[MI147] Maria e Samir

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Vorrei tu ascoltassi: Strade parallele di Giuni Russo e ...


Lo guardo dormire e penso che sta invecchiando. Anche io sto invecchiando e dormire sotto le stelle non è cosa per me. Ma come si fa a dormire sotto le stelle senza neanche un tetto sopra la testa? Solo le pareti. Le pareti intorno, le porte, le finestre e neanche un tetto a ripararci. E’ vero, qui non piove mai, poco più in là il deserto, ma un tetto ci vuole.
… e neanche un materasso sotto la schiena, solo tappeti.
Samir dice che presto lo avremmo un letto, ma non è questo. E’ anche questo, ma non solo questo.
Alzo gli occhi e vedo le stelle. Un milione di stelle sopra di noi, non ne ho mai viste tante tutte insieme come in questi mesi. Sembrano così vicine. Come quest’uomo che mi dorme a fianco. Lo amo più di tutto, più di mio marito.

Si chiamava Antonio mio marito. Eravamo due ragazzini; abbiamo avuto le figlie subito, una dietro l’altra, neanche un po’ di tempo per noi. E poi è morto in un incidente d’auto. Mi ha lasciata sola a crescere le figlie, a farle studiare, a consolarle nei momenti difficili . Mi sono arrangiata pulendo lo sporco degli altri, adattandomi a qualsiasi cosa.
Io e Antonio non abbiamo mai neanche davvero fatto l’amore. E’ stato Samir ad insegnarmelo. Con lui ho scoperto un sacco di cose. Solo Samir mi ha guardata in mezzo alle gambe, mio marito non lo aveva mai fatto. Ora so il sapore dei baci e il calore che ti viene da dentro.

Samir l’ho conosciuto in Italia. Al mio paese. L’ho conosciuto per caso. Lui al mattino aspettava il pullman per andare al lavoro e io passavo di lì in bicicletta.
E’ stato lui ad accorgersi di me.
Mi ha salutata un giorno, poi un altro giorno… io non volevo nemmeno dargli corda e non gliene davo, ma lui ha saputo strapparmi un sorriso con il suo essere educato e gentile.
Un giorno mi ha regalato un mazzolino di fiori di gelsomino, qui lo chiamano Machmum. Mi ha detto che avrei dovuto portarlo dietro l’orecchio e mentre si avvicinava mi è piaciuto il suo profumo, il calore che emanava il suo corpo, mi è piaciuto come mi guardava. Nessuno mi aveva mai guardata così.
Fermarsi a parlare con lui nei giorni seguenti è stato naturale, come accettare il suo invito a cena e poi accompagnarlo a Venezia perché lui a Venezia non c’era mai stato. E’ stato naturale innamorarmi di lui e accettare di seguirlo in questo paese. Ci ho pensato a lungo prima di farlo, forse non troppo lungo come ci si sarebbe aspettati da me, ma non sono una sprovveduta.
Il fatto è che io non so nemmeno la sua lingua. Solo lui qui conosce la mia e per qualsiasi cosa ho bisogno di lui. Anche per comprare la farina. Qui c’è davvero poco a parte orizzonti sconfinati. Lui mi è sempre presente, ama starmi accanto e cerca di farmi stare bene è che a me è passata la voglia.
Mi mancano le miei figlie, i miei nipoti, mi manca la mia bicicletta, la mia casa, le travi sopra alla testa, il freddo d’inverno, i fiori del mio giardino. Mi commuovo solo a pensarli… i fiori.
Samir non può compensare tutto questo, lui è solo un uomo. A me manca la vita, le mie abitudini, mi piaceva stare sola prima di lui, mi manca pure quello, ma poi lo guardo… lo sfioro con la mano. Anche adesso, lo sfioro e lui la bacia nel sonno. Dormendo mi bacia la mano e l’appoggia sul cuore. Mi fa così male pensare di non svegliarmi più al suo fianco.
Ma Samir stesso dice che i miei occhi stanno cambiando, dice che stanno virando al
sunset stone, perché sono pieni, pieni zeppi di lacrime, mntre quando mi ha conosciuto, erano color ematite, scintillanti e luminosi come le stelle nel deserto.
Almeno fosse stato siciliano Samir, come la canzone che mi canta sempre… invece è tunisino.
Un’altra cultura, un'altra lingua, altre abitudini, un altro mondo e io ormai sono troppo vecchia per adattarmi e le figlie che non mi parlano. Mi ricattano. Dicono che fino a che non torno indietro non mi perdoneranno e che se non faccio presto i nipoti non mi riconosceranno.
Perché le figlie non capiscono quanto ho bisogno di amore?
Eppure sono donne anche loro, eppure loro stesse hanno amiche che si sono allontanate inseguendo i loro sogni, i loro uomini, i loro amori, perché io non posso? Perché non mi hanno sostenuta?
Ma se lo avessero fatto, ora sarebbe stato diverso? Davvero? Io non lo so.

