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by Cheguevara
GeorgeBest83 wrote:
Grazie mille @Cheguevara. :) Provo a postarli qui allora, tanto come detto sono pochi e brevi. Metterò sia il testo in italiano che il mio tentativo maldestro di traduzione. Lo scopo è di avere un testo che 'suoni' autentico rimanendo però comprensibile anche a chi non mastica per nulla il dialetto napoletano.
Brano 1
Dammi retta, Giorgio. Devi smettere di lasciare vincere la rabbia, la gelosia, l’infelicità. Hai tutti questi dubbi di merda che ogni secondo rischiano di scoppiarti dentro come petardi. Osserva chi ti è vicino. Ammirane i pregi senza giudicarne i peccati. Tu non devi giudicare. Mai. Tu devi solo benedire. Dammi retta, dai retta al tuo amico. Che è molto più giudizioso e saggio di te. E molto più bello.
Ramm retta, Giorgio. Tu l'hea smettere e fa' vincere a’ rabbia, a’ gelusia, a’ scuntentezza. Tieni sti dubbi e’ mmerda che a ogni secondo rischiano 'e scuppia' comm' a bottarelle... comm' a petardi. Osserva bene il vicino tuo. Ammira i pregi senza gudicà 'e peccate. Nunn ividia'. Tu nunn hea giudica'. Mai. Tu hea sulamente benedi'. Sient' a mme, all’amico tuo. Ca è assai cchiù giudizius' e saggio 'e te. E assai cchiù bello.
Brano 2
«Credo avesse ragione il mio amico Salvo: ‘Ragazzo mio’ diceva, ‘tu prima fai e poi ragioni, sei troppo spontaneo per sentirti in colpa’.»
«Credo avesse ragione il mio amico Salvo: ‘Uaglio' ’ diceva, ‘tu primma fai e dopp' arraggiun', si' tropp' schietto pe' sentirti in colpa’.»
Brano 3
I sette principi Huna.
Il primo era Ike: il mondo è come pensi che sia.
Il secondo era Kala: non esistono limiti, tutto è possibile.
Il terzo principio era Makia: la forza scorre dove si focalizza l’attenzione.
Il quarto era Manawa: il momento del potere, di agire, è ora.
Il quinto principio era Aloha ed era il suo peggior fallimento: amare significa essere felici insieme.
Il sesto era Mana: il potere, tutto il potere, proviene da dentro di te.
Il settimo e ultimo principio era Pono: il successo è la misura della realtà.
I sette principi Huna.
Il primo era Ike: o’ munno è comm pienz' ca’ è.
Il secondo era Kala: nun ce stann' limiti, tutt' è possibbile.
Il terzo principio era Makia: 'a forza va 'ndo' stà ll'attenzione.
Il quarto era Manawa: mo è o’ mument 'e fa'.
Il quinto principio era Aloha ed era il suo peggior fallimento: ama' vo' di' esse felice 'nzieme.
Il sesto era Mana: o’ potere, tutt' o’ potere, vene da dint' ‘e te.
Il settimo e ultimo principio era Pono: 'o succiess' è a’ misura ra’ realtà.
Grazie ancora!
Le correzioni (da non prendersi per oro colato) sono nella citazione. Penso che la tua idea del dialetto napoletano sia influenzata da conoscenze o origini sicule o calabresi. Sbaglio? Inviterei, comunque, qualcuno di madrelingua napoletana a intervenire. Un saluto.
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]