Commento
Traccia 1 - Speranza
Diapason umano
Dormiva
In cima al dente di cigno
nel suo letargo fertile
l'orso umano
di gesti accaduti accadenti d'avvenire
Sarà
il sogno germogliante
a ricondurre la luce nella terra sonora
Vibrerà
nelle ossa di cristallo
Il canto onirico del giorno da svegli
E il silenzio destava-non-svegliava l'oggi apparso nel sogno soffuso caduto nel rialzarsi d'un domani sul respiro d'abisso infinito.
Il tempo vegliava sul diamante incantato che si sarebbe dischiuso.
Re: [LP18] Diapason umano
2@Anglares, carissimo, che emozione trovarti in gara, proprio nel mezzo della festa per il diciottesimo della tua creatura.
Ormai ho imparato a conoscere la tua modalità di poetare – che sempre mi apre dinanzi immagini potenti, ricordi? Ut pictura poesis –, così intimamente collegata al surrealismo. Davvero tu riesci a mettere nero su bianco le impressioni fugaci che un testo ti provoca, e a trasformare pertanto l'emozione in un "lampo".
Veniamo alla tua poesia.
Il titolo ne apre le porte con regalità: il diapason, semplice barretta di acciaio, sa innescare una vibrazione di suono purissimo, ed è strumento su cui gli altri si accordano. L'accostamento con l'aggettivo "umano" lo rende qui ancora più prezioso: come nell'assunto di Protagora "l'uomo è misura di tutte le cose" la verità oggettiva è messa in discussione, qui nell'espressione "diapason umano" non solo l'uomo è chiamato a farsi carico del suo agire, ma questo suo farsi carico si ammanta di fiducia nel futuro, di certezza di vittoria. Non oggi, non domani, ma quando i tempi saranno maturi perché "il diamante incantato" si schiuda.
Due elementi soprattutto mi hanno colpito in modo estremamente positivo nel tuo testo: 1) l'ottimismo niente affatto ingenuo, bensì vivificante, e basato sul fatto che, anche se a passi minuscoli, l'uomo procede senza sosta verso una consapevolezza di sé e del mondo sempre più stratificata e profonda; 2) la modalità che hai trovato per veicolare questo messaggio di ottimistica speranza: un lessico che gioca con la trasparenza delle parole e con la loro "durezza", come ad esempio "germogliante", "cristallo", "diamante"; l'uso ingegnoso del futuro ("sarà", "vibrerà"), che rimanda a un tempo non ancora visibile; il richiamo ripetuto al mondo onirico, in cui si svolge gran parte della vita degli uomini.
Interessante anche la cornice degli imperfetti che racchiude i futuri, quasi a dire che tutto si svolge-si svolgeva-si svolgerà sincronicamente e diacronicamente insieme (la fisica quantistica fa molto riflettere al riguardo), e che non c'è da temere, perché il "letargo" è "fertile", "il sogno" è "germogliante", e sulla "terra sonora" la luce tornerà a risplendere. E sarà una luce abbagliante, perché si rifletterà mille e mille volte nelle limpide facce del "diamante incantato".
È una poesia che mi ha dato molta soddisfazione.
Ti ringrazio e ti saluto.
Ormai ho imparato a conoscere la tua modalità di poetare – che sempre mi apre dinanzi immagini potenti, ricordi? Ut pictura poesis –, così intimamente collegata al surrealismo. Davvero tu riesci a mettere nero su bianco le impressioni fugaci che un testo ti provoca, e a trasformare pertanto l'emozione in un "lampo".
Veniamo alla tua poesia.
Il titolo ne apre le porte con regalità: il diapason, semplice barretta di acciaio, sa innescare una vibrazione di suono purissimo, ed è strumento su cui gli altri si accordano. L'accostamento con l'aggettivo "umano" lo rende qui ancora più prezioso: come nell'assunto di Protagora "l'uomo è misura di tutte le cose" la verità oggettiva è messa in discussione, qui nell'espressione "diapason umano" non solo l'uomo è chiamato a farsi carico del suo agire, ma questo suo farsi carico si ammanta di fiducia nel futuro, di certezza di vittoria. Non oggi, non domani, ma quando i tempi saranno maturi perché "il diamante incantato" si schiuda.
