[H23] L'ultravivente

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[H23] L'ultravivente
Traccia: Percorso della consapevolezza

Hanno dimenticato di infilarmi le calze. Fa male camminare sulle ossa... vorrei lo scoprissero anche loro. Bastardi. Io non ho quasi più pelle ma loro sono senza midollo spinale e senza cervello. Maledetto il giorno che ho accettato di fare da cavia all'esperimento di questa avveniristica clinica universitaria: la suprema longevità. L'artefice del procedimento a elisir continuato mi diceva di non esservi sottoposto lui stesso per assistere le cavie umane con la sua migliore competenza. In pratica, lui è morto il secolo scorso e io gli sopravvivo in mano a questa banda di dottorucoli che vivono e vivranno sempre a mio carico.
Hanno interrotto dialisi ai reni e endovenose per nutrirmi e elisirarmi, accennando a denti stretti a un fantomatico "piano B". Combinazione, è successo in coincidenza con il decesso dell'uomo più longevo della terra. Che adesso sono io, coi parametri vitali registrati il giorno dopo il decesso del detentore del primato di ultravivente artificiale.
Ho rabbrividito e udito le arcate dei miei denti sbattere l'una contro l'altra.

Adesso mi hanno anche cambiato camera e sono al gelo col solo pigiama e un lenzuolo. Tra l'altro è una doppia. Quello nel letto accanto - peraltro nemmeno centenario, a occhio e croce - dev'essere una cavia del programma che non ha superato gli esami di ammissione.
Sono decenni che non ricevo visite da parenti: tutti morti.
Il mio cuore (mio?) pompa ancora il mio sangue (o altrui?) nelle arterie che lo portano in giro e nelle vene che glielo rendono per ripulirlo. Ma manca troppa pelle a protezione di tutto il sistema, che è precario. Questa è la verità.
Dai miei occhi super infossati riesco ancora a vedere laterale in retrospettiva con visione laterale.
Come il pensare laterale è un modo di vedere le cose da un punto di vista diverso, più defilato, in cui scopri la vera dimensione dell'essere.
I miei neuroni mi sopravvivono, svariando tra pensieri e connessioni come un tempo.
E capisco adesso quant'è vero che è meglio aggiungere vita ai giorni che giorni alla vita, come disse un Nobel oltre un secolo fa.

La donna che entra e si accosta  al letto del mio vicino è in lacrime mentre gli accarezza il viso immobile. Poi, alza lo sguardo verso di me, mi si avvicina e urla, facendo un salto, mentre le cade la borsetta e si rovescia sul mio letto. Lei fugge e il mio terzo occhio cade sugli oggetti e i miei neuroni sul binomio borsetta - specchietto. Infatti eccolo, lo prendo: un cammeo incornicia una superficie riflettente. Da non so quanti lustri non vedo il mio volto. Gli specchi sono banditi in questo reparto. 
Mi urlo dentro dal terrore nello scorgere il mio teschio, ma il grido non trova più né laringe né lingua per uscire né il fiato si articola dai polmoni collassati. I globi oculari sono così infossati nelle orbite che devo piegare innaturalmente il cranio per vedere bene. Bene... un eufemismo che non rende la chiarezza del messaggio che mi arriva, e una doppia consapevole paura.
Mi hanno spostato dalla corsia all'obitorio. Sono un cadavere ambulante donato alla scienza, da cavia viva e consapevole. Sono condannato a vivere? Sarò il primo cadavere sepolto vivo? 
Il mio corpo non verrà cremato, questa era l'intesa, ma adesso me ne pento. Ho firmato che lasciavo il mio corpo alla scienza ma così chi può impedire loro di seguitare a monitorarmi da cadavere tenuto in vita?
O verrò sepolto vivo? Questo è il nuovo terrore che mi avvinghia...
Dopo essermi visto allo specchio, l'orrore mi ha bloccato tutto. Non posso nemmeno piangere o pisciarmi addosso. Come posso far capire che sono ancora vivo?
Il collaterale dramma di non avere voce si appalesa nel mio strazio muto quando la vedova torna, aggrappata a un infermiere, e mi indica articolando lamentosi mugolii. 
Cerco di tirarmi su, ma sento la schiena collassare tra anello e anello della spina dorsale. Intanto, l'efficacia contro il dolore della narcosi indotta dall'elisir va scemando, e già mi prefiguro uno scenario di cruento dolore senza voce.

Scorgo col terzo occhio un lampo di soddisfazione nello sguardo dell'infermiere.

Il team è convinto: s'è vinta l'impresa. 
La morte sbadiglia: s'allunga l'attesa.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [H23] L'ultravivente

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Ciao Poeta Zaza, 

il tuo racconto mi è piaciuto molto come idea e, in linea di massima, anche nell'esecuzione.
La psicologia del protagonista mi sembra ben delineata; il lettore è portato a identificarsi. In quanti rinuncerebbero alla prospettiva di una vita lunghissima?
È bello anche l'accenno al professore che, con una scusa, non si sottopone al suo stesso protocollo di "cure".
C'è anche però qualcosa che non va.

Dai miei occhi super infossati riesco ancora a vedere laterale in retrospettiva con visione laterale. Questa frase non mi piace per niente. A parte che fatico a capirne il significato, è molto pesante, con la faticosa ripetizione di "laterale". Anche il "super" lo trovo inadeguato, meglio toglierlo. 

Come il pensare laterale è un modo di vedere le cose da un punto di vista diverso, più defilato, in cui scopri la vera dimensione dell'essere. Il parallelismo metaforico è troppo esplicito, troppo didascalico. Sa di intromissione un po' saccente, toglierei

E capisco adesso quant'è vero che è meglio aggiungere vita ai giorni che giorni alla vita, come disse un Nobel oltre un secolo fa. La citazione è troppo diretta, sembra una morale da quattro soldi; c'è autocompiacimento. Proverei a concentrarmi sul messaggio, senza citare la Nobel e cambiando le parole. 

Mi urlo dentro dal terrore nello scorgere il mio teschio, ma il grido non trova più né laringe né lingua per uscire né il fiato si articola dai polmoni collassati. Molto bello questo pezzo. Dà ansia, mi trasporta proprio in una dimensione da incubo. 

