La mia storia inizia a giugno 2019, quando decido di mettere sotto forma di romanzo un racconto breve che nel 2015 ha vinto un premio regionale. A novembre metto il punto finale al dattiloscritto, lo revisiono e scopro su internet la possibilità di vincere una valutazione gratuita con un editor/autore che ha una certa esperienza nel settore dell'autopubblicazione. Mando il mio estratto di 25 pagine, incrociando le dita. Il giorno dopo? Mi arriva la tanto attesa email, nella quale l’editor ritiene il mio lavoro: “il più meritevole, tra quelli ricevuti, di ricevere la valutazione gratuita”. Che gioia!
Dopo due mesi, tra ritardi e impegni vari dell’editor/autore (sta mettendo a disposizione il suo tempo per me gratuitamente, non posso aspettarmi chissà cosa!), mi arriva la tanto attesa valutazione, che (pensate un po’!) demolisce tutto il mio lavoro. Le uniche cose salvabili? L’idea e alcune cosette sul world building. Svilita, ma con tanta voglia di imparare, gli chiedo un preventivo per lavorare fianco a fianco con lui. Si scopre che dovrei spendere circa 1500-1800 euro. Non disponendo di una tale somma, con la morte nel cuore, metto da parte il mio forte desiderio di lavorare con un professionista.
Mi rimbocco le maniche e nel mio piccolo cerco di revisionare il mio romanzo, per poi farmelo valutare gratuitamente presso un’agenzia letteraria e un altro editor. Siamo a marzo 2020.
Il giorno in cui ricevo le valutazioni, magia delle magie, i commenti sono entusiasti! Addirittura, mi viene consigliato di non spendere in alcun editing, ma in una semplice correzione di bozze. Sono un po’ scettica, perché non mi sembra possibile che un’esordiente come me non abbia bisogno di aiuto, quando perfino i professionisti hanno tutto un loro team di editor a disposizione.
Cerco ancora su internet. Trovo una editor che chiede solo 1 euro a cartella. Tento con lei un editing di prova. Il risultato? Ni… nel senso che mi consiglia degli spunti interessanti, ma nel contempo è un po’ vaga su dei problemi strutturali della trama. Laddove gli ingranaggi non girano bene, si limita a scrivere cose del tipo: “questo è un errore di ingenuità! Fai attenzione!”, senza dirmi cosa debba effettivamente fare per aggirare questo problema, per esempio: “se anticipi questo elemento a pagina X, poi non diventa un deus ex machina a pagina Y”. Inoltre, sorvola sulle mie mancanze stilistiche (come la tendenza di descrivere ogni azione che i personaggi compiono mentre parlano), e non si accorge di un refuso abbastanza imbarazzante (si passa dal “voi” al “lei” durante un dialogo).
Molto confusa, mi affido a Ioscrittore 2020. Almeno i miei beta reader mi chiariranno i dubbi, no? Invece, alcuni mi insultano a livello personale (nel mio cuore rimarrà sempre la tizia che mi definiva una “papponA” ), altri mi scrivono cose del tipo: “il miglior incipit che abbia mai letto!”; “sebbene il genere di riferimento non sia di mio gradimento, questo incipit mi ha totalmente rapito!”.
Mi avvalgo di un’ultima valutazione gratuita da parte di un’altra agenzia letteraria, che mi conferma che il testo non ha bisogno di interventi gravi, ma mi consiglia di utilizzare più descrizioni. A questo punto, stanca, mi iscrivo a un corso di scrittura creativa tenuto da un autore molto famoso, che ha pubblicato con delle grandi case editrici.
I soldi sono ben spesi, perché ho modo di imparare tantissimo. Mi rimetto dunque un’ultima volta a rieditare il mio romanzo e ad aprile 2021, oltre a iniziare a mandarlo a diverse case editrici, mi affido di nuovo a Ioscrittore 2021 La Vendetta.
Ancora una volta, i giudizi sono diametralmente opposti! Del tipo: “troppe descrizioni inutili e insulse”, “le descrizioni sono brevi e non appesantiscono la storia”; “i dialoghi e i personaggi sono inverosimili”, “buona caratterizzazione dei personaggi e i dialoghi danno il giusto ritmo alla vicenda”; “l’autore può ancora maturare il suo stile”, “nonostante questi problemi, una cosa è certa: l’autore SA PROPRIO come si scrive!”. Tutti però sono d’accordo su una cosa: “mi piacerebbe sapere come andrà a concludersi questa vicenda!”.
Almeno in questo momento ho la certezza di aver scritto qualcosa di interessante. Contatto subito l’autore famoso con il quale avevo seguito quel corso di scrittura, esprimendogli la mia perplessità sui giudizi contrastanti e se sia possibile riprendere con lui le lezioni, ma private questa volta. In un primo momento mi scrive: “Sì, sì! Certo!”, poi: “Rimandiamo alla settimana prossima, che ho la casa piena di operai che mi stanno rifacendo i bagni!”, infine sparisce.