Due elementi soprattutto mi hanno colpito in modo estremamente positivo nel tuo testo: 1) l'ottimismo niente affatto ingenuo, bensì vivificante, e basato sul fatto che, anche se a passi minuscoli, l'uomo procede senza sosta verso una consapevolezza di sé e del mondo sempre più stratificata e profonda; 2) la modalità che hai trovato per veicolare questo messaggio di ottimistica speranza: un lessico che gioca con la trasparenza delle parole e con la loro "durezza", come ad esempio "germogliante", "cristallo", "diamante"; l'uso ingegnoso del futuro ("sarà", "vibrerà"), che rimanda a un tempo non ancora visibile; il richiamo ripetuto al mondo onirico, in cui si svolge gran parte della vita degli uomini.
Interessante anche la cornice degli imperfetti che racchiude i futuri, quasi a dire che tutto si svolge-si svolgeva-si svolgerà sincronicamente e diacronicamente insieme (la fisica quantistica fa molto riflettere al riguardo), e che non c'è da temere, perché il "letargo" è "fertile", "il sogno" è "germogliante", e sulla "terra sonora" la luce tornerà a risplendere. E sarà una luce abbagliante, perché si rifletterà mille e mille volte nelle limpide facce del "diamante incantato".
È una poesia che mi ha dato molta soddisfazione.
Ti ringrazio e ti saluto.
Re: [LP18] Diapason umano
3Ciao @Anglares
non avevo ancora letto niente di tuo e mi ha fatto molto piacere poterlo fare in questa occasione.
Non sono riuscita a cogliere appieno il significato profondo dei tuoi versi, anche se ne ho percepito la potenza espressiva.
Ho letto più e più volte e alla fine ho smesso di cercare e mi sono lasciata trasportare dal ritmo e dalle immagini.
È stato un viaggio onirico, a tratti scomodo ma comunque appagante.
Il tono è quasi quello di un mantra, ho pensato alla voce guida di una meditazione, ho immaginato una musica senza accordi. Suoni ancestrali, all’inizio del tempo quando il Tutto era una sola entità. Il titolo che hai scelto è denso e fornisce la chiave per affrontare il testo. Una nota che produce una vibrazione in grado di dare inizio al viaggio terreno con la speranza di ritrovare un giorno la purezza e lo splendore dell’unità primordiale.
Scusa se ho male interpretato.
non avevo ancora letto niente di tuo e mi ha fatto molto piacere poterlo fare in questa occasione.
Non sono riuscita a cogliere appieno il significato profondo dei tuoi versi, anche se ne ho percepito la potenza espressiva.
Ho letto più e più volte e alla fine ho smesso di cercare e mi sono lasciata trasportare dal ritmo e dalle immagini.
È stato un viaggio onirico, a tratti scomodo ma comunque appagante.
Il tono è quasi quello di un mantra, ho pensato alla voce guida di una meditazione, ho immaginato una musica senza accordi. Suoni ancestrali, all’inizio del tempo quando il Tutto era una sola entità. Il titolo che hai scelto è denso e fornisce la chiave per affrontare il testo. Una nota che produce una vibrazione in grado di dare inizio al viaggio terreno con la speranza di ritrovare un giorno la purezza e lo splendore dell’unità primordiale.
Scusa se ho male interpretato.
Re: [LP18] Diapason umano
4Anglares wrote: Traccia 1 - SperanzaIn senso figurato, associato alla speranza, il diapason umano si fa metafora di un suono corale al vertice che sa riecheggiare la volontà umana di
Diapason umano
"ricondurre la luce" - "vibrando sulle ossa di cristallo" (i resti delle vittime mischiati ai resti delle finestre delle due torri) che si fanno cassa di risonanza
del forte messaggio di speranza di luce e di giustizia.
Questo ho inteso dalla tua non semplice poesia, e apprezzo come hai esposto questo messaggio.
La prima strofa, invece, mi risulta di difficile interpretazione.
Il "diamante incantato" del finale sarà il bene che trionferà? Ma perché incantato?
Grazie di essere tra noi, @Anglares

Re: [LP18] Diapason umano
5@Ippolita bentrovata.
Mi sembrava un'occasione buona per partecipare.
Ho considerato come elementi della traccia la speranza appunto, e traslando la parola "immagina" in "sogna" ho spostato il tema su un campo più visionario. Il sogno, la sinestesia e il Surrealismo sono argomenti a me familiari, quindi ecco il risultato.
Trovo interessante la tua lettura e soprattutto il passaggio:
Grazie per la tua lettura.

Mi sembrava un'occasione buona per partecipare.
