Traccia di mezzogiorno di @Loscrittoreincolore : Un uomo entra in un bar...
Boa: deve comparire un airone.
[MI 160] Bar d’Airone
Un uomo entra in in bar e…
- Ci trova un airone al bancone! - direste voi.
No, cari lettori: lo trova vuoto.
Quindi si guarda in giro, alza la voce: - C’è qualcuno? - Si affaccia ai servizi. Gira dietro al bancone: nessuno.
Tocca il registratore di cassa: è chiuso e freddo. Tocca la macchinetta del caffè: è calda.
Il nostro uomo decide di servirsi da solo, in attesa del ritorno del barista.
In passato, infatti, aveva lavorato in un bar del suo paese, e il titolare gli aveva insegnato i trucchi del mestiere, e il più importante era il segreto per fare un ottimo espresso.
A parte la qualità della miscela, la macinatura, il controllo di come scende il caffè, la “mano” alla macchina del caffè doveva essere addestrata all’uopo. Al primo posto l'igiene, la pulizia e l'attenzione alle piccole cose: non consegnare la tazzina col manico rovente, non porgerla toccandone il bordo, e il cucchiaino si dà dal manico.
Attenzione e premura con la clientela sempre. E infatti si tratta bene e si serve un ottimo caffè, segno che quel bar, dove non era mai stato prima, è un buon bar.
Per degustarlo meglio, si è spostato a berlo su uno sgabello alto davanti al bancone.
Un secondo uomo entra nel bar.
- Cosa c’è di più sghembo di una nuvola? - esordisce.
Di fronte allo sguardo vacuo del presunto barman, asserisce soddisfatto: - Due nuvole! - e aggiunge: - caffè doppio, grazie! -
- Lei non lavora qui, vero? - gli chiede il primo uomo, che si è riscosso, esegue l’ordine e accantona su un piattino i due euro messi sul bancone.
- Che domanda è? - fa quell’altro, sorpreso. Ma subito sorride complice e gli chiede di rimando:
- Cos’è di capitale importanza nella vita?
- Uhm… -
- Lo dica con un verbo -
- Reprimere il furore. -
- E dormire in una stanza no? - obietta il nuovo venuto.
- Perdonarsi un errore. - Il facente funzioni di barista ha appena rotto un piattino.
- Saper scegliersi gli amici! - esclama compiaciuto l’altro come se avesse vinto.
- E meritarsi il grande amore no? - prosegue rincarando la dose. Si guarda intorno dispiaciuto per la mancanza di pubblico.
Il primo uomo asciuga le tazzine, mentre inspira e quindi dice:
- Respirare, sempre. -
Un terzo uomo entra nel bar.
E si mette a gridare. Un vigile di passaggio sente, accorre e cerca di capire le accuse mosse al malcapitato f.f. di barista dal titolare del bar.
Il secondo uomo non ha più domande né risposte: scuote la testa mentre indica il piattino coi due euro.
E sì, cari lettori, avevate ragione voi all’inizio e visto subito dove sarebbe andata a parare la traccia di uno scrittore incolore che incolore non è e non
lo è mai stato. Voi avete “visualizzato” un airone vivo al bancone di un bar, magari appollaiato sullo sgabello alto, con l’ala destra appoggiata mollemente sul ripiano e la sinistra abbandonata sulla zampa scheletrica. La testa e il collo a formare una “esse” lunga. Chissà cosa gli avrebbe servito da bere il f.f. di barman e come...
Io mi limito a seguirla in metafora, adesso, se siete ancora al bar, richiamati dalle rumorose circostanze come tutto il vicinato, e vi rivelo le ultime parole, e poi l'incipit del diario nel Centro di salute mentale, scritto dal f.f. di barista:
- Come se fossi un airone al balcone… realtà fiabesca… le ali giù, e niente che possa bere per tirarmi su – confuso risponde l’accusato.
Parlo al passato d'una sensazione
provata dentro al bar detto d’'Airone.
Usai la macchinetta del caffè,
servii da bere agli altri come a me;
capii che nella vita la chiusura
richiama l’esegesi di apertura.
Come un airone al bancone, fuori posto,
le ali chiuse - nel bar trascesi - senza scuse.
[MI160] Bar d’Airone
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Last edited by Poeta Zaza on Sun Dec 12, 2021 10:51 pm, edited 2 times in total.