A quanto racconta la radio, dietro al fattaccio c’è la mano umana. Difficile dirlo, perché cambio stazione e la tesi propinata è quella opposta: inconveniente tecnico.”,
così come
“una selva oscura di macchine e fanali posteriori rossi che mi deridono luciferini”
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Non mi è parso altrettanto efficace il passaggio:
“Se i nostri figli nasceranno a due teste come quelli di Cernobyl o se l’umanità nel frattempo è davvero andata avanti. Non lo so davvero.”: è la riflessione di chi è da alcuni giorni in blackout o in generale sull’umanità? L’inizio lascia intendere una cosa, la fine un’altra”
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@virgilio.it è una gran trovata!
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Invece non mi convince:
“Sopravvivere, sopravvivere, sopravvivere. Vedere i ragazzi, insegnare loro i principi della catalisi, pensarmi vestito di rosso come un alchimista. Pregare per Giulia e Fabrizio. Sopravvivere. Penso alla stazione di Anish Kapoor e mi sento un po’ meglio.”,
mi sembra non filare con il resto della narrazione: capisco che sia il panico del protagonista, ma mixa tante cose e mi ha buttato fuori dal flusso. Uguale per:
“Trasformerò qualcosa in oro? I miei frutti saranno commestibili? Ho letto da qualche parte – non mi ricordo se su di una pubblicazione scientifica o su internet, non sono sicuro più di niente - che si sta riuscendo a produrre carne commestibile in laboratorio. È giocare a fare dio o è salvare il mondo? Scienza o cuore?”
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Qui: “La galleria è terminata. Da qui sarà tutta in discesa. Poi finiscono le lezioni, il pomeriggio. La sera va a finire che litigo con Antonietta perché Giulia piange.” Mi fa venire il dubbio se stesse andando a insegnare o tornando a casa, mia incomprensione!
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Ammetto che l’apice della confusione l’ho avuto con:
“Poi è di nuovo un nuovo giorno. La luce solare inizia a filtrare dalle veneziane e si colora di azzurrino.”
Alla prima frase ho pensato che tornava a riveder le stelle… poi che la parte precedente era tutta un sogno, infine che fosse, come è, un salto temporale.
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La catarsi l’ho avuta nel pezzo che va da “Entro in macchina” a “Catarsi.” (appunto). Nel senso che mi ha completamente buttato fuori dal testo (sorry!) e sono andato avanti per inerzia, per finire e invece…. WOW! Finale di speranza, di fratellanza, di un sole luminoso e vivifico…
Se l’hai creato apposta sei geniale, perché alla fine di questa recensione capisco che mi hai calato in un blackout e fatto uscire con più fiducia di prima. Come il tuo protagonista…
Ciao lillusoillusore. Certo, il tentativo è quello che dici tu alla fine. Del resto sin dal titolo ti do un indizio : la storia è nota, inizia con una selva oscura... Qua è la un po' di casino e flusso di coscienza e concitazione ce la dovevo pur mettere  :P
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 160] Anno dantesco

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@Edu ciao, finalmente ci rincontriamo.. ma lo sai che ci mancavi con i tuoi racconti post moderni o post comunisti :asd:

Dal blackout che ci mostri si coglie il senso di rassegnazione che appare anche una sorta di senso di "depressione reattiva", per dirla in termini medici.
Mi è difficile persino farti un commento decente, considerato il percorso usato del dialogo interno del protagonista.
Non mi hai sorpreso quando affermi che  " è stata la Francia a tagliarci la corrente": dici una verità in quanto siamo collegati con le loro centrali e se ci chiudono i rubinetti è la fine. Penso che in fin dei conti, per farci fuori economicamente non serve invaderci ma tagliarci gas e corrente elettrica.

Scherzi a parte devo dirti che sei sempre molto originale e particolarmente caustico ... non so perché, ma sento il tuo acido sciogliere le cose di questo mondo. Non sei un catalizzatore ma un potente agente chimico come quello del  tuo protagonista dalla formula della catarsi e catalisi...
chiudo con queste parole: "non sono degno di te"... ciao amico mio..
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 160] Anno dantesco

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Ma grazie mille, amico mio @bestseller2020 , anche se non esagererei col "non son degno"... Sapessi quanti di noi sono migliorati tantissimo in poco tempo... nessuno nasce imparato.
Non ho nulla da obiettare alla tua analisi: sì, se vuoi depressione reattiva che però trova poi uno sbocco positivo. Del resto la famosa selva oscura può essere letta in tanti modi (di qui la grandezza di Dante), ma nessuno mi toglie dalla testa che Dante volesse parlare anche di depressione, o di crisi spirituale, come probabilmente la vedeva lui. Grazie assai per le belle parole :-) 
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 160] Anno dantesco

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Un giorno dovrai fermarti per capire se vuoi rendere leggibili e commentabili i tuoi testi.  :fuck:  @Edu @Eduuuuuuuuuuuuuuuuuuu !!!


