[MI 155] Adalberto cammina

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Traccia: climax
Commenti (due non lunghissimi)
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Piove. Adalberto cammina. Un passo segue l’altro.
Un passo sinistro dopo un passo destro, una goccia dopo una goccia. In città piove da sempre e piove sempre. E Adalberto, è da sempre che cammina?
Un passo dopo l’altro, a piede segue piede. La pioggia insiste. Si intensifica. Torna rada ma non smette.
Un passo dopo l’altro, una goccia dopo l’altra: più gocce che passi, si direbbero due ordini di infinito.
Non è da sempre che cammina, Adalberto. Tanti anni fa gattonava, e prima ancora non c’era piede da mettere avanti a piede.
Nemmeno il cielo piove da sempre. Due ordini di finito, dunque, di estenuante enormità.
A piede segue piede, a goccia segue goccia. Adalberto piove insieme alla pioggia: cade pioggia dalla sommità concava del cranio alla lingua, poi giù per l’esofago fino a seccarsi sul cuore. Cade pioggia sui vestiti bagnati. Cade dalla punta delle sue dita. Riempie ogni dito: dieci sacche d’acqua se si contano solo le mani, venti coi piedi. A piede segue piede. È Adalberto che cade, mentre cammina in piano. A piede segue piede: batte la pioggia, batte il petto. Attorno alle caviglie inzuppate pare crescano radici, tanto è innaffiato. Parrebbe dover restar fermo, trattenuto all’asfalto, riflesso nelle pozzanghere, invece non è che una macchia che si sposta di polla in polla.
Adalberto piove con la pioggia, e piovono con lui i concittadini. Gli piovono dall’altro lato del marciapiede, o in senso contrario, o d’obliquo, talvolta nel medesimo verso. Li supera, lo superano, si incrociano. Un cenno muto di mano, o di capo, e poi piede avanti a piede, gamba avanti a gamba, nuvole che passano e che piovono per conto proprio.
Non passano mai le nuvole della città, quelle no. Se passano ne arrivano altre. La pioggia insiste, magari si fa rada ma non smette, poi si intensifica di nuovo. E così i passi di Adalberto: più veloci, più lenti, ma mai fermi. Pioggia chiama pioggia, passo tira passo, battito battito, atri ventricoli. Atri ventricoli, battito battito, passo tira passo, pioggia chiama pioggia.
La gente che passa non piove che fuori ai vestiti. Dentro, non sembra bagnata. La pelle, che copre ogni passo di piede, ogni gesto di mano o di capo, è impermeabile. Quegli altri non piovono che dal cranio convesso, non giù per l’esofago. Eppure vanno, va il cuore, vanno i piedi in ogni dove e in ogni senza perché.
Adalberto cammina. Gli occhi arrivano dove i piedi non possono. Laggiù, le nuvole si aprono ferite da una lama d’oro. La carne d’ovatta che copre il cielo si apre e sanguina, sfuma in rosa nell’epidermide di nuvola esfoliata, si fa livida e poi, per un’impercettibile linea, verde, poi gialla dove la pelle è quasi guarita. Ma questo è lontano. Sopra la testa d’Adalberto, sulla città, cè solo nero, e perlopiù grigio, al limite un bianco sofferente che non ha riposo.
Cammina, va dove dev’essere caldo. Percepisce il tepore. Non è che un attimo, un pensiero d’asciutto, e la sensazione è persa. A piede segue piede, a goccia goccia.
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 155] Adalberto cammina

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Un testo enorme, nella sua brevità. Un testo che dovrò rileggere senz'altro e sul quale tornerò, perché questa struttura "filastrofica" nasconde tutto un mondo.
Hai unito Adalberto, i suoi piedi e la pioggia in un testo in cui il sonoro e la forma hanno lo stesso peso della trama. La storia si evolve e con essa i giri e rigiri di parole che ci propini con eleganza. Di solito sono allergico ai virtuosismi nella prosa, perché c'è la poesia per quello e soprattutto una forma più lunga e con più "ciccia" rischia fortemente di diventare stucchevole. Non è assolutamente questo il caso, dove questa pioggia accompagna il protagonista, si fonda con esso e lui si fonde nell'ambiente in cui si muove.
Unica "stortura", ma prendila con le pinze, perché è squisitamente gusto personale è quell'uso transitivo di "piove", che torna in più di qualche punto e che mi suona proprio con difficoltà.
Il senso ultimo e il messaggio che vuoi passare con questo testo sono assolutamente allegorici e metaforici e, come già detto, dovrò rileggere più delle tre volte che l'ho letto per commentare, ma questa parte a mio avviso è il cuore della narrazione:
Edu ha scritto: Quegli altri non piovono che dal cranio convesso, non giù per l’esofago. Eppure vanno, va il cuore, vanno i piedi in ogni dove e in ogni senza perché.
Questo piovere giù per l'esofago, specialità solo di alcuni, mi ha fatto fare un ragionamento sulla sensibilità che mi ha intristito e mi ha fatto riflettere sul fatto che sia merce sempre più rara.
Un testo denso, che sicuramente mi ha segnato e mi ha fatto pensare molto. Promosso a pieni voti, per me.

