[MI146] Nel Paese d'Ingenua

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Traccia di Mezzogiorno.


Tanto tempo fa, quando la terra era piatta e stava al centro del mondo...


Le tre sorelle serpi, Schifia, Dissidia, Meschinia, strisciavano vagando alla ricerca di un luogo dove vivere. Non avevano ancora trovato un luogo a loro congeniale e dove poter usare il loro veleno. Arrivarono infine nella terra di Ingenua e si misero a osservare le strane persone che vi abitavano: gli Ingenui.

“ Che strani esseri! Hanno gambe lunghe con cui stanno in piedi!”, disse Schifia.
“ E già! L'ideale per assestare i nostri morsi letali “, aggiunse Dissidia.

Ma la terza serpe rimasta nel silenzio prese a pensare: troveremo qualcuno da ingannare?

Nel mentre, Pupetto uscì di casa salutando papà Papuzzo e mamma Mammuzza.
Incontrò gli amici per strada, con cui andava tutti i giorni a fare le buone azioni.

Nel Paese di Ingenua vi era un Re amato e rispettato, e la sua saggezza non aveva limiti.
Aveva una figlia diciottenne dal nome Gentilia e dato che era in età di marito, il Re cercava un marito degno di lei.

Pupetto, con gli amici Brufo e Grullo, erano tutti intenti a pascolare le capre, quando da un cumulo di pietre sbucarono le tre sorelle serpi.

“ Ohh che splendidi animaletti, ma da dove vengono!” esclamò Pupetto che mai aveva visto delle serpi, tantomeno gli altri. Mentre tutti stavano a osservarle, la serpe Meschinia prese a parlare:
“ Salve ragazzi- siete tanto carini e belli- da dove venite?”.

I tre ragazzini ebbero un sobbalzo nel sentir la voce suadente della serpe, ma poi, ripresi dalla sorpresa, imbastirono con loro il dialogo. Spiegarono che provenivano dal Paese di Ingenua e che si trovavano lì per pascolare le loro capre. La serpe Meschinia domandò come si vivesse nel loro paese. I tre parlarono del loro saggio Re e della vita ordinata e felice. Mai uno screzio, un litigio, mai che qualcuno si lamentasse di qualcosa o di qualcuno. Tale cosa suscitò compiacimento tra le serpi. Presero a pensare che avevano trovato il posto che da sempre stavano cercando.
Il posto adatto dove gettare i loro veleni e seminare la discordia.

“ Spiegateci perché voi pascolate le capre e altri stanno a fare lavori più soddisfacenti! A noi sembra una ingiustizia- dei ragazzi belli come voi facendo questo brutto lavoro!”, sogghignò Meschinia.

I tre rimasero stupiti dalle parole: “ ma noi lo facciamo perché lo dobbiamo fare; e poi non siamo neanche belli come dite voi! Noi sappiamo di essere bruttini e mai nessuno ha avuto bisogno di farcelo notare.”

“ Vi hanno detto una bugia! Voi siete molto belli invece”.

“ ma come! Una bugia- cosa sarebbe una bugia- a cosa servirebbe!” chiese Pupetto.

“ Le bugie servono a dominarvi e tenervi lontani dalle regge – per farvi fare i lavori umili che loro ben se ne guarderebbero da fare!”

I tre rimasero colpiti da tali parole ma fu Pupetto a parlare: “ ma queste bugie le potremmo dire anche noi per ottenere quello che vogliamo?”
“ Ma certo bel giovanotto! La bugia funziona sempre, è un mezzo sicuro ed efficace. Spalanca le porte chiuse, ti toglie dagli impicci, e usata in abbondanza, ti fa ottenere quello che vuoi!”

“ Ma allora io potrei sposare la figlia del Re se usassi le bugie? Ma quale bugia potrei dire, non è che ho capito del tutto come funziona!”

Le serpi presero a consigliare come agire, dicendo che bastava che ognuno di essi dicesse una bugia su ogni cosa. Non importava quale fosse, l'importante era dirle in abbondanza.

I tre ragazzini si misero in viaggio per ritornare alle loro case e ciascuno meditando sulle parole delle serpi. Per la prima volta ebbero la strana sensazione di essere ingannati e di quel desiderio di cambiare vita; si domandarono pure, se in fin dei conti, loro erano pure belli di aspetto.

