Terza traccia: Uno strano risveglio.
[MI170] Gita scolastica
Anni ottanta
Prologo
La professoressa Claretta era una nubile quarantenne riservata e gentile. Viveva per il suo lavoro, era brava ad insegnare Scienze naturali, e si affezionava ai suoi alunni, ricambiata. Quell’anno, in Istituto, era arrivato un nuovo professore di Italiano e Storia: Bruno, un uomo piacente, sui cinquant’anni. Celibe o vedovo che fosse, in ogni caso libero, asserivano le pettegole della quinta A, istruendo anche i maschi della classe ad affacciarsi casualmente alla sala professori o seguire i cambi ora dell’uno nella classe dell’altra o viceversa. Serviva a monitorare gli sguardi, a captare sorrisi.
Tutta la classe, un giorno, aveva assistito a un fatto inequivocabile, e questa era stata la versione stesa dalla prima della classe che era circolata, sottovoce e sottotraccia, per tutta la scuola:
- arriva lei, con registro e quaderno in mano e si accosta trafelata alla cattedra, da cui sta scendendo lui, che cerca di farle spazio ma ottiene di invadere appieno il suo. Cadono e si confondono tra loro registri e quaderni, mentre le facce confuse e circonfuse di uno stesso rossore si sorridono specchiandosi in un unico sguardo trasognato. -
I due prof erano sempre discreti e non avevano in seguito dato motivo di ulteriori chiacchiere: tutti e due erano fuori sede e a nessuno era mai capitato di incontrarli insieme, mai e ovunque.
La gita scolastica
Le due ultime classi – sezione A e sezione B, avrebbero fatto la gita di fine ciclo di studi a Roma.
“Le nostre mamme sono più tranquille se ci accompagna lei.” E anche: - “Tu sei più libera di noi, e hai più pazienza” erano i refrain che la prof Claretta ascoltava compiaciuta intorno a sé,
“Professore, quale posto migliore per approfondire la Storia?” chiosavano i ragazzi.
...
Eccoli ad occupare tutto il terzo piano dell’Hotel Excelsior, succursale periferica della casa madre. Stanze dalla 301 alla 317 per una trentina di alunni e due prof accompagnatori.
I gemelli Aldo e Luca Crosa e l’amico Gigi Berretta occupano la 307, con due letti singoli più una branda aggiunta che riceve il più corto e accomodante dei tre.
Gigi cerca sempre di spostare le sue esigenze, i suoi desideri, su un binario che non si intersechi con nessuna altrui rotaia. Men che meno dei suoi cari o dei suoi amici.
Pochi giorni prima della partenza in treno, voleva dichiararsi a Francesca, della terza B.
Per una combinazione di tempo e luogo strana, ma innocente per lui, aveva visto Aldo baciarla a fine lezione in pineta. Tanto era bastato per soffocare quel primo fuoco sotto le ceneri.
Gigi è un buono, timido e taciturno.
Quella sera, in albergo, a cena con gli altri, i due gemelli gli riempiono il bicchiere di Frascati, e lui all’inizio lo annacqua ma poi non gli riesce più.
Non sono ancora le ventidue che gli amici devono portarlo di peso in camera e aiutarlo a mettersi il pigiama e coricarsi in branda: tempo due minuti e s’addormenta.
I due escono e incrociano Silvana, la simpatica inserviente che hanno visto prendere servizio al piano quando sono arrivati e che ora, dopo aver servito in cucina, smonta dal lavoro. Ha appena lasciato la divisa nella stanza di disimpegno e chiamato l’ascensore. Ci scambiano qualche battuta e, al momento di scendere con lei, Aldo dice al fratello che ha dimenticato di prendere la giacca per fare due passi. Ha un’idea, il birbone.
- Cosa credi di fare? - lo sgrida Luca mentre lo vede armeggiare con una graffetta aperta nella serratura della stanza di servizio.
- Prendo in prestito il passepartout di Silvana. Non le serve fino a domani.
- Nooooo!
- Senti, fra’. Gigi è un peso piuma. Tutte le stanze sono vuote, compresa la 308. Solleviamo la branda con lui sopra che non si sveglierà, ci scommetto che fa un sonno filato. Lo spostiamo lì. Guardiamo che non ci siano già tre posti. No! …
- Io non mi prendo la responsabilità ufficiale, solo quella in subordine – ride Luca.
- Dopo che abbiamo fatto, torniamo giù per fare due passi con gli altri e saliremo quando si ritireranno tutti. - dice Aldo mentre batte il cinque col fratello.
E’ quasi mezzanotte quando i prof responsabili salgono per ultimi al terzo piano. Bruno invita Claretta a bere un goccetto dal suo frigo-bar. Lei tentenna un po’ nel corridoio deserto e fiocamente illuminato, davanti alla sua camera, ma lui le prende la mano con decisione, mentre la guarda con occhi ardenti e le fa strada sino alla camera 317.
E’ l’alba. Un vago chiarore si diffonde nella camera quando una Claretta sognante, in stato di trance, apre la porta della stanza 308. Gigi si gira sulla branda, subito desto e con la frase pronta sulle labbra:
- E’ questa l’ora di arrivare?
Lei accende la luce e si mette a urlare, in piena confusione.
Tempo un amen e arrivano tutti, mentre più voci concitate si accavallano.
- Tu, Berretta?
- Ma è camera mia!
- Con un alunno!?
- Prof, ma lo vede solo adesso?
- Chi è stato?
Gli sguardi che si rivolgono tutti, meno uno, degli astanti accorsi, si domandano, sbacaliti :
- Dove ha dormito la prof stanotte?
[MI 170] Gita scolastica
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Ultima modifica di Poeta Zaza il dom giu 19, 2022 6:30 pm, modificato 2 volte in totale.