[MI 155] È vuota negli insulti

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Il mio commento

Traccia di mezzogiorno

È successo di giovedì.
No, forse era mercoledì.
Sì, un mercoledì.
Ah, quando ancora contavo i giorni della settimana.
Me lo ricordo come se fosse oggi, perché beh…
Brivido.
Era oggi.
È stato un passaggio rapido.
Penso spesso a cosa sarebbe successo se…
Brivido.
Un passaggio rapido davanti allo specchio del bagno.
Un passo con il piede destro, poi un passo con il piede sinistro.
A invertire il sinistro con il destro non sarebbe cambiato niente.
Di questo ormai sono sicuro.
C’era un bel sole, per essere un pomeriggio di fine ottobre. Un bel sole caldo.
E un raggio ardimentoso ha illuminato la mia figura riflessa.
È stato un attimo. Meno di un attimo. Cosa c’è sotto l’attimo? Esiste qualcosa sotto l’attimo?
L’ho visto con la coda dell’occhio.
Che idiota maledetto sono.
Avrei potuto far finta di niente.
Essere distratto come sempre.
Invece mi sono bloccato, mostrando il profilo della faccia allo specchio.
E ho girato il collo.
All’inizio ho sorriso.
Un piccolo peletto bianco in mezzo a tanti neri.
Mi sono detto: è sintomo di saggezza, sono ormai un uomo che sa il fatto proprio.
Poi è arrivato un pensiero imprevisto, impetuoso come un chiodo nella carne viva: la morte sta arrivando.
Posso sentirne i passi.
Da questo momento in poi è tutto declino, discesa.
Si guarda indietro con nostalgia, sorridendo amaramente ai ricordi.
Cosa c’è davanti?
Cosa si può costruire?
Un matrimonio?
Dei figli?
Tutte cose di cui la gente si lamenta.
E poi, dettaglio non da poco, dovrei prima trovare una persona che voglia farle con me queste cose.
Anche mia madre ha perso le speranze.
Papà mi diceva sempre che là fuori è pieno di pesci, che devo solo tendere la lenza nel punto giusto e lei annuiva, convinta.
Da quando papà è morto, non ha più nulla a cui annuire.
 
«Buongiorno, signor Tezzulli. Che bel sole per essere fine ottobre. Non trova?»
Mi blocco.
Per un attimo il mio respiro si ferma.
La vena sulla tempia destra comincia a pulsare.
Credo che urlerò.
Mi giro verso sinistra e nel mio campo visivo entra la figura di Dominguèz, il portiere peruviano del condominio.
Sente di aver sbagliato qualcosa, ma evidentemente non capisce cosa, visto che tarda a correggersi.
Le labbra cominciano a tremargli, mentre gli occhi stanno già implorando la mia pietà.
«Non crede?» dico con un filo di voce.
Sulle guance di Dominguèz torna un po’ di colore.
Ha capito.
«Mi scusi, la prego. Ho provato la battuta mille volte nell’ultima mezz’ora e quando l’ho vista, io… Devo aver perso la concentrazione.»
«Dov’è il ghiacciolo all’amarena?» chiedo con voce ancora più bassa. Sto reprimendo la bestia dentro di me che vorrebbe urlare e picchiarlo.
«Le giuro che non succederà mai più. In fondo è una frase. Una stupida e semplice frase.»
Non mi ha sentito. E questo mi fa incazzare di brutto.
«Dov’è il cazzo di ghiacciolo all’amarena, ho detto!» urlo a pieni polmoni.
Lui sbianca di nuovo e indietreggia impaurito.
«Signore, è dicembre. Il negozio dove lo prendo di solito ha terminato le scorte.»
Pensa che mi basti.
Pensa che io possa fargli un tenero sorriso e dire: «Ma tranquillo, carissimo.»
«Hai girato ogni singolo negozio della provincia?»
«No, signore. Il lavoro… Dovevo venire qui e non sapevo se avrei fatto… In tempo» farfuglia cose Dominguèz e io mi incazzo ogni secondo di più.
«Domani non ammetterò errori» dico con tono perentorio ed esco fuori dal portone.  
Dominguèz non può sbagliare, perché è la prima persona che incontro al mattino. È come se desse il via al processo. È fondamentale affinché ieri e domani coincidano e si tendano la mano, in un oggi sempre uguale a sé stesso.
L’ho picchiato il giorno che ho deciso di fermare il tempo, perché non voleva aiutarmi. Dire una singola stupida frase e mangiare sempre lo stesso ghiacciolo all’amarena costa troppa fatica al giorno d’oggi, evidentemente.
 
