[MI151] Amore alla finestra

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https://www.costruttoridimondi.org/forum/viewtopic.php?p=16532#p16532

Traccia di mezzogiorno.  

«Dai Mario alzati, ché ti insegno a ballare.»
Dopo aver rassettato la stanza, senza dire una parola, Adriana aveva iniziato a canticchiare una melodia. Aperta la finestra, sotto lo sguardo attonito dei curiosi, aveva teso la mano al ragazzo che la guardava trasognato.
La barba incolta, i piatti sporchi, la bottiglia vuota parlavano per lui. Adriana, dopo una settimana che non lo vedeva uscire di casa, si era decisa a bussare alla sua porta.
Qualche tempo prima Mario aveva gettato la radio in una discarica gridando come un ossesso.
In paese non si parlava d’altro: la sera del venti luglio, si era scordato di chiudere la finestra e tutti lo avevano visto ballare avvinghiato a una seggiola.
Mario possedeva una vecchia radio e certe volte si chiudeva in cucina, serrava la finestra e abbracciava la sedia. A occhi chiusi, muoveva i piedi lasciandosi trasportare dal ritmo della musica immaginando di volteggiare con Adriana.
Avrebbe voluto tanto avvicinarsi a lei, ma si limitava a osservarla da lontano: lui non sapeva ballare. Quando era più giovane avrebbe voluto imparare ma non c’erano scuole, per quello. In paese e soprattutto non c’erano soldi.
L’aveva vista una sera giù in paese alla festa della battitura del grano. Adriana ballava e l’abito ondeggiava seguendo le linee morbide dei fianchi. Tutti la guardavano: gli uomini con cupidigia sfidando le occhiate di consorti scialbe e le donne con sospetto e invidia.
Di sicuro era bella da perderci il sonno.
A dirla tutta, Adriana, figlia dei vicini di casa, sembrava interessarsi a lui, ma su di lei giravano delle voci. Si diceva che fosse una ragazza facile da abbordare. Forse era proprio per questo che all’età di quasi trent’anni non si era ancora sistemata. Di sicuro le madri non l’avrebbero mai presa in considerazione come nuora. I figli potevano divertirsi, ma di matrimonio neppure a parlarne. 
Mario si considerava tutt’altro che un partito desiderabile. Non è che non gli piacessero le donne, anzi. Il fatto è che lavorare la terra era l’unica cosa che sapesse fare oltre a scrivere il proprio nome a stampatello.
Mamma Gina glielo aveva ripetuto fino alla morte che avrebbe dovuto trovarsi una buona moglie, in fondo era un ragazzo robusto e generoso, ma all’amore Mario non ci pensava.
Era stata una giornata di lavoro duro nei campi, le spalle curve nella mietitura, le braccia indolenzite e la gola riarsa dal calore e dalla polvere. Del pane raffermo messo a rinvenire nell’acqua dalla mattina, una mezza cipolla e un filo d’olio era il menù che lo attendeva, come ogni sera. 

Re: [MI151] Amore alla finestra

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Ciao! Un racconto il tuo che è più un frammento! Ma che frammento però, perché con pochissime pennellate delinei un mondo intero, una provincia che non riesce mai a uscire dai suoi canoni e dai suoi demoni, potremmo dire. Molto interessante il modo in cui delinei la protagonista femminile e per contrasto come delinei lui. Bellissimo l'inizio/fine con loro che ballano e se ne fregano delle convenzioni. Promosso a pieni voti! <3

Re: [MI151] Amore alla finestra

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Della serie: chi se ne importa delle convenzioni sociali quando limitano gli slanci di empatie tra le persone. Abbasso l'ipocrisia!

Piaciuto questo fresco ritratto di riuscita provocazione a una gretta provincialità curiosa e giudicante, @@Monica   :sss:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI151] Amore alla finestra

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@@Monica ciao!
Mi è piaciuta molto l'ambientazione "d'altri tempi contadini" e ovviamente la classe e il ritmo del tuo narrare!
Mi sembra però più un incipit che un racconto finito. Sappi che se mai lo proseguirai, io mi offro come beta reader!
 
A leggerti al più presto!
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Re: [MI151] Amore alla finestra

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Ciao @Monica , bel racconto! 
Hai fatto un bel ritratto del borgo nelle poche righe concesse, delineando i personaggi, pur quasi senza dialoghi.
Sei riuscita a mostrare la mentalità provinciale in modo scanzonato, senza pesantezza e senza renderla antipatica, anzi! 
Piacevole lettura, alla prossima! :D 

Re: [MI151] Amore alla finestra

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ciao @@Monica. Parto dalla brevità del tuo racconto: appena 2.500 caratteri. Come mai? Già dalle prime righe, quando Adriana apre la finestra, mi pare di scorgere la promiscuità di Napoli. I balconi attaccati al punto che puoi vedere cosa sta cucinando il vicino, il passaggio da balcone a balcone di ogni sorta di cosa. Peccato, avresti potuto spendere qualcosa per valorizzare la scena. Certo che @Edu ne ha preso troppi in castagna con questo approccio rebours  :D

Secondo me questo approccio ti ha intimorito un poco, limitandoti non poco nello scrivere. Sarebbe stato un racconto ancora più piacevole se avresti narrato questa storia d'amore collegandola  alla natura affettuosa della gente, sempre disponibile al dialogo, alla fratellanza e solidarietà: perché così siete voi. Questo disegnare di una cittadinanza ignorante non mi piace, perché non fa parte della vostra cultura. A parte che avresti potuto sviluppare meglio la storia. Comunque è solo un parere. ciao e alla prossima. :sss:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI151] Amore alla finestra