“ Spargeremo la bugia che abbiamo sentito dire che Gentilia è innamorata di Pupetto! Ecco la bugia! Ma è semplice! Tutti ridiranno la stessa cosa a loro volta, e alla fine diventerà come se fosse vera; il Re te la dovrà concedere in sposa! Come poi diventerai a tua volta principe, ci farai stare tra le stanze regali”, disse entusiasta Grullo.

Così fu che i tre sparsero la notizia che avevano sentito dire dalla principessa Gentilia che era innamorata di Pupetto e che lo stesso Re era felice di averlo come genero, e futuro successore al trono. La bugia si moltiplicò passando di bocca in bocca e divenne di dominio pubblico. Nessuno sospettò del piano dei tre ragazzi, nessuno aveva la più pallida idea di cose fosse una bugia e a quale uso servisse. Qualcuno cominciò e sentirsi un principe e mise le capre da parte.

Ben presto la notizia arrivò anche al Re, che con una certa sorpresa, chiamò a raccolta la figlia Gentilia e i saggi del reame. La questione fu dibattuta a porte aperte e tutto il popolo poté ascoltare.

Il Re chiese spiegazioni a Gentilia, che a sua volta, negò di amare Pupetto. Il disappunto generale dei saggi e del popolo echeggiò nella sala affollata. “ ma come? Ma io ho sentito dire- sì sì anch'io l'ho sentito- ma tutti abbiamo sentito!”. A questo punto Gentilia di fronte a tante affermazioni e non potendo compromettere la sua onorata parola, ammise il suo amore per Pupetto.

Anche il Re si trovò in grande imbarazzo e decretò il fidanzamento ufficiale tra la figlia Gentilia e Pupetto. Quando il popolo abbandonò la sala, al termine della cerimonia, il Re richiamò i suoi consiglieri. Chiese cosa pensassero della vicenda che appariva veramente strana e inusuale.
I saggi affermarono che si era in presenza di un fatto nuovo, storico, mai successo nel paese di Ingenua, e che bisognava accettare le risultanze.
E mentre Pupetto festeggiava, Grullo e Brufo, avvertirono l'invidia verso l'amico e pensarono di fare altrettanto. Andarono in giro a raccontare bugie per ottenere la mano di Gentilia. Ma furono talmente maldestri, che alcuni notarono la cosa e la riferirono al Re.
I due ragazzi finirono di fronte al Re e raccontarono dell'incontro con le tre serpi e come erano venuti a conoscenza della bugia, come mezzo per ottenere qualsiasi cosa.
Ma il Palazzo del Re non aveva porte e la notizia della scoperta della bugia, come mezzo per ottenere qualsiasi cosa e togliersi dagli impicci, si sparse su tutto il reame. La gente divenne bugiarda e dopo i primi risultati ottenuti, il reame sprofondò nel caos. Infatti, chi affermava di aver già pagato le merci, chi di aver fatto un lavoro in realtà mai fatto, chi si voleva ammogliare con chissà chi: ne era venuta fuori una situazione ingestibile. La tanto decantata credibilità del Paese di Ingenua stava per crollare.

Ma la scoperta dell'uso della bugia non spiacque al Re, che ne capì la potenzialità, benché si trovasse con il popolo in subbuglio. Si mise a pensare e ripensare come venirne a capo del problema . Ma non trovò una soluzione nonostante i suoi consiglieri.
La mattina seguente riunì tutto il popolo e decretò che l'uso della bugia andava usata con moderazione e solo una volta al mese, e che non poteva essere usata per fini commerciali e sentimentali. La si poteva ammettere solo nelle forme limitate ai rapporti umani e parentali.

La decisione piacque a tutti, e il popolo tornò a casa promettendosi di rispettare quanto deciso.
Le nozze tra Gentilia e Pupetto non si ebbero, e i tre amici infine, si dovettero accontentare di sposare tre margare.

La pace ritornò sul paese di Ingenua e il Re visse e regnò per lungo tempo, aiutandosi anche con piccole bugie; perché si rese conto che le bugie avevano gambe corte.

