[PP1] Favola Nera

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Traccia n. 3
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Favola nera, Favola nera,
vieni ora a dirmi l’ultima che sai?
Ma sì. La conosci anche tu.
Perché la conosco anche io?
Per me non è stato un mondo di favole.
Non lo è mai stato, ma era.
È.
Sarà.

E dimmi allora.

Quel bambino vestito di nero
in un cortile cintato di pietra grigia…

Ma questo non vale: ero io!
Eri solo?
Per il mondo sì. Ma non ero mai solo.
Con chi eri?
Con i fantasmi del mio sangue,
della mia disperazione.
Ma ero felice.

Questo lo so. Mi hai colpito.
Ero pronta a tutto, ma non a questo.

Non ho fatto nulla di male. Sognavo.
Hai creato mondi all’ombra di ulivi,
intere vite dentro aiuole aride,
nel cortile della tua infanzia.

È così grave questa colpa?
No. Ma dovevi uscire alla vita.
Non lo hai fatto.


Non ho potuto. Non mi è stato permesso.
E quando ho potuto, ho rifiutato.
Sei orgoglioso.
L’orgoglio è solo umano.
Non sei umano allora?
Quando un uomo soffre cerca compagnia.
Io cercavo una forza per superare il dolore.
So che non l’hai trovata.
La cerco ancora. Pensavo fossi tu.

Sai dirmi come finisce la mia favola?
Dimmelo, tu che sai tante cose…
Hai paura?
Di aver desiderato un mondo perfetto?
No. Paura di conoscere il tuo destino?
No. Io lo voglio.
Paura di conoscere il mio finale per te?
Avrei paura se morissi per sempre.
I mondi che hai sognato esistono…

Dunque esisterò nel mio sogno?
Esisterai nei tuoi mondi.
Non voglio più soffrire.
Soffrirai per liberare altre sofferenze.
Una bella condanna.
Come si chiama?
Ha un solo nome chi deve scontare
le colpe di altri per salvarli. Sarai atteso.
Sarai un Messia.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [PP1] Favola Nera

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Favola nera, Favola nera,
vieni ora a dirmi l’ultima che sai?
Ma sì. La conosci anche tu.
Perché la conosco anche io?
Per me non è stato un mondo di favole.
Non lo è mai stato, ma era.
È.
Sarà.
é la vita la favola nera? é lei che sa tutto di noi e del mondo. Mi piace molto il modo colloquiale con cui si svolge tutto il dialogo.
Pare una madre che si rivolge a un figlio. Molto bello.
Quel bambino vestito di nero
in un cortile cintato di pietra grigia…
Ma questo non vale: ero io!
Eri solo?
Per il mondo sì. Ma non ero mai solo.
Con chi eri?
Con i fantasmi del mio sangue,
della mia disperazione.
Ma ero felice.
L'autore ha perso qualcuno di molto importante quando era un bambino: i fantasmi del mio sangue trovo bellissima questa metafora.
nonstante nella disperazione il bambino è felice: L'innocenza, l'infanzia, la fantasia ci proteggono dal dolore, altrimenti insopportabile.
ora, io non so se sto dicendo scemenze ma vado avanti con le mie impressioni.
Questo lo so. Mi hai colpito.
Ero pronta a tutto, ma non a questo.
Non ho fatto nulla di male. Sognavo.
Hai creato mondi all’ombra di ulivi,
intere vite dentro aiuole aride,
nel cortile della tua infanzia.
È così grave questa colpa?
No. Ma dovevi uscire alla vita.
Non lo hai fatto.
Sempre l'autore ha sorpreso la vita sua e sè stesso inventando mondi speciali. La fantasia viene in aiuto, la razionalità è superata da tempo da quell'infanzia scossa dalla perdita di una persona amata. si perdono occasioni ma non si rinuncia ai sogni.
Non ho potuto. Non mi è stato permesso.
E quando ho potuto, ho rifiutato.
Sei orgoglioso.
L’orgoglio è solo umano.
Non sei umano allora?
Quando un uomo soffre cerca compagnia.
Io cercavo una forza per superare il dolore.
So che non l’hai trovata.
La cerco ancora. Pensavo fossi tu.
Si perdono occasioni e forse anche altro di molto importate. io non posso mettere a fuoco il significato di questi versi, ma posso dire la sensazione che mi danno. Oltre la perdita e il lutto io sento che la vita non è mai sprecata se non si cessa mai di credere ai propri sogni. E se pre orgoglio si resta soli?
Si continua a cercare fino alla fine.
Bella, è una poesia davvero bella. Piena di significato che vorrei approfondire.
solo alla fine mi è sembrato di perdere il filo
ome si chiama?
Ha un solo nome chi deve scontare
le colpe di altri per salvarli. Sarai atteso.
Sarai un Messia.
é bello esitere nei propri mondi inventati e sapere di restare persi dentro le nostre invenzioni. Ma ,l'ultima frase mi ha spiazzato @Alberto Tosciri
Il riferimento al messia intendo.
Grazie per la bella poesia alla prossima