Ho considerato come elementi della traccia la speranza appunto, e traslando la parola "immagina" in "sogna" ho spostato il tema su un campo più visionario. Il sogno, la sinestesia e il Surrealismo sono argomenti a me familiari, quindi ecco il risultato.
Trovo interessante la tua lettura e soprattutto il passaggio:
Ippolita wrote: E sarà una luce abbagliante, perché si rifletterà mille e mille volte nelle limpide facce del "diamante incantato".L'immagine mi richiama il finale della "Lettera alle veggenti" di Breton. Testo che esercita una grande influenza sulla mia scrittura.
Grazie per la tua lettura.
Re: [LP18] Diapason umano
6@@Monica ciao.
Da tempo trovo poco tempo per scrivere, in effetti su CdM non avevo ancora postato nulla.
Comprendo il senso di fatica nella lettura. Cerco una condizione d'abbandono delle "difese razionali" nella lettura. Proprio per questo tento di portare chi legge a vivere delle suggestioni senza troppi appigli logici. Da questo punto di vista sono comprensibili i tuoi richiami a una musica o a un mantra.
Grazie per il passaggio.
Da tempo trovo poco tempo per scrivere, in effetti su CdM non avevo ancora postato nulla.
Comprendo il senso di fatica nella lettura. Cerco una condizione d'abbandono delle "difese razionali" nella lettura. Proprio per questo tento di portare chi legge a vivere delle suggestioni senza troppi appigli logici. Da questo punto di vista sono comprensibili i tuoi richiami a una musica o a un mantra.
Grazie per il passaggio.
Re: [LP18] Diapason umano
7Ciao @Poeta Zaza
Nei miei versi non avevo pensato a riferimenti agli eventi dell'undici settembre. Nulla toglie che qualcuno possa leggerceli.
Il diamante è incantato per tenere fede al registro onirico del componimento. Riguardo la prima strofa introduce al sogno e dovresti provare ad abbandonarti alle suggestioni che crea; credo che sarebbe inutile spiegarne le parole.
Grazie per la tua lettura.
Nei miei versi non avevo pensato a riferimenti agli eventi dell'undici settembre. Nulla toglie che qualcuno possa leggerceli.
Il diamante è incantato per tenere fede al registro onirico del componimento. Riguardo la prima strofa introduce al sogno e dovresti provare ad abbandonarti alle suggestioni che crea; credo che sarebbe inutile spiegarne le parole.
Grazie per la tua lettura.
Re: [LP18] Diapason umano
8Anglares wrote: Diapason umanoPoesia dal melodioso ermetismo, quasi una nenia. Il tempo è e sarà il protagonista principale nel vissuto dell'uomo, vegliando sul suo sonno così come sul suo operato è l'unico in grado di svelargli il futuro, qualunque esso sia. Le immagini che ci regali non sono di semplice lettura e ognuno di noi potrà dare la propria interpretazione. Suscita strane sensazione stimolando il lettore alla ricerca di un senso, un significato profondo. E non è forse questo il fine di una poesia?
Re: [LP18] Diapason umano
9Anglares wrote: Diapason umanoPoesia dal melodioso ermetismo, quasi una nenia. Il tempo è e sarà il protagonista principale nel vissuto dell'uomo, vegliando sul suo sonno così come sul suo operato è l'unico in grado di svelargli il futuro, qualunque esso sia. Le immagini che ci regali non sono di semplice lettura e ognuno di noi potrà dare la propria interpretazione. Suscita strane sensazione stimolando il lettore alla ricerca di un senso, un significato profondo. E non è forse questo il fine di una poesia?
Re: [LP18] Diapason umano
10Anglares wrote: DormivaCiao @Anglares, ho capito che non vuoi dare un significato particolare a questo tuo scritto, ma mi ha impressionata molto e ci ho pensato tanto per cui adesso dovrai sorbirti la mia lettura.
In cima al dente di cigno
nel suo letargo fertile
l'orso umano
di gesti accaduti accadenti d'avvenire

La prima strofa è bellissima. Ho immaginato l'orso umano, quindi imponente, denso, pesante, pericoloso che è in letargo, inattivo, a riposo e invece no: il suo letargo è ricco di ciò che ha fatto, fa e farà, perché sta sognando. E dove riposa questa creatura? Sul dente di un cigno! Sono andata a cercare un'immagine del dente, perché non ne sospettavo l'esistenza e ho scoperto che è microscopico, e la tua creatura vi riposa sulla cima! È un'immagine fantastica che ha ribaltato le dimensioni di ciò che avevo immaginato. Io vi ho letto una metafora dell'uomo che ha grandi sogni, tante cose da realizzare, pianificate o no e che raccoglie le forze per realizzarle senza rendersi conto che non è poi così forte e dorme su un dente di cigno.