Lei fugge e il mio terzo occhio... Perché dovrebbe avere il terzo occhio? Questo secondo me è il difetto più grave del racconto. Nello sperimentare una superlongevità non capisco il senso. 

Cerco di tirarmi su, ma sento la schiena collassare tra anello e anello della spina dorsale. Intanto, l'efficacia contro il dolore della narcosi indotta dall'elisir va scemando, e già mi prefiguro uno scenario di cruento dolore senza voce.
Qui molto bello. Ritorna l'incubo, l'angoscia. Io avrei chiuso qui, sul dolore senza voce. 

Nel finale, ovviamente, ritorna per me il problema del terzo occhio. In più l'infermiere cattivo che gode non mi convince, avrei continuato sulla falsariga dei "dottorucoli", che fanno quello che fanno come funzionari senz'anima, ignavi e insignificanti. La banalità del male, insomma. 

In ogni caso, a parte le tre o quattro cose che ti ho scritto, l'ho trovato molto convincente e angosciante. 

Re: [H23] L'ultravivente

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Sineddoche ha scritto: gio nov 02, 2023 4:56 pmCiao, 
Forse sbaglio io ad interpretare, ma secondo me il commento dev'essere a un racconto del contest halloween.
Qualcuno mi corregga se sbaglio. 
Grazie ma non è così: il commento obbligatorio per postare si può fare a qualunque testo dell'Officina. Anche se partecipiamo a un
Contest specifico, vale la stessa regola, sempre.  :)

@Sineddoche  
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Re: [H23] L'ultravivente

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Sineddoche ha scritto: gio nov 02, 2023 5:37 pmil tuo racconto mi è piaciuto molto come idea e, in linea di massima, anche nell'esecuzione.
La psicologia del protagonista mi sembra ben delineata; il lettore è portato a identificarsi. In quanti rinuncerebbero alla prospettiva di una vita lunghissima?
È bello anche l'accenno al professore che, con una scusa, non si sottopone al suo stesso protocollo di "cure".
Sineddoche ha scritto: gio nov 02, 2023 5:37 pmE capisco adesso quant'è vero che è meglio aggiungere vita ai giorni che giorni alla vita, come disse un Nobel oltre un secolo fa. La citazione è troppo diretta, sembra una morale da quattro soldi; c'è autocompiacimento. Proverei a concentrarmi sul messaggio, senza citare la Nobel e cambiando le parole. 
C'è molta retorica in me, e cerco di tenerla a bada ma non sempre ci riesco. Però capisco che non possa piacere a tutti.

Sineddoche ha scritto: gio nov 02, 2023 5:37 pmDai miei occhi super infossati riesco ancora a vedere laterale in retrospettiva con visione laterale. Questa frase non mi piace per niente. A parte che fatico a capirne il significato, è molto pesante, con la faticosa ripetizione di "laterale". Anche il "super" lo trovo inadeguato, meglio toglierlo. 
Dopo avere scelto l'immagine, che rappresenta per me il mio protagonista quando si guarda allo specchio, mi sono posta il problema di come potesse vedere e mi sono inventata questi occhi super infossati da cui poteva vedere laterale. La frase doveva finire lì. e sono rimaste scritte per errore le parole successive: "in retrospettiva con visione laterale".
Sineddoche ha scritto: gio nov 02, 2023 5:37 pmCome il pensare laterale è un modo di vedere le cose da un punto di vista diverso, più defilato, in cui scopri la vera dimensione dell'essere. Il parallelismo metaforico è troppo esplicito, troppo didascalico. Sa di intromissione un po' saccente, toglierei
giusto come sopra
Sineddoche ha scritto: gio nov 02, 2023 5:37 pmLei fugge e il mio terzo occhio... Perché dovrebbe avere il terzo occhio? Questo secondo me è il difetto più grave del racconto. Nello sperimentare una superlongevità non capisco il senso. 
Ho assimilato la figura del "terzo occhio" al "pensiero laterale" di cui sopra, perché mi sembrava la sintesi dello stesso concetto. Sempre per giustificare gli occhi senza orbite... Non c'entra niente la superlongevità.

@Sineddoche    :)

Grazie di cuore, mi sei stato utilissimo! 
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Re: [H23] L'ultravivente

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Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmHanno dimenticato di infilarmi le calze. Fa male camminare sulle ossa... vorrei lo scoprissero anche loro. Bastardi. Io non ho quasi più pelle ma loro sono senza midollo spinale e senza cervello.
Niente male come incipit @Poeta Zaza
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmMaledetto il giorno che ho accettato di fare da cavia all'esperimento di questa avveniristica clinica universitaria: la suprema longevità.
Il narratore sembra fare una riflessione su di sé, non c'è motivo di citare il nome della clinica come se volesse spiegarlo a qualcuno. 
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmCombinazione, è successo in coincidenza con il decesso dell'uomo più longevo della terra. Che adesso sono io, coi parametri vitali registrati il giorno dopo il decesso del detentore del primato di ultravivente artificiale.
Dopo combinazione metterei due punti, e dopo terra una virgola invece del punto.
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmHo rabbrividito e udito le arcate dei miei denti sbattere l'una contro l'altra.
Non so, forse sarebbe più corretto dire “udito i denti delle mie due arcate sbattere gli uni contro gli altri?
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmCome il pensare laterale è un modo di vedere le cose da un punto di vista diverso, più defilato, in cui scopri la vera dimensione dell'essere.
Molto interessante questa frase.
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmE capisco adesso quant'è vero che è meglio aggiungere vita ai giorni che giorni alla vita, come disse un Nobel oltre un secolo fa.
Riflessione da portarsi sempre in tasca.
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmLa donna che entra e si accosta  al letto del mio vicino è in lacrime mentre gli accarezza il viso immobile. Poi, alza lo sguardo verso di me, mi si avvicina e urla, facendo un salto, mentre le cade la borsetta e si rovescia sul mio letto. Lei fugge e il mio terzo occhio cade sugli oggetti e i miei neuroni sul binomio borsetta - specchietto.
I neuroni sul binomio borsetta - specchietto è bellissima.  Ho meno compreso il terzo occhio.
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmMi urlo dentro dal terrore nello scorgere il mio teschio, ma il grido non trova più né laringe né lingua per uscire né il fiato si articola dai polmoni collassati. I globi oculari sono così infossati nelle orbite che devo piegare innaturalmente il cranio per vedere bene. Bene... un eufemismo che non rende la chiarezza del messaggio che mi arriva, e una doppia consapevole paura.
Bel passaggio, complimenti.
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pm
Mi hanno spostato dalla corsia all'obitorio. Sono un cadavere ambulante donato alla scienza, da cavia viva e consapevole. Sono condannato a vivere? Sarò il primo cadavere sepolto vivo? 
Il mio corpo non verrà cremato, questa era l'intesa, ma adesso me ne pento. Ho firmato che lasciavo il mio corpo alla scienza ma così chi può impedire loro di seguitare a monitorarmi da cadavere tenuto in vita?
O verrò sepolto vivo? Questo è il nuovo terrore che mi avvinghia...
Dopo essermi visto allo specchio, l'orrore mi ha bloccato tutto. Non posso nemmeno piangere o pisciarmi addosso. Come posso far capire che sono ancora vivo?
Il collaterale dramma di non avere voce si appalesa nel mio strazio muto quando la vedova torna, aggrappata a un infermiere, e mi indica articolando lamentosi mugolii. 
Cerco di tirarmi su, ma sento la schiena collassare tra anello e anello della spina dorsale. Intanto, l'efficacia contro il dolore della narcosi indotta dall'elisir va scemando, e già mi prefiguro uno scenario di cruento dolore senza voce.

