Sequel al racconto di riferimento: viewtopic.php?p=57563#p57563
di @@Monica
Genere: sentimentale
[CN23-2] Guizzi di luce
Come guizzi saettanti
a sipari riaperti
da poco
su uno sfondo riacceso
lassù;
più vibranti le luci
dissolventi l'opaco
tra cocenti riflessi
attraverso quei vetri
blu.
I colori rifratti
a irradiare
una tinta inusuale
alla chiusa di un giorno
sono fitte di luce
su chi aggira i tramonti
e su intatti colori
ritorna.
Questa è la prospettiva cromatico-poetica con cui mio padre ha visto l'interno della cattedrale di Rouen.
di @@Monica
Genere: sentimentale
[CN23-2] Guizzi di luce
Come guizzi saettanti
a sipari riaperti
da poco
su uno sfondo riacceso
lassù;
più vibranti le luci
dissolventi l'opaco
tra cocenti riflessi
attraverso quei vetri
blu.
I colori rifratti
a irradiare
una tinta inusuale
alla chiusa di un giorno
sono fitte di luce
su chi aggira i tramonti
e su intatti colori
ritorna.
Questa è la prospettiva cromatico-poetica con cui mio padre ha visto l'interno della cattedrale di Rouen.
Nella prima c'è andato di primo mattino, nella seconda in pieno sole e nella terza al tramonto.
La nuova vista che gli ha donato Monet, il grande artista che ha soggiornato da noi nel 1892 per i ritratti alla facciata della chiesa, impressiona anche l'interno, con la luce che guizza e si fionda attraverso le altissime vetrate, di colori diversi, ma di base blu.
Un'altra prospettiva col cambio del punto di vista e dello sfondo totale: dall'esteriore all'interiore.
Mio padre aveva sempre avuto sotto gli occhi la cattedrale, ma non l'aveva mai vista per davvero.
Dopo il periodo Monet, anch'io sono stato guardato diversamente.
Non ricordo com'era mio padre nei miei primi anni, ma adesso che ne ho diciotto posso dire che mi piace che mi abbia educato alla ricerca del plusvalore della bellezza e dell'armonia. "Cercale in tutte le cose e in tutte le persone, perché ovunque puoi trovare guizzi di luce."
So dello schermo della scoperta del bene sovrapposto all'ombra del suo contrario, da cui fuggire.
Mio padre crede in Dio Creatore e mi ha insegnato a cercare la bellezza nella vita e nella natura.
Mia madre Geneviève apre il nostro negozio di vestiti di primo mattino per le clienti campagnole. Le riceve col sorriso e le invita a provare i modelli invenduti degli anni passati che le nostre clienti ricche e spocchiose non comprerebbero mai. Ma con queste è una festa vedere come sono felici e come si rimirano fiere allo specchio, mi riferisce la mamma. Ma me ne accorgo anch'io, di straforo, della differenza con il piano di sopra, che mostra la ricercata bellezza delle signore alla moda di Parigi. C'è spazio per lasciarle sfilare come su un palcoscenico e loro si pavoneggiano in favore di luce.
La nuova vista che gli ha donato Monet, il grande artista che ha soggiornato da noi nel 1892 per i ritratti alla facciata della chiesa, impressiona anche l'interno, con la luce che guizza e si fionda attraverso le altissime vetrate, di colori diversi, ma di base blu.
Un'altra prospettiva col cambio del punto di vista e dello sfondo totale: dall'esteriore all'interiore.
Mio padre aveva sempre avuto sotto gli occhi la cattedrale, ma non l'aveva mai vista per davvero.
Dopo il periodo Monet, anch'io sono stato guardato diversamente.
Non ricordo com'era mio padre nei miei primi anni, ma adesso che ne ho diciotto posso dire che mi piace che mi abbia educato alla ricerca del plusvalore della bellezza e dell'armonia. "Cercale in tutte le cose e in tutte le persone, perché ovunque puoi trovare guizzi di luce."
So dello schermo della scoperta del bene sovrapposto all'ombra del suo contrario, da cui fuggire.
