ivalibri wrote:
Beh, meno male...
I poveri traduttori professionisti farebbero meglio a cercarsi un altro lavoro.
Bisognerebbe fare una riflessione seria su quello che comporterebbe se non ci fossero limiti in questo. Capisco l'entusiasmo che provoca questo strumento (che bello: posso tradurre gratis! Posso fare ricerca senza sbattermi! E magari anche si arriva a: Posso scrivere anche se sono scarso!) ma io ci vedo possibili conseguenze per niente costruttive. Pensate a chi come me ha passato anni della sua vita a studiare traduzione. Non è che mi faccia tanto piacere vedermi rubare il lavoro da un aggeggio che lo fa gratis. Se non si mettono dei limiti nessuno si formerà più per tradurre, editare, fare ricerca. Questo significa che a lungo andare nessuno saprà più farlo senza l'ausilio di una AI e con le sole forze del suo cervello. Non mi sembra una cosa tanto positiva.
A me ha fatto riflettere l'esperimento che ho fatto (e che si può trovare nel thread sulle AI) su un minuscolo estratto del testo che ho tradotto in firma. ChatGPT è in grado di sostituire in toto il traduttore editoriale (al netto dell'editing sulla traduzione, che si fa comunque). Non è tuttavia all'altezza del traduttore letterario; ma, proprio perché questo è un compito più "alto", il traduttore letterario farebbe bene a dedicarsi soltanto a questo. Dunque, io in futuro utilizzerò senz'altro ChatGPT per effettuare la prima stesura della traduzione di un libro: proprio perché, se faccio una traduzione letteraria, non voglio ridurmi a fare il lavoro meccanico di uno scribacchino che deve digitare ogni singola parola di un dattiloscritto, impiegando mesi. Mi accontento di essere pagato un terzo, per un lavoro che durerà un terzo del tempo, e che mi consentirà di dedicarmi ad altro; in quel tempo, non voglio restare ingobbito sulla tastiera dodici ore al giorno per tradurre ogni singola parola; voglio invece dedicarmi solo alle sfumature, alle sottigliezze, alla sonorità delle parole, a dare a quel testo la mia impronta individuale (cosa che non potrà mai fare ChatGPT). Tutto il resto è un lavoro meccanico, e per me può tranquillamente farlo un automa. Insomma, io credo che ChatGPT possa esaltare il lavoro del traduttore letterario, invece di deprimerlo. E' il traduttore editoriale/tecnico che, purtroppo, dovrà cambiare mestiere. Già allo stato attuale sono due mestieri diversi, perché il traduttore letterario opera sotto diritto d'autore (in quanto la traduzione è equiparata all'opera d'ingegno) mentre il traduttore tecnico deve avere la partita iva, perché vende servizi editoriali.
ChatGPT è anche utilissimo per fare altri lavori meccanici che spesso richiedono tempo, e che girano intorno alla scrittura o la traduzione. Ad esempio, con un semplice comando sostituisce tutte le virgolette alte (" ") con le caporali (« e ») o viceversa. Alzi la mano chi non ha buttato almeno un'ora della propria vita in questo sgraditissimo compito... sì, forse già allo stato attuale esiste una procedura con Word, ma non è semplicissima.
Personalmente, nonostante le perplessità, mi sono fatto l'idea che - almeno per quello che riguarda me - questa tecnologia possa offrire più di quanto rischia di togliere, almeno nel breve periodo. Nel lungo periodo, non sono sicuro. Ma spero che gli algoritmi di Open AI siano integrati quanto prima su Word, anche perché darebbe un senso al fatto che pago da anni un abbonamento Office per avere poco più di un programma di videoscrittura, com'era il Word negli anni '90. Nella versione attuale, Word ha in teoria anche un "editor" integrato, oltre che il correttore di bozze (che non è mai perfetto), ma in confronto alla potenzialità di Open AI tutto ciò è la preistoria.