Re: [Caronte] Perdersi e ritrovarsi

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Emy ha scritto: ven feb 05, 2021 11:29 am Ciao, @Sunday Times. Piacere di conoscerti e leggerti per la prima volta. Mi era piaciuto molto, all'epoca in cui lo lessi, il racconto di @Kiarka, che ho riletto con molto piacere. Mentre il suo trasportava il lettore in un ambito surreale, quasi metafisico, sin da subito, il tuo ha un svelamento graduale e la storia, per niente immediata, si presta a diverse interpretazioni. Questo, secondo me, è un grande pregio perché permette al lettore di trarre le proprie conclusioni e — la cosa che ho apprezzato maggiormente — di immedesimarsi. Alla seconda lettura, forse anche per delle vicissitudini personali, mi sono ritrovata perché quella sensazione di perdere il proprio corpo l'ho sentita diverse volte nella vita. Mi hai persino riportato alla mente una giornata alle terme. :asd: Una prova più che riuscita. Brava. Grazie per la piacevole lettura!
Ciao @Emy ,
mi fa molto piacere questo commento, perchè in effetti sono partita da cose che conosco, cose vissute e immagini che mi appartengono o mi sono care, seppur estendendo tutto questo in più direzioni per creare spazio, un maggior spazio di cui anche io sento di aver bisogno in questo periodo, e anche questo mi appartiene.
Grazie :romance-cloud9:

Re: [Caronte] Perdersi e ritrovarsi

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Sunday Times ha scritto: ven feb 05, 2021 2:04 pm Ciao @Kikki , piacere di ritrovarti.
Come ho già spiegato, il Giardino dei Refusi mi è venuto così. Quindi dato che eravamo in un contest letterario ho accolto la suggestione pensando che sarebbe stata divertente. Poi mi sono resa conto che c'era un nesso con la pulizia del corpo, perchè immergersi per ritornare come ad una precedente pagina senza errori, è come torvare i refusi del corpo e correggerli, e quindi partire per quel viaggio proprio dal Giardino dei Refusi è stabilire l'intento del proprio viaggio.
Quello del pane e dei denti è un detto, e quindi l'ho citato per intero.
Dire che si è fatti l'uno per l'altra è un cenno umoristico, visto i bisticci quotidiani, tipici delle vecchie coppie. Che stanno insieme tutta la vita nonostante ogni giorni ci sia qualcosa da ridire, e comunque non potrebbero che stare insieme. Ma non è solo questo, dato che il corpo esprime a livello profondo le caratteristiche dell'anima, e quindi, no, l'ho inserito perchè aveva un suo perchè.
Bwlla la spiegazione dei refusi :) Per quanto riguarda il pane, lo so che è un detto, e infatti mi fermerei dopo il detto, togliendo tutto il resto. Il detto lo terrei.
https://www.edizioniel.com/prodotto/lan ... 866568070/
https://www.edizionipiuma.com/it/i-disobbedienti/
Linda e la montagna di fuoco

Re: [Caronte] Perdersi e ritrovarsi

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Sì, ora ho capito @Kikki cosa intendevi. Ho voluto mostrare come il sentire cambiava. Prima ero tutta gasata perchè potevo andare ovunque in due secondi. Ma poi ho sentito che per avere una esperienza completa avevo bisogno di lui, e anche questo l'ho voluto scrivere. Volevo sottolineare che a quel punto andarlo a cercare era proprio una necessità, una scelta, e che c'era anche uno stato d'animo preciso, diverso dall'inizio della storia. Tutti i passaggi sono scritti, anche se in breve, non ho voluto saltarne nessuno.

Re: [Caronte] Perdersi e ritrovarsi

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Ciao @Sunday Times Ti prego di perdonarmi per non aver letto prima il tuo racconto e per non aver votato, violando le regole del contest. Ne sono dispiaciuto.

Voglio essere sincero. Il valore del mio commento è discutibile e la mia esperienza appartiene al mio modo di affrontare la lettura. Ti prego, pertanto, di prenderlo con le cautele del caso. Il tono è anche scherzoso.

Dunque: iniziare con una considerazione ironica senza che il lettore sia stato introdotto nel contesto o ai personaggi è sleale :-)
Non si sa niente e l'ironia si basa nel sostenre il contrario di quel che si vuole intendere. Come fa il lettore a coglierla?
Aggiungo: il verbo "fare" è generico, avere una maggiore precisione semantica, a mio avviso, era necessario (fare che cosa? "veloce" è solo un modo e la locuzione "fare veloce" non è indubitabile). Sarebbe andato bene anche un generico: "Puoi camminare più svelto di così?". La risposta a questa riga di dialogo avrebbe dovuto essere legata solo al secondo enunciato per non confondere ulteriormente («Dovresti mangiare meno».)