Mio padre crede in Dio Creatore e mi ha insegnato a cercare la bellezza nella vita e nella natura.
Mia madre Geneviève apre il nostro negozio di vestiti di primo mattino per le clienti campagnole. Le riceve col sorriso e le invita a provare i modelli invenduti degli anni passati che le nostre clienti ricche e spocchiose non comprerebbero mai. Ma con queste è una festa vedere come sono felici e come si rimirano fiere allo specchio, mi riferisce la mamma. Ma me ne accorgo anch'io, di straforo, della differenza con il piano di sopra, che mostra la ricercata bellezza delle signore alla moda di Parigi. C'è spazio per lasciarle sfilare come su un palcoscenico e loro si pavoneggiano in favore di luce.
Mamma ha imparato bene anche ad aggiustare questi vestiti e lasciare libero Monsieur Levi di seguitare il lavoro con l'élite. Un tempo era contraria e diceva che avrebbero perso la clientela ricca. Invece, non solo non è successo, ma anche lei lavora a tempo pieno e io devo contribuire come garzone di bottega.
Mi piace quando sento ridere a pianterreno, oppure quando la vedo, alla sera, consigliarsi con mio padre con un vestito imbastito. Si parlano con gli occhi.
Sono Pierre Levi di Rouen e mi piacerebbe mostrare tutti i "me stesso" che sono stato sinora. Non so dipingere: ci vorrebbe un Monet che mi abbia visto bambino, con l'intera innocenza addosso, e curioso del mondo che mi lasciava passarci attraverso mentre giocava a girarmi intorno. Ma aveva altro da ritrarre...
Sono stato ragazzino con la luce spavalda del rischio non calcolato dall'audacia delle prime volte. Le radici affondate nel terreno buono: se cadi non ti fai troppo male.
Adesso, da giovane uomo, cerco i mattoni adatti per la mia personale costruzione, che spero venga su con la prospettiva dell'armonia.
Mia mamma sembra che non si accorga di niente ma invece sa sempre tutto. Stasera le ho detto che venivo da teatro ma le è bastato fissarmi le scarpe infangate per farmi arrossire.
Mio padre, Monsieur Levi, sembra che veda le cose in modo diverso dal comune, e il bello è quando riesci a infilarti nella sua prospettiva.
Lui, come ho già detto, ha conosciuto Monet, ed è stato il grande pittore a fargli conoscere la bellezza, e la strada per cercarla in ogni ambito, in ogni campo. Un percorso di crescita, dove lui avanzava con fatica, una pennellata dopo l’altra, fino a sentirsi stremato. Fino a vincere. Per aspera ad astra, ripeteva il Maestro tra sé e sé. Questo lo capisco da solo: per fare bene una cosa, devi lavorarci tanto, con passione. Attraverso le difficoltà, si va in alto, si raggiunge il proprio vertice. Certo, non tutti hanno il talento di Monet nel proprio campo, ma io penso che ciascuno debba tendere a far rendere al massimo il talento che possiede di natura.
Papà mi ha fatto conoscere Dumas. Due libri per accendere i miei sogni e i miei risvegli.
Coi moschettieri, ho dato un volto all'avventura, al fascino del rischio calcolato e della bravura conosciuta come somma di ore di fatica per perfezionarla; l'amicizia virile, la solidarietà e il sostegno reciproco; ho avvertito il fascino di Milady, i suoi pericolosi inganni e la fulgida e aggraziata Costanza, buona e operosa.
Con il Conte Montecristo, ho rabbrividito, pianto e rimpianto. Vale la pena vendicarsi se spezzi, facendolo, il cuore di chi hai amato?
A maggio di quest'anno papà ha prenotato una vacanza di due settimane in una pensioncina a Le Havre. L'esperienza è stata fantastica!
Sono stato ragazzino con la luce spavalda del rischio non calcolato dall'audacia delle prime volte. Le radici affondate nel terreno buono: se cadi non ti fai troppo male.
Adesso, da giovane uomo, cerco i mattoni adatti per la mia personale costruzione, che spero venga su con la prospettiva dell'armonia.