Anche le tre sorelle serpi, Schifia, Dissidia, Meschinia, vissero felici e contente di aver raggiunto il loro scopo: seminare la discordia sul Paese di Ingenua.

Infatti si racconta che...
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI146] Nel Paese d'Ingenua

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Non mi èdispiaciuta questa favola un po' strampalata, @bestseller2020 , a cominciare dai nomi dei personaggi. Riesci a risultare buffo (è un complimento, eh). Va bene anche il registro molto semplice, e qualche colloquiale nei dialoghi ci sta. Attento però alle sbavature
es.
decretò che l'uso della bugia andava usata con moderazione

qui va un'altra virgola prima di "infine", altrimenti separi soggetto e verbo, ed è un errore
i tre amici infine, si dovettero accontentare di sposare tre margare (refuso: megere... credo)

Nel complesso il racconto mi è piaciuto, e avrebbe potuto beniffimo soddisfare anche la traccia di mezzanotte (magari è voluto)
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI146] Nel Paese d'Ingenua

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bestseller2020 ha scritto: dom mar 07, 2021 9:17 pm
Tanto tempo fa, quando la terra era piatta e stava al centro del mondo...
Le tre sorelle serpi, Schifia, Dissidia, Meschinia, strisciavano vagando alla ricerca di un luogo dove vivere. Non avevano ancora trovato un luogo a loro congeniale e dove poter usare il loro veleno. Arrivarono infine nella terra di Ingenua e si misero a osservare le strane persone che vi abitavano: gli Ingenui.

Bell'incipit, bravo!

Aveva una figlia diciottenne dal nome Gentilia e
virgola
dato che era in età di marito, il Re cercava un marito degno di lei.

“ Spiegateci perché voi pascolate le capre e altri stanno a fare lavori più soddisfacenti! A noi sembra una ingiustizia- dei ragazzi belli come voi facendo questo brutto lavoro!”, sogghignò Meschinia.

Qualcuno cominciò e a sentirsi un principe e mise le capre da parte.

Ben presto la notizia arrivò anche al Re, che
virgola
con una certa sorpresa, chiamò a raccolta la figlia Gentilia e i saggi del reame. La questione fu dibattuta a porte aperte e tutto il popolo poté ascoltare.

Il Re chiese spiegazioni a Gentilia, che
virgola
a sua volta, negò di amare Pupetto. Il disappunto generale dei saggi e del popolo echeggiò nella sala affollata. “ ma come?
Ma come?

Ma io ho sentito dire- sì sì anch'io l'ho sentito- ma tutti abbiamo sentito!”. A questo punto Gentilia
virgola
di fronte a tante affermazioni e non potendo compromettere la sua onorata parola, ammise il suo amore per Pupetto.
(manca un po' di logica la motivazione di Gentilia, ma va be'...)


E mentre Pupetto festeggiava, Grullo e Brufo, avvertirono
la virgola dopo Brufo non ci va

l
I due ragazzi finirono di fronte al Re e raccontarono dell'incontro con le tre serpi e come erano venuti a conoscenza della bugia, come mezzo per ottenere qualsiasi cosa.
(meglio i due punti dopo "bugia" invece della virgola, perché anticipano una spiegazione.)
Ma il Palazzo del Re non aveva porte e la notizia della scoperta della bugia, come mezzo per ottenere qualsiasi cosa e togliersi dagli impicci, si sparse su tutto il reame. La gente divenne bugiarda e
virgola
dopo i primi risultati ottenuti, il reame sprofondò nel caos. I

Si mise a pensare e ripensare come venirne a capo del problema .
Scegli una delle due espressioni:
- come venire a capo del problema
- come venirne a capo



Infatti si racconta che...
Morale della favola molto ben sviluppata, bravo @bestseller2020 :)
Spero ti siano gradite e utili le mie note.
Ottima idea quella del genere scelto per la traccia.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI146] Nel Paese d'Ingenua

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strisciavano vagando alla ricerca di un luogo dove vivere. Non avevano ancora trovato un luogo
La seconda frase la vedo meglio così: "Non ne avevano ancora trovato uno..."

A noi sembra una ingiustizia- dei ragazzi belli come voi facendo questo brutto lavoro!”, sogghignò Meschinia.