Perché, vedi, io nell'ultima mezzora avevo quotato tante parti del tuo racconto con sotto le mie impressioni, come faccio sempre con tutti
(e mi riesce sempre con gli altri senza errori tecnici di font font font). Ebbene, all'anteprima del commento, indovina un po'? Un'onda anomala di font font font persino nelle citazioni! Un macello inspiegabile. Insomma, e si vede da come si presenta il tuo racconto, con quei caratteri piccolissimi e difficili da leggere, che tu sia l'unico a compiere qualche "manovra" che impedisce agli altri di inserire parti di testo selezionato, di quotare alcune frasi in modo "pulito".

Adesso, mi tocca fare un lavoro di un'altra mezzora prima di riuscire a postare il mio commento, 
che credo ti costerà, probabilmente, il mio voto.   :tze:  :diavolo2:

Ora mi tocca sottolineare i pezzi tuoi per distinguerli dalle mie parole.  :aka: 

Edu A quanto racconta la radio, dietro al fattaccio c’è la mano umana. Difficile dirlo, perché cambio stazione e la tesi propinata è quella opposta: inconveniente tecnico.

Bell'incipit! Siamo abituati a tutto e al contrario di tutto, se si parla di opinioni di "esperti".


Edu La mia mail, da quando sono ragazzo, contiene ancora il suffisso @virgilio.it.

Forte questa mail nel contesto infernale: una guida nel buio!

Edu  per sopportare la fitta al ventre

diresti meglio al torace, o al costato, se soffri di tachicardia.

Edu  La galleria è terminata. Da qui sarà tutta in discesa.

Un'imprecisione. Nella seconda frase il soggetto non è più la galleria ma la strada, sia che tu volessi dire "in discesa" o "una discesa". 

Edu Solo che non ho la clava, né attitudine alcuna alla lotta, né con gli uomini,
né con le fiere, né con gli uomini-bestia, e da qualche giorno, su via Marina, ogni tanto, si spara.

Troppe virgole (e per dirlo io... :D  ) 

Edu A lavoro lei non vuole e non può andare.

Al lavoro

Edu E poi i ragazzi, tutti presenti, che aspettano dalle mie labbra la parola che li salvi.
La parola che li salvi…
La parola…
Padre…
Padre nostro…
Polifosfato di sodio…
Ossido di zinco…
Ossigeno.
Ossigeno.
Ossigeno.
Catalisi.
Catarsi.

Non capisco perché non in ordine alfabetico... Però mi piace l'elenco che hai proposto!

Edu I bambini, alla sera, dormono. Fabrizio fa finta. Li bacio entrambi sulla fronte. Poi il calore di Antonietta. Poi è di nuovo l'alba di un nuovo giorno.

Il lettore è portato a capire che Fabrizio sia il figlio grande, quello più bersagliato dalla paura del futuro perché cosciente dello smarrimento dei grandi che non hanno né per lui né per se stessi e certezze che per ruolo, nei secoli, hanno sempre avuto (che è un po' quello che succede ai nostri tempi difficili).

Ti consiglio, quando inizi la frase con un avverbio di tempo, di farlo seguire da una virgola. 

Edu Uomini che discutono: un’assemblea di quartiere. Tra il “cosa serve” qualcuno propone di inserire anche “l’andare insieme”.
Dunque andiamo insieme, sotto al sole e a un cielo finalmente terso. Saremo in sei o sette, ma ci basta a sentirci tanti. Marco - così si è presentato - è un amministrativo, e deve arrivare a Santa Lucia. Giovanni, come me, va verso Fuorigrotta e oltre. Io ho mille passi in petto. Li sento battere.
Arrivo con un quarto d’ora di ritardo. Accademico. Ma ne è valsa la pena, mi ha risparmiato la selva oscura.

La scelta del verbo discutere non i piace, perché ha più una valenza negativa, che nel contesto propositivo-costruttivo di questa conversazione non vedo.
Molto bello comunque tutto il significato del periodo, nonché il "tocco" della selva oscura a chiudere l'ultima frase.