Anglares wrote: SaràQui forse siamo a metà strada tra il sonno e la veglia, dove il sogno lascerà il posto al canto del giorno che vibrerà nelle ossa di cristallo. Il cristallo così limpido, risonante e anche così fragile! Al risveglio l'essere umano è ancora così fragile.
il sogno germogliante
a ricondurre la luce nella terra sonora
Vibrerà
nelle ossa di cristallo
Il canto onirico del giorno da svegli
Anglares wrote: E il silenzio destava-non-svegliava l'oggi apparso nel sogno soffuso caduto nel rialzarsi d'un domani sul respiro d'abisso infinito.E non è ancora così sveglio, probabilmente si risveglierà domani quando si rialzerà poco prima di finire in un abisso senza fine. Sembra un messaggio di allarme.
Anglares wrote: Il tempo vegliava sul diamante incantato che si sarebbe dischiuso.E qui ho ricevuto un messaggio di speranza. Sarà il tempo a trasformare la natura umana da cristallo in diamante, luminoso, duro, resistente, di qualità superiore e si dischiuderà, rivelandosi.
Bella e stimolante. Non so se ho ben compreso ma il viaggio è stato bello. Grazie ^_^
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars
Re: [LP18] Diapason umano
11@Adel J. Pellitteri ciao, grazie per aver condiviso le tue impressioni.
Adel J. Pellitteri wrote: Suscita strane sensazione stimolando il lettore alla ricerca di un senso, un significato profondo. E non è forse questo il fine di una poesia?Credo che una poesia sia viva se attiva un processo creativo in chi legge, quindi sì, cerco sempre di tirare dentro il lettore. Se non altro per fargli tirare le conclusioni riguardo le immagini tratteggiate.
Re: [LP18] Diapason umano
12@ElmoInverso ciao,
La prima strofa è un classico ritratto surrealista che leggendo il tuo commento hai metabolizzato bene.
Se sono riuscito a stimolare la tua immaginazione ho raggiunto lo scopo.
Grazie per il passaggio.
La prima strofa è un classico ritratto surrealista che leggendo il tuo commento hai metabolizzato bene.
Se sono riuscito a stimolare la tua immaginazione ho raggiunto lo scopo.
Grazie per il passaggio.
Re: [LP18] Diapason umano
13Chiedo Venia @Anglares ma non avevo mai letto nulla di tuo, or son felice di averlo fatto.
Il ritmo e le immagine mi son sembrate davvero surrealiste che un po' si sposano anche con il mio appagamento espressivo artistico.
Il viaggio che ha cullato la lettura del tuo componimento è stato ritmico ed espressivo.
Grazie per questo dono poetico: così riesco a definirlo.
Il ritmo e le immagine mi son sembrate davvero surrealiste che un po' si sposano anche con il mio appagamento espressivo artistico.
Il viaggio che ha cullato la lettura del tuo componimento è stato ritmico ed espressivo.
Grazie per questo dono poetico: così riesco a definirlo.
Re: [LP18] Diapason umano
14cuissineHugo wrote: Grazie per questo dono poetico: così riesco a definirlo.@cuissineHugo grazie a te per la lettura e per aver condiviso le tue impressioni.
Re: [LP18] Diapason umano
15Ciao @Anglares,
mi accosto con qualche esitazione a questa tua poesia sulla Speranza, sia perché è la prima volta che ti commento, sia perché mi accorgo che tu hai uno stile tuo, fortemente caratterizzato, quindi immagino anche profondamente meditato e convinto dei propri mezzi, anche se non immediatamente accessibile (almeno così a me sembra). In ogni caso è una poesia di tono "elevato", che nella scelta accurata dei termini si distingue da tutte le altre che qui partecipano (specialmente la mia, che non è altro che un "lampo" informe e grezzo questa volta, perché proprio non ho saputo fare di meglio).
Prima ti dico le mie impressioni "immediate - spontanee":
[/font][/font]C'è poi quel forte ossimoro non spiegato e per me difficile da intuire (se non forse nel senso che il sonno di prima era un dormiveglia)
Il senso finale è chiaro:
Ora ho forse esagerato con gli approfondimenti, sicché magari le riflessioni al di là dell'"immediato - spontaneo" che avevo promesso, le metterò in un successivo commento, se quello che ho scritto finora tu lo troverai pertinente e non del tutto fuori luogo.
