[MI151] In un attimo

1
Traccia di Mezzogiorno: "A rebours" di @Edu 

Commento: viewtopic.php?p=16591#p16591



In un attimo, l’intera umanità fu colpita dalla stessa malattia. Una malattia di morte, completa distruzione e oblio della stessa definizione di “vita”. Ce l’avevano fatta, finalmente, dopo secoli di ricerca, di illuminazione e di impegno. Non c’era voluto molto, alla fine, e come aveva predetto uno Schmitz di Trieste, l’essere umano più malato di tutti aveva posto una bomba al centro del mondo e, con un inchiostro scarlatto, aveva scritto l’epilogo di una storia durata anche troppo.
Avevano anche creato un orologio, gli sciocchi, e l’avevano chiamato Doomsday Clock per spaventare i leader mondiali, avevano cercato di sensibilizzarli, e avevano fallito. E ora, non c’era più nessuno da avvertire, non c’erano bambini a meravigliarsi delle cose più piccole, non c’erano primi baci né dichiarazioni d’amore scritte sui muri. Ora c’era il silenzio. Finalmente, era giunta la pace.
Ma io, io sono bloccata qui, da sola, a combattere i risultati della loro scellerata ignoranza. Per me non è cambiato nulla, e mai nulla cambierà. Il mio moto è ineluttabile, infinito, è acqua che non smette mai di scorrere. Già, acqua, come quella che ho fatto nascere dal fuoco, la vita soffiata all’interno di una dura crosta da cui sono nati fiori, alberi e frutti. Ho donato il colore a questo mondo, l’ho scolpito in silenzio per intere ere, e l’ho donato a loro, uomini e donne, gli ho regalato le chiavi di quel locus amoenus che si agitavano a cercare, mai realizzando di avercelo davanti. Ho reso il suolo soffice per i loro piedi, fiumi e laghi dolci per le loro bocche e per i prodotti che gli hanno dato la forza di camminare e correre nel tempo. Forse sono stata troppo buona con loro, come una madre cieca ai difetti dei figli, pronta a biasimare gli altri pur di allontanare l’idea che, sì, i suoi figli non sono poi così perfetti. E ora sono sola, tradita, umiliata, e mi domando se riuscirò mai ad averne altri, di figli.
Di ciò che era prima, ormai è rimasto soltanto l’eco. Uno di loro aveva scritto che il mondo non finirà con uno scoppio, ma con un sospiro, un lieve piagnucolio. Oh, quanto si era sbagliato. Arroganti erano, e arroganti sono rimasti, fino all’ultimo istante. Lo sono stati quando per la prima volta sono riusciti a rappresentare le loro idee, a tirar giù di forza la perfezione del pensiero per renderla reale, vivida, universale, e hanno deciso poi di segregarsi, di rendere la conoscenza un bene irraggiungibile. Ero lì quando le loro soffici mani hanno imparato a domare il bronzo, a fondere rame e stagno per creare strumenti, ingegni di guerra per rubare il bene più prezioso che gli avessi mai donato.
E io sono stata sempre lì, ho tagliato i rami secchi della loro esistenza per farli crescere più forti, ho adattato la mia creazione in modo che gli calzasse alla perfezione. Ho aggiunto il calore dove non doveva esserci, e ho lottato, oh sì che ho lottato, per far sì che potessero prosperare. Forse sono colpevole quanto loro, forse avrei dovuto abbandonarli molto prima, e capire che non sarebbero mai cambiati, ma mi sono lasciata cullare dalla loro voce, prima, e dalle loro abili mani che pizzicavano corde di strumenti imperfettamente perfetti, proprio come lo erano loro. L’avrei dovuto capire, quando una parte di essi ha deciso di rendere schiava un’altra soltanto perché, a detta loro, più debole. L’avrei dovuto capire molto prima, ma non l’ho fatto.
E ora mi ritrovo qui, in silenzio, incapace di posare lo sguardo sulla mia stessa creazione. Me l’hanno tolta, rubata, hanno sottratto la vita alla vita stessa, e l’avrebbero potuto fare soltanto loro, figli dei miei figli, la mia creazione più straordinaria. E più li ho protetti, più questi hanno sbagliato. Ricordo i loro primi passi, posso ancora sentire le loro primitive mascelle masticare i resti lasciati da animali molto più forti. La mia melodia era molto più dolce, in quei momenti, quando preparavo questi luoghi per loro, gli stessi che, in un attimo, hanno strappato via dal mio controllo.
E io so che l’acqua comincerà di nuovo a scorrere, che le stelle illumineranno il cielo notturno e l’aurora boreale ballerà, più intensa che mai, ma in queste immense vallate regnerà soltanto il silenzio, e la mia canzone non sarà mai più com’era una volta, quando, raggiunto il suo apice, con un grosso bang ha permeato questo mondo.
In un attimo, la vita stessa ha distrutto la vita. This is the way the world begins, not with a whimper but a bang.