Mi specchio nella vetrina del forno Curini, come ogni mattina, e sorrido compiaciuto. Il pelo bianco è sempre lì. Quel singolo pelo di quel giorn-
Brivido.
Quel singolo pelo di oggi.
Accelero il passo e, non appena il bus numero trentasei parte per la stazione, attraverso sulle strisce pedonali, quindi taglio per il parco.
È tempo di sedermi sulla panchina di fronte alla fontanella e dedicarmi per cinquantasei minuti al numero 4675 della Settimana Enigmistica del ventotto ottobre duemilaventuno.
Apro a pagina tredici e osservo con attenzione le definizioni orizzontali del cruciverba sillabico.
“È vuota negli insulti”.
Zucca.
So che è “zucca”.
C’è già scritto a matita da ier-
Brivido.
Da oggi.
Cancello con la gomma e lo riscrivo, ripassando perfettamente i segni.
«Non hai freddo?»
Scatto sulla panchina.
Una donna.
Si è seduta vicino a me.
Se non le rispondo, magari andrà via e potrò continuare la ricostruzione dell’oggi senza intoppi.
«Una magliettina di cotone a maniche lunghe a dicembre è da veri duri.»
Ha rincarato la dose.
Cosa faccio?
Si sta avvicinando?
Non voglio voltarmi verso di lei, altrimenti si sentirà autorizzata ad abusare ancora di più della mia compagnia.
Sarà come sottoscrivere un consenso.
«Ma scusa, il cruciverba è già fatto. Che fai, vuoi impararlo a memoria?»
Ride.
Sottolinea le mie stranezze e ride di gusto.
Invece di fuggire a gambe levate si avvicina e si gusta ogni mia stramberia.
«Forse sei muto. Ma io conosco il linguaggio dei segni.»
Continua a parlare a ruota. È incredibile.
Sto sudando freddo perché devo registrare ogni singola frase e ripetere il tutto domani. Magari pagando un’altra donna che la interpreti.
Ma sento di aver già scordato tutto quello che ha detto.
“Non hai freddo?” o “Non fa freddo?”
Qual è stata la prima domanda?
«Scusami ero soprappensiero.»
Le ho risposto.
Perché?
Mi odio.
Ora dovrò ricordare anche quello che ho detto io.
Ricostruire perfettamente il dialogo.
Si può essere più stupidi?
Guardo l’orologio.
Tre minuti oltre i cinquantasei che dovevo dedicare al cruciverba.
Devo rientrare assolutamente in casa e spruzzare il deodorante per ambienti in ogni dove.
Il cadavere di mia madre è in decomposizione e puzza sempre di più ormai. Ma non posso spostarla dal salotto. Andrei a compromettere totalmente la ricostruzione dell’oggi.
Benedetta ignoranza: le ho chiesto di aiutarmi per fermare il tempo e mi ha detto di no.
Io volevo solo tingerle i capelli.
Farle mettere sempre gli stessi vestiti e stabilire un dialogo di poche battute.
Cosa ti costava, mamma?
«Perché non ti ho mai visto qui al parco?»
Io e la donna ci stiamo guardando.
Mi fissa e non distoglie gli occhi dai miei.
È la prima donna con cui arrivo a un simile grado di intimità, se escludiamo la mia povera mamma.
«Perché sono un tipo schivo, solitario.»
Sorride.
«Anche io, sai? La solitudine è rassicurante.»
«Già.»
Continua a guardarmi e a sorridere.
Non so come uscire da questa situazione.
È come se mi stesse studiando.
«Ora devo scappare però, perdonami…»
«Sergio.»
Finalmente libero.
«Perdonami, Sergio. Io sono Futura.»
Brivido.
Mi tende la mano. La stringo con poca convinzione.
«Ti andrebbe se ci vedessimo per un caffè, domani?»
Brivido.
«Domani? Intendi oggi?»
Il sorriso scompare per un attimo dalla faccia di Futura.
Poi la donna scoppia in una sonora risata.
«Nel pomeriggio dovrei riuscire a liberarmi per le cinque, in realtà. Dici di essere schivo, ma bruci le tappe, vedo. Mi lasci il tuo numero? Così ci organizziamo!»
Glielo detto cifra per cifra, le stringo goffamente la mano e mi allontano a grandi falcate.
«Ti faccio uno squillo, così ti salvi il mio!» mi urla dietro.
Esco dal parco e attraverso sulle strisce pedonali con passo svelto.
Il riflesso del mio volto nella vetrina del forno Curini cattura la mia attenzione.
I peli bianchi nella barba ora sono due.
Scoppio in lacrime e mi lascio cadere con le ginocchia sul marciapiede.
Dopo quasi tre mesi di oggi è arrivato domani.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Re: [MI 155] È vuota negli insulti

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Loscrittoreincolore ha scritto: Cosa c’è sotto l’attimo?
La frazione di tempo che c'è tra lo scattare del verde al semaforo e quello di dietro che suona il clacson
Loscrittoreincolore ha scritto: Da quando papà è morto, non ha più nulla a cui annuire.
bello. quando l'ironia e la malinconia si fondono. Bello
Loscrittoreincolore ha scritto: [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Pensa che mi basti.[/font]
Pensa che io possa fargli un tenero sorriso e dire: «Ma tranquillo, carissimo.»
qui non andrei a capo
Loscrittoreincolore ha scritto: Esco dal parco e attraverso sulle strisce pedonali con passo svelto.
Aaaahhhhh,beh! Questo lo apprezzo molto. Stai parlando di un fobico e il dettaglio sta nel diavolo... no, non era così... ma vabbeh, lo apprezzo davvero molto, bravo!