Samir è un brav’uomo, si prende cura di me come meglio può, mi vive accanto. Mi fa l’amore, mi fa ballare. Mi ricopre di regali, mi ha portata a visitare le cascate di Tamerice, a volte ci ubriachiamo con il vino di palma e poi ridiamo fino alle lacrime, mi porta nel deserto a vedere i miraggi, ma il mio miraggio è sempre lo stesso, la mia casa di Via del Bon, quella che ho donato alle figlie prima di partire per dimostrare loro che Samir non mi usa e che mi ama davvero.
Loro non ci credono. Mi hanno sempre vista in bianco e nero, non possono pensare ch’io sia anche colore.

Come ho potuto pensare di riuscire a vivere qui, in questo posto così diverso dal mio? Io che per mestiere ho pulito sempre lo sporco degli altri, qui non so mai nemmeno da dove cominciare. Qui non c’è nemmeno un pavimento come lo intendiamo noi. Qui c’è terra battuta e ricoperta da tappeti così logori e lisi che non si vedono nemmeno i disegni.
E poi ho il mal di schiena e le ore non passano mai.
La prossima settimana torno a casa.
Samir mi accompagnerà all'aeroporto.

Domani parto.

Questa sera abbiamo fatto l’amore, con gli occhi pieni di lacrime.
Abbiamo bevuto, abbiamo ballato. Ha voluto che indossassi il mio abito rosso, il suo preferito, si è inginocchiato e mi ha sollevato la gonna, esattamente come aveva fatto quella sera, la prima volta che abbiamo dormito insieme.

Io e Samir avevamo un sogno.
Per un po’ il sogno è stato lo stesso. Poi ha preso direzioni diverse.

Io voglio vivere in Via del Bon, dove conosco tutti, dove per fare la spesa non ho bisogno dell’interprete, dove le travi mi riparano dalla pioggia. Dove c’è il sole e fa caldo e freddo ci sono le stagioni e i miei nipoti mi chiamano nonna.
E mentre penso a questo lui apre gli occhi e mi sussurra:
“Habibi, habibi”.
e io gli rispondo: “ ti amo”.
E poi aggiungo: “Ti aspetto in Italia”.
E lui risponde di sì e lo sappiamo che non è vero e pingiamo e ridimo e facciamo l’amore e poi mi accompagna all’aeroporto e io non mi giro a guardare. In cuor mio so che non lo rivedrò mai più e lo amo più della mia vita ma porca miseria amo più la mia vita. E allora torno a casa e la mia casa è ancora come l’ho lasciata.
Le figlie mi dicono: grazie a dio sei rinsavita, i nipoti mi stringono forte e di quella vacanza non ne parliamo mai più.
Nessuno ne parla più e anche i vicini curiosi, dopo poco si stancano di farmi domande e io riprendo a fare la nonna e la vita continua.
E solo qualche volte accendo lo stereo, metto il disco che ascoltavamo insieme, prendo il telefono e faccio il suo numero.
Samir risponde. Sempre.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI147] Maria e Samir