Re: [MI151] In un attimo

3
Ciao! Già alla citazione de "La coscienza di Zeno" mi avevi conquistato. Il resto è stato un viaggio meraviglioso verso l'inizio/fine. Complimenti vivissimi. Piaciuto da matti <3

Re: [MI151] In un attimo

4
Ólafr wrote:
Non c’era voluto molto, alla fine, e, come aveva predetto uno Schmitz di Trieste, l’essere umano più malato di tutti aveva posto una bomba al centro del mondo e, con un inchiostro scarlatto, aveva scritto l’epilogo di una storia durata anche troppo.
Ti segnalo solo quella virgola, sopra, per aprire l'inciso. 

Hai scelto di svolgere la traccia con un flusso di coscienza tormentata di Madre Natura, sconsolata e abbattuta di fronte alla rovina del mondo da lei così accuratamente creato, e affidato - non potendo fare altrimenti - ai figli del mondo, i quali, replicandosi generazione dopo generazione, sono riusciti ad arrivare sulla soglia dell'auto-distruzione.

Molto ben scritto. Piaciuto, @Ólafr  :)

Bentornato al MI!
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI151] In un attimo

6
Grazie mille @Loscrittoreincolore! Pensa che il motore di questa narrazione è stato proprio uno scambio che ho avuto con un mio amico: si parlava di Svevo e della sua sensibilità e mi è subito venuta in mente quella citazione, che mi aveva colpito molto fin dalla prima volta che ho incontrato le opere di Italo Svevo, al liceo. Insomma, non potevo non metterlo in mezzo! :D

@Poeta Zaza, cambierò subito quella virgola, hai ragione! Grazie tante per le tue parole, il flusso di coscienza era proprio ciò a cui ambivo, per questo ho anche usato spesso dei piccoli accorgimenti come le ripetizioni e le frasi iniziate con "E io..." per dare proprio il senso di un flusso veloce, ineluttabile, quasi agitato che, per sua stessa natura, non si può mai fermare.

Grazie anche a te, @L'illusoillusore, mi fa piacere che tu abbia apprezzato il mio racconto. Molto diverso da "Deadline", questo qui, ma alla fine qual è il senso del MI se non quello di sfidare se stessi? :)   

Re: [MI151] In un attimo

8
Bella narrazione e riflessione. Non retorica. Bravo, il rischio c'era.
Mi hai fatto venire in mente un passaggio di una riflessione di Battiato che mi sembra che dicesse: "Noi esseri umani non siamo all'altezza del ruolo che ci avrebbe assegnato il cosmo".
Ólafr wrote: Avevano anche creato un orologio, gli sciocchi, e l’avevano chiamato Doomsday Clock per spaventare i leader mondiali, avevano cercato di sensibilizzarli, e avevano fallito.
Magari mi sbaglio, ma dopo leader mondiali ci vedrei meglio un punto e virgola o un punto, invece della virgola.
A rileggerti @olafr

Re: [MI151] In un attimo

9
Ciao @Ólafr, complimenti per l'uso di citazioni, anche opportunamente invertite, e del modo in cui sei riuscito a tenere insieme un testo fatto di frasi, molte delle quali, che potrebbero essere strofe di canzoni.
Ho riconosciuto il ritmo, un crescendo tonante - che penso sia quello che preferisci, dato che assomiglia al piglio di altre tue cose che ho letto - che qui fa un perfetto lavoro, dando al testo un senso di monito incedente.
Bello anche il parlare per metafore e immagini, vedo non vedo sullo sfondo fumoso, che però fa emergere il messaggio trasmesso, il tempo che è agli sgoccioli.
Complimenti, ci leggiamo in giro! :D 

