Laboratorio: Conflitti
[LAB 16] Un rapporto da dipendente
Ci sono coppie che non dovrebbero mai formarsi.
Le più famose le conosci dal mondo letterario o dal mondo della cronaca nera di tutti i tempi.
Ma io parlo di coppie che si formano sul lavoro, tra non pari. Come la mia, che sono Dario, alle dipendenze dell'avvocato Primo.
Ecco la nostra storia, dall'alba al tramonto del rapporto.
2 aprile - Primo
Io sono Primo, il tuo datore di lavoro, tu sei l’esecutore dei miei ordini.
L’apparenza è il novanta per cento per far risaltare una buona sostanza al dieci. La poltrona del capo è come il trono per il re. Il tuo primo compito è di curare la manutenzione della mia poltrona in pelle nera: questa. Ai braccioli non si devono vedere le grinze per l’uso. La devi allisciare dappertutto, spalmandole a carezze questa crema per il corpo, che fa bene anche a questa, di pelle, e la lascia vellutata. Lo dicono sul Web.
Il tuo secondo compito è assistermi per segnalarmi eventuali errori... Ergo, devi studiare le pratiche dei clienti indipendentemente da me e, se trovi disparità di vedute, me le fai presenti. Terzo compito: i meriti sono miei, tuoi i demeriti.
2 aprile - Dario
Sapevo dalla firma dell'impiego di cosa si trattava, ma "pecunia non olet" e almeno è il mio ramo. Cercherò di arginare l'imbecillità datoriale con un silenzio espressivo il giusto, o con un po' di sarcasmo d'élite che lui non afferri: almeno spero.
5 aprile - Primo
Prima di te, avevo uno sfaticato che ti potrei riassumere così come l'ho trovato scritto su una lettera anonima, spedita al mio Studio e arrivata proprio in quel periodo:
“Lo sciame dei suoi pensieri fluttuanti si arresta, nel salire alla luce, contro le volte dei portici bassi dell’indolenza e dell’insipienza, a polverizzare, a cancellare, l’ipotesi del fare.”
Qualcuno di sicuro voleva mettermi sull’avviso dell’inconsistenza di quell’individuo. Ma io, ancora inconsapevole, ci avevo riso su, capisci?
Era un coglione. Vorrei perdere il ricordo di lui.
5 aprile – Dario
Una delle cose più difficili è trattenere il riso sotto i suoi occhi... Temo che, alla lunga, potrei autodistorcermi i lineamenti della faccia. Devo esercitarmi a mantenere la mimica facciale inalterata, vale a dire neutrale. Ma ricordarsi di annuire sempre.
Devo darmi un termine massimo: un mese! Dovrei riuscire a sopportarlo fino ai primi di maggio. Poi si vedrà, provare qualche settimana non mi costa nulla, anzi, mi faccio pagare.
10 aprile - Primo
Bisogna sempre annuire a quello che dice il cliente, non fare facce strane come la tua oggi, con Rossi.
Se il cliente discetta di qualcosa che non capisci sulle prime, tu limitati ad annuire. Te ne informi dopo, chiedi a me, son qui apposta, e non ti metti a fare facce.
E adesso te lo spiego io di cosa si trattava. Certo, oggigiorno si fanno anche accordi coniugali così, come la separazione consessuale, lo dice il nome stesso cos’è, che diamine!
Anche io e mia moglie spesso non ci possiamo vedere. Io so di essere “separato consessualmente”: non ci stiamo addosso se non in quei momenti. Se no, ognuno per conto suo. E col consenso di entrambi: consensuale-consessuale. Un ramo aggiunto della consensuale. Gliel’ho detto, a Rossi, che non c’era bisogno di formalizzarla. Basta l’atto pratico.
10 aprile - Dario
Dentro di me sto per esplodere, non so se dal riso o dallo sconcerto. Ma quanto è fuori di testa questo... Ritiro in anticipo la formulazione di qualunque domanda mi affiori sulle labbra, perché so che non sarebbe gradita e opportuna, ma sono sbacalito dalla situazione. Esterrefatto? No, non esistono aggettivi o sinonimi dei suddetti per definire il mio datore di lavoro.