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Ciao @paolasenzalai
Ho visto diversi refusi, mi dispiace e vorrei segnalarteli perchè tu possa correggerli, ma con queta piattaforma diventa troppo macchinoso farlo.
La trama mi ha davvero colpito. Maria è una donna speciale, mi piace come lei percepisce se stessa di fronte agli altri.
Inoltre hai delineato un personaggio chiaro, lineare e funzionale alla storia. Un pò meno credibile è il tunisino, chè di uomini così non se ne trovano :si:

Re: [MI147] Maria e Samir

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Ciao @Alba359,
Alba359 ha scritto:chè di uomini così non se ne trovano
:lol: :lol: no dai, ce ne sono e ce ne sarebbero di più se noi donne non facessimo di tutto per volerli cambiare ;)
In fondo Maria ha seguito Samir in un mondo sconosciuto, si è rivoltata contro le figlie, si è totalmente appoggiata e fidata di lui, non ha detto di no a niente... Samir è credibile :P
Quello che è incredibile è come io abbia potuto pubblicare questo "racconto" pur sapendo che non era ancora pronto, vedi i numerosi refusi.
Le cause sono da attribuirsi a:
A) @Poeta Zaza che mi ha chiamata in causa e non mi sono sentita di rifiutare;
B) il grande affetto che nutro per questo luogo virtuale ed esserci mi pareva cosa importante;
C) una certa predisposizione a farmi del male. ;)
Ti ringrazio davvero molto per aver apprezzato comunque la mia Maria che, a dirti la verità, solo in piccola parte è frutto della mia fantasia.
Grazie davvero.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI147] Maria e Samir

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paolasenzalai ha scritto: dom mar 28, 2021 11:59 pm Fermarsi a parlare con lui nei giorni seguenti è stato naturale, come accettare il suo invito a cena e poi accompagnarlo a Venezia perché lui a Venezia non c’era mai stato. E’ stato naturale innamorarmi di lui e accettare di seguirlo in questo paese. Ci ho pensato a lungo prima di farlo, forse non troppo a lungo come ci si sarebbe aspettati da me, ma non sono una sprovveduta.

Lui mi è sempre presente, ama starmi accanto e cerca di farmi stare bene
due punti
è che a me è passata la voglia.
Mi mancano le miei figlie, i miei nipoti, mi manca la mia bicicletta, la mia casa, le travi sopra alla testa, il freddo d’inverno, i fiori del mio giardino.
Troppi possessivi, sfrondane un po'...

sunset stone, perché sono pieni, pieni zeppi di lacrime, mentre
virgola
quando mi ha conosciuto, erano color ematite, scintillanti e luminosi come le stelle nel deserto.
Almeno fosse stato siciliano Samir, come la canzone che mi canta sempre… invece è tunisino.
Un’altra cultura, un'altra lingua, altre abitudini, un altro mondo e io ormai sono troppo vecchia per adattarmi e ho le figlie che non mi parlano.

Mi hanno sempre vista in bianco e nero, non possono pensare ch’io sia anche colore.
Che frase significativa!

E lui risponde di sì e lo sappiamo che non è vero e pingiamo e ridimo piangiamo e ridiamo e facciamo l’amore
Le figlie mi dicono: grazie a dio Dio sei rinsavita, i nipoti mi stringono forte e di quella vacanza non ne parliamo mai più.
Nessuno ne parla più e anche i vicini curiosi,
o metti "curiosi" tra due virgole, o togli la sola che hai messo
dopo poco si stancano di farmi domande e io riprendo a fare la nonna e la vita continua.
E solo qualche volte accendo lo stereo, metto il disco che ascoltavamo insieme, prendo il telefono e faccio il suo numero.
Samir risponde. Sempre.
Piaciuta molto! Brava!

