Re: [MI145] La voce del mostro

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Ciao, @Bef . Eccoci insieme nel primo MI del nuovo forum. :)

Tu hai scelto, per la traccia del labirinto, una soluzione sperimentale, calata in un ambiente lavorativo alienante.
Il racconto, ca va sans dire, è più un resoconto di questa ripetitiva giornata lavorativa che un costrutto narrativo.
Però l'idea è geniale. :si:
Ai tempi nostri, sarebbe superato, il lavoro di Tim (dì la verità: stavi per chiamarlo Ton, vero? :D ). Da un bel po', lo avrebbero automatizzato.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI145] La voce del mostro

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Ai tempi nostri, sarebbe superato,
in realtà s'ispira proprio ai tempi nostri: è una stilizzazione (probabilmente non riuscita, per carità) del lavoro dei preparatori d'ordini nei depositi di grandi centri di distribuzione merci, amazon, Lidl, carrefour e tutti quelli che ti vengono in mente. Alcuni li stanno automatizzando con nastri e robot a fare il lavoro pesante, ma la maggior parte funzionano così, con il dipendente guidato dal palmare o dall'auricolare a cercare gli articoli venduti da spedire.
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [MI145] La voce del mostro

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Bef ha scritto: lun feb 22, 2021 3:09 pm in realtà s'ispira proprio ai tempi nostri: è una stilizzazione (probabilmente non riuscita, per carità) del lavoro dei preparatori d'ordini nei depositi di grandi centri di distribuzione merci, amazon, Lidl, carrefour e tutti quelli che ti vengono in mente. Alcuni li stanno automatizzando con nastri e robot a fare il lavoro pesante, ma la maggior parte funzionano così, con il dipendente guidato dal palmare o dall'auricolare a cercare gli articoli venduti da spedire.
Ah, io non ci avevo pensato. Ciò non toglie che quanto tu dici sia un valore aggiunto al racconto, e che altri sapranno vederlo. :si:
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Re: [MI145] La voce del mostro

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Ciao @Bef mentre leggevo ho proprio immaginato di essere all’interno di un deposito Amazon. C’è N’’è uno immenso dalle mie parti. Trovo assolutamente calzante la tua scelta di rappresentare il labirinto in questi termini.
Lo hai fatto molto bene. Se posso, da lettrice (e quanto mi piace leggere i vostri racconti da “fuori gara”) avrei accorciato la seconda parte è dato un po’ più di spazio all’idea del mostro che, a mio parere, hai abbandonato troppo presto.
Complimenti.

Re: [MI145] La voce del mostro

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Ciao @Bef,
l'ho immaginato. Buio, privo d'aria e di vita, questo labirinto di scaffali, pacchi ammucchiati e macchinine con la lucina gialla che vanno avanti e indietro come formiche operaie impazzite. Ho respirato il senso di oppressione del protagonista e mi sentivo in "gabbia", come lui, privata soprattutto della libertà di autodeterminarmi. Complimenti davvero! Affrontare il delicato tema dello sfruttamento del lavoro, della privazione di alcuni diritti non è semplice, ma lo hai "maneggiato" con cura e molto rispetto.
Grazie! <3

Re: [MI145] La voce del mostro

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Se posso
non solo puoi, devi! ho partecipato soprattutto per avere suggerimenti e opinioni. C'è stato un momento in cui pensavo di cestinare tutto, perché l'idea mi piaceva (e mi piace) ancora molto, ma su come renderla concretamente ero molto in dubbio (ero a 8000 caratteri e ancora ben persa nel mezzo del labirinto, incapace di trovare l'uscita :D ) Ho deciso di postarlo proprio per avere consulenza gratuita su questa resa e come affrontarla e migliorarla.
Ti confesso che la cosa del mostro avevo paura che diventasse troppo artificiosa a riprenderla, e l'ho lasciata solo come eco nella voce per concentrarmi sul labirinto e sul fatto che anche fuori gli sembri d'esserci dentro. Ma ci ripenserò a freddo e terrò a mente il tuo punto di vista.
Grazie mille, intaggabile @@Monica :flower:

