Cheguevara wrote: tutto il sistema, insomma mi causa disturbi simili all'orticaria. Sarà grave?
Abbiamo la stessa forma di allergia, mi sa

Io spesso apro i social con un senso di malessere. In questo periodo poi c'è un contest non ufficiale degli alberi di Natale, corredati di: bambini, cani, gatti, biscotti, o i propri libri. Poi ci sono di solito post a sfondo politico, religioso o emotivo/letterario (che comprende frasi pseudo-profonde e citazioni poetiche prese un po' a caso). Non mi considero asociale, ma non sopporto la superficialità e il mettersi in mostra, quindi gran parte di ciò che vedo mi urta.
Ma se li ignoro per un giorno o due poi mi viene l'ansia. Seguo molte persone, cerco di incoraggiare chi può averne bisogno, e nonostante mi renda conto che è ridicolo e che nessuno ha davvero bisogno del mio like o del mio commento, mi sento in colpa a tirarmene fuori. È una dipendenza, né più né meno, quindi cerco di fare l'equilibrista tra quel che posso ignorare (per la mia salute mentale) e quel che invece è importante. Alla fine della giornata sono stanca morta.
Cheguevara wrote: Personalmente, sono stato obbligato a iscrivermi a FB e Instagram a seguito della mia ultima pubblicazione, per essere promosso da una CE che ha poi chiuso i battenti. Purtroppo, che io ne esca o meno, è un sistema di comunicazione che sta condizionando il vivere di noi tutti, connessi o non connessi.
Vero. Io frequentavo poco o niente i social prima di iniziare a pubblicare. Non è un'opzione, è diventato un obbligo se si vuole restare al passo e avere qualche speranza di far conoscere i propri libri. E come tutti gli obblighi, finisce per pesare e condizionare la vita.
Sarà anche questione di carattere, perché mi pare che alcuni si trovino a loro agio (lo deduco dal fatto che pubblicano e condividono cose ogni giorno, con entusiasmo, quindi o sono attori da Oscar o a loro davvero non pesa). A volte ho l'impressione di essere l'unica che si deve sforzare per ogni cosa.
Alberto Tosciri wrote: L'unico rimedio per sbarazzarsi dei social è quello che canta Vasco, anche se lui si riferiva ad altro...
La canzone era tra le mie preferite di Vasco, una ventina d'anni fa. Ma si parlava d'altro, e non credo abbia funzionato nemmeno per quello: nessuno ha smesso all'epoca, e nessuno smetterà oggi. I social sono peggio della droga, perché sono non solo legali, ma incoraggiati, specie se hai un'attività di qualsiasi tipo (alcuni editori ti chiedono indirizzi e numero di follower, che a me sinceramente verrebbe da mandarli a quel paese...)