Mia mamma sembra che non si accorga di niente ma invece sa sempre tutto. Stasera le ho detto che venivo da teatro ma le è bastato fissarmi le scarpe infangate per farmi arrossire.
Mio padre, Monsieur Levi, sembra che veda le cose in modo diverso dal comune, e il bello è quando riesci a infilarti nella sua prospettiva.
Lui, come ho già detto, ha conosciuto Monet, ed è stato il grande pittore a fargli conoscere la bellezza, e la strada per cercarla in ogni ambito, in ogni campo. Un percorso di crescita, dove lui avanzava con fatica, una pennellata dopo l’altra, fino a sentirsi stremato. Fino a vincere. Per aspera ad astra, ripeteva il Maestro tra sé e sé. Questo lo capisco da solo: per fare bene una cosa, devi lavorarci tanto, con passione. Attraverso le difficoltà, si va in alto, si raggiunge il proprio vertice. Certo, non tutti hanno il talento di Monet nel proprio campo, ma io penso che ciascuno debba tendere a far rendere al massimo il talento che possiede di natura.
Papà mi ha fatto conoscere Dumas. Due libri per accendere i miei sogni e i miei risvegli.
Coi moschettieri, ho dato un volto all'avventura, al fascino del rischio calcolato e della bravura conosciuta come somma di ore di fatica per perfezionarla; l'amicizia virile, la solidarietà e il sostegno reciproco; ho avvertito il fascino di Milady, i suoi pericolosi inganni e la fulgida e aggraziata Costanza, buona e operosa.
Con il Conte Montecristo, ho rabbrividito, pianto e rimpianto. Vale la pena vendicarsi se spezzi, facendolo, il cuore di chi hai amato?
A maggio di quest'anno papà ha prenotato una vacanza di due settimane in una pensioncina a Le Havre. L'esperienza è stata fantastica!
Noi tre insieme sul treno verso il mare. Che teneri mamma e papà che si tenevano per mano guardando dal finestrino. La gioia di vederli e di vedere con loro quello che scorreva sotto i nostri occhi è stata la giusta preparazione allo spettacolo dell'oceano che si apriva maestoso e invitante...
È il respiro del tempo quello d'onde che di slancio carezzano le coste, dando ritmi leggeri o tempestosi a questa terra, scandendoci la vita dall'eterno, sotto lo sguardo aperto di quel cielo che avvolgente e complice respira.
Questa l'impressione di mio padre.
Per l'ennesima volta, l'ho riportata nei miei versi, ma stavolta glieli ho fatti leggere, a lui e alla mamma.
Hanno visto anche la poesia dei tre tempi dei guizzi di luce dentro la nostra cattedrale: dal mattino alla piena luce fino al crepuscolo.
Mio padre mi ha detto: "Sai leggere le stesse mie impressioni e ritrasmettermele..." e gli tremavano le mani mentre mi accarezzava il viso.
Siamo andati in centro e mi ha comprato una bella penna, un quaderno con la copertina di cuoio e un calamaio. E mi ha detto di essere fiero di me. Nello stesso giorno in cui ho conosciuto Marie e il mare, nello stesso fantastico giorno.
Marie ha alzato con me lo sguardo a un cielo di stelle e mezza luna, ed era una notte così nitida e serena da pensare che il cielo si facesse vedere così perché era felice, ha pensato lei. "Il cielo ride!" perché la mezza luna era posata in orizzontale e come denti aveva le stelle ed era maggio.
Il cielo ride, con in bocca le stelle, una notte di luna di maggio...
La cosa più bella è che quel bacio non me l'ha carpito, non gliel'ho strappato: ce lo siamo donato.
Il cielo ride, con in bocca le stelle, una notte di luna di maggio...
La cosa più bella è che quel bacio non me l'ha carpito, non gliel'ho strappato: ce lo siamo donato.
Se rifletti la bellezza, le appartieni:
ne fai parte
come una pennellata a un quadro.
ne fai parte
come una pennellata a un quadro.