Contenta, e tanto, che hai risposto al mio invito, @paolasenzalai :)
Perché non l'hai intitolato "Un tetto di stelle"?
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI147] Maria e Samir

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@paolasenzalai ciao, Samir è anche uno dei protagonisti di un mio libro fantasy. :D
Era tunisino anche lui più o meno e un ladro che fa perdere la testa a un'elfa.
Non c'entra molto, ma comunque anche il tuo Samir insegna l'amore a Maria. ;)
Tornando al tuo brano comincio dalla fine, è bello sapere che quando abbiamo bisogno di qualcuno possiamo chiamarlo e lui risponda sempre.
Non mi soffermo sui refusi che non inficiano la bellezza di ciò che hai tratteggiato, del resto l'abbondanza di possessivi sono un tallone di Achille anche per me. :(
Tra i due protagonisti ho amato molto Maria, ben tratteggiata con il suo non-amore nei confronti di Antonio e la svolta quando ha conosciuto Samir.
Ben fatto. (y)

Re: [MI147] Maria e Samir

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"Sembrano così vicine. Come quest’uomo che mi dorme a fianco. Lo amo più di tutto, più di mio marito."
Mi verrebbe da dire sarcasticamente che non ci vuole molto, in fondo quante sono le coppie sposate che si ignorano soprattutto dopo la nascita dei figli?
Dai figli, invece, credo che l'amore non muore mai.
Bella la figura della protagonista. Segue i sentimenti, l'istinto; vive pienamente la propria esistenza senza compromessi, libera. Poi magari non le andrà sempre bene però è una che non si tira indietro, ci prova, si scontra e riflette.
Bellissime le ultime tre parole: "Samir risponde. Sempre".
Cosa volere di più?
Un racconto appassionante, mi è piaciuto.
A presto @paolasenzalai

Re: [MI147] Maria e Samir

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Cara @Poeta Zaza ,
Poeta Zaza ha scritto:Contenta, e tanto, che hai risposto al mio invito
contenta io che tu lo abbia fatto invece. :love: A volte ho proprio bisogno di essere richiamata all'ordine perché se no io mi perdo via... musica, immagini, libri, mille avventure... una vita sola non mi basta :)
Poeta Zaza ha scritto:Perché non l'hai intitolato "Un tetto di stelle"?
Eh, sarebbe stato bellissimo, ma non mi è proprio venuto in mente. Ormai erano le 23.58 , un titolo non l'avevo e nemmeno il link alla musica. Mi mancavano le correzioni... ero lì lì per arrendermi, ma non volevo deludere te e nemmeno me stessa per cui ho optato per un simpatico: "piutost che nient l'è mei piutost".
Dovessi mai decidere di apportare correzioni e modifiche, posso usare questo tuo bel titolo? Ovviamente citandoti. :-)
Grazie Poeta Zaza per avermi stanata. <3
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI147] Maria e Samir

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Ciao @julia1983 ,
evidentemente Samir è un nome che ispira :D
julia1983 ha scritto: Era tunisino anche lui più o meno e un ladro che fa perdere la testa a un'elfa.
pensa che il tuo essere più o meno tunisino, mi aveva fatto sorridere. Anzi no! Ridere. Poi mi sono accorta che faceva perdere la testa ad un'elfa per cui ho ridimensionato il problema e tutto mi è apparso chiarissimo :P
julia1983 ha scritto: del resto l'abbondanza di possessivi sono un tallone di Achille anche per me.
Eh, io cara Julia 1983 ho più di un tallone di Achille, sembro più a... a... un mille-talloni ;) , ma non fa niente, impareremo.
Grazie mille per essere passata di qui e per il tuo bel commento.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI147] Maria e Samir