Re: [PP1] Favola Nera

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Ciao @Alba359
Grazie per la lettura e il commento. Mi dispiace di averti poi spiazzata alla fine, spero non in senso negativo. La poesia, chiamiamola così pure se io non posso definirmi un poeta, l'ho scritta di getto ma su idee che da parecchio meditavo. La favola Nera, per il bambino che ora è grande nel momento in cui la incontra, è la Vita e la Morte allo stesso tempo, la grande Artefice del tutto. È un bambino molto particolare, molto sensibile, molto solo. Potrebbe avere i genitori, ma la sua solitudine è una scelta tutta sua, il mondo gli va "stretto" in quanto si rende conto di non poter trovare quello che cerca, niente corrisponde alle sue aspettative. Questa cosa lo addolora, perché vorrebbe vivere frammisto all'umanità che lo circonda, di cui è consapevole, ma si rifiuta, creandosi dei mondi immaginari, degli immensi mondi di fantasia che momentaneamente lo appagano, lo placano, lo rendono consapevole di una possibile alternativa in un altra esistenza, una consapevolezza ancora confusa ma che lo rende felice. Questo sorprende quella che il bambino chiama favola Nera. Per lui le favole sono nere e parla con loro. La favola Nera sembra rimproverare il bambino di non essere mai uscito dai confini della sua mente. Il bambino confessa di aver navigato nel dolore della sua materiale umanità, di aver sofferto, di avervi forse cercato rimedio un giorno, cercando di essere come gli altri, ma non gli è stato permesso e quando era possibile vi ha rinunciato. La favola Nera lo consola dicendogli che ha creato dei mondi nonostante tutto, ma ha rinunciato a vivere nel mondo dove si trovava. Il bambino insiste nel dire che un uomo, un semplice uomo nel dolore cerca la vicinanza dei suoi simili, lui no. Cercava la vicinanza di una forza superiore. Questa secondo me è una ancestrale predestinazione, per quanto non osi addentrarmi troppo in questi meandri tortuosi della mente e dell'anima... La favola Nera afferma di sapere che non ha trovato questa forza, il bambino sperava che la forza fosse questa favola che gli parla nella mente. Ricorro spesso in quello che scrivo a questi dialoghi oltre il mondo materiale.
Il bambino capisce che la favola esiste, che lo toglierà al mondo, ma non ha paura. Chiede quale sia il nome della sua colpa e la favola gli dice che vivrà nei mondi mentali che ha creato nella sua disperata solitudine. Quando il bambino chiede il nome di questa condanna la favola gli fa capire che ha passato una vita di espiazione alla ricerca di qualcosa che ora ha trovato. Ha scontato le sue colpe, il suo peccato originale, privandosi di tutto nella vita materiale, non vivendo con i suoi simili, non godendo di nessuna felicità, di nessun amore. E questo non può passare inosservato. Ha salvato se stesso, ora salverà gli altri uomini, non pochi, ma gli uomini di altri mondi, i mondi che lui stesso ha creato con la mente, uomini che attendono anime come la sua in tutto l'universo infinito, uomini da sempre attesi che hanno superato prove indicibili, che si sono purificati nelle generazioni materiali e che sono in grado di assorbire tutti i mali degli uomini per purificarli: uomini che hanno superato la fase umana e che perciò saranno chiamati Messia nei nuovi mondi che dovranno salvare.
Non intendevo il Messia del mondo cristiano, ma un suo equivalente perfetto, uno degli infiniti Messia per gli infiniti mondi dell'universo.
Mi rendo conto di aver scritto un papiro palloso e meglio che non lo rilegga o lo cancello, in quanto capisco di non aver espresso chiaramente o con rimandi filosofici noti il pensiero che davvero ho in mente.
Posso dirti che nell'album dei miei ricordi ho diverse foto di quel bambino solitario vestito di nero che per un attimo si gira al fotografo che su disposizione dei genitori va a fargli qualche foto mentre gioca in cortile il giorno del suo compleanno... proprio oggi. Il viso del bambino sembra sorridere, ma il suo sguardo appare preoccupato nel timore che un estraneo stia per invadere il suo mondo...
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [PP1] Favola Nera