Edu La prossima guerra mondiale si combatterà con la clava. :no:

Veramente, Edu, la famosa citazione non riguarda la prossima guerra mondiale, che sarebbe la terza, bensì la quarta.
Disse infatti Einstein:
- Non so con quali armi l'uomo combatterà la terza guerra mondiale, ma la quarta si combatterà con la clava. -

Edu  Eppure, solo, sul terrazzo, alzo lo sguardo al cielo e lo vedo: il sole!, con la sua luce chiara e accecante. Dov’era, prima? Chiudo gli occhi e li scosto un po’ più in su. Tra le macchie verdi - fantasmi? - forse è un attimo, e forse è anche questa un’illusione - mi sembra di vedere anche l’amore che lo move insieme alle altre stelle.

Bello bello il finale, in linea coi versi danteschi del finale del Paradiso.
Ti consiglio di mettere in corsivo tutte le citazioni della Divina Commedia, nel tuo testo. Lo meritano e  spiccherebbero nel testo.
Parlando del tipo di carattere tipografico che hai scelto, è piccolo, brutto (secondo e) e penalizza la lettura.

In conclusione, carerrimo @Edu  :) ,  hai avuto una grande idea nel tracciare un parallelo tra il nostro attuale black-out di vita con quello della selva oscura di Dante.
L'hai sviluppata da par tuo, nonostante il poco tempo a disposizione, trattandosi di un argomento complesso, per cui ti faccio i miei complimenti.

Non te l'ho citato nelle mie note, ma mi hai fatto pensare molto, accennando alle pause e agli imbarazzi della Merkel, che scomparivano nella voce del traduttore: un esempio tra tanti dalla "profondità" del tuo "sguardo" sull'argomento.  (y)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 160] Anno dantesco

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Edu ha scritto: Nonostante i morti in ospedale, traditi dai guasti ai gruppi elettrogeni demergenza, mi sembra sia questa la vera vita.
Questa tua frase la dice lunga. Gli umani non hanno artigli, pellicia, non sanno correre veloci, non hanno zanne per aggredire ecc, ma sanno adattarsi a qualsiasi habitat, è questo che fa della terra la loro casa. Un altro paio di mesi e l'elettricità sarà, non solo, ripristinata, ma saranno migliorati tutti i sistemi per produrla.
complimenti davvero, un ottimo lavoro.

Re: [MI 160] Anno dantesco

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Poeta Zaza ha scritto: Non capisco perché non in ordine alfabetico...
Carerrima, Gesù santo... questa non me la aspetto  :facepalm:
Poeta Zaza ha scritto: galleria ma la strada,
Ehi, ma c'è un punto... e poi è un flusso di coscienza... è poi, se proprio vogliamo, il soggetto sottinteso è la giornata...
Poeta Zaza ha scritto: Il lettore è portato a capire che Fabrizio sia il figlio grande, quello più bersagliato dalla paura del futuro perché cosciente dello smarrimento dei grandi che non hanno né per lui né per se stessi e certezze che per ruolo, nei secoli, hanno sempre avuto (che è un po' quello che succede ai nostri tempi difficili).
Sì, se vuoi sì, sicuramente percepisce una perdita di certezze nelle figure genitoriali

E qui cessa di citare... vabbéh

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Veramente, Edu, la famosa citazione non riguarda la prossima guerra mondiale, che sarebbe la terza, bensì la quarta.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Disse infatti Einstein:[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]- Non so con quali armi l'uomo combatterà la terza guerra mondiale, ma la quarta si combatterà con la clava. -[/font]

Allora, carerrima: la terra guerra mondiale si combatte con le armi della guerra informatica e di privazione dell'energia. è quella in corso nel racconto, o se vuoi nel momento presente nel mondo. Poi la prossima con la clava

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]un parallelo tra il nostro attuale black-out di vita con quello della selva oscura di Dante.[/font]

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]yes![/font]

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Grazie mille, @Poeta Zaza . Non condivido tutte le tue osservazioni, ma ne tengo conto. Grazie in particolare per il tempo dedicatomi!  :)[/font]
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 160] Anno dantesco

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Ciao @Edu 
Un gran bel racconto, non c'è che dire. Ricco di significati, di spunti evocativi e scritto in maniera impeccabile.  L'evoluzione della narrazione mi ha convinta pur nella voluta confusione data dal flusso di coscienza e dalla situazione dal sapore distopico.
Insomma vorrei dire qualcosa di critico e di intelligente ma non saprei che dire.
Il racconto è da pollice in su senza dubbio. 
Cetty 