Nelle prime quattro battute di dialogo quali sono quelle enunciate dal narratore e quali quelle proferite dell'altra persona? Come faccio a capirlo? [e solo più tardi capirò che non si tratta di un'altra persona].
Spesso arrivavamo in ritardo, per questa mia ostinazione a non voler prendere atto della pesantezza del corpo. Lo spingevo sempre troppo come scendevamo in pista, così dovevamo fermarci dopo poco per fare rifornimento
Cosa vuol dire?

"Arruffato" riferito al narratore o al suo respiro? Come lettore ho un dubbio e se mi chiedo: "che cos'è un respiro arruffato?" non vado oltre.

Inizio a sospettare che il racconto parli di uno sdoppiamento a quel "Senza non esistevo", ma vi è una gran confusione nella mia testa; in questo racconto inizio a intuire che forse c'è qualcosa che chiamerò "mente" che dialoga con un qualcosa che rappresenta il corpo. Mi assalgono altri dubbi: il corpo ha una sua coscienza e parla? Annaspo.

Spero di averti fatto sorridere raccontandoti il mio impaccio. Molte scrittrici e scrittori qui, usano queste aperture per dare al lettore il gusto del coup de théâtre. Io non amo questo espediente. Non è rendendo oscura la narrazione che si dovrebbe generare lo svelamento, ma rendendo chiara la narrazione di eventi apparentemente non collegati. Però anche questa è un'opinione. Ancora perdonami.

Re: [Caronte] Perdersi e ritrovarsi

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T.D.J. Baw ha scritto: lun feb 15, 2021 1:34 pm Ciao @Sunday Times Ti prego di perdonarmi per non aver letto prima il tuo racconto e per non aver votato, violando le regole del contest. Ne sono dispiaciuto.

Voglio essere sincero. Il valore del mio commento è discutibile e la mia esperienza appartiene al mio modo di affrontare la lettura. Ti prego, pertanto, di prenderlo con le cautele del caso. Il tono è anche scherzoso.

Dunque: iniziare con una considerazione ironica senza che il lettore sia stato introdotto nel contesto o ai personaggi è sleale :-)
Non si sa niente e l'ironia si basa nel sostenre il contrario di quel che si vuole intendere. Come fa il lettore a coglierla?
Bene. Basta che continui a leggere. Apprezzo il tono scherzoso, che però non giustifica dal dire qualunque cosa, credo. Io invece sarò innazitutto sincera e anche scherzosa, sempre che la mia assoluta sincerità non impedisca di cogliere lo scherzo.
Non pensavo di avere fatto lo sgambetto ai lettori. Se qualcuno è caduto nonostante le mie buoni intenzioni però, ti dico, non ci si può far molto. Sono i rischi della lettura.

La risposta a questa riga di dialogo avrebbe dovuto essere legata solo al secondo enunciato per non confondere ulteriormente («Dovresti mangiare meno».)
Credo che tu veramente complichi ciò che è semplice, non sei il solo certo, quindi ti senti legittimato a farlo. Noto che non si usa semplicemente segnare degli errori o dei refusi, ma proprio si vuole entrare nella testa di chi ha scritto il racconto e mettersi al posto suo. Cosa che non riuscirebbe nemmeno a Frenkstein. Le domande e le risposte seguono un certo ritmo, molti gli sono stati dietro, tu no. Principalmente è il ritmo interiore di chi scrive. Non tutti abbiamo la stessa velocità, e una cosa non è adattabile a tutti, ma il fatto che non lo sia a te non vuol dire che gli manca qualcosa o che ho saltato dei passaggi, semplicemente che tu non gli stai dietro, che non la segui. E che non abbiamo la stessa testa. Avrebbe dovuto essere? ma dici seriamente? secondo quale tomo di legge? il tuo personale, con la copertina che ha la tua testa sopra. Ma non sei tu l'autore. Tu sei un lettore. E non c'è un lettore che la pensi come l'altro, quindi, che si fa? Meglio continuare a usare il tomo con la copertina dell'autore credo.

Nelle prime quattro battute di dialogo quali sono quelle enunciate dal narratore e quali quelle proferite dell'altra persona? Come faccio a capirlo? [e solo più tardi capirò che non si tratta di un'altra persona].
Come sopra. Continui a leggere. Magari poi riesci ad arrivare in fondo.


Cosa vuol dire?
"Arruffato" riferito al narratore o al suo respiro? Come lettore ho un dubbio e se mi chiedo: "che cos'è un respiro arruffato?" non vado oltre.
È un'immagine. Come tante altre. Se non la cogli puoi uscire e cogliere che so, una margherita. Se non riesci ad andare oltre resta lì. Io che posso farci se non vai oltre. Non dipende mica da me. Devo preoccuparmi nello scegliere un aggettivo che qualcuno ci rimanga attaccato? Questa è bella.