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Ciao! Mi è piaciuta molto la forma di dialogo che hai dato alla poesia. Mi ricorda altre cose che ho letto e che non ricordo (eh, la demenza avanza :lol: ). È una forma che dà movimento e drammaticità al contenuto, e che ti è riuscita molto bene. È una riflessione universale, perché credo che tuti abbiamo questa favola nera che cresce con noi, questa voce apparentemente estranea che dialoga coi nostri pensieri, che a volte ci incoraggia e a volte ci rimprovera, per non aver sfruttato tutto il nostro potenziale. Le favole non esistono, ma qualcosa ci spinge comunque a tentare di realizzarle., ed è forse quel qualcosa che ci rende umani. Molto bella!
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: [PP1] Favola Nera

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Alberto Tosciri ha scritto: mar mar 23, 2021 12:55 am Non intendevo il Messia del mondo cristiano, ma un suo equivalente perfetto, uno degli infiniti Messia per gli infiniti mondi dell'universo.
Mi rendo conto di aver scritto un papiro palloso e meglio che non lo rilegga o lo cancello, in quanto capisco di non aver espresso chiaramente o con rimandi filosofici noti il pensiero che davvero ho in mente.
Posso dirti che nell'album dei miei ricordi ho diverse foto di quel bambino solitario vestito di nero che per un attimo si gira al fotografo che su disposizione dei genitori va a fargli qualche foto mentre gioca in cortile il giorno del suo compleanno... proprio oggi. Il viso del bambino sembra sorridere, ma il suo sguardo appare preoccupato nel timore che un estraneo stia per invadere il suo mondo...
Un contenuto che denota, a mio avviso, una sensibilità profonda, e che rimanda all'influenza di un vissuto più interiorizzato che partecipato.
Storia di un predestinato.
Bella la forma del dialogo tra le parti. L'unica cosa che manca un po' è un ritmo, un'enfasi poetica. Ma ho apprezzato molto anche così, @Alberto Tosciri :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [PP1] Favola Nera

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ciao @Alberto Tosciri . Questi versi avevano bisogno di almeno 16.000 caratteri per poter esprimere al meglio quello che hai rappresentato. Come al solito scrivi di guerra, ma questa volta, non è guerra armata ma la guerra della vita, quella che si affronta tutti i giorni.
Condivido Zaza per la poca emotività poetica che si legge, ma, noto l'impegno di fare di questa vita una sorta di favola. Ciao Alberto.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [PP1] Favola Nera

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Ciao @Silverwillow
grazie per il commento. Hai ragione se ti ricorda qualcosa di già sentito, ho messo argomenti simili anche in altri testi, sia di prosa che di poesia.
Sentire la voce interna è comune a tutti, ascoltarla davvero, rispondere e aspettare risposte è più complicato. Ma aiuta molto nella vita.

