ivalibri wrote: E infine la chicca, il mix di orgoglio patriottico e di metafora imperante: il Ministero dell'agricoltura e della sovranità alimentare (tutti pronti a mangiare la pizza con la corona in testa?).
I cambi negli altri ministeri li capisco meno (tranne Famiglia e natalità, che è del tutto in tema con l'ideologia)), ma sulla sovranità alimentare (che anche a me sembrava molto strana) ho scoperto che un ministero con lo stesso nome è stato creato in Francia qualche anno fa, e che dovrebbe avere a che fare con la sostenibilità ambientale e la provenienza dei cibi (
qui un articolo interessante del Post che lo spiega, anche se restano dubbi sul senso in cui lo intende il nuovo governo).
ivalibri wrote: Aggiungiamo che Giorgia Meloni ha specificato di voler essere chiamata il presidente e non la presidente e possiamo smettere anche di esultare per avere la prima donna premier d'Italia.
Questo dispiace anche a me, perché in fondo "presidente" è neutro e mi pare assurdo stare a scegliere l'articolo maschile anziché femminile, tanto più che appunto in altri Paesi usano la carica al femminile senza problemi. Insomma, mi risulta troppo conservatrice come scelta, più che antifemminista.
Nonostante ciò, come ha riconosciuto anche qualche deputata di sinistra, fa comunque piacere avere una donna a capo del governo (abbiamo dovuto aspettare "solo" fino al 2022!).
Per il resto sono però d'accordo con
@Cheguevara : esistono altri problemi di genere che per me sono più gravi della lingua.
Non so se qualcuno ci ha fatto caso, ma io ho visto diversi articoli che commentavano il cambio delle scelte nel vestire della Meloni (e di altre parlamentari). È vero che l'abito spesso fa il monaco, ma è molto raro veder commentare l'abbigliamento maschile. Questo per non parlare delle difficoltà evidenti (quasi ridicole) di certi suoi "alleati" a riconoscerle un ruolo di autorità.
M.T. wrote: Quello che però dà da pensare, è che tanti non si vogliono esporre. Esempio? Laura Pausini che si rifiuta di cantare Bella ciao alla tv spagnola.
Io sinceramente non ho neanche capito la polemica. Un cantante è libero di cantare quel che gli pare e di restare al di fuori da strumentalizzazioni politiche, senza per questo doversi giustificare. Bella ciao ormai la cantano solo gli stranieri (come i kurdi o gli iraniani), perché non capiscono le divisioni ideologiche che si porta appresso, e la interpretano nel suo significato originale e più genuino di inno alla libertà.
Quanto a La Russa, può anche starsene a lucidare affettuosamente i suoi busti del duce, ma non lo riporterà in vita. Trovo più pericolosa la destra cattolico/tradizionalista e sovranista (in puro stile Orban) che cerca già in sordina di erodere i diritti civili e di isolarci dal resto del mondo.