Io mi sento così svilita che non ho più voglia di rimettermi a rieditare per la sesta volta, e continuo a cercare delle case editrici.
Oggi
A marzo 2022 ho già mandato il mio dattiloscritto a circa 30 editori (tutti rigorosamente non a pagamento). Pochissimi si sono dimostrati interessati a chiedermi il romanzo completo. A ottobre 2021, c’è stato uno (consigliatomi da tantissimi autori, perché considerato molto serio) che mi ha scritto un’email entusiasta, chiedendomi subito il dattiloscritto completo. Ha continuato nel messaggio: “in breve tempo Le fornirò un riscontro, anche negativo”. Secondo voi mi ha più risposto?Un altro editore è più onesto: molto interessato anche lui, ma mi scrive che se non riceverò una risposta entro maggio 2022, la valutazione sarà senz’altro negativa.
Gli altri, di quelli interessati, mi scrivono cose del tipo: “purtroppo, causa pandemia, siamo costretti a ridurre il numero delle nostre pubblicazioni!”. Penso che sia una scusa per dirmi che in realtà il mio lavoro non è valido, ma concedo loro il beneficio del dubbio, e rispondo ringraziandoli del tempo speso nella valutazione.
Poi arriva lei, quella che ho soprannominato: “La casa editrice sincera”. Sul loro sito scrivono una cosa del tipo: “a prescindere dalla valutazione, risponderemo a tutti con un feedback di qualità, dandovi spunti utili per migliorare la vostra storia! Siamo qui apposta! ” Mando a loro il dattiloscritto, pensando: “Bene! Finalmente saprò il perché di questi 30 rifiuti!”. Dopo un mese e mezzo, copio e incollo il feedback di qualità qui sotto:
abbiamo letto con attenzione il suo manoscritto e, purtroppo, abbiamo valutato di non procedere alla pubblicazione. Per quanto le intenzioni siano più che apprezzabili e assolutamente in linea con i nostri valori, abbiamo trovato la resa insufficiente.
Questo è il feedback di qualità! Quello che avrebbe dovuto darmi le dritte giuste per migliorare la mia storia…
Ma adesso non mi voglio rassegnare, e rispondo loro chiedendo la “seconda parte del feedback di qualità”, perché le parole “resa insufficiente” non mi sembrano un feedback costruttivo, ma solo un modo molto sincero di dire: “il tuo romanzo fa talmente schifo che non merita neanche di essere commentato”.
Gentilissimi,
vi ringrazio ugualmente per avermi fornito il vostro responso. Apprezzo molto la cura e l’attenzione per il lavoro che svolgete.
So che il tempo a vostra disposizione è poco, perché impegnato nella valutazione di tantissimi racconti e di manoscritti, ma vi sarei sinceramente grata se mi poteste spiegare il motivo di una resa insufficiente.
Sono estremamente convinta che la vostra critica costruttiva e sincera potrebbe essermi d'aiuto.
Al momento, non ho ancora ricevuto nessuna risposta.
Conclusione
Cosa consigliereste in base alla vostra esperienza?
Investire in un’editor freelance e tentare l’autopubblicazione? Ma chi scegliere? E quanto costerebbe? Un professionista DEVE essere giustamente pagato. Ma il mio budget è di 800 euro, e non credo che con una tale cifra si possa fare un lavoro certosino. E poi non ho abbastanza esperienza per autopubblicarmi e promuovermi in modo efficace. Temo che così facendo mi bruci il dattiloscritto. Inoltre, ho letto di editor che si vantano di riportarti in una pagina sola 72 commenti. Solo io trovo veramente svilente questa cosa? Per quanto il tuo lavoro abbia bisogno di fare un salto di qualità, non si rischia anche un blocco creativo?
Tentare con qualche agenzia letteraria?
Partecipare a qualche fiera del libro e lasciare il mio dattiloscritto presso i vari stand? Ma in questo modo non c'è il rischio di incontrare anche editori a pagamento?
Tentare i concorsi di scrittura per esordienti? Ma servono davvero? Oppure, per quanto nascano per "esordienti", in realtà vincono solo autori di una certa esperienza?
Chiedere al libraio di fiducia se conosce qualche casa editrice piccola ma onesta? Per quest'ultima opzione ci ho già tentato e, sebbene fossi sua cliente abituale e gli avessi chiesto consiglio con la massima umiltà ed educazione, questo mi ha quasi fatto una partaccia davanti ai clienti (manco stessi elemosinando nel suo negozio!), e ha trattenuto anche 5 euro da me per ordinare un libro di una casa editrice piccolina, che non è mai arrivato sul suo scaffale, o comunque non ho mai ricevuto una telefonata di notifica, perfino quando gli ho chiesto di essere rimborsata (sempre con la massima educazione, tengo a sottolineare).
Sì, ora anche il mio libraio di fiducia è diventato un mio nemico, ma vi rendete conto della mia situazione?