[MI146] Dicembre 1969: doppia coppia

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Traccia di Mezzanotte.

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Anna è la mia prima donna vera.
Il suo nome è breve e lo è pure lei: piccolina, ma ben proporzionata. Anche i capelli sono corti e risaltano gli occhi vivi, le labbra piene e i denti regolari e bianchissimi. Inoltre, ha una voce stupenda e potrebbe fare la doppiatrice di qualche attrice del cinema. Non avevo mai pensato alla voce come elemento di seduzione, di solito si guarda a ben altro, ma mi sono dovuto proprio ricredere.
La nostra storia inizia a Sant'Ambrogio a Macugnaga, dove non ero mai stato, durante un soggiorno organizzato dallo sci club. In pratica ho deciso di andarci solo per lei, mi sono preso una bella cotta.
Si va con la propria macchina, ma la mia è momentaneamente fuori uso e trovo posto sulla 124 coupé di Daniele, un ragazzo ammodo e tranquillo che avrà circa due o tre anni più di me. È molto magro, colorito diafano, capelli sottilissimi abbastanza lunghi e occhi un po' strizzati e lucidi, come se patisse un qualche fastidio causato dalla luce. Gli altri passeggeri, oltre a me, sono due ragazze che chiaramente stravedono per lui. Ma lui parla poco, guida l'auto veramente bene ed è sempre sicuro e attento.
Quando arriviamo, chiedo informazioni ad alcuni amici che lo conoscono bene. Mi dicono che tutte le persone di sesso femminile del club sono innamorate di lui e farebbero qualunque cosa per starci insieme. Ma cos'ha Daniele di così irresistibile? Sta bene di famiglia – il che non guasta -, sembra che sia un po’ nobile, ma soprattutto è tanto, ma tanto fine, fine da morire. Questa è la voce comune fra le sue molte ammiratrici.
Comunque, alla reception scopro che sono stato assegnato alla 102 e condividerò la stanza proprio con lui, il che non mi disturba affatto perché magari mi troverò a brillare di luce riflessa.
Dopo aver sciato e cenato, ci spostiamo in una sala dell'albergo dove c'è un giradischi e iniziano le danze. Mi guardo intorno, ma Anna ancora non è ancora scesa dalla camera. Poi, cosa mai successa, una ragazza veramente carina, probabilmente di un paio d'anni più grande di me, mi chiede se la faccio ballare proprio quando qualcuno mette su un lento.
La mia inaspettata compagna mi racconta qualcosa di quello che fa, io le dico qualcosa di me, ma poi è lei a stringermi forte e ad appoggiare teneramente il viso sulla mia spalla. Comincio ad accarezzarle i capelli, mentre l'aggiorno sullo stato dell'arte della mia virilità. La bacio sulle labbra e lei ci sta. Vado su di giri e credo che inizi a prenderci parecchio gusto pure lei, almeno così mi sembra. Però con la coda dell'occhio colgo qualcosa di strano che non avrebbe dovuto accadere, uno sguardo fra Luciana, la ragazza con la quale sto ballando, e, indovina un po' chi? Proprio Daniele, il quale la guarda con inquietudine e nervosismo.
Senza nessun preavviso, mi ringrazia e mi abbandona come un cretino. Subito Daniele si avventa su di lei e iniziano un ballo quasi da atti osceni in luogo pubblico, come se fossero due polpi.
Proprio in quel momento, con il tempismo degno di una commedia, Anna entra nella sala e io la guardo fisso, mentre lei fa finta di nulla. Eppure, sono sicuro che fra noi qualche cosa c’è, e come.
Quando i polpi riescono a separarsi, Daniele mi comunica che questa notte non dormirà nella 102, ma si sposterà nella stanza di Luciana. A quel punto dovrà essere la compagna di stanza di Luciana, Angela, - una stronza molto nervosa che ho conosciuto alla partenza - a venire a dormire con me.
«Anche se non ne vuole sapere perché la prospettiva le fa schifo.» mi confida Daniele «Ma se riusciamo a convincerla, ti dispiacerebbe?» Mi chiede.
«Cazzo, se mi dispiacerebbe! Non la voglio vedere neppure in fotografia.»
«Ma così mi rovini!»
«Però potrebbe esserci un’altra possibilità. Mi devi prestare per un po’ Luciana, ora ti spiego. Se tutto va come deve andare, Angela dormirà con la compagna di stanza di Anna, che verrà a stare con me e saremo tutti contenti. Se no pazienza, mi cuccherò la stronza e tu mi dovrai un favore.»
Così vado da Luciana, che sembra piuttosto imbarazzata.
«Mi hai fatto proprio un bello scherzo! E pensare che l’inaspettato successo con te, così bella, mi aveva riempito di autostima e la considerazione di me stesso era salita alle stelle. Invece stavi solo provando a farlo ingelosire e mi hai fatto sentire solo uno strumento, un utile idiota - come credo si possa dire in una situazione del genere -, un pupazzo nelle tue mani, un'ignara pedina del tuo gioco! Non è stata una bella sensazione.»
«Non devi prendertela! Si sa che, in guerra edin amore, tutto è lecito. Quando l'uomo è incerto, è necessario dargli un bello scrollone. Comunque mi dispiace.»
«Però puoi rimediare, Daniele è d’accordo. Ora sarai tu una pedina nelle mia mani, ma stavolta una pedina consapevole.»
Torniamo a ballare stretti stretti, e io le mordicchio un lobo mentre gli astanti sono confusi e non capiscono più niente dei repentini e continui scambi di coppia. Con la coda dell'occhio vedo Daniele che appare sofferente, ma è chiaro che anche Anna - quindi funziona sempre! - inizia ad innervosirsi.
Così lascio Luciana - che in seguito mi ringrazierà dicendomi di avere avuto una notte di fuoco con Daniele perché il finto tradimento li ha inaspettatamente arrapati - e mi dedico finalmente e con successo ad Anna. Lei è dolcissima e ci piacciamo molto, tanto che prendo il coraggio a quattro mani e le chiedo se le va di dormire con me questa notte. Problemi logistici non ce ne saranno.
Incredibile! Lei mi risponde semplicemente di sì, senza offendersi o urtarsi: questa gita a si sta rivelando fantastica.
Faccio un cenno di assenso a Daniele e saliamo in Paradiso.
La sera del giorno dopo viaggiamo verso Milano nella macchina di Daniele. Lui guida, Luciana è davanti ed io ed Anna stiamo nel sedile posteriore. Daniele ci ha dato una coperta perché sostiene che il riscaldamento è difettoso e non arriva bene dietro. Così io e Anna facciamo andare le mani sotto la coperta sino a che il viaggio finisce, anche se troppo in fretta. Ogni tanto incrocio gli occhi di Daniele che ci osserva nello specchietto retrovisore con uno sguardo ironico, che mi sembra anche complice.
Se leggi bene questa riga non hai bisogno degli occhiali da vista