15 aprile - Primo
Porca puzzola!
(La sigaretta posata sul supporto del posacenere è rivolta adesso verso di lui e gli ha scottato le dita.)
Non mi ricordo di averla posata così... Ecco cosa arrivo a fare per lo stress lavorativo. Tu vieni a aiutarmi che qui brucia tutto... cos'è quel sorrisino ebete?
15 aprile - Dario
"Mi viene naturale in certi momenti. Mi scusi" stavolta ho risposto autodenigrandomi.
(Certo che non capire che gliela avevo girata io la cicca...)
16 aprile - Primo
Quindi, per tornare a noi, ti ho assunto solo per il lato tecnico; l’interpretazione del "problem solving" o come si dice è mia.
La tua scrivania è strategicamente vicina alla mia, onde tu possa seguire i miei incontri coi clienti.
Se mi sfugge un paragrafo di legge o di un regolamento qualsiasi, o che altro, capiscimi, apri la mente, pensa laterale. Mi mandi una mail col lampeggiante. Io, con calma, leggo come se fosse una grana clientelare per cui sono sempre a portata di mano e a prova di risoluzione in diretta, e posso dire con nonchalance a chi ho davanti per fargli attendere il chiarimento: “Mi spiego meglio…
Ergo, la tua velocità di reazione deve essere tempestiva ed efficace. Non ti si chiede altro. Imprimiti queste basi nel tuo cervello impiegatizio e sottostai alle mie direttive con discernimento fattivo.
Eseguile con convincimento e io non metterò un freno al nostro rapporto di lavoro.
16 aprile - Dario
"Agli ordini, capo!" Ecco, mi sto allenando col pensiero laterale e un po' mi diverto. Un poco eh...
[LAB 16] Un rapporto da dipendente
Ci sono coppie che non dovrebbero mai formarsi.
Le più famose le conosci dal mondo letterario o dal mondo della cronaca nera di tutti i tempi.
Ma io parlo di coppie che si formano sul lavoro, tra non pari. Come la mia, che sono Dario, alle dipendenze dell'avvocato Primo.
Ecco la nostra storia, dall'alba al tramonto del rapporto.
2 aprile - Primo
Io sono Primo, il tuo datore di lavoro, tu sei l’esecutore dei miei ordini.
L’apparenza è il novanta per cento per far risaltare una buona sostanza al dieci. La poltrona del capo è come il trono per il re. Il tuo primo compito è di curare la manutenzione della mia poltrona in pelle nera: questa. Ai braccioli non si devono vedere le grinze per l’uso. La devi allisciare dappertutto, spalmandole a carezze questa crema per il corpo, che fa bene anche a questa, di pelle, e la lascia vellutata. Lo dicono sul Web.
Il tuo secondo compito è assistermi per segnalarmi eventuali errori... Ergo, devi studiare le pratiche dei clienti indipendentemente da me e, se trovi disparità di vedute, me le fai presenti. Terzo compito: i meriti sono miei, tuoi i demeriti.
2 aprile - Dario
Sapevo dalla firma dell'impiego di cosa si trattava, ma "pecunia non olet" e almeno è il mio ramo. Cercherò di arginare l'imbecillità datoriale con un silenzio espressivo il giusto, o con un po' di sarcasmo d'élite che lui non afferri: almeno spero.
5 aprile - Primo
Prima di te, avevo uno sfaticato che ti potrei riassumere così come l'ho trovato scritto su una lettera anonima, spedita al mio Studio e arrivata proprio in quel periodo:
“Lo sciame dei suoi pensieri fluttuanti si arresta, nel salire alla luce, contro le volte dei portici bassi dell’indolenza e dell’insipienza, a polverizzare, a cancellare, l’ipotesi del fare.”