Re: [MI151] In un attimo

10
@Kasimiro, grazie mille per il tuo commento. In effetti, un punto e virgola avrebbe reso meglio quella frase, l'aggiusterò appena posso. Mi piacerebbe anche espandere un pò il racconto, non so, ci penserò su :)
Kasimiro wrote: "Noi esseri umani non siamo all'altezza del ruolo che ci avrebbe assegnato il cosmo".
Bella citazione, direi che calza a pennello con il flusso di coscienza del mio racconto.
Shinobi wrote: e del modo in cui sei riuscito a tenere insieme un testo fatto di frasi, molte delle quali, che potrebbero essere strofe di canzoni
@Shinobi! Mentre scrivevo il racconto mi veniva sempre in mente l'idea che aveva Tolkien della creazione di Arda, con la sua musica degli Ainur, e forse quel pensiero mi ha portato a ricercare, anche incosciamente, la musicalità. Ti giuro che stavolta ho cercato di accorciare il più possibile le frasi, ma alla fine il ritmo della mia scrittura è sempre quello, non ce la faccio a calmarmi! :P

Re: [MI151] In un attimo

11
Eh sì,  @Ólafr la tua versione a rebour è un viaggio che pone l’uomo di fronte alla propria incapacità di gestire la terra e dunque sé stesso. Ho davvero apprezzato questo flusso di coscienza della natura. Una dea sconfitta e sola. Hai mantenuto dritta la barra senza scadere nelle banalità e offrendo immagini liriche e pregnanti. Piaciuto molto 💐🌍

Re: [MI151] In un attimo

12
@Monica wrote: Eh sì,  @Ólafr la tua versione a rebour è un viaggio che pone l’uomo di fronte alla propria incapacità di gestire la terra e dunque sé stesso. Ho davvero apprezzato questo flusso di coscienza della natura. Una dea sconfitta e sola. Hai mantenuto dritta la barra senza scadere nelle banalità e offrendo immagini liriche e pregnanti. Piaciuto molto 💐🌍
@@Monica grazie mille per il tuo commento, l'ho apprezzato davvero tanto! Come dici tu, è un flusso di coscienza di una dea sconfitta e sola, che si chiede, quasi impotente, se mai avrà di nuovo dei figli "perfetti" come lo erano gli esseri umani. Grazie per aver letto il mio racconto! :D

Re: [MI151] In un attimo

13
Un buon racconto, @Ólafr, ben scritto. Ci trovo una sola pecca, ma è un mio gusto personale: il monologo un po' lamentoso (della terra bistrattata a cui l'uomo non è sufficientemente grato, se non ho capito male) può risultare retorico. E poi non ce la vedo la Terra (o l'universo, visto che parli del big bang) a fare troppo la vittima, secondo me non è che l'uomo lo consideri più di tanto, non gli darebbe sta considerazione. Ma i pregi del racconto superano i difetti, e quelle che leggi sono solo considerazioni personali dettate dal mio particolare punto di vista.
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI151] In un attimo

14
A parte le riflessioni, un tantino vicine a quelle di Edu, che mi hai suscitato con questo racconto, devo complimentarmi con te @Ólafr per l (y) dea e per come hai gestito la trama a ritroso. (y)

Re: [MI151] In un attimo

15
Ciao @Edu e grazie mille per il tuoi commento! Più che la lamentela di una Terra bistrattata, è la lamentela della vita delusa dall'assoluta velocità con cui l'uomo ha distrutto sè e tutto il resto. All'inizio, infatti, dico proprio che in un attimo (da qui il titolo del racconto) l'uomo ha disnitegrato tutto quello che la vita, natura, Terra e universo compresi, ha fatto in milioni di anni. Capisco benissimo che un racconto del genere possa sfociare nella retorica, d'altronde siamo pieni di rivoluzioni green in questo momento :)