Scorgo col terzo occhio un lampo di soddisfazione nello sguardo dell'infermiere.

Il team è convinto: s'è vinta l'impresa. 
La morte sbadiglia: s'allunga l'attesa.
Il finale è un bellissimo crescendo, scritto molto bene. L'unico appunto, esclusivamente di gusto personale, è che il racconto poteva finire benissimo così.

Complimenti, hai costruito un racconto molto efficace, paradossale e inquietante per molti aspetti che lo avvicinano alla realtà. Bella l'idea e come la hai rappresentata. Un messaggio semplice e chiaro che rende bene il perseverare dell'uomo verso la ricerca dell'elisir di lunga vita e della sua paura verso la morte.
Piaciuto

Alla prossima

Re: [H23] L'ultravivente

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Cara @Poeta Zaza, questa volta non sono riuscita ad apprezzare il tuo racconto, ad essere sincera, l'ho capito poco. 
Sicuramente è un mio problema, perché ho letto il commento di Kasimiro che al contrario lo ha apprezzato molto, confermando la soggettività nei gusti letterari.
Provo a spiegarti le mie perplessità, sperando di esserti utile.
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmChe adesso sono io, coi parametri vitali registrati il giorno dopo il decesso del detentore del primato di ultravivente artificiale.
Cosa significa?
Perché gli hanno registrato i parametri vitali il giorno dopo il decesso del più vecchio ultravivente? Non era già sotto controllo?
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmQuello nel letto accanto - peraltro nemmeno centenario, a occhio e croce - dev'essere una cavia del programma che non ha superato gli esami di ammissione.
In che senso non ha superato gli esami? Quali prove doveva sostenere?  Capisco che intendi che è morto molto più in là, non era chiaro nemmeno quando dici che la donna accarezza il suo volto immobile. Mi è venuto il dubbio dopo, quando nomini per la prima volta una vedova.

Il terzo occhio non l'ho capito del tutto e anche tutto il discorso sulla vista laterale l'ho trovato artificioso.
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pm
O verrò sepolto vivo? Questo è il nuovo terrore che mi avvinghia...
Dopo essermi visto allo specchio, l'orrore mi ha bloccato tutto. Non posso nemmeno piangere o pisciarmi addosso. Come posso far capire che sono ancora vivo?
Il collaterale dramma di non avere voce si appalesa nel mio strazio muto quando la vedova torna, aggrappata a un infermiere, e mi indica articolando lamentosi mugolii. 
Cerco di tirarmi su, ma sento la schiena collassare tra anello e anello della spina dorsale. Intanto, l'efficacia contro il dolore della narcosi indotta dall'elisir va scemando, e già mi prefiguro uno scenario di cruento dolore senza voce.

Scorgo col terzo occhio un lampo di soddisfazione nello sguardo dell'infermiere
Qui hai decisamente cambiato registro, si percepisce l'angoscia, la scrittura è fluente, riesco a vedere la colonna vertebrale che collassa. Terzo occhio escluso, questa parte mi piace. Non capisco però, per quale motivo l'infermiere sia soddisfatto.

A rileggerti 
<3

Re: [H23] L'ultravivente

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Ciao Cererrima  :love:
A questo giro di giostra sei la prima che commento. Generalmente sei tra gli ultimi per un mio personale criterio di beneficenza: commento prima quelli che hanno meno visualizzazioni e commenti, e tu in genere ne hai tanti. Ma stavolta cambiamo un po', così ti abbrustolisco subito subito con la spada laser. Sei contenta???  :sorrisoidiota:
Innanzitutto complimenti per il titolo, mi piace, è attrattivo, non dice nulla sul racconto ma lascia immaginare. Insomma, il titolo mi è piaciuto.
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmHanno dimenticato di infilarmi le calze. Fa male camminare sulle ossa... vorrei lo scoprissero anche loro. Bastardi. Io non ho quasi più pelle ma loro sono senza midollo spinale e senza cervello.
Buono pure l'incipit. Bello il contrasto tra una condizione fisica, che intanto inizia a dirci qualcosa sul protagonista, e una metaforica, "senza midollo spinale e senza cervello".
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmavveniristica clinica universitaria
toglierei questa considerazione. Se è avvenieristica lo decide il lettore, intanto il protagonista ci si è imbattuto nel suo presente
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmriesco ancora a vedere laterale in retrospettiva con visione laterale.
con supercazzola prematurata?
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmè meglio aggiungere vita ai giorni che giorni alla vita
eh, beh, sì!
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmMi urlo dentro dal terrore
questa espressione la trovo azzeccata