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Un grazie cumulativo  a chi è passato di qui!
@Loscrittoreincolore  mi fa piacere tu abbia colto la mia intenzione. Volevo porre il focus su uno specifico momento che ha cambiato per sempre la vita del ragazzo. Ho scelto di usare poche parole (ma spero buone).
@Poeta Zaza grazie ! 🌺
@Shinobi  grazie per le belle parole e la lettura.
@@bestseller2020  mi hai fatto ridere... io sono toscanissima neppure una stilla di sangue partenopeo... 
storia breve per scelta. Però potrei lavorarci su...  con questo rispondo anche @L'illusoillusore  che ringrazio per compiere il compito di “illusore” alla perfezione! Mi hai fatta arrossire e non è facile. Anche io come te amo sperimentare e stavolta ho sacrificato la quantità. 🙏🙏

Re: [MI151] Amore alla finestra

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@@Monica ma allora sta mozzarella di bufala della tua poesia?  :D

Va bè! anche voi toscani siete come i campani, allegri e solari, mica grezzi e gretti... :P
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI151] Amore alla finestra

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Ciao @@Monica! il tuo racconto mi è piaciuto molto. L'ho trovato semplice, ma non per questo banale, anzi, penso che nella sua semplicità sia riuscito a comunicare molto. Mi è piaciuto il modo in cui hai narrato il tutto, quasi senza dialoghi, un modo molto simile al mio, che certe volte sembra sfuggire proprio dall'interazione diretta tra i personaggi. Nel tuo racconto di interazione ce n'è molta, ed è quella tra il singolo e la società in cui si trova a vivere, che secondo me ha reso il tuo racconto pregno di significati.

Complimenti, una bella prova :)
@@

Re: [MI151] Amore alla finestra

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Ciao @monica. Atmosfere e delicatezze che mi hanno ricordato Ermanno Olmi. Merito di una scrittura cinematografica. La brevità la considero un pregio e in questa storia c'è tutto.
@Monica wrote: Quando era più giovane avrebbe voluto imparare ma non c’erano scuole, per quello. In paese e soprattutto non c’erano soldi.
L'unico dubbio. A me verrebbe da scrivere: ma non c'erano scuole, per quello, in paese. E soprattutto non c'erano soldi. 

Piaciuto molto
A presto

Re: [MI151] Amore alla finestra

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@Monica wrote: Del pane raffermo messo a rinvenire nell’acqua dalla mattina, una mezza cipolla e un filo d’olio era il menù che lo attendeva, come ogni sera. 
La frase finale, che si dilata nel tempo e nello spazio precedenti l'invito di Adriana, ha anche l'incontestabile pregio di permettere al lettore di collocare cronologicamente il brano (forse negli anni Cinquanta del secolo scorso). 
Denso e garbato, il racconto termina, a mio parere, in modo un po' brusco: forse ci sarebbero stati bene particolari su quella settimana di solitudine, prima che la voce di Adriana interrompa il delirio di Mario (come scrivevo sopra, la frase di chiusura allude, sì, ma mi pare eccessivamente serrata); insieme a @bestseller2020, inoltre, avrei letto con molto piacere qualche altra nota sulla vita quotidiana domestica o campestre: senza esagerare, perché anch'io amo la brevità. Trovo invece azzeccatissima la scelta di far parlare solo Adriana, soltanto una volta e all'inizio.
Lettura che rimane impressa, @@Monica. Grazie. 
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Re: [MI151] Amore alla finestra

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Ciao @@Monica,
Premetto che il tuo racconto/frammento mi è piaciuto per l'atmosfera e per la precisa essenzialità nel delineare i personaggi. Però alla fine ho sentito come se mancasse qualcosa. Non sono sicura ma non credo dipenda dalla brevità del testo, quanto piuttosto dalla struttura. La storia che racconti è molto semplice ma bella, ma nella narrazione a ritroso ho perso qualcosa, sono dovuta tornare indietro per inquadrare meglio l'insieme. Forse manca qualche elemento che aiuti chi legge e seguire il filo della storia all'indietro. Non so, magari è solo una mia impressione ma se non avessi saputo fin dall'inizio che è un racconto al contrario probabilmente la fine mi avrebbe lasciata perplessa.
Molto belle comunque le immagini iniziali e finali.
Ciao!

Re: [MI151] Amore alla finestra

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Ciao @@Monica 
 il tuo grazioso scorcio inzia con la fine che è l'inizio di un rapporto da troppo desiderato. I due si erano sempre "spizzati"vero?
Un po' il desiderio di lui con la facilità ribelle di lei, sono stati i componenti alchemici del racconto, il resto è unione e passione. Almeno io voglio immaginarmelo così.
Brava come sempre, complinenti

Re: [MI151] Amore alla finestra

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@@Monica  Una chicca. Sono due le cose che mi hanno accompagnata durante la lettura del tuo testo, Adriana che canticchia e lui che balla con la sedia pensando a lei. E siccome sono entrambe nella prima parte del brano, hanno addolcito anche la lettura delle miserie umane, perché tanto lei canticchia e poi intuiamo che balleranno insieme. Hai dettato il mood del racconto rivestendolo con un velo trasparente di dolcezza. Sentimento e generosità, che bella coppia. Brava  <3
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI151] Amore alla finestra

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Una breve chicca @@Monica. Il ritroso c'è (...ehm, si capisce il doppio senso?). Solo, sta frase proprio non capisco perché l'hai messa così. Direi che "in paese" va con la frase precedente. Ciaux, a rileggerti
@Monica wrote: In paese e soprattutto non c’erano soldi.
Scrittore maledetto due volte

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