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Traccia di mezzogiorno.
Non la riflette l’immagine. Eppure, la vedi; intera che fa quasi paura per quanto è vivida, ma lo specchio non la riflette. Non c’è, Lorenzo.
L’hai inghiottita in un momento di vita che di tempo non ne avevi più e adesso, accanto a te, lei non c’è.
Indietreggi. Non ti vuoi specchiare, non ti piace questa faccia molle, solcata dalla ruga della rinuncia, che, dopo la scelta, s’è piantata sulla fronte e t’ha diviso a metà. E anche la testa è a metà, tutto sei a metà. C’eri, e io non te l’ho detto… Arresti i pensieri, subito. Non puoi, non devi. Aggiustare il rubinetto che perde, questo devi fare. Che tua moglie, ieri sera, prima di crollare nel sonno, te l’ha chiesto per la terza volta e tu per la terza volta gliel’hai promesso.
A Sara, invece, non hai mai promesso niente, volevi soltanto che t’amasse tutto intero. “Non ti amo più!” E invece sei riuscito quasi a farti odiare, ché tu sei uno specialista in questo.
Ti vesti in fretta, ché la nuova vita è scandita da orari standardizzati in doveri: prelevare i figli da scuola, convincere clienti a investire, accontentare la moglie per non sentirne le lagne. Spesso ti riesce di incastrare tutto; a volte, invece, la testa fa clic e lei ti entra a forza nei pensieri che allora devi districarti tra i meandri celebrali per sfuggire alla cattura. Come adesso, che sei in auto ma non smetti di proiettare la sua immagine sottile, dalla pelle morbida, i capelli neri, lo sguardo languido e le ciglia arricciate. Sei pericolosa, è pericoloso… pensi, che a momenti sbandavi, Lorenzo.
In coda, bloccato nel traffico, hai caldo e apri il finestrino. Il sole sulla faccia non t’aiuta, infiamma tutto, anche il cuore. Che pensavi si calmasse, avvolto da un amore modesto, e invece brucia di passione e rabbia non smaltite.
M’avevi promesso il sogno di un amore unico ma volevi solo vedermi arreso. Co’ ‘r cazzo che m’arrendevo! Era vendetta la tua, che magari m’arrendevo, magari t’amavo… e poi m’avresti lasciato, o umiliato. Pure cornuto m’avresti fatto, che ne sai? anzi tu lo sai…
Quello di cui hai bisogno, adesso, è un caffè. Entri al bar, ne ordini uno e lo bevi ancora bollente, che tanto non ti brucia. E invece il pensiero di lei ancora t’avvampa.
Se adesso ti chiamo, e ascolto la risata, perché tanto riderai quando ti farò una battuta delle mie, io scoppierò, e te lo dirò, anzi no! verrò, e ti guarderò negli occhi, e tu mi dirai, “Ti sento ancora dentro amore mio…”, perché anch’io ti sento ancora dentro, ché forse oggi il tempo ti ha ammansita e magari mi vuoi, e magari ne hai ancora, perché io ne ho, Sara, ce l’ho intatto il ricordo di noi due, che insieme non eravamo niente ma ci bastavamo. Mi bastavi, cazzo, che adesso invece non mi basta manco il calore rassicurante del letto, che ci dormo accanto, ok, sì, ma lei io non la sento, che invece sento te, e mi scoppia la testa che la devo zittire ma arranco.
Oggi, Lorenzo, è uno di quei giorni che ci sei finito dentro e non trovi l’uscita. Il cellulare ha preso a squillare, tua moglie dice che devi passare dal macellaio. Ti muovi svelto e sbrighi le cose senza dargli una collocazione che abbia senso, le sistemi, le dividi, le valuti, ma Sara no. Con lei non sei bravo come con il resto del mondo, che lo vivi e lo respiri ma l’aria ti manca lo stesso.
All’incrocio col suo ufficio righi dritto anche se continui a vederla. La faccia umida di te, le labbra disegnate, che quando ti parlava, con quei suoi denti bianchi, sembrava volesse divorarti. Ti divorava, Lorenzo, non ti fermare!
Affretti il passo, superi indenne l’incrocio tentatore e prendi la via di scuola. Sei meno agitato adesso. Controlli i respiri, rallenti, ti sforzi di dare un senso alle cose. La spesa, il cliente a cui stai per telefonare, la pizza che compri ai figli affamati.
Eccoli. Ancora piccoli, dipendenti. Vorresti non lo fossero più, ma un buon padre lo vedi anche dalla capacità di sopportazione, lo vedi dalla resistenza che ha. E tu resisti, Lorenzo, e li abbracci, li sfami, li sistemi in macchina. Ti conforti.
Anche oggi, hai trovato l’uscita.
Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
2Letto.
Uno stile sorprendentemente intimo e profondo, uno stream of consciousness che emerge da un vissuto potente.
Mamma mia... hai scritto un racconto di altissimo livello, di qualità encomiabile.
Dico in tutta onestà che ti auguro di farlo volare oltre questo forum, fargli prendere il volo per io mondo, perché merita di essere letto.
Il pregio più grande credo sia l'onestà rappresentativa: mostri tutti i conflitti e le contraddizioni tormentate di un uomo diviso fra doveri e desideri. E lo fai benissimo, nonostante i limitatissima caratteri, in poche scene.
Complimenti.
Diconsolonuna cosa che mi ha fatto storcere un po il naso (ma è una cosa assolutamente soggettiva): un po troppi "che".
Forse (e ribadisco la soggettività) il testo migliorerebbe togliendone qualcheduno.
Complimenti
Uno stile sorprendentemente intimo e profondo, uno stream of consciousness che emerge da un vissuto potente.
Mamma mia... hai scritto un racconto di altissimo livello, di qualità encomiabile.
Dico in tutta onestà che ti auguro di farlo volare oltre questo forum, fargli prendere il volo per io mondo, perché merita di essere letto.
Il pregio più grande credo sia l'onestà rappresentativa: mostri tutti i conflitti e le contraddizioni tormentate di un uomo diviso fra doveri e desideri. E lo fai benissimo, nonostante i limitatissima caratteri, in poche scene.
Complimenti.
Diconsolonuna cosa che mi ha fatto storcere un po il naso (ma è una cosa assolutamente soggettiva): un po troppi "che".
Forse (e ribadisco la soggettività) il testo migliorerebbe togliendone qualcheduno.
Complimenti
Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
3Della serie: Una passione invasiva e divorante, allontanata dalla propria vita "normale" ma non dall'essenza del vivere,
si ripresenta per essere rivisitata e ripudiata ogni giorno.
Ben scritto questo racconto (al netto dei troppi "che"): hai uno stile che "prende" il lettore.
Piacere di conoscere la tua penna, brava @ioly78
si ripresenta per essere rivisitata e ripudiata ogni giorno.
Ben scritto questo racconto (al netto dei troppi "che"): hai uno stile che "prende" il lettore.
Piacere di conoscere la tua penna, brava @ioly78

Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
4Una storia e uno stile doloranti e ruvidi: il messaggio è chiaro ed è bello e nobile il finale.
Penso anch'io, come gli amici sopra, che l'uso dei "che" sia ridondante, se non fastidioso (ti segnalo in proposito un refuso: "Che tua moglie, ieri sera, prima di crollare nel sonno, te l’ha chiesto"; qui il ché va accentato in quanto causale), ma mi sembra di intendere che qui tu abbia, in qualche modo, voluto far uso di uno stile ben preciso e, forse, in esso rientrava l'uso sovrabbondante dei "che", magari per dilatare il senso di pesantezza e claustrofobica confusione del protagonista. Sono del parere, però, che il racconto, interessante e gestito con una perfetta interpunzione, possa beneficiare di una revisione finalizzata al solo snellimento della presenza del termine "incriminato".
Grazie e un saluto, @ioly78.
Penso anch'io, come gli amici sopra, che l'uso dei "che" sia ridondante, se non fastidioso (ti segnalo in proposito un refuso: "Che tua moglie, ieri sera, prima di crollare nel sonno, te l’ha chiesto"; qui il ché va accentato in quanto causale), ma mi sembra di intendere che qui tu abbia, in qualche modo, voluto far uso di uno stile ben preciso e, forse, in esso rientrava l'uso sovrabbondante dei "che", magari per dilatare il senso di pesantezza e claustrofobica confusione del protagonista. Sono del parere, però, che il racconto, interessante e gestito con una perfetta interpunzione, possa beneficiare di una revisione finalizzata al solo snellimento della presenza del termine "incriminato".
Grazie e un saluto, @ioly78.
Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
5Ippolita wrote: Tue Feb 23, 2021 10:51 amBuongiorno @Ippolita, oltre che ringraziarti per il gradito commento, ti confermo la sensazione sui "che"; l'ho scritto quasi d'impeto, e sentivo in gola tutto il senso di frustrazione, oppressione e angoscia del protagonista. Come se quei "che" (vero, ridondanti) fossero tanti nodi in gola, e andavano espressi con una certa urgenza... la stessa del protagonista.
mi sembra di intendere che qui tu abbia, in qualche modo, voluto far uso di uno stile ben preciso e, forse, in esso rientrava l'uso sovrabbondante dei "che", magari per dilatare il senso di pesantezza e claustrofobica confusione del protagonista. Sono del parere, però, che il racconto, interessante e gestito con una perfetta interpunzione, possa beneficiare di una revisione finalizzata al solo snellimento della presenza del termine "incriminato".
Grazie e un saluto, @ioly78.
A una attenta e successiva rilettura, tuttavia, anch'io trovo necessario lo snellimento del "povero" e abusato termine