Che dirti, @Poeta Zaza . Il testo, molto breve, affronta un tema letterario in realtà molto affrontato, quello della "benedizione" di essere mortali. Nei Viaggi di Gulliver c'è un popolo che invecchia e non muore mai, quel popolo è infelicissimo. Swift, al suo tempo, non poteva sapere quello che sappiamo noi, cioè che nell'età della tecnica la vita può essere protratta a oltranza. Quella biologica, si intende, fatta di giorni senza vita, per parafrasare la citazione della Montalcini che appropriatamente hai inserito nel testo.
Vivere, nell'esperienza di noi umani, non può essere un dato biologico, e tu lo hai reso bene. Potrei continuare per anni a commentare, essendomi laureato con una tesi sul diritto a morire. Nn voglio farlo, posso dirti però che ho trovato il tuo schizzo rispettoso della tematica. 
Attenta a qualche inciampo nella prosa, a volte vuoi un po' strafare con espressioni bislacche, non sempre ti riesce.
Nel complesso mi è piaciuto, credo sia chiaro.  :)
 
Scrittore maledetto due volte

Re: [H23] L'ultravivente

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  ha scritto:Poeta Zazahanno dimenticato di infilarmi le calze. Fa male camminare sulle ossa... vorrei lo scoprissero anche loro.
Dopo aver letto il racconto metto a fuoco questa frase. Ci fai scoprire a poco a poco chi è che sta vivendo la storia, il che per un verso va bene ma lascia capire troppo poco.  Al posto di scoprissero userei provassero.
  ha scritto:Poeta ZazaL'artefice del procedimento a elisir continuato mi diceva di non esservi sottoposto lui stesso per assistere le cavie umane con la sua migliore competenza
Quindi non è l'unico ci sono altri come lui. 
essersi sottoposto
  ha scritto:Poeta Zazahe vivono e vivranno sempre a mio carico.
Una specie di fondazione a favore della vita eterna!
Ma perché, allora questi, dottoruculi interrompono le cure che mantengono più o meno sano l'ultravivente? Tenerlo in vita dovrebbe assicurare loro lo stipendio e i fondi che finanziano l'esperimento.
  ha scritto:Poeta ZazaCombinazione, è successo in coincidenza con il decesso dell'uomo più longevo della terra. Che adesso sono io,
La combinazione non è chiara, se adesso è lui, chi era prima di lui? Forse, io immagino, il promotore dell'esperimento ma non è chiaro, Hai detto che è morto un secolo prima non che età avesse. Se invece non si tratta del professore perché nominare un altro  che nel racconto non viene più menzionato e inoltre quale implicazioni può avere la morte di quest'uomo riguardo alle cure che prima l'ultravivente riceveva quotidianamente?
  ha scritto:Poeta Zaza che adesso sono io,  coi parametri vitali registrati il giorno dopo il decesso del detentore del primato di ultravivente artificiale.
Questa frase non l'ho capita. Scusami.
  ha scritto:Poeta ZazaHo rabbrividito e udito le arcate dei miei denti sbattere l'una contro l'altra.
:D povero, è simpatico l'ultravivente.
  ha scritto:Poeta ZazaAdesso mi hanno anche cambiato camera e sono al gelo col solo pigiama e un lenzuolo. Tra l'altro è una doppia. Quello nel letto accanto - peraltro nemmeno centenario, a occhio e croce - dev'essere una cavia del programma che non ha superato gli esami di ammissione.
Sono decenni che non ricevo visite da parenti: tutti morti.
Il mio cuore (mio?) pompa ancora il mio sangue (o altrui?) nelle arterie che lo portano in giro e nelle vene che glielo rendono per ripulirlo. Ma manca troppa pelle a protezione di tutto il sistema, che è precario. Questa è la verità.
Dai miei occhi super infossati riesco ancora a vedere laterale in retrospettiva con visione laterale.
Come il pensare laterale è un modo di vedere le cose da un punto di vista diverso, più defilato, in cui scopri la vera dimensione dell'essere.
I miei neuroni mi sopravvivono, svariando tra pensieri e connessioni come un tempo.
E capisco adesso quant'è vero che è meglio aggiungere vita ai giorni che giorni alla vita, come disse un Nobel oltre un secolo fa.
Questo brano spiega diverse cose ma non hanno una continuità precisa. Anche se parla a se stesso il discorso deve avere una logica che qui a me sembra slegata. Parla del suo compagno di stanza come se lo vedesse, ma dalla sua posizione, specifica, dopo aver parlato dei parenti, del suo sangue e della poca pelle che gli rimane, che lui ha una visione speciale: riesco ancora a vedere laterale in retrospettiva con visione laterale. 
Forse la sconnessione dei pensieri è voluta, perché anche la citazione del premio nobel non mi pare che centri molto con il fatto che i suoi neuroni gli sopravvivano. A me tutto il brano ha dato da riflettere, per la costruzione delle frasi.
Bellissima la frase della Montalcini.
  ha scritto:Poeta ZazaLa donna che entra e si accosta  al letto del mio vicino è in lacrime mentre gli accarezza il viso immobile. Poi, alza lo sguardo verso di me, mi si avvicina e urla, facendo un salto, mentre le cade la borsetta e si rovescia sul mio letto. Lei fugge e il mio terzo occhio cade sugli oggetti e i miei neuroni sul binomio borsetta - specchietto. Infatti eccolo, lo prendo: un cammeo incornicia una superficie riflettente. Da non so quanti lustri non vedo il mio volto. Gli specchi sono banditi in questo reparto
Nella mia mente il terzo occhio non è un occhio come quelli che abbiamo nelle orbite, Il terzo occhi è una speciale visione trascendentale.
Ci avvicina all'illuminazione e le cose terrene non c'entrano molto. Però ho l'impressione che lo hai inserito per virare verso un testo horror un po' comico, avresti dovuto spingere di più, creare delle scene dove il personaggio si prende un po' in giro. Sei rimasta a cavallo tra il serio e il faceto e questo ha penalizzato il racconto. 
  ha scritto:Poeta ZazaMi urlo dentro dal terrore nello scorgere il mio teschio, ma il grido non trova più né laringe né lingua per uscire né il fiato si articola dai polmoni collassati. I globi oculari sono così infossati nelle orbite che devo piegare innaturalmente il cranio per vedere bene. Bene... un eufemismo che non rende la chiarezza del messaggio che mi arriva, e una doppia consapevole paura.
 