In ogni caso, complimenti, una bella prova di immaginazione e un inno alla speranza comunque.
Ciao
mi accosto con qualche esitazione a questa tua poesia sulla Speranza, sia perché è la prima volta che ti commento, sia perché mi accorgo che tu hai uno stile tuo, fortemente caratterizzato, quindi immagino anche profondamente meditato e convinto dei propri mezzi, anche se non immediatamente accessibile (almeno così a me sembra). In ogni caso è una poesia di tono "elevato", che nella scelta accurata dei termini si distingue da tutte le altre che qui partecipano (specialmente la mia, che non è altro che un "lampo" informe e grezzo questa volta, perché proprio non ho saputo fare di meglio).
Prima ti dico le mie impressioni "immediate - spontanee":
Anglares wrote: In cima al dente di cignoè un'espressione letteralmente irreale (i cigni non hanno denti) e perciò, nell'intenzione, immagino "surreale". Con il surreale, io penso, bisogna andarci cauti perché evoca qualcosa che è nel subconscio, e qui si va a rischio: cosa evoca nel mio subconscio? Forse l'immagine di uno stelo bianco lattiginoso che si protende verso il cielo, sopra il quale
Anglares wrote: l'orso umanoQui pretendi forse troppo dalla mia fantasia; io mi immagino questo orso che dorme in bilico sopra uno spuntone di materia dentale lattiginosa, e allora cerco di visualizzarlo come in una pittura; però aggiungi
Anglares wrote: nel suo letargo fertilee qui rischio di andare in panne; dunque tu evochi l'umanità come un orso in letargo, dipingi questo letargo come "fertile" (di sogni, credo, idee) e come rimuginìo (come appunto nei sogni) del passato e del futuro. Va bene, mi dico: però faccio fatica ad immaginare l'umanità così; vorrà dire che sto ad ascoltare, e vediamo cosa verrà dopo.
...
di gesti accaduti accadenti d'avvenire
Anglares wrote: SaràQuindi il sogno porterà luce (che adesso, evidentemente, non c'è) di speranza (non lo dici qui, ma è nella traccia). Di passaggio trovo difficoltà a interiorizzare "[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]la terra sonora" e "[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]le ossa di cristallo" che mi assomigliano vagamente a quelle che la mia prof di italiano, tanti anni fa, chiamava "espressioni esornative".
il sogno germogliante
a ricondurre la luce nella terra sonora
Vibrerà
nelle ossa di cristallo
Il canto onirico del giorno da svegli
[/font][/font]C'è poi quel forte ossimoro non spiegato e per me difficile da intuire (se non forse nel senso che il sonno di prima era un dormiveglia)
Anglares wrote: destava-non-svegliava
Anglares wrote: l'oggi apparso nel sogno soffuso caduto nel rialzarsi d'un domanicon quest'altro che lo incalza e non è meno duro (cioè, mentre si rialza, cade?).
Il senso finale è chiaro:
Anglares wrote: Il tempo vegliava sul diamante incantato che si sarebbe dischiuso.però per me è decisamente troppo ottimistico perché (se vogliamo andare sul pesante!) in un certo senso ammicca all'assioma idealistico (Hegel e così via) per cui "finché c'è vita c'è speranza" e un giorno verranno "le magnifiche sorti e progressive", in una situazione (come l'attuale; ma quale non lo è?) in cui la speranza è incerta, confusa, lì lì per scomparire, e allora (dico io) non si tratta di professare una aspettativa cieca nell'avvenire quanto piuttosto di alimentarla, questa speranza.
Ora ho forse esagerato con gli approfondimenti, sicché magari le riflessioni al di là dell'"immediato - spontaneo" che avevo promesso, le metterò in un successivo commento, se quello che ho scritto finora tu lo troverai pertinente e non del tutto fuori luogo.
In ogni caso, complimenti, una bella prova di immaginazione e un inno alla speranza comunque.
Ciao

Re: [LP18] Diapason umano
16ciao @Anglares .
