Tempo fa ho notato un caso di differenza netta tra l'uso reale e il vocabolario. In questo caso, come ci si dovrebbe comportare? Si deve seguire il vocabolario smentendo l'uso reale o si segue l'uso reale contravvenendo al vocabolario?
La discrepanza forte è sulla parola "carrozzina" nel senso di "sedia a rotelle". Tutti i negozi che vendono "sedie a rotelle" usano la parola "carrozzina". Nel lessico diffuso, la "sedia a rotelle" è chiamata "carrozzina": tutti la chiamano così.
Però secondo i vocabolari la "sedia a rotelle" si deve chiamare "carrozzella".
Allora che devo scrivere? "Carrozzina", come dicono tutti, oppure "carrozzella", come dicono i vocabolari (e ormai solo loro)? In generale, è possibile chiedere a un vocabolario di aggiornarsi?
Re: Carrozzina o carrozzella?
2@dyskolos Carrozzina, senz'altro. Carrozzella richiama alla memoria la canzone di Spadaro, dedicata alle passeggiate in carrozzella, appunto: quella tirata da un cavallo, assieme alla sua bella. Credo che non sia il vocabolario a dettare l'uso comune dei termini, semmai il contrario.
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]
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Re: Carrozzina o carrozzella?
3dyskolos ha scritto: Allora che devo scrivere? "Carrozzina", come dicono tutti, oppure "carrozzella", come dicono i vocabolari (e ormai solo loro)? In generale, è possibile chiedere a un vocabolario di aggiornarsi?In tutta sincerità, io la chiamo "carrozzella".
"Carrozzina" lo uso soltanto come sinonimo di "passeggino".
Magari è un uso linguistico delle tue parti, non credo sia così diffuso come tu credi l'uso di "carrozzina" in luogo di "sedia a rotelle". E comunque credo sia proprio sbagliato.
Re: Carrozzina o carrozzella?
4Quando ho dei dubbi, io mi rivolgo alla Treccani:
In questo caso, i dubbi me li lascia, hai ragione @dyskolos (anch'Io ho sempre chiamato carrozzina la sedia a rotelle).
carrozzèlla s. f. [dim. di carrozza]. – 1. Piccola carrozza a mano per portare a passeggio i bambini. 2. A Napoli, Roma e in altre città, carrozza in servizio pubblico di piazza, per passeggiate, a 4 ruote e a un cavallo, aperta e con copertura a mantice. 3. Piccolo veicolo a 3 e 4 ruote, spinto a mano o dotato di motore, usato per lo spostamento degli invalidi.
carròzza s. f. [der. di carro]. – 1. Veicolo a quattro ruote tirato da uno o più cavalli, di forme varie (con o senza mantice, o chiuso a berlina), per trasporto di persone: c. padronale; c. di gala; c. chiusa; c. scoperta; c. a quattro, a sei posti; andare in c.; prendere a nolo una c.; spesso assunta come simbolo di ricchezza, di benessere economico: quella è gente che può andare (o marciare) in c., che può far vita signorile; fig., andare in paradiso in c., guadagnarsi il paradiso o, in genere, raggiungere qualche fine senza troppa fatica: potrebbe andare in paradiso in c., e vuol andare a casa del diavolo a piè zoppo (Manzoni). 2. Vettura ferroviaria: c. viaggiatori; c. di prima, di seconda classe; c. ristorante, c. ristoro, c. letto (al plur., carrozze ristorante, carrozze ristoro, carrozze letto); signori in c.!, invito del conduttore ai viaggiatori quando il treno sta per partire. 3. Nell’attrezzatura navale, l’intelaiatura dei tubi metallici che si dispone sui boccaporti destinati al passaggio di persone, per difesa e per sostegno delle relative coperture di tela (cappe). 4. Mozzarella in c., piatto tipico della cucina napoletana, costituito da cuscinetti di pane e mozzarella, infarinati, passati nell’uovo e fritti. ◆ Dim. carrozzina (in partic., quella in cui si portano i bambini, e quelle con cui giocano le bambine)
In questo caso, i dubbi me li lascia, hai ragione @dyskolos (anch'Io ho sempre chiamato carrozzina la sedia a rotelle).
carrozzèlla s. f. [dim. di carrozza]. – 1. Piccola carrozza a mano per portare a passeggio i bambini. 2. A Napoli, Roma e in altre città, carrozza in servizio pubblico di piazza, per passeggiate, a 4 ruote e a un cavallo, aperta e con copertura a mantice. 3. Piccolo veicolo a 3 e 4 ruote, spinto a mano o dotato di motore, usato per lo spostamento degli invalidi.
carròzza s. f. [der. di carro]. – 1. Veicolo a quattro ruote tirato da uno o più cavalli, di forme varie (con o senza mantice, o chiuso a berlina), per trasporto di persone: c. padronale; c. di gala; c. chiusa; c. scoperta; c. a quattro, a sei posti; andare in c.; prendere a nolo una c.; spesso assunta come simbolo di ricchezza, di benessere economico: quella è gente che può andare (o marciare) in c., che può far vita signorile; fig., andare in paradiso in c., guadagnarsi il paradiso o, in genere, raggiungere qualche fine senza troppa fatica: potrebbe andare in paradiso in c., e vuol andare a casa del diavolo a piè zoppo (Manzoni). 2. Vettura ferroviaria: c. viaggiatori; c. di prima, di seconda classe; c. ristorante, c. ristoro, c. letto (al plur., carrozze ristorante, carrozze ristoro, carrozze letto); signori in c.!, invito del conduttore ai viaggiatori quando il treno sta per partire. 3. Nell’attrezzatura navale, l’intelaiatura dei tubi metallici che si dispone sui boccaporti destinati al passaggio di persone, per difesa e per sostegno delle relative coperture di tela (cappe). 4. Mozzarella in c., piatto tipico della cucina napoletana, costituito da cuscinetti di pane e mozzarella, infarinati, passati nell’uovo e fritti. ◆ Dim. carrozzina (in partic., quella in cui si portano i bambini, e quelle con cui giocano le bambine)
Re: Carrozzina o carrozzella?