Re: [MI 160] Anno dantesco

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Ciao @Edu bentornato.
Mi hai stupito nel non scegliere l'airone... ricordo che vai pazzo per le boe impossibili...(ricordi una nostra vecchia discussione dove ti sfidavo a inserire in un racconto la boa di un texano dall'accento giapponese che aveva altre cose strane...ora non ricordo... )
Vabbè mi sono trattenuto quando hai citato Fessenheim, perché pensavo fosse un invenzione partenopea dalle prime quattro lettere... da vecchie rimembranze da militare quando la sentivo pronunciare  dai napoletani, con finale in a e l'aggiunta dell'appartenenza della questione a una parente femminile dell'interlocutore...  (uanema che giro di parole per non dire cose più semplici...).
Vabbè poi sono andato a controllare e a' Fesse...eccetera esiste...
Mi piace come hai descritto questa realtà post apocalittica nei suoi primi giorni... dopo sarà davvero peggio, tipo lotta nella giungla. Sei stato molto reale, pragmatico nelle descrizioni, nei pensieri del protagonista e nelle scene, anche quelle con vaghi accenni di quella che sembrerebbe una rivolta, con l'adunata di quelle persone.
Più che la citazione di Dante ci avrei messo Frank Herbert e il suo deserto di Dune, con le sue cittadelle nel deserto, dove però la penuria era d'acqua, ma è solo una mia assurda preferenza. Meglio mettere citazioni italiane, ancora non siamo globali in pieno...
Piaciuta molto la scrittura e la sua sottile vena sarcastica.



 
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 160] Anno dantesco

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Alberto Tosciri ha scritto: boe impossibili...(ricordi una nostra vecchia discussione
Come dimenticarla! Il tedesco scassacazzo di origini giapponesi che parla francese con la passione per i soldatini e la floricoltura, o qualcosa del genere  :asd: 

Grazie  @Alberto Tosciri  . Dante è un pallino, per me, soprattutto quest'anno, che è davvero l'anno dantesco. Trovo che davvero le immagini della divina commedia disegnino archetipi capaci di rappresentare molto bene un po' tutte le vicende umane, soprattutto la discesa negli inferi e la risalita. C'è stato davvero un blackout qui su, col passaggio dal wd a cdm, e un blackout in tutto il mondo con la pandemia. Il blackout proposto dalla traccia mi sembrava proprio suggerire questo, a fine anno, poi... Non so se era intenzione di @Poldo  ma io ce l'ho letto. Visto che sinora nessuno lo ha osservato lo faccio presente io... 
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 160] Anno dantesco

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Un racconto che procede con studiata lentezza, come un uomo costretto a camminare con scarponi di piombo o un fiume che non porta acqua ma mercurio (tanto per rimanere in tema chimico). 
Anche le incursioni domestiche appaiono ricoperte da una coltre di grigio: tutto questo si intona alla perfezione non solo alla traccia, ma anche al flusso ininterrotto dell'io narrante, che sfiora e mescola secondo me un po' troppe questioni, troppo importanti per una toccata e fuga. 
So bene che non è questa la sede per trattati di politica economica, interna o estera, ma credo che sfiorare (o meglio: elencare) appena argomenti di tale portata conduca a lasciar cadere nel testo, senza neppure farci caso, piccole manciate di luoghi comuni, dei quali il più evidente, a mio avviso, è costituito dall'interrogativo "Scienza o cuore?".
Si tratta, naturalmente, della mia personalissima interpretazione!
Ciao e grazie, @Edu.
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [MI 160] Anno dantesco

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Ippolita ha scritto: conduca a lasciar cadere nel testo, senza neppure farci caso, piccole manciate di luoghi comuni,
Beh, sì, capisco cosa vuoi dire, e un po' volevo proprio fare questo... nel bombardamento di informazioni, se è vero che siamo antenne, come disse qualcuno (mi sembra proprio Tesla, di cui si parlava con @Alberto Tosciri ), il flusso di coscienza di un individuo spaventato alle prese con una crisi sconosciuta finisce per riprodurre un bombardamento di informazioni: un rumore di fondo fatto da mille luoghi comuni e da mille questioni di importanza cruciale che non possono essere affrontate tutte insieme in maniera adeguata. Ecco, magari renderlo in un racconto è una mission impossible  :P
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 160] Anno dantesco

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luoghi comuni, dei quali il più evidente, a mio avviso, è costituito dall'interrogativo ha scritto:
luoghi comuni, dei quali il più evidente, a mio avviso, è costituito dall'interrogativo "Scienza o cuore?".




