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Blu, ovunque. È l’effetto collaterale dello spray: il pizzicore alle narici passa ai nervi ottici in quattro secondi, già dopo cinque non lo noti più. Il naso è isolato, i feromoni non passano. Le ti guarda sorridente, le guance tonde che tremano un po’ mentre il vagone sobbalza nella galleria. Ha visto che hai usato il Blu-ve. Si tira indietro i capelli e continua a sorriderti. Fruga nella borsetta; anche il seno trema, ma non ti fa effetto. Il cuore ha rallentato subito, i capelli rossi di lei ti sembrano viola attraverso la lente dello spray. Anche lei tira fuori una boccetta, l’etichetta che conosci bene rivolta verso di te. Sei un bell’uomo, dopotutto, meglio andarci caute. Se la porta al naso con un sorriso, preme. Le labbra si rilassano mentre il livello di serotonina si stabilizza, la dopamina pure, e viaggiate tranquilli, finalmente, liberi di concentrarvi su altro che sull’amore.
Lei ha tirato fuori un libro, tu giochi col telefono. Ripensi a Marta, alla casa, fai il conto di quanto durerà ancora l’effetto dello spray. Ti troverà ancora così? Ai tuoi occhi avrà la faccia blu, ma se ne accorgerà?
È un tradimento anche averne bisogno, non me ne frega che con quella non c’hai fatto nulla.
E insisterà che la fedeltà è un’altra cosa, e parlerà dei suoi genitori, dell’ossitocina, che è su quella che bisogna puntare, che bisogna aumentare i dosaggi.
La ragazza sul treno non ha una Marta a casa ad aspettarla, non ha l’anello al dito. Perché allora ha usato lo spray? Per decenza? Il battito accelera di mezzo secondo, un rush di adrenalina sale alle guance e il blu sta scomparendo dagli angoli della visione periferica, dove un cartellone pubblicitario dice «Blu-ve: allevia i sintomi del mal d’amore e ne previene la comparsa». Provi con un altro spruzzo: di nuovo tutto è blu, navigate nel blu mentre la metro scorre e la ragazza legge. Ha visto che l’hai dovuto usare di nuovo. Si pulisce l’unghia dell’indice con l’angolo della pagina del libro, ma ti controlla, le labbra distese, neutrali.
Prendi l’ossitocina, ti aveva detto Marta, ma per te è quella la resa, è quella la scorciatoia contro il tradimento: dopo tutti quegli anni ancora ti serve l’ossitocina?
Domani doppia dose, dopo il sesso. Ma intanto tutto è così blu che il pene ha smesso di esistere. È un tutt’uno col sedile, con i sobbalzi del treno, con il tempo che passa. Un altro spruzzo, per sicurezza. Il naso formicola. La ragazza si alza. Ha gambe lunghe, una borsa a tracolla che le solleva l’orlo della gonna. Legge l’elenco delle fermate dandoti le spalle. Le porte si aprono e lei scende senza guardarti; forse ti avrebbe già dimenticato, non fosse per l’azzurrognolo che le sfuma negli occhi mentre si allontana.
Quella dopo è la tua. Forse è bel tempo mentre sbuchi all’aperto, non ci sono nuvole. I bambini a casa staranno facendo i compiti, ti aspettano. Però tutto quel blu ti rimane addosso. Di che colore sono gli occhi di Marta?
Re: Blu-ve
2Ciao, bentrovata! I tuoi racconti sono sempre originali e ben scritti, e questo non fa eccezione.
Se devo muovere una critica, forse è un po' corto: crei un intero mondo distopico, ma ne abbiamo solo uno scorcio: questo viaggio in treno e qualche accenno sulla famiglia che lo aspetta a casa. Devo comunque farti i complimenti per aver inserito le informazioni nel racconto senza spiegoni. Tutto emerge in modo naturale e si chiarisce con la lettura. Alcune cose però restano alla fantasia del lettore: per esempio non è chiaro perché questo spray che "tranquillizza i sensi" (
) faccia vedere tutto blu. Si può accettare come un dato di fatto, però la curiosità nel lettore rimane.
In generale il racconto, pur breve, mi è piaciuto molto. Si vede la capacità di scrivere e di coinvolgere il lettore. Consiglierei solo, se lo rivedi, di approfondirlo un po', perché l'idea di base è molto interessante e si potrebbe ampliare.