Ovviamente grazie anche a te, @Alba359! Le considerazioni e le riflessioni di tutti sono ben accette :) @ 

Re: [MI151] In un attimo

16
ciao @Ólafr. Ma sì, facciamo parlare a chi ha voce in capitolo. Io penso che il giorno che noi esseri umani riusciremo ad andare in giro per l'universo, in quel momento inizierà il conto alla rovescia per la distruzione dello stesso Universo. In fin dei conti è meglio che sparisca l'essere umano che l'intero universo... ciao a rileggerti..
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI151] In un attimo

17
Ciao @Ólafr, il commento di Besty ha spazzato via il mio commento intelligente. Mi resta solo quello pret a porter: bello.

A parte lo sfacelo tecnico, volevo dirti che mi è piaciuto l'accostamento tra i tre momenti principali: arroganza distruttiva (contrapposta all'innocenza e al sentimento), brulicare frenetico degli uomini che con le loro trame coinvolgono la Vita stessa che si fa umana e sostiene, spende e spande per il nostro genere casinista e, infine, il bang seguito dal silenzio. La gestione dell'equilibrio tra le parti rende il silenzio finale quasi materico.
E il sentimento espresso non è rabbia o frustrazione ma una grande delusione, che lascia quasi senza forze. Bang e silenzio! La vita sa che continuerà, ma il suo canto non sarà più vibrante come quando c'era il genere umano. Nel tuo racconto siamo riusciti ad avvilire la vita. In eredità le abbiamo lasciato il silenzio, nonostante tutto il casino che abbiamo fatto. Deprimente. Sono delusa pure io. :aka:

Poi solleviamo il capino e anche l'umore pensando che è solo un racconto. :sorrisoidiota: Scritto bene. Bravo. (y)
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI151] In un attimo

18
Ólafr wrote: Uno di loro aveva scritto che il mondo non finirà con uno scoppio, ma con un sospiro, un lieve piagnucolio. 
Idea ottima quella di citare l'Eliot de Gli uomini vuoti, per poi concludere il racconto invertendo i suoi versi: 
This is the way the world ends
(...)
Not with a bang but a whimper.
Nello scrivere pare quasi che tu corra, e nel correre colga tutto ciò che d'interessante si trovi sulla via. Intendo dire che hai un modo di scrivere denso, lussureggiante, festoso. La personificazione della Terra forse non è originale, ma la scrittura è accattivante. Ciao e grazie, Alessio.
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [MI151] In un attimo

19
Mi é piaciuto questo monologo pieno di rimpianto e dispiacere. Un j'accuse chiaro che introduce un nuovo ciclio di vita.
Molto, molto azzeccato!

Re: [MI151] In un attimo

20
Grazie a tutti per i bei commenti, mi fanno davvero piacere! :)

@bestseller2020 volevo proprio rappresentare questa delusione nel mio racconto, e la consapevolezza che, appunto, l'uomo ha gettato tutto quello che è successo in milioni di anni in un piccolissimo attimo. Grazie per aver letto il mio racconto!

@ElmoInverso hai colto perfettamente il senso del racconto, grazie! La delusione della Vita sta anche lì: l'aver speso milioni di anni ad aggiustare e aggiustarsi per l'uomo, e per il cammino di quest'ultimo, e poi cosa succede? Tutto viene disintegrato in un attimo. Mi piaceva anche l'accostamento "malattia" e "vita", per far capire proprio come gli esseri umani abbiano rovinato ciò che la vita si è impegnata a fare. Difficile non rimanerci delusi :P

@Ippolita la poesia di Eliot è un'altra di quelle che ho avuto l'occasione di incontrare al liceo e poi approfondire all'università. "The Waste Land" merita veramente molte letture, per me è un vero e proprio capolavoro, che spesso viene oscurato da The Hollow Men che è sicuramente il componimento più conosciuto.

@Almissima  grazie mille anche a te! Un pizzichino di speranza ce l'ho messo, alla fine, nella consapevolezza che un altro ciclo di vita, seppur diverso, ci sarà, perchè la Vita è ineluttabile.

Grazie ancora! :D

Return to “Racconti”