Eh, aspe', questa no... è la scienza passibile di vaglio morale? Per Jonas sì, e anche per Habermas. Ma in questo contesto non posso che buttare suggestioni, perdonami. Ho fatto ricerca universitaria su questi temi, non mi sembra il caso di sviscerarli al MI però
:comedicitu: . Non è un luogo comune: tra libertà della scienza ed etica deve esserci sempre un'adeguata tensione. Ora, se mi trovi tu il fondamento dell'etica che sia saldo e sicuro hai fatto ciò che la filosofia non è riuscita a fare nella sua storia. Per alcuni il fondamento è nel sentimento, quindi te la rilancio, senza luogo comune: scienza o cuore?
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 160] Anno dantesco

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Edu ha scritto: Chiedo scusa per la formattazione del commento, proprio non sono riuscito a porre rimedio. Comunque ho segnalato la cosa nel topic ufficiale, magari riesce lo staff ad aggiustare.
Io ti ho sistemato la formattazione del racconto, quella del commento mi sembra che l'abbia già fatto qualcun altro.
https://www.facebook.com/nucciarelli.ma ... scrittore/
https://www.instagram.com/marcellonucciarelli/
https://www.linkedin.com/in/marcello-nu ... -bbb4805b/

Re: [MI 160] Anno dantesco

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Edu ha scritto: Eh, aspe', questa no... è la scienza passibile di vaglio morale? Per Jonas sì, e anche per Habermas
Figurati se non sono d'accordo. Ma è cosa vecchia, l'etica della scienza mica è nata oggi. 
Il problema della responsabilità morale e della regolamentazione giuridica ha proceduto di pari passo con lo sviluppo scientifico e tecnologico, immagino a partire dalla scoperta del dna.
Edu ha scritto: Non è un luogo comune: tra libertà della scienza ed etica deve esserci sempre un'adeguata tensione
Certo che non è un luogo comune l'etica della scienza. Ma mica si parlava di questo, bensì della tua espressione che a mio parere la riduceva a tale; espressione in cui, tra l'altro, compare la famigerata parola "cuore"...  ;)


"Tensione", appunto, dici bene: ma se usi la disgiuntiva, pare che una cosa escluda l'altra, mentre l'obiettivo è un'integrazione sempre più intima.
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [MI 160] Anno dantesco

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Ippolita ha scritto: Tensione", appunto, dici bene: ma se usi la disgiuntiva, pare che una cosa escluda l'altra, mentre l'obiettivo è un'integrazione sempre più intima.
Sottoscrivo. Infatti è il flusso di coscienza di un uomo di scienza che nel momento di crisi nera (sociale e personale) ha il timore di aver perso l'equilibrio tra le due cose. Insomma, un conto è la narrativa, altro conto è il dibattito filosofico (che forse lo appassiona ancora di più, tant'è che ancora mi illudo possa diventare un giorno il mio lavoro). E diciamo che voi che mi n leggete ormai lo sapete che i temi filosofici sono un mio pallino. Se vuoi davanti alla carne in laboratorio è anche il mio dilemma, perché una parte di me ne ha ribrezzo, sebbene la ragione dice: ok, i vantaggi sono troppi!
Ippolita ha scritto: immagino a partire dalla scoperta del dna.
Ma dai tempi del mito di Prometeo! 🙂
Il fuoco è amico dell'uomo, ma al contempo ne distruggeva le città 😉

Grazie per l'erudito scambio, Ippo, ci vediamo in pista l'anno prossimo.  :pirata2:
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 160] Anno dantesco

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@Edu, da troppo non leggevo un tuo racconto e il non farlo "mi nuoce gravemente alla salute".  Sei formidabile, una giostra di dolori e frustrazioni inserite in dolci scene familiari (il bacio ai bambini, il calore di Antonietta, il caffè alla luce della cappa). Una situazione che potremmo trovarci a vivere d'avvero perché, dopo il covid, possiamo aspettarci di tutto dappertutto. Ma il tuo racconto parla anche di risilienza, una rinascita del sentimento che va cercato (in questo caso) con le persone che ami. Per quanto "rubata" a Dante trovo splendida la chiusura, ma anche tutto il testo. Non quoto nulla perché ogni frase ha la sua valenza letteraria. Il racconto, alla fine, poteva trasformarsi in un horror, ma ci hai messo anche tanta poesia ed è questo amaro/dolce che agguanta il lettore. Bravo, bravo, bravo.
Ultima modifica di Adel J. Pellitteri il ven gen 14, 2022 7:55 am, modificato 1 volta in totale.
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