Salve a tutti.
Chiedo un parere, in particolare allo staff. Ho ricevuto una proposta contrattuale per il mio romanzo da un piccolo editore.La proposta non prevede alcun contributo economico da parte mia, neppure sotto forma di acquisto copie, la risposta è arrivata diversi mesi dopo l'invio della proposta tanto che non ricordavo più di averla inviata, inoltre l'editore ha un distributore nazionale noto. L'aspetto che mi lascia perplesso è una clausola del contratto sul diritto di opzione che l'editore si riserva sulle mie opere future, indicata come essenziale per la sottoscrizione dell'accordo. Detta clausola prevede un diritto di opzione per un tot di anni(meno di dieci ma comunque lungo) dalla data di pubblicazione dell'opera oggetto del contratto. L'editore dovrà esercitare tale diritto entro sei mesi dalla consegna della nuova opera. Nel caso l'editore non eserciti tale diritto sarò libero di disporre della nuova opera fermo restando il diritto di opzione generale da far valere sulle altre opere future (per gli anni indicati nel contratto). E' previsto, inoltre, che se ricevessi per un futuro romanzo un'offerta migliore da parte di un altro editore, comprovata da una lettera o da un contratto, l'editore proponente si riserva di valutare se adeguare le condizioni del nuovo contratto a quelle più vantaggiose del concorrente. Questa mi sembra l'unica salvaguardia alla quale appellarmi per non restare vincolato a un rapporto così lungo. In base a quanto ho riportato, mi sembra che l'editore preveda che io possa trovare un'altra casa editrice interessata alla mia opera.
Ho chiesto a l'editore di ridurre il periodo di opzione, ma la risposta è stata che è stato ridotto rispetto a uno più lungo previsto in precedenza.
Inoltre, avendo avuto in passato degli agenti letterari, la preesistenza di un vincolo contrattuale del genere potrebbe pregiudicare anche una possibile rappresentanza futura(ammesso che riesca trovarla).