Bello questo pezzo, ora si rende conto del pericolo che sta correndo.
  ha scritto:Poeta ZazaMi hanno spostato dalla corsia all'obitorio. Sono un cadavere ambulante donato alla scienza, da cavia viva e consapevole. Sono condannato a vivere? Sarò il primo cadavere sepolto vivo? 
Si rende conto solo ora che si trova in obitorio?  all'inizio diceva di essere in una doppia, che nel reparto erano banditi gli specchi. Se è cosi forse ci vuole un punto di domanda qui:
Mi hanno spostato dalla corsia all'obitorio?

  ha scritto:Poeta ZazaPoeta ZazaScorgo col terzo occhio un lampo di soddisfazione nello sguardo dell'infermiere.
La soddisfazione dell'infermiere è dovuta al fatto che lo crede morto? Ma la loro missione non era tenerlo in vita più possibile?
Non ci hai fatto capire perché gli infermieri, i dottorucoli stanno sabotando il progetto, qualunque sia la ragione rimane sospesa tra le righe.

 Ciao @Poeta Zaza   nessuno lo sa ma sono la prima a commentare il tuo racconto, l'ho fatto e poi mi sono salvata la bozza per utilizzarla quando pubblicherò il mio testo. Preciso questo perché voglio dirti che non sono stata influenzata dai commenti degli altri.

Ma veniamo all'impressione che il tuo testo mi ha lasciato.
La prima cosa è la fretta di finire il racconto, si nota, a me sembra che tu abbia buttato giù l'idea, che è molto buona, aderente alla foto della traccia.
Però il racconto è poco curato, in effetti l'orrore, l'ansia, la paura, elementi essenziali, sono penalizzate dalla costruzione della trama.
Lo so che questo non è il tuo genere quindi ti capisco.

Re: [H23] L'ultravivente

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Ciao @Poeta Zaza !

Ho letto con piacere il tuo racconto, che si svela poco per volta, in un crescendo che parte dall’immortalità agognata per arrivare all’immortalità temuta, al terrore di vivere seppellito in eterno.
Sono anche d’accordo con molti dei commenti precedenti, in particolare sul fatto che ci sono qui e là dei “manierismi”, che sono parte della tua cifra stilistica ma che non funzionano molto nel contesto del racconto (diverso se tu avessi scelto di scrivere un gran racconto goticheggiante).
Inoltre credo proprio che il terzo occhio qui “ci azzecchi” poco.

In totale: mi hai fatto divertire, riflette e, alla fine, angosciare: missione compiuta!

A rileggerti

Re: [H23] L'ultravivente

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Poeta Zaza ha scritto: gio nov 02, 2023 6:26 pmmi sono posta il problema di come potesse vedere e mi sono inventata questi occhi super infossati da cui poteva vedere laterale.
Chapeau a te che hai pensato a questa effettiva aporia.
Come fa a guardarsi allo specchio?
Il problema è che la soluzione adottata è inefficace, secondo me meglio fare finta di niente. 
Sarò superficiale io, ma non sarei mai arrivato a pensare che non poteva vedersi.
Inoltre credo che l'immagine possa anche essere soltanto evocativa del racconto, non necessariamente precisa in ogni dettaglio.

Re: [H23] L'ultravivente

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:saltello:

Cari @Kasimiro   @Modea72   @Edu   @Albascura  @L'illusoillusore  e ancora @Sineddoche 

Nel ringraziarvi di  <3 aggiungo alcune considerazioni sugli argomenti che avete (giustamente) criticato a maggioranza:  :indicare:

Dai miei occhi super infossati riesco ancora a vedere laterale. in retrospettiva con visione laterale.

Avrei dovuto  cancellare quanto rimasto dalla precedente bozza, @Edu , ma non me n'avvidi in tempo utile e così tu hai giustamente parlato di supercazzola.  :si:


Mi urlo dentro dal terrore di scorgere il mio teschio ma il grido non trova più né laringe né lingua per uscire né il fiato si articola dai polmoni collassati. I globi oculari sono così infossati nelle orbite che devo piegare innaturalmente il cranio per vedere bene.


Scorgo col terzo occhio un lampo di soddisfazione nello sguardo dell'infermiere.


Per quanto concerne il terzo occhio, ho letto sul Web che "il nostro cervello costruisce un mondo a 360 gradi, anche se visualmente siamo di solito consapevoli delle sole cose che abbiamo di fronte”.

Ho inteso di poter attribuire al mio quasi cadavere senza orbite una "visione laterale" equiparata a un "terzo occhio". Chiamiamola "licenza espressiva" se vi va. D'altronde, oltre a arrampicarsi sugli specchi, il mio protagonista "piega innaturalmente il cranio" per vedervisi.  ;)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [H23] L'ultravivente

14
Modea72 ha scritto: ven nov 03, 2023 12:48 am
Poeta Zaza: Combinazione, è successo in coincidenza con il decesso dell'uomo più longevo della terra. Che adesso sono io, coi parametri vitali registrati il giorno dopo il decesso del detentore del primato di ultravivente artificiale.

Cosa significa?
Perché gli hanno registrato i parametri vitali il giorno dopo il decesso del più vecchio ultravivente? Non era già sotto controllo?

Poeta Zaza: Quello nel letto accanto - peraltro nemmeno centenario, a occhio e croce - dev'essere una cavia del programma che non ha superato gli esami di ammissione.