Inc, questa tua prova mi ha convinto davvero molto! Non ho appunti da farti, e sai che sono un cacacraft, quindi prendi e porta a casa. Ritmo serratissimo e cura dei dettagli. Sto leggendo Palahniuk e tu me lo hai ricordato (prendi e porta a casa pure questo) con il tuo personaggio un po' fuori di testa (come tutti siamo, in fondo).
Decisamente pollice in su (y) (cum laude).
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 155] È vuota negli insulti

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Loscrittoreincolore ha scritto: Io sono Futura.»
Steso!
Loscrittoreincolore ha scritto: I peli bianchi nella barba ora sono due.
Scoppio in lacrime e mi lascio cadere con le ginocchia sul marciapiede.
Dopo quasi tre mesi di oggi è arrivato domani.
Il finale è meraviglioso.
Ink, quanto tempo è passato dall'ultima volta che ti ho letto, eppure ho ritrovato in questo pezzo tutte le qualità della tua scrittura e della tua fantasia. Ho apprezzato molto l'idea della fobia del tempo che passa, anche il come l'hai giustificata (il pelo bianco) e l'hai resa tangibile per il protagonista nella giornata ripetuta in continuazione. Ti confesso che un'idea simile era venuta anche a me (la paura di invecchiare è uno dei miei talloni d'Achille), ma non sarei mai riuscito a sfruttarla bene come hai fatto tu. C'è un'ironia dolceamara nella mania di quest'uomo di tenere sotto controllo ogni particolare, ogni incontro e ogni reazione, così come c'è tutta la drammaticità della malattia nella tragica ribellione della mamma. 
Ottima proprio la costruzione del racconto, con l'elemento di "disturbo" che è dietro l'angolo, la donna che gli si avvicina, e che fa da molla che spinge il racconto verso un finale di speranza e guarigione. È quasi incredibile come entrambi (notoriamente tra i più famigerati assassini di personaggi del fu WD) abbiamo scelto di concludere le nostre storie di malattia con un raggio di sole. Che sia il tempo che avanza anche per noi? :)
Complimenti ink, una prova di assoluto livello e che varrà sicuramente il mio voto.

Re: [MI 155] È vuota negli insulti

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Ciao @Loscrittoreincolore,
Che bello tornare al MI è leggere uno dei tuoi racconti! Qui poi ritrovo uno scrittoreincolore in ottima forma!
Il racconto ha un ottimo ritmo ed è molto curato nei dettagli.
Unico appunto (tanto per non fare solo elogi...):
Loscrittoreincolore ha scritto: Dominguèz, il portiere peruviano del condominio
Hai scelto un nome poco probabile per un peruviano: la grafia  giusta è Domínguez.
Ciao!

Re: [MI 155] È vuota negli insulti

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ivalibri ha scritto: Ciao @Loscrittoreincolore,
Che bello tornare al MI è leggere uno dei tuoi racconti! Qui poi ritrovo uno scrittoreincolore in ottima forma!
Il racconto ha un ottimo ritmo ed è molto curato nei dettagli.
Unico appunto (tanto per non fare solo elogi...): Hai scelto un nome poco probabile per un peruviano: la grafia  giusta è Domínguez.
Ciao!
Ciao! Grazie mille anche a te per il passaggio e per il commento! E grazie anche per la correzione! Mi sono affidato alla memoria e a un giocatore di calcio peruviano che mi pareva fosse scritto così su un vecchio Fifa della Play :D grazie davvero di cuore 💙

Re: [MI 155] È vuota negli insulti

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Anche questo racconto, secondo me, ha un'idea di fondo molto interessante e originale. In effetti, la fobia dello scorrere del tempo rivela una grande maturità di fondo (magari ci sono persone che non hanno paura di invecchiare perchè si nascondono dietro la scusa del "io vivo giorno per giorno" e non pensano al domani), che però rischia di sconfinare nell'ossessione. Il dettaglio del cruciverba sempre uguale rifatto e cancellato ogni giorno, tipo tela di Penelope, è ottimo. Ammetto di avere avuto bisogno di qualche lettura in più per essere sicura di avere capito tutto, ma ne è valsa la pena. 
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)