@ioly78 era proprio ripensando alle testimonianze di lavoratori del settore che spiegavano come quella voce ronzasse loro nelle orecchie anche fuori dal lavoro, le nevrosi, l'ansia, il tempo scandito al secondo eccetera che m'è venuta in mente l'analogia con il labirinto. Se l'effetto è reso dal racconto almeno in parte, è già una buona cosa. Ho scritto partendo dall'idea senza grandi certezze su come procedere. Ho ancora grossi dubbi sul risultato, ma se il messaggio è leggibile, è una cosa positiva. Grazie mille :flower:

@Almissima credo che dovrei assumerti come cura per l'autostima; quando ho una fase di down mi rileggo uno dei tuoi commenti gentili e entusiastici e tengo botta. Grazie :rosa:

@Poeta Zaza grazie anche a te, che ieri l'ho dimenticato :flower:
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Re: [MI145] La voce del mostro

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ciao @Bef . Anche se non gradisci i miei commenti , te lo faccio lo stesso :D :asd: Ma è chiarissimo che parli di quei centri di distribuzione dove la catena produttiva è una bestiale unione di essere umano e macchina: altro che la catena di montaggio della Ford degli inizi del 900. Hai perfettamente descritto un labirinto infernale ( io avevo visto il reportage di Report di qualche mese fa su come si lavora in Amazon) e sono certo che chi ci lavora entra al turno con l'angoscia e ne esce che non sa più se è ancora un essere umano ma una proiezione della macchina. Brava. ciao :sss:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI145] La voce del mostro

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Ciao @Bef anch'io ho apprezzato molto l'idea e la scrittura, coinvolgente, che descrive molto bene le sensazioni del protagonista. Ottimo il paragone con il labirinto ma lo voce metallica, più che un mostro, lo definirei un rompicoglioni.
Di recente ho rivisto un vecchio cult del cinema: Vieni avanti cretino con Lino Banfi (perdona il paragone) che però ha un finale nel quale le alienazioni che descrivi mi hanno ricordato il nostro attore alle prese con macchinari mostruosi.

Ripete la voce. “Lo so, lo so” bofonchia Tim senza aprire bocca: “non mi sono fermato a grattarmi lo scroto”
Un po' inusuale come espressione, normalmente usiamo altri sinonimi
A presto

Re: [MI145] La voce del mostro

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@bestseller2020 quando mai avrei detto che non mi piacciono i tuoi commenti? Non ero d’accordo su un punto di un commento e ti ho detto la mia opinione. I commenti sono bene accetti sempre, se no che ci facciamo qui? Sì, tra gli addetti agli ordini nei centri di distribuzione e i rider difficile decidere chi siano i più dannati del moderno mondo del lavoro. Un labirinto di cui bisognerà ben trovare il filo, prima o poi. Ciao e grazie, di questo commento, di quelli passati, e dei prossimi :)

@Poldo sì, sono 8000, ho dovuto tirarne via parecchi, per rientrare nei limiti. Grazie a te.

@Kasimiro sì, confesso che senza la traccia forse il parallelismo con il mostro non mi sarebbe venuto in mente, ma che il lavoro sia mostruoso non ho dubbi. Ho letto e visto testimonianze di gente che spiegava come oltre allo stress, la fatica, i problemi fisici dovuti al lavoro pesante e ai turni frenetici, la cosa della voce nelle orecchie fosse tremenda. Da sentirsi robot e non umani e continuare a sentirsela ronzare nelle orecchie anche dopo aver finito il turno, dormendo, parlando, mangiando. Un incubo che mi era rimasto impresso.
Purtroppo (?) la filmografia di Lino Banfi mi è sconosciuta nella sua quasi totalità, non ho presente il film che citi.
Quanto al grattarsi, m’è capitato di sentirla, detta in modo scherzoso e mi è venuta in mente, dato che ultimamente mi hanno accusato di mettere troppe parolacce nei racconti, ho provato la via di mezzo :lol:
Grazie mille per lettura e commento :)
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Re: [MI145] La voce del mostro