A rileggerti!
Se devo muovere una critica, forse è un po' corto: crei un intero mondo distopico, ma ne abbiamo solo uno scorcio: questo viaggio in treno e qualche accenno sulla famiglia che lo aspetta a casa. Devo comunque farti i complimenti per aver inserito le informazioni nel racconto senza spiegoni. Tutto emerge in modo naturale e si chiarisce con la lettura. Alcune cose però restano alla fantasia del lettore: per esempio non è chiaro perché questo spray che "tranquillizza i sensi" (

il pizzicore alle narici passa ai nervi ottici in quattro secondi, già dopo cinque non lo noti piùper evitare ambiguità ("passa" si può interpretare di primo acchito come "cessa"), direi "si trasmette ai nervi ottici"
Le ti guardarefuso
meglio andarci cauteforse è meglio il singolare "cauta"
Ti troverà ancora così? Ai tuoi occhi avrà la faccia blu, ma se ne accorgerà?Qui, per me, non è ben chiaro in che modo potrebbe accorgersi che lui la vede blu, o che ha preso lo spray (a meno che non ci siano altri segnali esteriori che non sappiamo)
La ragazza sul treno non ha una Marta a casa ad aspettarla, non ha l’anello al ditoquesta frase non mi suona benissimo. Perché lei è una ragazza, quindi, a meno che in questo mondo distopico il lesbismo non sia più diffuso di quanto sia nel nostro, è un po' strano che si dica che non ha "una Marta ad aspettarla". A mio gusto (personale) resterei sul generico (non ha un marito/compagno/legame/qualcuno)
Però tutto quel blu ti rimane addosso. Di che colore sono gli occhi di Marta?La chiusura mi è piaciuta molto. Lascia sottintendere che a forza di prendere lo spray, per evitare tradimenti, non sa più il colore degli occhi di sua moglie. Bella, e d'effetto!
In generale il racconto, pur breve, mi è piaciuto molto. Si vede la capacità di scrivere e di coinvolgere il lettore. Consiglierei solo, se lo rivedi, di approfondirlo un po', perché l'idea di base è molto interessante e si potrebbe ampliare.
A rileggerti!
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)
Re: Blu-ve
3Grazie mille @Silverwillow per le annotazioni! Sentivo che qualcosa stonava, ma da sola non riuscivo a identificarlo 

Re: Blu-ve
4Ciao @Garrula
è la prima volta che leggo un tuo racconto, non ricordo se in passato su WD questo incontrarci sia già avvenuto, se così non fosse posso senz’ altro dire: “piacere della conoscenza”.
Sì perché il racconto mi è piaciuto, dirò di più: l’ho trovato assai intrigante.
La storia è in forma di distopia-sentimentale-fantascientifica.
Si sviluppa in un futuro imprecisato, dove, sicuramente con una voluta ironia, vi saranno pillole blu che, al contrario delle attuali in commercio, per sostenere alla bisogna gli ardori sessuali, serviranno invece a mitigarli o spegnerli.
La cosa avverrà agendo sulla chimica ormonale del soggetto che ne farà uso, ottenendo attraverso la farmacopea ciò che un tempo si risolveva impiegando adeguate dosi di bromuro su uomini ed equini.
Devo dire che la premessa è divertente e interessante: con questo scenario riesci a catturare l’interesse immediato del lettore, quindi ti faccio i miei complimenti per l’originalità del soggetto ideato.
L’ambientazione all’ interno di uno scompartimento di treno per pendolari, in qualche maniera fa parte dell’immaginario erotico_avventuriero maschile, (non ho mai indagato se in qualche misura possa essre condiviso anche da una fantasia erotica femminile).
In ogni caso il non-luogo amniotico dello scompartimento di un treno che, in corsa attraversa una dimensione di tempo e spazio particolare: isolandoci, per la percorrenza, in una sorta di parentesi dalla nostra vita quotidiana, rappresenta un modello erotico onirico che ha dei richiami freudiani.
La tua storia tocca con pochi tratti assai efficaci il disegno di una realtà sociale immaginaria, nella quale gli individui paiono essere ossessionati dal sesso, al punto di dover ricorrere a dei farmaci per scongiurare di accoppiarsi, tra perfetti sconosciuti, incontranti casualmente.