Re: [MI 155] Adalberto cammina

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Ciao e ben ritrovato caro @Edu,
Ma veniamo subito al tuo bel racconto non-racconto. Mi ha ricordato quel tuo testo sulla tartaruga, mi pare che anche qui tu stia cercando in quella direzione. Un testo breve, poetico ed estremamente suggestivo. Mi sembra una direzione molto interessante che stai sperimentando.
Questo testo mi è piaciuto molto, in particolare fuoriesce la capacità di andare oltre l'ordine apparente delle cose e un tentativo di definire il mistero del tempo.
Bravo (come sempre)!

Re: [MI 155] Adalberto cammina

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@Edu  Hai fatto una prosa poetica che mi intriga molto. Bentornato, carerrimo:)

Rispetto ai suoi concittadini, Adalberto vive la pioggia in modo diverso, ne è permeato dentro e fuori.
La sua più profonda sensibilità lo porta, per contrasto con l'intridere assoluto, a percepire il tepore, "un pensiero d'asciutto", solo per un attimo. Ma c'è stato.   :si:

P.S.: ma perché coi tuoi testi non si riesce a editare bene?  :o
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 155] Adalberto cammina

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ivalibri ha scritto: Mi ha ricordato quel tuo testo sulla tartaruga, mi pare che anche qui tu stia cercando in quella direzione
E ssì e ssì. Cetty, cogli giusto (simile alla tartaruga ma meno riuscito, a mia autovalutazione), anche perché se non sperimento qui, dove? Sulle riviste? Lì non si può, qui è un bel gioco dove si può giocare, ed è il bello della piattaforma
Poeta Zaza ha scritto: ma perché coi tuoi testi non si riesce a editare bene?
ciao carerrima. Non si riesce a editare per la ragione che porto in firma: sono un pupazzo scrittore maledetto due volte  
:si:
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 155] Adalberto cammina

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@Edu
Stilosissimo questo tuo pezzo!
Ciao Edu, non ti leggo da parecchio tempo e sono felice di essere tornato a farlo. Ti ho trovato bravissimo come sempre. Il tuo non è un racconto, è un lampo poetico, scritto in maniera eccellente e molto originale. Mentre leggevo pensavo che avrei dovuto scriverti "che bello l'incipit, davvero particolare!", ma poi mi sono accorto che hai mantenuto la stessa impronta stilistica per tutto il testo. Benissimo perché il testo non è lunghissimo, non stanca affatto.
Ai fini del gioco, l'unico difetto che sento di segnalarti è l'aver evitato la boa che in questo caso non era un semplice elemento accessorio, ma una colonna su cui poggiare la storia, un turning point essenziale per la direzione narrativa da prendere (e che onestamente, mentre riflettevo su come sviluppare questa traccia, mi ha messo talmente in difficoltà da spingermi a propendere per l'altra). Comunque si tratta di un appunto esclusivamente limitato al contest, per il resto nulla da eccepire, è davvero un testo che rimane impresso, scritto con maestria. Continua così!  :D

Re: [MI 155] Adalberto cammina

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La vuoi la verità?
Io non ho capito niente del tuo testo.
Mi é rimasto un susseguirsi di immagini, una più bella dell'altra, ritmato da gocce di pioggia, interrotto da un barlume di speranza.
Dopo l'ultima goccia mi é rimasto un senso di grazia, di moto perpetuo e sono giunta alla conclusione che non é sempre necessario capire tutto, alle volte basta sentire e portarsi a casa quella sensazione.
Grazie.

Re: [MI 155] Adalberto cammina

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Ciao e ben ritrovato @Edu 
Il tuo testo mi ha fatto quasi la stessa impressione dell’Ulisse di Joyce quando lo lessi la prima volta.
Mi chiedevo cosa volesse dire, dove volesse andare a parare. Poi, addentrandomi, immedesimandomi, trasformandomi, sia pure a fatica perché non amo i cambiamenti ma sono capace di sforzarmi per capire, per acquietare la mia mente, poi trovavo il tutto sublime: in un giorno rappresentare una vita.
Tu hai fatto qualcosa del genere con Adalberto (mi impressiona che il nome mi suoni così familiare…). Non ci dici niente di Adalberto ma praticamente in una camminata sotto una giornata di pioggia (atmosfera che ho sempre amato e i miei colleghi meridionali mi prendevano per fuori di testa perché non rispettavo lo stereotipo del sardo sole, mare, fantasia e ajò…) ci fai conoscere la sua vita, le sue abitudini, i suoi pensieri, la sua interazione  con i propri simili…  Proust e Svevo... Magari non ci pensavi nemmeno e non volevi metterci tutta questa roba che ci vedo io, ma io, che amo analizzare piccoli angoli di cortile, ci ho visto davvero tutto un mondo e anche di più. Amo pensare che la scrittura sia certamente soggettiva, ma anche la lettura lo è, nel senso che uno trasforma le parole lette filtrandole con il proprio vissuto. Ognuno che legge un testo ci vede cose diverse; anche le leggi, lo sai, lette da cento giudici diversi possono avere cento diverse interpretazioni, a seconda…
Va bene. Per dirti che ho apprezzato molto.
A rileggerti con piacere.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 155] Adalberto cammina

