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by Max91
Chiedo scusa in anticipo se sarò prolisso!
Per quanto sia – mi pare di aver letto – dilettantesca, questa poesia è stata capace di farmi sorridere: è leggera, non semplice.
E per quanto sia – ho letto – dilettantesca, c’è una correttezza metrica in quasi tutti i novenari che danno la spinta, costruendo una immagine ogni due versi, alternandosi ad un verso che dovrebbe essere ottonario, per quanto l’accento secondario sia erratico, ma crea un bell’andamento ondoso, come una filastrocca o una nenia e dà quasi l’idea di un pendolo che oscilla di pensiero in pensiero. L’anastrofe della parola Pensieri e la rima baciata, per nulla scontate, mi ha aiutato molto a figurare un ritmo che andasse verso questa direzione. Tuttavia, non mi convincono versi come: “Pensieri come macigni / lanciati nel lago dei cigni”; l’immagine è fra le mie preferite dello scritto, però in un andamento così costante, forse stona perdere il novenario del primo verso e l’allungarsi del secondo. Tuttavia sono combattuto, perché la “stonatura” si sposa davvero bene con la traumatica e dirompente azione presentata. Altrettanto, il verso “un vuoto tonante” è più corto e fa zoppicare il ritmo del componimento, ma anche questo è azzeccato con il momento "descritto" dai versi. Penso sia una questione di gusti!
Le immagini presentate sono la parte migliore del componimento, in particolare il macigno che dirompe nello specchio del lago dei cigni, che quasi sembra deflagrare in una suggestione che generalmente in poesia ho visto associare alla giovinezza - per esempio in Yeats. Anziché pensare alla giovinezza in senso stretto, ho pensato all'attimo in cui un pensiero nasce e scaturisce, all'ispirazione nuda e cruda dell'attimo che immediatamente fugge. Subito dopo viene l’esitare di una mente che matura questa folgorazione, forse poco prona all’escapismo e trovo evocativa la scelta della parola “dipanare”, perché è un lavoro di fino, meditativo e laborioso. I due versi successivi mi sembrano esprimere la rabbia nata dall’incapacità di poter lanciare di nuovo quel macigno, forse per la disillusione che ha portato la realtà e l’esitazione che rende troppo tenui i pensieri e il rodere è dato dall’assenza della spinta immaginifica che la realtà di tutti i giorni ci toglie o la frustrazione di non poter ripetere a mente fredda, coscienziosamente la purezza di un'ispirazione improvvisa.
Un bell’elemento – che mi azzardo a dire originale - è come la poesia debutti nei “primi di maggio” e non si chiuda alla fine di maggio, ma con un augurio di resistere sino alla fine di questo mese di passaggio, come ci fosse una speranza per guadagnare l’agognata estate e forse ritornare a poter guardare il lago dei cigni. Non mi è piaciuta troppo la chiusa, invece. In una poesia densa di immagini in equilibrio fra la chiarezza e la metafora, ho trovato quasi sbrigativa la chiarezza dell’ultimo verso.
In definitiva, mi è piaciuta e spero di non aver detto stupidaggini nel mio commento!