In che senso non ha superato gli esami? Quali prove doveva sostenere?  Capisco che intendi che è morto molto più in là, non era chiaro nemmeno quando dici che la donna accarezza il suo volto immobile. Mi è venuto il dubbio dopo, quando nomini per la prima volta una vedova. 
Grazie, cara @Modea72  che mi dai l'occasione di spiegare che il mio racconto, in primis, è ambientato in uno speciale reparto della clinica, quello dove si trattano le cavie di questo esperimento. Non ho voluto dare l'idea dell'età raggiunta dal mio protagonista, ma pensavo che il suo riferirsi a un centenario come a uno che non ce l'ha fatta da quasi subito ad "adeguarsi" al programma, ed è quindi morto "quasi subito", dovesse bastare.

Siamo inoltre in un'epoca futura rispetto ai nostri tempi, nella quale è la norma "misurare" l'età degli ultraviventi artificiali. Per essere inserito nel Guiness dei primati del momento, occorre dimostrare i parametri vitali del soggetto subentrante, che la clinica ha provveduto a inviare subito dopo il decesso dell'ex primatista.

Adesso, cosa ne faranno del poveretto non voglio esplicitare: la gamma orrenda delle possibilità l'ho fatta esprimere dal protagonista. 

Grazie :flower:  @Modea72 


P.S.: Questo post vale anche per i dubbi di  - @Albascura - che, per me, Alba359 o Alba360 giorni o Albascura o Albachiara, sempre Alba è.  :hug:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [H23] L'ultravivente

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Dannazione, mia fastidiosissima zanzara, questa storia ha qualcosa che mi consente di non uscire completamente disgustato dalla lettura. Ma intimo al tuo mai abbastanza disprezzato ego di non farsi illusioni.

Cosa non butterei nella fossa comune degli aborti di racconti che state pubblicando?

L'idea con cui hai interpretato l'immagine scelta.
Quale risultato indegno dell'evoluzione, l'uomo non può avere l'intelligenza per prevedere gli effetti collaterali introdotti dalla soluzione al "problema" della sua mortalità. Solo quando lo avrà risolto, si accorgerà che il non vivere per sempre era la suprema benedizione. Ma non c'è più nulla da fare e questo scatena apocalissi, oppure eterna dannazione per alcuni. E questa, da secoli, è la sostanza di un maledettissimo luogo comune dell'horror. 
Però, che io sia fulminato, hai usato questa sostanza in modo tutt'altro che risibile. E dire che mi sarebbe piaciuto farmi quattro grasse risate in spregio della tua inettitudine.

E poi la brevità, elemento essenziale per fulminare il lettore, e lasciarlo al proprio terrore. Facendolo arrivare alla fine presto e bene, senza inutili giri di trama, senza complicazioni e orpelli narrativi, ma senza consentirgli di mettersi a pansare ad altro. Lasciandogli addosso la disperazione ineluttabile del protagonista.
Brevità alla quale, ahimé, non fa riscontro un'essenzialità stilistica. Che diavolo ti è saltato in mente di far fare retorica al dannato in questione, nella disgraziata condizione in cui si trova? Per quale stramaledetto motivo dovrebbe mettersi ad ornare i propri pensieri in tal modo? Il lettore lo puoi davvero fulminare solo con la coerenza del registro narrativo, scrittrice dei miei stivali! Pensieri secchi, elemantari. La disperazione è nella sua situazione, non nel suo modo forbito d'esprimerla e d'atteggiarsi. 
Non cercare l'artificioso, il gotico: cerca l'indicibile. La muta disperazione che nessuna retorica possa trasmettere senza apparire pessima imitazione di antiche e inimitabili storie del terrore!

Allora, e solo allora, avrai fra le mani un vero racconto horror dei nostri giorni.
Fino a quel momento, fa' che non c'incontriamo perché ti vomiterei addosso tutto il mio disprezzo per aver mancato così clamorosamente l'occasione di soddisfarmi pienamente!

Re: [H23] L'ultravivente

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Stregone ha scritto: sab nov 04, 2023 7:06 pm Dannazione, mia fastidiosissima zanzara, questa storia ha qualcosa che mi consente di non uscire completamente disgustato dalla lettura. Ma intimo al tuo mai abbastanza disprezzato ego di non farsi illusioni.

Cosa non butterei nella fossa comune degli aborti di racconti che state pubblicando?

L'idea con cui hai interpretato l'immagine scelta.

Quale risultato indegno dell'evoluzione, l'uomo non può avere l'intelligenza per prevedere gli effetti collaterali introdotti dalla soluzione al "problema" della sua mortalità. Solo quando lo avrà risolto, si accorgerà che il non vivere per sempre era la suprema benedizione. Ma non c'è più nulla da fare e questo scatena apocalissi, oppure eterna dannazione per alcuni. E questa, da secoli, è la sostanza di un maledettissimo luogo comune dell'horror. 
Però, che io sia fulminato, hai usato questa sostanza in modo tutt'altro che risibile. E dire che mi sarebbe piaciuto farmi quattro grasse risate in spregio della tua inettitudine.

E poi la brevità, elemento essenziale per fulminare il lettore, e lasciarlo al proprio terrore. Facendolo arrivare alla fine presto e bene, senza inutili giri di trama, senza complicazioni e orpelli narrativi, ma senza consentirgli di mettersi a pansare ad altro. Lasciandogli addosso la disperazione ineluttabile del protagonista.
Brevità alla quale, ahimé, non fa riscontro un'essenzialità stilistica. Che diavolo ti è saltato in mente di far fare retorica al dannato in questione, nella disgraziata condizione in cui si trova? Per quale stramaledetto motivo dovrebbe mettersi ad ornare i propri pensieri in tal modo? Il lettore lo puoi davvero fulminare solo con la coerenza del registro narrativo, scrittrice dei miei stivali! Pensieri secchi, elemantari. La disperazione è nella sua situazione, non nel suo modo forbito d'esprimerla e d'atteggiarsi. 
Non cercare l'artificioso, il gotico: cerca l'indicibile. La muta disperazione che nessuna retorica possa trasmettere senza apparire pessima imitazione di antiche e inimitabili storie del terrore!

Allora, e solo allora, avrai fra le mani un vero racconto horror dei nostri giorni.
Fino a quel momento, fa' che non c'incontriamo perché ti vomiterei addosso tutto il mio disprezzo per aver mancato così clamorosamente l'occasione di soddisfarmi pienamente!
Cercherò di seguire i tuoi suggerimenti con una revisione che ne tenga conto. @Stregone  :si:

Grazie.
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o scorre o si lega alle dita.