Ciao @Poeta Zaza
e grazie per aver letto e per l'apprezzamento. Si, la storia di un piccolo solitario che pensava di essere un grande da piccolo e invece ha sofferto tutta la vita per poi arrivare a scoprire che la sua sofferenza aveva un senso per qualcuno molto al di sopra di lui.
Riconosco che manca ritmo ed enfasi poetica, non ne sono all'altezza in effetti. Mi basta mettere qualche pensiero, cercando di non esagerare troppo in bruttura...

Ciao @bestseller2020
grazie per la lettura. Certo sarebbe stato bello poter scrivere anche un poema... Scherzi a parte hai ragione che parlo spesso di guerra, ma non tanto di guerra reale, dovuta anche al mio passato militare pure se non ho fatto guerre ma mi son trovato in situazioni di guerra... La guerra che intendo io è quella interiore, imparata dallo studio e dalla pratica che ho avuto con la lingua araba. Per gli arabi credenti ogni uomo deve combattere due jihād, inteso come sforzo verso uno scopo. Una jihād, detta "inferiore" è intesa come difesa dai nemici, come espansione della fede verso gli altri, poi assurta a termine deleterio in questi ultimi tempi.
Ma la vera jihād "superiore", quella più grande, è la battaglia che ogni uomo deve combattere contro se stesso nella ricerca, conoscenza e perfezionamento della causa di Dio e nel miglioramento personale, sotto tutti i punti di vista.
Cosa che può adattarsi anche ai cristiani o per chi prova obbrobrio per il termine, anche per gli occidentali.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [PP1] Favola Nera

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Ciao, Alberto!
Non ti nego che la parte finale del tuo componimento mi ha lasciata perplessa. Ho letto poi la tua spiegazione ad Alba, e qualcosa si è chiarito. Tratti di temi complessi e dolorosi intrecciati tra loro in modo ombroso, senza dubbio di fascino. Ho anche pensato al teologo Teilhard de Chardin, che si poneva il problema del Messia di fronte agli infiniti mondi dell'universo. Ma leggo che non si tratta del Messia cristiano. Su ogni tuo verso ci sarebbe da ragionare a lungo: dal particolare (il bambino e il suo cortile) giungi all'iperuranio. Vi è qualcosa di metallico nel dialogo, e di inquietante nel bambino. Se questa era la tua intenzione, direi che sei riuscito nell'intento.
Grazie, @Alberto Tosciri.
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Re: [PP1] Favola Nera

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Ciao @Ippolita grazie della tua lettura.
Il bambino ha di certo qualcosa di inquietante e di ombroso ma non è cattivo, te lo assicuro
Ci sarebbe da dire tanto in effetti, come per tutti i particolari di ogni scrittura vagamente introspettiva o che tale vorrebbe essere.
Per quanto riguarda il Messia negli infiniti mondi... qui il discorso si fa arduo. Essendo, sforzandomi di essere cristiano (ci vuole molta forza se si prende la cosa sul serio, ma la forza non siamo noi a darcela... non del tutto almeno) dico che non è lo stesso Messia del nostro mondo ma... è lo stesso. Non credo che un Messia abbia problemi di infinite locazioni pur restando unico. Come la spiegazione della Trinità nel De Trinitate di S. Agostino. Non c'è differenza tra un fuoco di candela che si dirama e ne accende altre due. Le tre fiamme non sono cose diverse, sono un'unica emanazione. Resta il problema del come e perché quel bambino scontroso possa diventare un Messia, in base a cosa possa rasentare il divino. Qui ci vorrebbe un trattato teologico, non ne sarei all'altezza. Amo i misteri, anche con logiche assurde e umanamente incomprensibili, ma misteri che per me abbiano un certo fascino, anche tenebroso, senza trascendere troppo...
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
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