Spero di averti fatto sorridere raccontandoti il mio impaccio. Molte scrittrici e scrittori qui, usano queste aperture per dare al lettore il gusto del coup de théâtre. Io non amo questo espediente.
Nemmeno io amo gli espedienti, nè le cose complicate, credimi. Mi rendo conto invece che qua anche le cose più semplici lo diventano. Tavole rotonde sulle virgole anche quando non sono in posizione errata, e via dicendo.
Questo non è leggere. Questo è voler dissezionare quello che si legge. Se ti piace bene, altrimenti no, che problema c'è?
Avresti scritto altrimenti? Vorrei vedere, tu non sei me. Me lo vieni a dire? Perchè? A che pro scusa?
non hai qualcosa di tuo che merita più attenzione di stare a fare le pulci a delle parole messe in un modo che non ti è piaciuto?

Te lo dico perchè veramente penso, al di là delle tue osservazioni, che esista un movimento super critico, che non porta molto lontano. Io quando leggo quacosa che non rientra nelle mie corde ne prendo atto e basta, non vado a fare il terzo grado all'autore, perchè non potrebbe importarmene di meno. È comunque la sua crezione e anche se a me non è piaciuta la prendo per quella che è. Avrei usato altre parole? Forse, ma a che serve andarglielo a dire. Se lui ha usato quelle avrà avuto i suoi buoni motivi. :D Questo è il mio pensiero, magari un po' controcorrente, ma non vedo altro modo di risponderti.

Re: [Caronte] Perdersi e ritrovarsi

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T.D.J. Baw ha scritto: lun feb 15, 2021 9:25 pm @Sunday Times il tuo tono non è stato affatto scherzoso, sincero sì e lo apprezzo. Ti chiedo scusa, la mia intenzione non era quella di prendere il tuo racconto e farne scherno o detrimento, ma proporti un esercizio di riflessione che quando è proposto a me trovo stimolante. Certamente hai ragione quando sottolinei che le scelte spettano all'autrice/autore, certamente sì.
Certamente non ho mai pensato che il tuo intento fosse quello. Altrimenti la mia risposta sarebbe stata diversa. Solo che tu leggi con un intento differente dal mio, e il tuo modo di leggere per me non è più sinonimo di piacere ma di eccessiva costruzione, o distruzione, mentale che in un certo senso va contro il principio stesso della lettura. Cioè di quello che la lettura è per me. Per me è entrare nel mondo di un altro. Ovviamente se ci voglio entrare vuol dire che mi piace, se mi piace non sto a contestare due passaggi su tre perchè li riscriva. Pensa se tutti i lettori che prendono un libro scrivessero all'autore per dire come avrebbero fatto loro.
Non solo le scelte spettano all'autore, ma anche il rispetto per quelle scelte, quando non siano palesi errori.
Le scelte comprendono anche i percorsi mentali, che sono infiniti e che danno colore alla scrittura.

Posso convenire che il mio tono è stato come quegli scherzi che non sempre fanno ridere. Ma devo anche dirti che ad alcune delle domande che mi hai fatto, con un po' di riflessione e leggendo i post che ti avevano preceduto, avresti potuto rispondere da solo.
Questo non per dire che a me non fa piacere parlare, ma dipende di cosa.
Ripetere le risposte vuol dire che chi legge non ha letto veramente, e lo trovo stancante. Tu sei arrivato dopo alcune di queste ripetizioni.
Sei stato un po' sfortunato, mi hai spinto a dire come la penso. Cosa che finora avevo tenuto saggiamente per me.

Per quanto riguarda gli esercizi di riflessione dipende. Faccio già diverse flessioni al giorno, tu non lo puoi sapere, ma mi bastano. Se ho pubblicato in quella forma vuol dire che mi andava bene, propormelo suppone che non abbia riletto, non abbia sentito come rimbalzavano quelle frasi, se erano giuste. Per me lo erano, e non vanno cambiate. Per te esiste una forma diversa, lo posso capire, è normale. Per tizio un'altra ancora. Ma io non sono il tipo che ama dissezionare la sua opera a quattro mani, così come non mi piace la cucina destrutturata. Difatti non penso parteciperò ad eventi analoghi, la parte dello scrivere è bella, quella che viene dopo troppo fine a sé stessa e non so quanto mi possa servire in questo momento. Del resto posso comunque scoprire i racconti che voterei anche senza essere iscritta. Dopo questo secondo attacco di sincerità ti saluto, e ti ringrazio ovviamente della lettura. Ti auguro anche di trovare narratori più disponibili di me. :bacio:
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