Qualcuno di sicuro voleva mettermi sull’avviso dell’inconsistenza di quell’individuo. Ma io, ancora inconsapevole, ci avevo riso su, capisci?
Era un coglione. Vorrei perdere il ricordo di lui.
5 aprile – Dario
Una delle cose più difficili è trattenere il riso sotto i suoi occhi... Temo che, alla lunga, potrei autodistorcermi i lineamenti della faccia. Devo esercitarmi a mantenere la mimica facciale inalterata, vale a dire neutrale. Ma ricordarsi di annuire sempre.
Devo darmi un termine massimo: un mese! Dovrei riuscire a sopportarlo fino ai primi di maggio. Poi si vedrà, provare qualche settimana non mi costa nulla, anzi, mi faccio pagare.
10 aprile - Primo
Bisogna sempre annuire a quello che dice il cliente, non fare facce strane come la tua oggi, con Rossi.
Se il cliente discetta di qualcosa che non capisci sulle prime, tu limitati ad annuire. Te ne informi dopo, chiedi a me, son qui apposta, e non ti metti a fare facce.
E adesso te lo spiego io di cosa si trattava. Certo, oggigiorno si fanno anche accordi coniugali così, come la separazione consessuale, lo dice il nome stesso cos’è, che diamine!
Anche io e mia moglie spesso non ci possiamo vedere. Io so di essere “separato consessualmente”: non ci stiamo addosso se non in quei momenti. Se no, ognuno per conto suo. E col consenso di entrambi: consensuale-consessuale. Un ramo aggiunto della consensuale. Gliel’ho detto, a Rossi, che non c’era bisogno di formalizzarla. Basta l’atto pratico.
10 aprile - Dario
Dentro di me sto per esplodere, non so se dal riso o dallo sconcerto. Ma quanto è fuori di testa questo... Ritiro in anticipo la formulazione di qualunque domanda mi affiori sulle labbra, perché so che non sarebbe gradita e opportuna, ma sono sbacalito dalla situazione. Esterrefatto? No, non esistono aggettivi o sinonimi dei suddetti per definire il mio datore di lavoro.
15 aprile - Primo
Porca puzzola!
(La sigaretta posata sul supporto del posacenere è rivolta adesso verso di lui e gli ha scottato le dita.)
Non mi ricordo di averla posata così... Ecco cosa arrivo a fare per lo stress lavorativo. Tu vieni a aiutarmi che qui brucia tutto... cos'è quel sorrisino ebete?
15 aprile - Dario
"Mi viene naturale in certi momenti. Mi scusi" stavolta ho risposto autodenigrandomi.
(Certo che non capire che gliela avevo girata io la cicca...)
16 aprile - Primo
Quindi, per tornare a noi, ti ho assunto solo per il lato tecnico; l’interpretazione del "problem solving" o come si dice è mia.
La tua scrivania è strategicamente vicina alla mia, onde tu possa seguire i miei incontri coi clienti.
Se mi sfugge un paragrafo di legge o di un regolamento qualsiasi, o che altro, capiscimi, apri la mente, pensa laterale. Mi mandi una mail col lampeggiante. Io, con calma, leggo come se fosse una grana clientelare per cui sono sempre a portata di mano e a prova di risoluzione in diretta, e posso dire con nonchalance a chi ho davanti per fargli attendere il chiarimento: “Mi spiego meglio…
Ergo, la tua velocità di reazione deve essere tempestiva ed efficace. Non ti si chiede altro. Imprimiti queste basi nel tuo cervello impiegatizio e sottostai alle mie direttive con discernimento fattivo.
Eseguile con convincimento e io non metterò un freno al nostro rapporto di lavoro.
16 aprile - Dario
"Agli ordini, capo!" Ecco, mi sto allenando col pensiero laterale e un po' mi diverto. Un poco eh...
Come quando conia espressioni personali disinvolte come: "Sono sottosopra di me". "Cosa?" gli ho chiesto, sbacalito, non riuscendo a sorvolare. "Non so più dove comincio e dove finisco" mi ha risposto, toccandosi la testa e indicandosi i piedi.