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Caro @Kasimiro ,
sono contenta tu abbia apprezzato la protagonista e felice tu l'abbia letta sotto questa luce:
Kasimiro ha scritto: Segue i sentimenti, l'istinto; vive pienamente la propria esistenza senza compromessi, libera. Poi magari non le andrà sempre bene però è una che non si tira indietro, ci prova, si scontra e riflette.
E' evidente che tu al bianco e nero preferisci i colori (y)
Kasimiro ha scritto: "Samir risponde. Sempre".
Cosa volere di più?
Già, cosa volere di più? :)
Grazie per essere passato di qui. A presto.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI147] Maria e Samir

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paolasenzalai ha scritto: mar mar 30, 2021 12:19 am Dovessi mai decidere di apportare correzioni e modifiche, posso usare questo tuo bel titolo? Ovviamente citandoti. :-)
Grazie Poeta Zaza per avermi stanata. <3
Citandomi o no, fallo tranquillamente se ti piace.
Secondo me, un titolo serve sia a dare il fulcro del testo, sia a ricordarlo in seguito.

P.S.: ora che sei tornata al MI, ricordati che c'è una domenica sì e una no.

Zaza :saltello:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI147] Maria e Samir

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Hai capito la nonnina...
Ciao @paolasenzalai ,
ma che bel racconto delicato. Si sente tutta l'indecisione di Maria, da un lato la voglia di avventura, dall'altro la nostalgia per la casa e la famiglia. Un po' mi è dispiaciuto che abbia scelto la casa di via del Bon, sai? Sarà che hai tratteggiato così bene il paesaggio e quest'uomo così dolce...
Non era facile far credere a una nonna che prende e se ne va così lontano, ma tu ci sei riuscita. Bello!

Re: [MI147] Maria e Samir

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Ciao @paolasenzalai
il racconto mi è piaciuto, anche se secondo me Maria potrebbe fare la pendolare (o la Proserpina, anche): 6 mesi a casa da figlie e nipoti e 6 mesi dal suo caro amore, o alternare le stagioni, che andare e venire dalla Tunisia non è complicato (per gli europei, per i tunisini è assai più ostico).
Il personaggio di lei è molto vivo, lo si sente vicino, leggendo con i suoi contrasti, oscillazioni tra un desiderio e l'altro; il peso della nostalgia e quello ancora più grande del ricatto imposto dalle figlie.
Il mio dubbio è sull'ambientazione: la Tunisia, per quanto in preda a una grossa crisi economica e sociale, è un paese per molti versi moderno. La capanna di terra senza tetto mi suona un po' di cliché classico sull'Africa povera e arretrata. Tanto più che Samir rientra dopo aver lavorato all'estero, immagino proprio per mettere un po' di soldi da parte, e invece è povero in canna e vive in 4 mura scoperchiate? Vuoi descriverlo come un pastore di un angolo sperduto dell'Atlas? Non sono convinta (tanto più che, dato che ne descrivi le doti nel saper dare piacere alle donne, fatico a immaginare che sia una caratteristica di uno nato e cresciuto in uno sperduto villaggio di pastori, sarà un preconcetto mio ma lo vedo più credibile in uno nato e cresciuto in una grande città :D )
Insomma, questo è il mio dubbio, se poi ti riferivi a una popolazione ben precisa di una zona ben precisa della Tunisia che non conosco, è chiaro che i miei dubbi li puoi cestinare senza problemi (cioè, li puoi cestinare in ogni caso, ci mancherebbe).
In conclusione, ho preferito la dimensione dell'introspezione sentimentale che il quadro "concreto".
Le atmosfere sono sempre bellissime, nei tuoi racconti :flower:
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [MI147] Maria e Samir