Sicuramente un componimento ardito e per una certa nicchia di appassionati della poesia
Io vorrei però lasciare perdere ogni commento sul significato delle tue parole e esprimerti invece quello che più mi ha colpito, ossia l'organizzazione dei versi. Credo che qui stia la nota migliore. Certo sulla carta traspare questa ricercata struttura, anche se poi, nella lettura a voce, niente avrebbe di particolare. Però anche l'originalità della composizione grafica ha il suo fascino..Spero che tu mi abbia capito... ciao @Anglares e grazie di aver partecipato... questa volta hai dovuto fare gli onori di casa...
Sicuramente un componimento ardito e per una certa nicchia di appassionati della poesia

Io vorrei però lasciare perdere ogni commento sul significato delle tue parole e esprimerti invece quello che più mi ha colpito, ossia l'organizzazione dei versi. Credo che qui stia la nota migliore. Certo sulla carta traspare questa ricercata struttura, anche se poi, nella lettura a voce, niente avrebbe di particolare. Però anche l'originalità della composizione grafica ha il suo fascino..Spero che tu mi abbia capito... ciao @Anglares e grazie di aver partecipato... questa volta hai dovuto fare gli onori di casa...

Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [LP18] Diapason umano
17Ciao @Gianfranco P ,
La tua analisi è un efficace esempio del processo mentale a cui guarda il primato dell'immaginazione. Qualcuno ha parlato anche di demone dell'analogia, comunque si tratta di portare il linguaggio a mettere sotto scacco l'intelletto. È qualcosa di più profondo della ricerca di ossimori, si tratta di creare sincretismi, sinestesie e costrutti che creano un cortocircuito logico. L'intelletto rifiuta le immagini concettualizzate che l'immaginazione stimolata dalla lettura gli offre. Questo cortocircuito mette a nudo il potere creativo dell'immaginazione. Non c'è, o non necessariamente, un rapporto di identità tra le mie parole e le immagini prodotte nella lettura, eppure queste stimolano, proprio come un diapason, la produzione di immagini. Questa produzione verte inevitabilmente nella direzione del tema della poesia, le immagini che affiorano non fanno altro che mostrare un ordine di pensieri che era sommerso, ma è un ordine che appartiene al lettore; le parole della poesia non servono che a scardinare le difese razionali che ci portano ad affrontare un argomento secondo quella che la nostra coscienza, il modo in cui ci consideriamo e che tende a posizionarci.
La poesia dovrebbe farci provare quell'ebbrezza che si sperimenta quando ci viene tolpo il supporto su cui camminiamo e anche per un breve attimo sperimentiamo il brivido del volo.
Riguardo l'ultimo verso hai ragione, è quello che avrebbe bisogno di una maggiore limatura, ha un tono rassicurante e riappacificante dopo la scossa dei versi precedenti. Ma il tempo del lampo non mi ha permesso di affinarlo ulteriormente. Credo comunque leggerci in testi non troppo rifiniti sia un buon esercizio.
La tua analisi è un efficace esempio del processo mentale a cui guarda il primato dell'immaginazione. Qualcuno ha parlato anche di demone dell'analogia, comunque si tratta di portare il linguaggio a mettere sotto scacco l'intelletto. È qualcosa di più profondo della ricerca di ossimori, si tratta di creare sincretismi, sinestesie e costrutti che creano un cortocircuito logico. L'intelletto rifiuta le immagini concettualizzate che l'immaginazione stimolata dalla lettura gli offre. Questo cortocircuito mette a nudo il potere creativo dell'immaginazione. Non c'è, o non necessariamente, un rapporto di identità tra le mie parole e le immagini prodotte nella lettura, eppure queste stimolano, proprio come un diapason, la produzione di immagini. Questa produzione verte inevitabilmente nella direzione del tema della poesia, le immagini che affiorano non fanno altro che mostrare un ordine di pensieri che era sommerso, ma è un ordine che appartiene al lettore; le parole della poesia non servono che a scardinare le difese razionali che ci portano ad affrontare un argomento secondo quella che la nostra coscienza, il modo in cui ci consideriamo e che tende a posizionarci.
La poesia dovrebbe farci provare quell'ebbrezza che si sperimenta quando ci viene tolpo il supporto su cui camminiamo e anche per un breve attimo sperimentiamo il brivido del volo.
Riguardo l'ultimo verso hai ragione, è quello che avrebbe bisogno di una maggiore limatura, ha un tono rassicurante e riappacificante dopo la scossa dei versi precedenti. Ma il tempo del lampo non mi ha permesso di affinarlo ulteriormente. Credo comunque leggerci in testi non troppo rifiniti sia un buon esercizio.