5Poeta Zaza ha scritto: Quando ho dei dubbi, io mi rivolgo alla Treccani:Io al solito Renato.
Ebbene sì, è più forte di me: e vai con i sorcini!
Re: Carrozzina o carrozzella?
6Marcello ha scritto: Magari è un uso linguistico delle tue parti
Purtroppo non è così: basta guardare i negozi che vendono quelle robe. Puoi verificare anche online. Inoltre "carrozzina" in luogo di "sedia a rotelle" è usatissimo (a dir poco) sui siti delle associazioni di disabili. Non è una mia invenzione. Il punto forse verte intorno alle variazioni del lessico italiano.
Qualche giorno fa su un sito Web ho letto la parola "puncicata", che non è italiano però sono riuscito a capire il senso ugualmente ("puntura"). L'autrice del testo è romana. Quello può essere un uso "di certe parti", il mio esempio non credo. Il dubbio rimane. Per fortuna, "carrozzina" non è una parola comune e soprattutto può essere sostituita.
Cheguevara ha scritto: Carrozzina, senz'altro
Cheguevara ha scritto: Credo che non sia il vocabolario a dettare l'uso comune dei termini, semmai il contrario.
Come al solito, hai ragione da vendere
È più o meno come quando qualcuno sosteneva che una lingua deve avere una letteratura scritta. Io ribattevo sempre che non è la letteratura a generare una lingua, ma una lingua a generare la letteratura. Mi hai fatto tornare in mente questa analogia.
Poeta Zaza ha scritto: In questo caso, i dubbi me li lascia, hai ragione @dyskolos
Grazie, @Zaza!
Fraudolente ha scritto:
Il Sommo Misantropo
Re: Carrozzina o carrozzella?
7dyskolos ha scritto: Qualche giorno fa su un sito Web ho letto la parola "puncicata", che non è italiano però sono riuscito a capire il senso ugualmente ("puntura").Va be', non mi sembra un esempio molto calzante: "carrozzina" e "carrozzella" sono entrambi vocaboli italiani, si tratta soltanto di una sovrapposizione di significati, che può essere caratteristica di qualche area geografica.
In ogni caso per me Paolino, il nuovo nato di casa Aldrovandi, sta in carrozzina e nonno Ermete, che ha appena festeggiato il novantesimo genetliaco, sta in carrozzella.
Re: Carrozzina o carrozzella?
8Marcello ha scritto: può essere caratteristica di qualche area geografica.
È proprio questo il punto. Non è relativo a un'area, ma è comune nei negozi di tutta Italia e anche sui siti delle associazioni di disabili. Dappertutto. Non credo che quelle associazioni siano solo dalle mie parti, eh
Marcello ha scritto: In ogni caso per me Paolino, il nuovo nato di casa Aldrovandi, sta in carrozzina e nonno Ermete, che ha appena festeggiato il novantesimo genetliaco, sta in carrozzella.
Mi sa che questo è il vero uso geografico. Mi costringi a ribaltare la questione
Potrei scoprire che la Romagna è l'unica regione italiana in cui è vivo quell'uso. Sarebbe interessante, almeno per me! È come il toscano "fo" in luogo di "faccio". In altre parti d'Italia si dice "spengere" invece di "spegnere" o "rùbrica" invece dello standard "rubrìca", "io vàluto" invece di "io valùto", ecc…
Io per esempio dico "salùbre" e mi correggono: "si dice sàlubre, non salùbre"
E via discorrendo…
Il Sommo Misantropo
Re: Carrozzina o carrozzella?
9dyskolos ha scritto: Mi sa che questo è il vero uso geografico. Mi costringi a ribaltare la questioneOk, lasciamo perdere...
Tu confondi significante e significato: un conto è l'aspetto esteriore della parola, grafia e accentazione, un altro conto è il significato. Che io dica sàlubre (uso meno corretto, imperante dalle mie parti) o dica salùbre, chi mi ascolta sa comunque che parlo di qualcosa che giova alla salute. Se però tu dici che hai portato fuori Luigi in carrozzina io capisco che hai portato a spasso un bambino, non un vegliardo. E ne ho tutte la ragioni, al di là di ciò che scrivono sui siti per disabili.
La diversa pronuncia, in italiano perché non è così in tutte le lingue, investe il campo del significato solo in alcuni casi, per esempio quello della "o" con accento acuto o grave che trasforma un recipiente per bevande nelle percosse.
Re: Carrozzina o carrozzella?
10Marcello ha scritto: Tu confondi significante e significato
Giusto, però non sono io a fare quella confusione. Il discorso che fai tu sulla comprensibilità è corretto: in fondo tutte le lingue romanze mantengono una certa intercomprensibilità, ma io volevo mettere in luce proprio l'aspetto della differenza lessicale, non della comprensibilità o meno. Il discorso potrebbe allargarsi all'ipotesi di Sapir-Whorf, ma forse è troppo adesso.
In italiano, per esempio, chiamiamo "cellulite" due malattie diverse, che in altre lingue hanno due nomi, una è gravissima e l'altra è una fesseria, però a noi sembra italiani appare tutto uguale e c'è gente in giro a cui dicono che ha la cellulite (la classica "buccia d'arancia") e pensa che sta per morire. Questo modo di pensare è incoraggiato dalla nostra lingua. Solo per dire che sono d'accordo con te, ma io intendevo porre in evidenza altro.
Il Sommo Misantropo