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Re: [H23] L'ultravivente

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Bella prova, @Poeta Zaza.
Soprattutto, molto interessante il tuo modo di interpretare la carta. Io di sicuro non avrei mai pensato a un soggetto del genere con quell'immagine. Avrei pensato forse a uno specchio magico o maledetto.
Quindi, chapeau già solo per questo. :)

Non mi dilungo molto perché altri hanno già espresso più o meno il mio pensiero, e le pulci sono già state fatte.

Mi preme di mettere l'accento solo su un paio di cose perché credo siano importanti, anche se te le hanno già riferite.

La prima è in relazione a certi passaggi (visione laterale e terzo occhio in primis) che mi sono risultati ostici, resistenti perfino alla rilettura, e che non avrei capito senza leggere i commenti.

La seconda è la tendenza del protagonista a lasciarsi andare alla retorica, dietro la quale è troppo evidente la tua mano come autrice. Da un punto di vista stilistico toglie mordente, attenua le tue (ottime) immagini e diluisce la tensione. Fosse stato un altro genere di racconto, ci sarebbe potuta stare.

Detto questo, credo si tratti comunque di un bel pezzo, scritto con bravura.

Complimenti, e a rileggerti. :)

Re: [H23] L'ultravivente

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Mid ha scritto: sab nov 04, 2023 8:38 pm Bella prova, @Poeta Zaza.
Soprattutto, molto interessante il tuo modo di interpretare la carta. Io di sicuro non avrei mai pensato a un soggetto del genere con quell'immagine. Avrei pensato forse a uno specchio magico o maledetto.
Quindi, chapeau già solo per questo. :)

Non mi dilungo molto perché altri hanno già espresso più o meno il mio pensiero, e le pulci sono già state fatte.

Mi preme di mettere l'accento solo su un paio di cose perché credo siano importanti, anche se te le hanno già riferite.

La prima è in relazione a certi passaggi (visione laterale e terzo occhio in primis) che mi sono risultati ostici, resistenti perfino alla rilettura, e che non avrei capito senza leggere i commenti.

La seconda è la tendenza del protagonista a lasciarsi andare alla retorica, dietro la quale è troppo evidente la tua mano come autrice. Da un punto di vista stilistico toglie mordente, attenua le tue (ottime) immagini e diluisce la tensione. Fosse stato un altro genere di racconto, ci sarebbe potuta stare.

Detto questo, credo si tratti comunque di un bel pezzo, scritto con bravura.

Complimenti, e a rileggerti. :)
Grazie, @Mid  :)

Ti sono grata per i tuoi suggerimenti e la tua approvazione. :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [H23] L'ultravivente

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Ciao Mariangela, 
innanzitutto mi complimento con te perché in questo racconto mi sembra che tu abbia fatto lo sforzo di uscire dalla tua comfort zone per tema e atmosfere. Secondo me sei anche riuscita più del solito a tenere a bada la tua vena lirico-troubadour-oratoria per provare a fare qualcosa di diverso.
Ti sono scappate solo un paio di eccezioni notevoli
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmMi urlo dentro dal terrore
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmQuesto è il nuovo terrore che mi avvinghia...
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmIl collaterale dramma di non avere voce si appalesa nel mio strazio muto
"nessuno può mettere [il lirismo di] Zaza in un angolo" perché spunterà fuori dalle fessure :lol: (dopo questa coltissima citazione anni 80 puoi depennarmi, non ti biasimerò)

Detto questo, l'idea, la brevità, la struttura sono davvero ben trovati (ho solo un dubbio sulla cosa delle calze nell'incipit: dal testo io l'ho percepito steso su un letto, impotente, circondato di macchine e monitor, invece riesce ancora ad alzarsi e camminare? Dal testo io non lo intuivo).
Quello che toglie forza alla narrazione, e quindi annulla un po' la sensazione di angoscia che dovrebbe provare il lettore impatizzando con il racconto in prima persona è che la sospensione dell'incredulità viene meno: il tuo io narrante si descrive, descrive le cose intorno a lui, come se scrivesse delle memorie o un diario, o parlasse a un interlocutore immaginario (il lettore, sì ma no)... Dovresti invece farci davvero "credere" alla sua condizione e alla sua angoscia senza scampo, perché possiamo entrare in empatia, mostrandoci tutto non attraverso una descrizione elaborata e quasi esterna, ma attraverso le sue sensazioni e reazioni immediate.
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmHo rabbrividito e udito le arcate dei miei denti sbattere l'una contro l'altra.
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmLa donna che entra e si accosta  al letto del mio vicino è in lacrime mentre gli accarezza il viso immobile. Poi, alza lo sguardo verso di me, mi si avvicina e urla, facendo un salto, mentre le cade la borsetta e si rovescia sul mio letto. Lei fugge e il mio terzo occhio cade sugli oggetti e i miei neuroni sul binomio borsetta - specchietto. Infatti eccolo, lo prendo: un cammeo incornicia una superficie riflettente. Da non so quanti lustri non vedo il mio volto. Gli specchi sono banditi in questo reparto. 
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmCerco di tirarmi su, ma sento la schiena collassare tra anello e anello della spina dorsale. Intanto, l'efficacia contro il dolore della narcosi indotta dall'elisir va scemando, e già mi prefiguro uno scenario di cruento dolore senza voce.
questi 3 passaggi mi sembrano esplicitare bene il "difetto" di cui parlo, ma non sono i soli.
Detto questo, mettere in pratica un io narrante "credibile" ed efficace, soprattutto volendo rendere una situazione angosciante come quella da te dipinta, è difficilissimo. Criticare, molto più semplice :)

In ogni caso, di tutti i tuoi "horror" che ho letto nel tempo, questo è il più spaventoso e riuscito, a mio modesto parere.
un saluto
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [H23] L'ultravivente

