Kikki ha scritto: sento di poter dire con tutta tranquillità che a bambini e ragazzi non piace leggere storie che gli insegniamo come vivere e come comportarsi, a meno che non si tratti di Cappuccetto Rosso.
Scriviamo per divertire, per questo sottolineo che è bene chiedersi perché scriviamo quello che stiamo scrivendo e a chi ci stiamo rivolgendo. Un bambino amerà leggere se la storia saprà coinvolgerlo, emozionarlo e divertirlo e commuoverlo. Se la storia gli insegnerà qualsiasi cosa, magari anche sottolineando involontariamente un suo atteggiamento che la storia definisce sbagliata, il bambino preferirà tornare su Tik Tok.
Qui si potrebbe aprire un ampio discorso sulla questione educazione. Purtroppo quello che dici è vero: soprattutto agli adolescenti, se gli provi a insegnare qualcosa, a farli ragionare, quelli si sentono offesi e se ne vanno, magari facendo apposta l'opposto di quello che gli si è spiegato (e non ci si meravigli se poi succede come i tristi fatti di cronaca raccontano in questi giorni). Il problema è che non avendo un'educazione poi si hanno degli adulti fragili, disadattati, abituati ad averle tutte vinte che vanno in crisi al primo problema che incontrano e non accettano un no o una sconftta; siamo andati lungo una strada che non dà nulla di buono. Alternative non se ne vedono molte, dato che la famiglia non è più capace di dare un'educazione, la scuola neppure e le istituzioni non sanno che dire parole vuote. Una volta con cinni che facevano capricci e non ascoltavano, li si prendeva, gli si dava quattro calci in culo e li si rimetteva a posto senza tanti giri di parole; ora fare una cosa del genere è improponibile (si viene subito arrestati), non si può nemmeno redarguirli che subito ci sono sollevazioni popolari che urlano all'ingiustizia. Però, andare avanti così non si può e bisogna fare dei passi indietro, in primis togliere la rete sia ai ragazzi, sia ai genitori, perché ormai ne sono intossicati (e la rete su molti aspetti si dimostra tossica oltre i limiti, specie i social).
Per prendere spunto sul mostrare ai ragazzi cose sbagliate da evitare di fare, consiglio la visione di due film d'animazione: Il castello invisibile e La forma della voce (questo davvero consigliato). Aggiungerei pure Mirai.
Kikki ha scritto: Secondo me, bisogna stare attenti a divertirsi, a scrivere una di quelle storie che ci sarebbe piaciuto scrivere da piccoli, pensate a Roal Dahl, a Calvino, a Rodari... tutte le loro storie insegnano qualcosa, ma come si potrebbe mai definirle didattiche?
Non so adesso che libri si leggano da piccoli, posso dire che quando ero piccolo io, tra quelli che conoscevo, erano davvero in pochissimi a leggere; io temo di non poter essere preso da esempio, dato che leggevo (e non so quante volte ho riletto) Zanna Bianca, I tre moschettieri, Ventimila leghe sotto i mari, L'siola misteriosa, Viaggio al centro della terra. Potrei dire che ricercavo l'avventura e mi divertivo con essa, ma a dire di tanti, quei libri non erano adatti a bambini della mia età (chissà cosa avrebbero detto se avessero saputo che alle medie leggevo Hemingway...)
Kasimiro ha scritto: Per questi motivi prenderei con il battipanni quelle maestre, (e non sono poche) che sgridano i bambini perché non colorano di verde le foglie o di marrone i tronchi.
Allora avresti fatto un c*** così alla maestra che avevo alle elementari

, che voleva che si disegnassero solo fiori e con pongo o creta si facessero solo ceste di fiori. E io che amavo disegnare di cavalieri medievali, non adavo bene e infatti ho preso tanti cazziatoni (con tanto di urla in faccia e di distruzione di quello che avevo realizzato).
Albascura ha scritto: Le mie figlie a dodici e quattordici anni hanno voluto leggere, a ogni costo, La casa d'inferno di Richard Matheson.
Io lo avevo giá letto, nel caso potevo aiutarle.
Quel libro fa paura, non è adatto a ragazzine di quell'etá. Ho ceduto pechè pensavo che lo avrebbero abbandonato, invece no, erano entusiaste, non vedevano l ora di continuare a leggerlo, rimane il fatto che non era adatto a loro. Il fatto che un libro piaccia ai ragazzi non è indice de fatto che sia una lettura adatta per quella etá.
Poteva andarti peggio e ti potevano chidere di leggere Il Padrino.
Kikki ha scritto: Io ricordo ancora l'impressione e la paura che provavo quando leggevo It e avevo 11 anni. L'ho letto più di una volta, ora so che volevo spaventarmi e che sapevo di poterlo fare perché ero al sicuro, avrei chiuso il libro e la paura sarebbe rimasta là dentro.
A quell'età fa quell'effetto. A rileggerlo più avanti si colgono invece molte più sfumature; per questo consiglio di leggerlo prima dei vent'anni e poi di rileggerlo prima dei trenta e poi prima dei quaranta.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
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