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Ciao @paolasenzalai 
Racconto interessante, credo rispecchi molte situazioni dei giorni nostri e ne rispecchierà sempre di più. Peccato che gli occidentali, la maggior parte, non siano pronti a recepire, capire, immedesimarsi in un'altra cultura. Ma anche dallaltra parte è lo stesso. Il dialogo sembra facile finché si tratta di fare lamore, cantare, ballare, divertirsi e perdersi luna nelle braccia dellaltro. Ma bisogna considerare il retaggio di entrambe le culture. Io non sono per niente prevenuto anzi: sono assolutamente propenso al dialogo, allunione, specie con tutto il Maghreb al quale mi unisce la vicinanza geografica, culturale e anche genetica. Parlo e scrivo meglio in arabo che in inglese o tedesco. Quella lingua è una disposizione mentale, un dialogo interiore con Dio e con lanima che purtroppo gli occidentali hanno buttato nella discarica indifferenziata quando hanno rinunciato al latino e alla lingua franca del Mediterraneo in nome di un idioma e di una mentalità che sono la negazione della mediterraneità, del sole, del calore
Scusami questa digressione, ogni tanto amo pensare oltre, un mio difetto.
Il tuo personaggio, Maria, è felice di aver trovato finalmente lamore, quello vero, e sicuramente è così. Samir è un uomo meraviglioso. Avrei delle remore circa alcune delle sue abitudini sessuali, non esattamente usuali o tipiche in certi luoghi, specie se permeati da osservanza religiosa che, ti assicuro, non vengono presi alla leggera fin da bambini, da entrambi i sessi.
Ma gli esseri umani si somigliano dappertutto.
Samir mi sembra un po stereotipato, anche sdolcinato con la sua ripetizione di habibi amore mio .
Maria mi sembra che dopo limpatto iniziale con un altro mondo, dopo laccensione della felicità in tutti i sensi, fisica e spirituale, si renda conto di cosa in realtà ha lasciato, non di cosa ha trovato.
Invero è difficile immergersi in una realtà come quella di Samir, che non mi pare provenga dalle città più grandi della sua nazione e quindi bisogna sommare anche disagi di tipo ambientale e materiale alla storia damore.
Alla fine Maria ritorna a casa e sinceramente questo mi ha un po deluso, ma riconosco che è figlia dei nostri tempi. È difficile rinunciare alle abitudini, alle imposizioni del modo di vivere occidentale, imposizioni di ogni ordine. È per quello che il Maghreb non si adatterà mai allOccidente. Lo imiterà in quello che fa comodo, ma non lo assorbirà mai come modus vivendi. Questo credo di comprenderlo perché anche io sono così, nel mio piccolo mondo che non ha nulla o molto poco in comune con lOccidente.
Maria non riesce comunque a dimenticare Samir, tanto è vero che ogni tanto lo chiama al telefono e Samir risponde
Sono questi inspiegabili comportamenti umani che rendono la vita così terribilmente complicata, terribilmente bella e desiderabile.
Un bel testo, a parte le piccole imperfezioni, certo per la fretta, che ti hanno fatto notare.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI147] Maria e Samir

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Cara @@Monica,
@Monica ha scritto: lintensa e triste. Come tutte le storie che sono state scritte in questo MI... chissà
probabilmente i traslochi mettono malinconia o, forse, è il periodo che stiamo vivendo...
La cosa che più mi ha sorpresa è che pochissimi abbiano scelto l'altra traccia: la musica. Per me sarebbe stato scontato e siccome mi piacciono le cose difficili... ho scelto trasloco.  :facepalm:
Grazie per essere passata.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI147] Maria e Samir

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Eh, @Garrula 
Garrula ha scritto: piacere di leggerti!
dici tu. Ma il piacere è tutto mio, tu mi hai spettinata... come direbbe Pelù. Tu sai chi è Pelù, vero?  ;)
Garrula ha scritto: Il riferimento a Venezia me l’ha reso più caro, ho immaginato volti conosciuti.
Ho un altro racconto ambientato a Venezia, l'avessi saputo... avrei gareggiato con quello, solo per impressionarti. Dai, sto scherzando. Grazie per essere passata di qui.
Alla prossima.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI147] Maria e Samir