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Poeta Zaza ha scritto: gio nov 02, 2023 6:26 pmC'è molta retorica in me, e cerco di tenerla a bada ma non sempre ci riesco
Beh, stavolta ci sei riuscita e questo mi ha colpito molto. Perché ho la sensazione che sia stato impegnativo.
Perché i tuoi 'orpelli' , come li ha chiamati qualcuno, non sono sfoggio di cultura, ma amore autentico per suono e potere evocativo delle parole.
Stavolta, invece, sei riuscita ad amare la storia più del modo di raccontarla. Sei riuscita a mettere il lessico al servizio della scena, e ti sei concessa qualche svolazzo, ma solo perché era il personaggio a chiedertelo. 
Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmIl collaterale dramma di non avere voce si appalesa nel mio strazio muto
E dunque a lui, di estrazione certo non contadina, che è stato privato di tutto, che non può nemmeno pisciarsi addosso  far sapere che è ancora vivo, a lui permetti qualche guizzo di aristocrazia, almeno verbale.
Infine, deliziosissima la chiusa al veleno


Poeta Zaza ha scritto: mer nov 01, 2023 8:23 pmIl team è convinto: s'è vinta l'impresa. 
La morte sbadiglia: s'allunga l'attesa.
Brava, @Poeta Zaza   (y)
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
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Re: [H23] L'ultravivente

23
ciao @Poeta Zaza . Un racconto tutto basato sugli umori del protagonista. Di trama ce n'è, anche se davvero pochina. Mi piace sempre ricordarti che l'azione è importante, anche se non indispensabile. Alla fine ne è uscito un racconto claustrofobico, più che horror! 
Ne approfitto, dato che hai sollevato la questione sul fatto:
Stregone ha scritto: sab nov 04, 2023 7:06 pmSolo quando lo avrà risolto, si accorgerà che il non vivere per sempre era la suprema benedizione. Ma non c'è più nulla da fare e questo scatena apocalissi, oppure eterna dannazione per alcuni. 
Imparare a vivere eternamente non è da tutti. Solo chi si ritiene un inetto, confonde il "vivere questa vita in eterno", col "vivere in eterno un'altra vita". Sono due cose completamente diverse. Ricordiamoci cosa disse l'Onnipotente ad Abramo che aveva messo Isacco sulla catasta di legna. "Non sono forse Io il Dio dei viventi e non dei morti?" Quindi le affermazioni dello @Stregone sono solo le ultime parole di uno destinato a scomparire per sempre! Tié!!  :asd:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [H23] L'ultravivente

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bestseller2020 ha scritto: lun nov 06, 2023 7:13 pm ciao @Poeta Zaza . Un racconto tutto basato sugli umori del protagonista. Di trama ce n'è, anche se davvero pochina. Mi piace sempre ricordarti che l'azione è importante, anche se non indispensabile. Alla fine ne è uscito un racconto claustrofobico, più che horror! 
Ne approfitto, dato che hai sollevato la questione sul fatto:

Imparare a vivere eternamente non è da tutti. Solo chi si ritiene un inetto, confonde il "vivere questa vita in eterno", col "vivere in eterno un'altra vita". Sono due cose completamente diverse. Ricordiamoci cosa disse l'Onnipotente ad Abramo che aveva messo Isacco sulla catasta di legna. "Non sono forse Io il Dio dei viventi e non dei morti?" Quindi le affermazioni dello @Stregone sono solo le ultime parole di uno destinato a scomparire per sempre! Tié!!  :asd:
Grazie del passaggio, caro @bestseller2020:)  Però, dovresti commentare me, non lo @Stregone   :P
Di sabbia e catrame è la vita:
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Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [H23] L'ultravivente

25
Ciao Zaza :D Mi ha colpito l'idea di questo ultravecchietto condannato a rimanere una cavia semi-viva per l'eternità, mezzo decomposto, mezzo mummificato, eppure pienamente consapevole. La morale sembra quasi un: "Non donate il vostro corpo alla scienza, stolti!"  :muu:
Ho trovato efficace il modo in cui descrivi la paura del protagonista, che pensa che nessuno più riesca a capire se sia vivo o morto, ma trovo questo timore incompatibile con il fatto che lui sappia di essere ben monitorato, visto che l'hanno da poco eletto "uomo più longevo della terra".
  ha scritto: Maledetto il giorno che ho accettato di fare da cavia all'esperimento di questa avveniristica clinica universitaria: la suprema longevità.
Mi sa un po' di infodump.
  ha scritto: L'artefice del procedimento a elisir continuato mi diceva di non esservisi sottoposto lui stesso 
Si è persa per strada una particella pronominale :)
  ha scritto: è successo in coincidenza con il decesso dell'uomo più longevo della terra. Che adesso sono io, coi parametri vitali registrati il giorno dopo il decesso del detentore del primato di ultravivente artificiale.
Un po' arzigogolata: si capisce, ma dopo averla riletta un paio di volte.


  ha scritto: Adesso mi hanno anche cambiato camera e sono al gelo col solo pigiama e un lenzuolo. Tra l'altro è una doppia. Quello nel letto accanto - peraltro nemmeno centenario, a occhio e croce - dev'essere una cavia del programma che non ha superato gli esami di ammissione.
La scena, pur nella sua tristezza, mi ha fatto ridere :D 

  ha scritto: Il mio cuore (mio?) pompa ancora il mio sangue (o altrui?) nelle arterie che lo portano in giro e nelle vene che glielo rendono per ripulirlo
Anche questa frase è un po' intricata, anche perché usi "lo" prima per riferirti al sangue e poi per parlare del cuore (e poi di nuovo del sangue?).


  ha scritto: Poi, alza lo sguardo verso di me, mi si avvicina e urla, facendo un salto, mentre le cade la borsetta e si rovescia sul mio letto. 
Vista l'abbondanza di me/mi/mio, toglierei almeno quello che ti ho evidenziato in grassetto.



Povero ultravivente, mi resterà impresso nella memoria! Questo breve racconto, a tratti horror, a tratti un po' comico, diventa un'occasione per farci pensare a come deve sentirsi chi ha la mente ancora ben funzionante in un corpo che, invece, non lo è più.
O forse sono solo io che sono in vena di pipponi!
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