Re: [MI 155] È vuota negli insulti

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pale star ha scritto: Anche questo racconto, secondo me, ha un'idea di fondo molto interessante e originale. In effetti, la fobia dello scorrere del tempo rivela una grande maturità di fondo (magari ci sono persone che non hanno paura di invecchiare perchè si nascondono dietro la scusa del "io vivo giorno per giorno" e non pensano al domani), che però rischia di sconfinare nell'ossessione. Il dettaglio del cruciverba sempre uguale rifatto e cancellato ogni giorno, tipo tela di Penelope, è ottimo. Ammetto di avere avuto bisogno di qualche lettura in più per essere sicura di avere capito tutto, ma ne è valsa la pena. 
Grazie mille di cuore per il passaggio e il commento! Sono felice che tu abbia apprezzato il tutto <3

Re: [MI 155] È vuota negli insulti

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Loscrittoreincolore ha scritto: sono ormai un uomo che sa il fatto proprio.
che sa il fatto suo
Loscrittoreincolore ha scritto: Anche mia madre ha perso le speranze.
Papà mi diceva sempre che là fuori è pieno di pesci, che devo solo tendere la lenza nel punto giusto e lei annuiva, convinta.
Da quando papà è morto, non ha più nulla a cui annuire.
 
Un bel periodo, significativo.
Loscrittoreincolore ha scritto: Dominguèz non può sbagliare, perché è la prima persona che incontro al mattino. È come se desse il via al processo. È fondamentale affinché ieri e domani coincidano e si tendano la mano, in un oggi sempre uguale a sé stesso.
Forte!
Loscrittoreincolore ha scritto: numero 4675 della Settimana Enigmistica del ventotto ottobre duemilaventuno.
Ma non voleva fermare il tempo? Perché qui si è portato avanti?
Loscrittoreincolore ha scritto: “È vuota negli insulti”.
Zucca.
(y) Boa superata alla grande, e un grande titolo!
Loscrittoreincolore ha scritto: Il cadavere di mia madre è in decomposizione e puzza sempre di più ormai. Ma non posso spostarla dal salotto. Andrei a compromettere totalmente la ricostruzione dell’oggi.
Un colpo per il lettore che leggeva tranquillo...  :aka:

Non ti smentisci mai, @Loscrittoreincolore    ;)

Bravo, anche se stavolta non ti trovo al tuo massimo  livello.  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 155] È vuota negli insulti

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Poeta Zaza ha scritto: che sa il fatto suo Un bel periodo, significativo. Forte! Ma non voleva fermare il tempo? Perché qui si è portato avanti? (y) Boa superata alla grande, e un grande titolo! Un colpo per il lettore che leggeva tranquillo...  :aka:

Non ti smentisci mai, @Loscrittoreincolore    ;)

Bravo, anche se stavolta non ti trovo al tuo massimo  livello.  :)
ciao! Grazie per il passaggio e per il commento, cara 💙 l'ho ambientato leggermente nel futuro per creare ancor di più il paradosso! Felice che comunque tu tutto sommato lo abbia apprezzato e grazie ancora 💙

Re: [MI 155] È vuota negli insulti

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Mina ha scritto: Mi accodo ai complimenti, lo trovo un racconto riuscitissimo^^ l'unico elemento che non ho capito è come la donna al parco sappia il suo nome; è solo una figura allegorica, quindi?
Ciao e grazie per il passaggio e l'apprendimento :) la donna è sì una figura allegorica, ma non sa il suo nome! Lui glielo dice mentre parlano, perché lei si ferma e lui dice: Sergio. Forse però non è un passaggio chiaro ed è colpa mia! Grazie di nuovo per il passaggio 💙

Re: [MI 155] È vuota negli insulti

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ciao @Loscrittoreincolore...roba da strizza cervelli!! Come al solito grande dose di originalità nella struttura della trama... Anche qui trovo la lettura innervosirmi!! come @Joyopi nel suo pezzo!! capisco che si parla di fobie ma estremizzare rende il lettore nervoso!! :asd:
Eppure a sentire  storie di gente fuori di testa si può tranquillamente farlo con molta calma... :asd: ciao ciao 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 155] È vuota negli insulti

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bestseller2020 ha scritto: ciao @Loscrittoreincolore...roba da strizza cervelli!! Come al solito grande dose di originalità nella struttura della trama... Anche qui trovo la lettura innervosirmi!! come @Joyopi nel suo pezzo!! capisco che si parla di fobie ma estremizzare rende il lettore nervoso!! :asd:
Eppure a sentire  storie di gente fuori di testa si può tranquillamente farlo con molta calma... :asd: ciao ciao 
Ciao! Grazie per il passaggio e il commento e scusami per il nervoso 😂💙
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