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Grazie mille @Joyopi  :)
Sulla boa potrei invocare la discolpa che ho invocato con aladicorvo per tentare di evitare la penalità, ma il giudice ha detto no, e pure tu, quindi mi sa che a sbagliare sono io e mi devo stare. Che il racconto, al di là del contest, funzioni, ad ogni modo, è ciò che mi preme davvero, quindi grazie del feedback positivo e degli apprezzamenti 
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 155] Adalberto cammina

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Ciao @Alberto Tosciri , questo tuo commento mi fa molto molto piacere, a maggior ragione se mi dici che hai apprezzato qualcosa che non è solitamente nelle tue corde. Sono contentissimo se un lettore (no, non è la tua pippa mentale, era ciò che volevo!) ha colto il senso di una vita in una camminata sotto la pioggia, perché era esattamente quello che volevo rendere! E poi... Joyce, Proust, Svevo: certo, ci stanno, hai colto più che bene! Ma davvero non sai come mi fa piacere il tuo commento, davvero davvero!
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 155] Adalberto cammina

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ciao @Edu ti rispondo al volo... :D al di là dell'intento che avevi, e per il quali hai preso commenti positivi, io credo che hai preteso troppo da quel illetterato lettore che sono io... :P Premesso che @Alberto Tosciri ha una buona cultura classica affinata nei suoi lunghi soggiorni nel deserto a meditare  :asd: io invece, nei miei lunghi soggiorni all'inferno non ho letto altro che le miserie del mondo....
Io credo che usare le parole al solo fine di stupire e considerato che hai speso un terzo dei caratteri, è un esperimento che può anche non riuscire...
Comunque io i complimenti per l'originalità te li ho fatti, ma il " nulla" a cui io mi riferivo era inteso come quel vuoto abissale che si legge nel racconto.
Considera pure che il " nulla" era anche riferito al nulla che avanza e voleva parafrasare "Il nulla di @Mina " per cui ha vinto il contest... Solo che nel racconto vincitore si correva, qui nel tuo, si cammina piano sotto la pioggia, lasciando dietro un vuoto; il nulla che avanza ...
spero di essere stato chiaro.. :P

P.S. grazie per considerarmi un amico... ciao ciao 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 155] Adalberto cammina

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Una prosa molto poetica, e riuscitissima, direi. Ci sono immagini spettacolari per come le hai costruite, c'è una storia ma non nel senso tradizionale che mi aspetterei da un racconto. Per questi motivi - e anche perché il riferimento che mi suonava più forte in testa leggendo era la pioggia nel pineto - mi chiedo perché, in revisione, non pensi a rendere questa prosa poetica direttamente poesia. In versi penso che renderebbe ancora di più
Un'ottima prova, comunque  :D

Re: [MI 155] Adalberto cammina

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Ciao @Edu, ti leggo con molto piacere, anche perché il racconto è breve e se dovesse essere sgradito è una sofferenza veloce.
E invece...perbacco! Si rimane senza parole, solo con sensazioni sospese che fanno riflettere. Questo ritmo perpetuo ti lascia senza fiato. Una metafora sulla vita nell'immensità dell'universo. Senza acqua non può esistere la vita.
Edu ha scritto: [font="Times New Roman", sans-serif]cade pioggia [/font][font="Times New Roman", sans-serif]dalla [/font][font="Times New Roman", sans-serif]sommità con[/font][font="Times New Roman", sans-serif]cava[/font] [font="Times New Roman", sans-serif]del cranio alla lingua, poi giù per l’esofago fino a [/font][font="Times New Roman", sans-serif]seccarsi sul cuore.[/font]
 Oh, questo passaggio mi ha fatto riflettere un bel po'. All'inizio pensavo fosse un refuso quel concavo ma poi...
Edu ha scritto: [font="Times New Roman", sans-serif]La gente che passa non [/font][font="Times New Roman", sans-serif]piove che fuori ai vestiti. Dentro, non sembra bagnata. La [/font][font="Times New Roman", sans-serif]pelle, che copre ogni passo di piede, ogni gesto di mano o di capo, è impermeabile. [/font][font="Times New Roman", sans-serif]Quegli altri non piovono che dal cranio convesso, non giù per l’esofago. Eppure vanno, [/font][font="Times New Roman", sans-serif]va il cuore, vanno i piedi[/font] [font="Times New Roman", sans-serif]in ogni dove e in ogni senza[/font] [font="Times New Roman", sans-serif]perché.[/font]
...no perché gli altri piovono solo dal cranio convesso. Interessante. Ognuno può dare la propria interpretazione.
Complimenti sempre per la destrezza e l'ingegnosità dello scrivere. Sei anche un esempio per quelli che hanno dei dubbi e come diceva Frankestein junior: si può fare!
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