Re: [MI146] Dicembre 1969: doppia coppia

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Nah, @Macleobond questo qui:

Invece stavi solo provando a farlo ingelosire e mi hai fatto sentire solo uno strumento, un utile idiota - come credo si possa dire in una situazione del genere -, un pupazzo nelle tue mani, un'ignara pedina del tuo gioco! Non è stata una bella sensazione.»

credo proprio tu l'abbia scritto apposta per me e solo per me, perché capissi come avessi svolto la traccia. Ma si capisce tranquillamente senza lo spiegone. Zack!

Unico appunto al tuo testo macleoso
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI146] Dicembre 1969: doppia coppia

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Macleobond ha scritto:Si sa che, in guerra edin amore, tutto è lecito.
Occhio, ti è partito uno spazio

Piaciuto parecchio. L'ho trovato profondamente immersivo, sin dalle prime righe mi ha trascinato con forza nell'ambientazione. Una storia semplice, ma in un certo senso dolce nella sua semplicità. Mi sembra tutto perfettamente equilibrato.
Unica nota personale:
Macleobond ha scritto: Invece stavi solo provando a farlo ingelosire e mi hai fatto sentire solo uno strumento, un utile idiota - come credo si possa dire in una situazione del genere -, un pupazzo nelle tue mani, un'ignara pedina del tuo gioco!
Questa frase mi ha risvegliato bruscamente dalla trama del racconto che avevi abilmente intessuto, e mi ha ricordato che stavo leggendo un racconto; insomma, poco piacevole. Questo perché il tema viene ribadito in modo un po' ridondante e artificioso. Magari rivedrei l'intera battuta, implicitando quello che qui hai esplicitato eccessivamente; ad es
Mi hai fatto proprio un bello scherzo! E pensare che l’inaspettato successo con te, così bella, mi aveva riempito di autostima. Invece stavi solo provando a farlo ingelosire e mi hai fatto sentire solo un'ignara pedina, un utile idiota! Non è stata una bella sensazione.

A parte questa singola finezza, ripeto che il racconto mi ha colpito molto :sss:

Re: [MI146] Dicembre 1969: doppia coppia

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Invece stavi solo provando a farlo ingelosire e mi hai fatto sentire solo uno strumento, un utile idiota - come credo si possa dire in una situazione del genere -, un pupazzo nelle tue mani, un'ignara pedina del tuo gioco! Non è stata una bella sensazione.

credo proprio tu l'abbia scritto apposta per me e solo per me, perché capissi come avessi svolto la traccia. Ma si capisce tranquillamente senza lo spiegone. Zack!

Macché, @Edu, mi son messo in bocca la tua definizione perché mi è piaciuto come hai sintetizzato il fatto di poter essere usati da qualcun altro senza averne percezione.
In altre parole, queste sono esattamente le parole che avrei usato io in una situazione del genere.
Se leggi bene questa riga non hai bisogno degli occhiali da vista

Re: [MI146] Dicembre 1969: doppia coppia

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Un racconto che parte da uno spunto molto semplice e tesse una trama altrettanto lineare, che non per questo non si fa leggere con attenzione e il sorriso sulle labbra. Nel finale forse manca un guizzo, un qualcosa di inaspettato, ma forse snaturerebbe il genere, che se è rosa, deve rimanere rosa e o far saltare le coppie dopo un turbamento amoroso, o farla riunire. Tu scegli quest'ultima opzione e il testo si risolve in modo positivo e pacato. Che mica è detto che in amore debba sempre finire tutto in tragedia :D un piacere, come sempre <3

Re: [MI146] Dicembre 1969: doppia coppia

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Ciao @Macleobond
il racconto è scritto bene e si legge benissimo. Conoscendoti mi è sembrato che tu abbia voluto esplorare un genere diverso, e ti è riuscito bene, perché nonostante non ci siano i guizzi e le invenzioni a cui ci hai abituati, rimane in sottofondo un sorriso ironico che accompagna i personaggi che si sente molto "tuo".
Non sarà il tuo racconto che preferisco ma non significa che non mi sia piaciuto!
A presto!
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