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Ciao @Bef , sempre bello incrociarti.
Bef ha scritto: mar mar 30, 2021 6:50 pmMaria potrebbe fare la pendolare
no, io potrei fare la pendolare, tu, ma non Maria. Lei è una donna di paese, una stanziale, non un'avventuriera, secondo me.  ;)
Bef ha scritto: mar mar 30, 2021 6:50 pm la Tunisia, per quanto in preda a una grossa crisi economica e sociale, è un paese per molti versi moderno. La capanna di terra senza tetto mi suona un po' di cliché classico sull'Africa povera e arretrata. Tanto più che Samir rientra dopo aver lavorato all'estero, 
sì, tutto vero ciò che dici, ma posti così esistono. Io ci ho passato un capodanno. Uno dei più belli della vita.
Avevamo conosciuto il maestro del paese e con lui e gli amici suoi abbiamo trascorso la notte a bere, a raccontarci e a cantare. L'indomani ha voluto a tutti i costi che andassimo a conoscere la sua famiglia che viveva in una casa come la mia, come la tua, con le pareti, le finestre, suppellettili meravigliose, tappeti fantastici ma... niente tetto. eppure lui aveva studiato in città, era stato in Italia... 
Tra l'alto, mentre per noi il deserto era incredibile e per loro normalità, le famose cascate per noi erano "robetta" e per loro qualcosa di apocalittico, per cui...  ;)
Bef ha scritto: mar mar 30, 2021 6:50 pmdato che ne descrivi le doti nel saper dare piacere alle donne, fatico a immaginare che sia una caratteristica di uno nato e cresciuto in uno sperduto villaggio di pastori, sarà un preconcetto mio ma lo vedo più credibile in uno nato e cresciuto in una grande città :D )
Eh, lo avrà imparato a fare in Italia, oppure avrà conosciuto una donna che gli ha dato i suggerimenti giusti  :P

E grazie per le atmosfere. Le atmosfere per me contano forse più della storia.
Alla prossima.  :love:
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [MI147] Maria e Samir

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ciao @paolasenzalai . Io invece vorrei mostrarti alcune informazioni che mancano al lettore. Non si capisce a quanti anni ha perso il marito; a quanti anni ha conosciuto Samir. Non vi è indicazione di quanti anni è la convivenza con lui e quanti anni ha vissuto nel deserto.  Poi sulla trama dico che è buona anche se, una donna del nord, che abita in via del Bon? quale città? come fa a finire nel deserto con un tunisino? non mi può bastare che lei lo abbia seguito solo perché l'ha guardata tra le gambe... Forse ci voleva qualche elemento di unione in più tra due persone completamente diverse. ciao
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI147] Maria e Samir

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Ciao @bestseller2020 grazie per il tuo commento e grazie per tutte le cose che mi hai fatto notare anche se io credo che, a volte, certe mancanze siano meglio di certe presenze. Intendo: non sempre il lettore ha bisogno di queste informazioni. Cosa ti cambia sapere Via del bon di quale città? Che si tratti di Udine, o di Bologna, o Firenze, o Albanella, cosa cambia? Forse per te cambia e per me no.  :)
Così come tu dici: 
bestseller2020 ha scritto: Forse ci voleva qualche elemento di unione in più tra due persone completamente diverse. ciao
L'unione per me si chiama amore, si chiama solitudine, malinconia, voglia di non stare più soli, si chiama "nessuno mi ha mai guardata così" e non tra le gambe, negli occhi intendo, nell'anima.
La mia voleva essere più un'idea di racconto, non un racconto vero e proprio "per pigri".
Come i quadri, no? Ci sono quelli definiti nei minimi particolari e quelli che lasciano ampio respiro all'immaginazione. Ecco, io volevo dipingere un racconto a pennellate. ;)
In ogni caso, dovessi decidere di riprendere in mano questo racconto, terrò conto delle tue indicazioni. Grazie e alla prossima. Ciao. 
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.
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