Ciao
@Alberto Tosciri,
la tua poesia è piena di conflitti: tra il bambino e gli altri, il soldato in guerra, tra il paesaggio e la vita del soldato.
Il bambino è delineato attraverso una sua condizione ricorrente, l'essere rifiutato, e una sua reazione di difesa che determineranno l'uomo soldato della terza strofa, finalmente "voluto".
Bella questa immagine:
Ciottoli lisci e belli come chi mi disprezzava,
Io vi buttavo nell’acqua verde della palude.
come un desiderio represso di voler mettere in difficoltà chi lo faceva sentire un escluso. In condizioni più difficili i ruoli sarebbero stati invertiti.
Esprimi in questi versi un forte desiderio del soggetto di superare la frustrazione.
Il paesaggio, nella prima e terza strofa, accompagna l'esistenza del soggetto e non muta:
odori di sabbia e canneti fronte mare,
L'odio e la rabbia diventano moneta che paga in tempo di conflitto.
Per quello mi hanno voluto.
Fin qui la poesia si dipana con un paesaggio interiore chiaro, il linguaggio è semplice e il ritmo costante. Si ha una sensazione di equilibrio.
La quarta strofa è per me la più emozionante.
Sabbia, sale e cielo azzurro.
Tanta pace nelle spine.
È domenica.
Ancora uccidere, anche oggi.
Il contrasto tra il paesaggio e le sensazioni è bello, quella "pace nelle spine" è molto particolare, le spine sembrano avere più di un significato. E poi ancora: il giorno di festa e quel "Ancora uccidere, anche oggi" in questo passaggio si rileva per la prima volta la stanchezza dell'essere soldato.
In questa strofa si viene sballottati come in uno stato di confusione, quasi di disorientamento. È un primo campanello d'allarme, niente è più lineare.
Le campane hanno un suono di condanna.
Perché suonano mentre punto il fucile?
La conferma che qualcosa sta cambiando nel protagonista arriva con il suono delle campane, che per il soggetto non è un caso, ma una forma di giudizio, perché lui in quel momento sta prendendo la mira e la forza del suono gli sembra una condanna. Forse un riferimento al quinto comandamento.
Suonano (par di sentirle) ed è un richiamo alla consapevolezza. Il soldato si scopre svuotato dall'odio e dal rancore e decide di non uccidere più.
La strofa finale si ricongiunge con la seconda:
Mi butteranno nell’acqua verde della palude,
come un ciottolo.
la consapevolezza che si vendicheranno di lui per la sua decisione non può turbarlo adesso che per la prima volta si sente felice.
Le strofe sono ben divise e compatte a livello di contenuto.
Prima di leggere la poesia, il titolo sembrava far presagire qualcosa di triste; ma una volta letto il testo cambia valore assumendo una connotazione più positiva.
Mi è piaciuto come hai espresso la prigionia e la libertà, da se stessi e dagli altri e come hai gestito il conflitto in ogni passaggio. Bravo