E’ poi divertente l’idea che, all’ inteno di una coppia, il concetto di fedeltà (fisica) sia relegato alla necessità di impiegare un prodotto farmaceutico
atto a rafforzare la propria volontà di non cedere al richiamo della carne.
I due personaggi, infatti, si cautelano preventivamente attraverso questi presidi medici per mantenersi a distanza da ogni possibile tentazione.
Ho trovato poi una chicca assai godibile il fatto che la moglie del personaggio, guardi con sospetto l’uso di questi preparati da parte del coniuge, reputando che se il partner abbia bisogno di tale impiego, questo sia già segno di una inconscia voglia di cornificarla.
Una perla che mia ha fatto venire in mente alcuni dei tortuosi atteggiamenti mentali che ha la mia consorte riguardo all’ argomento.
Nel complimentarmi ti ringrazio per il piacere della lettura e augurandomi di rileggerti presto, ti porgo un affettuoso saluto.
Ciao a presto.
è la prima volta che leggo un tuo racconto, non ricordo se in passato su WD questo incontrarci sia già avvenuto, se così non fosse posso senz’ altro dire: “piacere della conoscenza”.
Sì perché il racconto mi è piaciuto, dirò di più: l’ho trovato assai intrigante.
La storia è in forma di distopia-sentimentale-fantascientifica.
Si sviluppa in un futuro imprecisato, dove, sicuramente con una voluta ironia, vi saranno pillole blu che, al contrario delle attuali in commercio, per sostenere alla bisogna gli ardori sessuali, serviranno invece a mitigarli o spegnerli.
La cosa avverrà agendo sulla chimica ormonale del soggetto che ne farà uso, ottenendo attraverso la farmacopea ciò che un tempo si risolveva impiegando adeguate dosi di bromuro su uomini ed equini.
Devo dire che la premessa è divertente e interessante: con questo scenario riesci a catturare l’interesse immediato del lettore, quindi ti faccio i miei complimenti per l’originalità del soggetto ideato.
L’ambientazione all’ interno di uno scompartimento di treno per pendolari, in qualche maniera fa parte dell’immaginario erotico_avventuriero maschile, (non ho mai indagato se in qualche misura possa essre condiviso anche da una fantasia erotica femminile).
In ogni caso il non-luogo amniotico dello scompartimento di un treno che, in corsa attraversa una dimensione di tempo e spazio particolare: isolandoci, per la percorrenza, in una sorta di parentesi dalla nostra vita quotidiana, rappresenta un modello erotico onirico che ha dei richiami freudiani.
La tua storia tocca con pochi tratti assai efficaci il disegno di una realtà sociale immaginaria, nella quale gli individui paiono essere ossessionati dal sesso, al punto di dover ricorrere a dei farmaci per scongiurare di accoppiarsi, tra perfetti sconosciuti, incontranti casualmente.
E’ poi divertente l’idea che, all’ inteno di una coppia, il concetto di fedeltà (fisica) sia relegato alla necessità di impiegare un prodotto farmaceutico
atto a rafforzare la propria volontà di non cedere al richiamo della carne.
I due personaggi, infatti, si cautelano preventivamente attraverso questi presidi medici per mantenersi a distanza da ogni possibile tentazione.
Ho trovato poi una chicca assai godibile il fatto che la moglie del personaggio, guardi con sospetto l’uso di questi preparati da parte del coniuge, reputando che se il partner abbia bisogno di tale impiego, questo sia già segno di una inconscia voglia di cornificarla.
Una perla che mia ha fatto venire in mente alcuni dei tortuosi atteggiamenti mentali che ha la mia consorte riguardo all’ argomento.
Nel complimentarmi ti ringrazio per il piacere della lettura e augurandomi di rileggerti presto, ti porgo un affettuoso saluto.
Ciao a presto.

Re: Blu-ve
6Sei incredibile @Garrula , ma da che mondo vieni, tu?
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.
Re: Blu-ve
8@Garrula Che piacere leggerti!
Il racconto che ci proponi appare un incipit più che una storia, ma nella sua brevità è talmente intrigante che mi ha catapultato direttamente in una realtà possibile, ma in un altro tempo.
Il titolo Blu-ve è già accattivante. Che diavolo di colore è? È un prodotto?
Sì, un prodotto che mi porta in un altra dimensione, forse nel futuro.
L’incipit è assertivo, non viene minimamente il dubbio che quella che stai descrivendo sia una situazione irreale. Il patto finzionale col lettore è subito accettabile. E accettato.