20 aprile - Primo
Il signor Bianchi verrà tra un’ora. Dice che per colpa nostra ha dovuto pagare una mora maggiore all’Ufficio delle Entrate. Gli dirai che sono dal Notaio che mi ha chiamato per una cosa urgente ma che dovrei tornare in tempo. Mi aspetto, nel frattempo, che gli dica di avere fatto tu confusione nella sua pratica e di non esserti segnato bene i termini di scadenza e l’ultima formalità da eseguire. E non fare quella faccia da babbeo. Sei pagato per questo. È ora che impari la solfa, non la senti da quanto basta per saperla suonare?
20 aprile - Dario
Se le canta e se le suona da solo, povero demente...
5 maggio - Primo
Aiuto! Aiuto! Portami al pronto soccorso. Fasciami la mano. Quella troia di pinzatrice, invece che sull’intero fascicolo è scattata su di me! Che credi, che non sappia usarla, babbeo? Un cazzo di scatto tecnicida… Ahia… Disinfettami con ‘acqua ossigenata ché l’alcool brucia… la mia macchina è la più vicina. Così… Andiamo. Aprimi la portiera dietro, come faccio io da solo? Cribbio!
Legami la cintura, se no suona l'allarme tutto il tempo. Attento alla fasciatura, cretino!
Mi esce il sangue dalle bende. Ho cambiato idea: sono sottosopra di me. Presto, vai giù dalla Via Tiradiavoli, accosta alla Clinica La Breve. Sbrigati. Ma come guidi, cazzo? Perché quello sguardo vitreo?
Eccoci. Ce l’hai fatta. Non era così difficile. Ma cosa fai?
Scendi senza mettere il freno a mano?
Bastardo coglione, lo sapevo che non capivi un cazzo! Sei come lui…
Aiuto, ahhhhhhhh...
(Sbang. Crash. Bum!)
5 maggio - Dario
Certo che volevo mettere il freno! Ma al nostro rapporto di lavoro!
20 aprile - Primo
Il signor Bianchi verrà tra un’ora. Dice che per colpa nostra ha dovuto pagare una mora maggiore all’Ufficio delle Entrate. Gli dirai che sono dal Notaio che mi ha chiamato per una cosa urgente ma che dovrei tornare in tempo. Mi aspetto, nel frattempo, che gli dica di avere fatto tu confusione nella sua pratica e di non esserti segnato bene i termini di scadenza e l’ultima formalità da eseguire. E non fare quella faccia da babbeo. Sei pagato per questo. È ora che impari la solfa, non la senti da quanto basta per saperla suonare?
20 aprile - Dario
Se le canta e se le suona da solo, povero demente...
5 maggio - Primo
Aiuto! Aiuto! Portami al pronto soccorso. Fasciami la mano. Quella troia di pinzatrice, invece che sull’intero fascicolo è scattata su di me! Che credi, che non sappia usarla, babbeo? Un cazzo di scatto tecnicida… Ahia… Disinfettami con ‘acqua ossigenata ché l’alcool brucia… la mia macchina è la più vicina. Così… Andiamo. Aprimi la portiera dietro, come faccio io da solo? Cribbio!
Legami la cintura, se no suona l'allarme tutto il tempo. Attento alla fasciatura, cretino!
Mi esce il sangue dalle bende. Ho cambiato idea: sono sottosopra di me. Presto, vai giù dalla Via Tiradiavoli, accosta alla Clinica La Breve. Sbrigati. Ma come guidi, cazzo? Perché quello sguardo vitreo?
Eccoci. Ce l’hai fatta. Non era così difficile. Ma cosa fai?
Scendi senza mettere il freno a mano?
Bastardo coglione, lo sapevo che non capivi un cazzo! Sei come lui…
Aiuto, ahhhhhhhh...
(Sbang. Crash. Bum!)
5 maggio - Dario
Certo che volevo mettere il freno! Ma al nostro rapporto di lavoro!