Strana frase che riscriverei così: "A noi sembra uniingiustizia che dei ragazzi belli come voi facciano questo brutto lavoro!”, sogghignò Meschinia."

"Per la prima volta ebbero la strana sensazione di essere ingannati e di quel desiderio di cambiare vita;"

Direi: "Per la prima volta ebbero la strana sensazione di essere ingannati e sentirono il desiderio di cambiare vita;"

Come poi diventerai a tua volta principe, ci farai stare tra le stanze regali”

"Quando poi...". Perché "a tua volta"?

A questo punto Gentilia di fronte a tante affermazioni e non potendo compromettere la sua onorata parola, ammise il suo amore per Pupetto.

"contraddire"

I saggi affermarono che si era in presenza di un fatto nuovo, storico, mai successo nel paese di Ingenua, e che bisognava accettare le risultanze

Direi "e che bisognava accettarne le conseguenze", o qualcosa di simile.

l'uso della bugia andava usata con moderazione e solo una volta al mese, e che non poteva essere usata per fini commerciali e sentimentali. La si poteva ammettere solo nelle forme limitate ai rapporti umani e parentali.

Sembrerebbe proprio un linguaggio da DPCM.

Le nozze tra Gentilia e Pupetto non si ebbero, e i tre amici infine, si dovettero accontentare di sposare tre margare.

Direi "non ebbero luogo". La margara non credo che esista. Forse volevi dire "tre megere"?

@bestseller2020, una favola simpatica che fa venire in mente le bugie di Trump.
Se leggi bene questa riga non hai bisogno degli occhiali da vista

Re: [MI146] Nel Paese d'Ingenua

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Ciao @bestseller2020
la fiaba è graziosa, mi piace particolarmente il fatto che alla fine il re scopra i benefici delle bugie e decida di conservarne l'uso, per quanto gestito e a piccole dosi.
Forse avresti potuto fare uno sforzo di inventiva in più e variare un po' sulle bugie, imbastire una sceneggiatura un po' più complessa. Ma trattandosi di fiaba, semplicità e ripetitività ci possono stare.
L'unica cose che non mi convince del tutto è
Gentilia di fronte a tante affermazioni e non potendo compromettere la sua onorata parola, ammise il suo amore per Pupetto.
in che senso compromettere la sua parola? Lei non ha mai detto nulla, non è che perché tutti affermano che è innamorata di Pupetto sia in gioco la sua parola. Forse avresti potuto dire che il padre davanti a tutte quelle testimonianze la obbligava al matrimonio e lei doveva obbedire in quanto suo dovere? O che dato che tutto il popolo ormai ne era convinto, lei cedeva alla loro opinione? Ma compromettere una parola che sa di non aver dato non mi sembra logico.

Le correzioni te le hanno già fatte, e sono ottime. È stata una lettura piacevole.
Ciao
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [MI146] Nel Paese d'Ingenua

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:love: ciao @monica, grazie per il passaggio gradito.

ciao @Edu . Grazie per il passaggio e i consigli. Devo dirti che a riguardo " le margare", queste esistono e sono le mogli del margaro; ossia l'antico allevatore di vacche piemontese che produceva in proprio, formaggi, burro e margar-ina. :P

ciao @Loscrittoreincolore e grazie per il passaggio.

ciao@Almissima anche a te grazie del passaggio.

ciao @Macleobond e ciao @Poeta Zaza grazie tante per i consigli utilissimi; ogni volta tralascio qualche cosa! O_o
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Re: [MI146] Nel Paese d'Ingenua

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ciao @Bef . Ti ringrazio del passaggio e dei commenti-consigli vari. Come ho già risposto sopra, il margaro è una variazione piemontese del malgaro. Il margaro, alleva vacche e produce in proprio burro, formaggi e margar-ina... :P . Per quanto riguarda l'onorata parola di Gentilia, in effetti, non mi sono spiegato bene. Gentilia, vive in un Paese dove la parola data è sacra. Certo che lei mai ha detto di amare Pupetto, ma dal momento che tutti affermavano di averla sentita esternare l'amore per lui, suo malgrado, ha dovuto sottostare. Ho usato " compromettere " ma forse dovevo spiegare meglio.
Grazie tante Signorissima Giudicessa. :love: :asd:
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