Il ritmo narrativo è serrato, ma la punteggiatura fa sì che ci si soffermi quel tanto che basta per “assorbire” il momento.
La parte divertente è vedere come lo spray attutisca solo le sensazioni fisiche.
Bellissimo questo passaggio:
I bambini a casa staranno facendo i compiti... Questo “senso di colpa”, questo pensiero è un rafforzativo della volontà di rientrare nel ruolo di buon padre di famiglia e se ne sente tutta la forza “immane” . È come tentare di rimettere il sughero per ritappare la bottiglia di champagne. Non ci s riesce mai.
Mi rimane la sensazione di aver letto un piccolo “gioiello”, quasi un esercizio di stile. Ma vorrei leggere un romanzo così.
Bra vis si ma.
Il racconto che ci proponi appare un incipit più che una storia, ma nella sua brevità è talmente intrigante che mi ha catapultato direttamente in una realtà possibile, ma in un altro tempo.
Il titolo Blu-ve è già accattivante. Che diavolo di colore è? È un prodotto?
Sì, un prodotto che mi porta in un altra dimensione, forse nel futuro.
L’incipit è assertivo, non viene minimamente il dubbio che quella che stai descrivendo sia una situazione irreale. Il patto finzionale col lettore è subito accettabile. E accettato.
Garrula wrote: Le ti guarda sorridenteQui c’è un refuso
Il ritmo narrativo è serrato, ma la punteggiatura fa sì che ci si soffermi quel tanto che basta per “assorbire” il momento.
La parte divertente è vedere come lo spray attutisca solo le sensazioni fisiche.
Garrula wrote: Ma intanto tutto è così blu che il pene ha smesso di esistereGiã... il pene ha smesso di esistere, ma non il desiderio. Tant’è che oltre al tormento fisico, il protagonista viene assillato dalla lotta interiore tra i propri valori, le pulsioni che tenta di reprimere e la tensione che genera la paura di essere scoperto.
Bellissimo questo passaggio:
Garrula wrote: quanto durerà ancora l’effetto dello spray. Ti troverà ancora così? Ai tuoi occhi avrà la faccia blu, ma se ne accorgerà?
Garrula wrote: La ragazza sul treno non ha una Marta a casa ad aspettarla, non ha l’anello al dito. Perché allora ha usato lo spray? Per decenza? Il battito accelera di mezzo secondo, un rush di adrenalina sale alle guance e il blu sta scomparendo dagli angoli della visioneQuesto passaggio ci racconta molto del mondo interiore di questo tuo personaggio. Non è desiderio “carnale”. È desiderio di piacere. Quel godimento, la scarica di adrenalina che sente solo a pensare che la ragazza, pur di resistere al suo fascino, sia costretta ad usare il Blu-ve. E l’immagine risulta ancora più forte perché lui si “inventa” che la donna sia single e dunque potenzialmente potrebbe fare a meno di quelle “manette chimiche” . Ma no. Lei ostenta, gli fa pure vedere lo spray dalla parte dell’etichetta... (questo lo pensa lui... ma magari è un caso. È solo che tu sei maledettamente brava a farcelo immaginare)
Garrula wrote: Domani doppia dose, dopo il sesso.Questo passaggio invece non l’ho capito. Doppia dose perché? E perché dopo il sesso? Forse pensa di incontrare ancora la ragazza e non vuole correre rischi?
Garrula wrote: Quella dopo è la tua. Forse è bel tempo mentre sbuchi all’aperto, non ci sono nuvole. I bambini a casa staranno facendo i compiti, ti aspettano. Però tutto quel blu ti rimane addosso. Di che colore sono gli occhi di Marta?Anche la chiusa ė sapiente. Forse è bel tempo, non ci sono nuvole. (Lui continua a vedere blu per l’effetto dello spray).
I bambini a casa staranno facendo i compiti... Questo “senso di colpa”, questo pensiero è un rafforzativo della volontà di rientrare nel ruolo di buon padre di famiglia e se ne sente tutta la forza “immane” . È come tentare di rimettere il sughero per ritappare la bottiglia di champagne. Non ci s riesce mai.
Mi rimane la sensazione di aver letto un piccolo “gioiello”, quasi un esercizio di stile. Ma vorrei leggere un romanzo così.
Bra vis si ma.