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@Bef ti ho letto autodenigrarti per questo racconto... Non capisco perché, di solito ne scrivi molto peggio!
Scherzo, eh :asd:
Il racconto non è assolutamente da denigrare: è una buona idea e dà il senso di alienazione e claustrofobia che voleva dare. Non so quanto sia inedita come idea, questo sì, ma non male lo stesso.
Qualche piccolo neo ce lo vedo (e qui si rifà sotto lo laserascassi)... un po' condivido l'osservazione di @Poeta Zaza sulla successione di spostamenti che rischia di risultare preponderante rispetto alla costruzione narrativa. Poi ho trovato che il trasformarsi in mostro/minotauro del capo robotico fosse un po' forzato. Però, qui, non ho purtroppo controprove: se non sapessi della traccia mi sembrerebbe un'ottima trovata? Non lo so, purtroppo sapevo della traccia, magari, senza questa precognizione (tanto per restare in atmosfera Dick) suona come una genialata. Ah, del resto lo stesso rimprovero puoi muoverlo anche al minotauro del mio racconto... Mannaggia a me e al mio essere scavapazzi, li scavo pure a me stesso! :facepalm:
Beh, in gamba eh, ci leggiamo (pollice a tre quarti in su, comunque)
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI145] La voce del mostro

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@Kasimiro rifiuto di colmare le mie lacune in Lino Banfismo, ma grazie del pensiero :D
@Ippolita forse schiavismo non è, lavoro un po' disumanizzante di sicuro, grazie :)

@Edu non mi sono denigrata, rispondevo in parte agli strali-celie dell'AdStr-con-le-vocali in chat :) e dall'altra mi riferivo al gap tra
è una buona idea
ma ho forti dubbi sull'elaborazione. Il fatto che diventasse troppo ripetitivo era un cruccio che avevo, però volevo che ci fosse la ripetitività ossessiva per sottolineare la situazione-labirinto, e non ho trovato lo spazio per un guizzo o una dinamica diversa. Forse in un formato un po' più lungo, non so. Che il Minotauro senza traccia non mi sarebbe mai venuto in mente è certo, però con la traccia davanti agli occhi il parallelismo tra voce robotica e ossessiva a dare ordini e scandire il tempo e mostro invisibile mi è sembrato evidente.
Resta una buona idea su cui riflettere e lavorare in futuro. Ciao, canetto rosa e dzenkiù!
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Re: [MI145] La voce del mostro

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@Bef, "Tempi moderni" era meno angosciante a qualche risata te la faceva anche fare, anche se amara. Qui invece no, non c'è tempo. Cambiano le epoche, cambiano i presidenti del consiglio, ma i labirinti sono sempre ad attenderci famelici, un corridoio dopo l'altro, un minuto dopo l'altro, e chissà cosa ci aspetta in via Mameli. Bravissima come sempre.
Se leggi bene questa riga non hai bisogno degli occhiali da vista

Re: [MI145] La voce del mostro

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"@Kasimiro rifiuto di colmare le mie lacune in Lino Banfismo, ma grazie del pensiero"
Capisco.
Ti rimando una riflessione che mi era venuta in mente leggendo il tuo racconto che ora ho meglio focalizzato.
Probabilmente il mostro lo abbiamo partorito noi. Abbocchiamo alle lusinghe di prezzi scontati e merce recapitata a casa senza sforzo. Più si è giovani e più si tende ad avere questo atteggiamento. Ormai solo i vecchietti escono di casa per andare a comprare qualcosa in un negozio o bottega; quando anche loro utilizzeranno l'altro sistema, allora il mostro avrà completato definitivamente la sua azione. Di fronte casa mia c'è una giovane coppia sposata che si fa sempre portare la spesa a domicilio da un noto marchio. Giovani! E poi vanno a correre per tenersi in forma senza sapere che la miglior cosa è una sana camminata. Io per il momento preferisco comprare le cose che vedo dal vivo, anche se costano di più.
Forse quella voce metallica siamo noi a guidarla con le nostre richieste. Che poi, anche quel poveraccio che deve ripetere a un microfono delle coordinate per ore non credo se la passi meglio di quelli che corrono per i corridoi, anzi.
Non so se può essere un ragionamento pertinente o se mi è sfuggito qualcosa, ma mi è venuto da esprimerlo, e comunque grazie al tuo racconto @Bef
A rileggerti
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