Un saluto caro

Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
6Poeta Zaza wrote: Mon Feb 22, 2021 1:52 pm Della serie: Una passione invasiva e divorante, allontanata dalla propria vita "normale" ma non dall'essenza del vivere,Ciao @Poeta Zaza, mi hai commossa col tuo commento, che ho apprezzato tantissimo, peraltro. "una passione invasiva e divorante, allontanata dalla propria vita "normale" ma non dall'essenza del vivere". Hai colto il nodo; è questo lo "strascico" del rapporto interrotto tra il protagonista e la sua ex donna.
si ripresenta per essere rivisitata e ripudiata ogni giorno.
Ben scritto questo racconto (al netto dei troppi "che"): hai uno stile che "prende" il lettore.
Piacere di conoscere la tua penna, brava @ioly78![]()
Ti ringrazio tanto.
p.s.
Con riguardo ai "che" ti rimando a ciò che ho scritto a @Ippolita

A rileggerci

Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
7Nerio wrote: Mon Feb 22, 2021 12:32 am Letto.Che dire, (o meglio, che scrivere) caro @Nerio,
Uno stile sorprendentemente intimo e profondo, uno stream of consciousness che emerge da un vissuto potente.
Mamma mia... hai scritto un racconto di altissimo livello, di qualità encomiabile.
Dico in tutta onestà che ti auguro di farlo volare oltre questo forum, fargli prendere il volo per io mondo, perché merita di essere letto.
Il pregio più grande credo sia l'onestà rappresentativa: mostri tutti i conflitti e le contraddizioni tormentate di un uomo diviso fra doveri e desideri. E lo fai benissimo, nonostante i limitatissima caratteri, in poche scene.
Complimenti.
Diconsolonuna cosa che mi ha fatto storcere un po il naso (ma è una cosa assolutamente soggettiva): un po troppi "che".
Forse (e ribadisco la soggettività) il testo migliorerebbe togliendone qualcheduno.
Complimenti
posso soltanto ringraziarti moltissimo

Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
8@ioly78 Che pezzo stupendo. Ecco quello che succede quando il cuore incontra la penna di una brava scrittrice.
Questo brano tocca delle corde profonde e il labirinto è tangibile tanto quanto il mostro. Bello bello bello!
Questo brano tocca delle corde profonde e il labirinto è tangibile tanto quanto il mostro. Bello bello bello!
Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
9Non posso far altro che aggiungerei al coro di lodi. Ammetto che i "che" non mi hanno disturbato più di tanto, ma sono serviti a farmi percepire ancora di più l'essere mosca prigioniera del bicchiere.
Molto bella la scena finale, lo sbucare alla luce che ci si deve guadagnare giorno per giorno.
Complimenti!
Molto bella la scena finale, lo sbucare alla luce che ci si deve guadagnare giorno per giorno.
Complimenti!
Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
10@Monica, @Almissima, vi ringrazio di aver letto il mio breve racconto, e grazie anche per i vostri commenti. 
Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
11Ciao @ioly78 .
Come groviglio non c'è male.
A parte gli scherzi, il mio giudizio spassionato è fatto di luci e ombre.
La scelta stilistica di usare la seconda persona ti impegna in una scrittura non semplice, per cui cercherei di chiarire al lettore che questo sarà il registro che utilizzerai durante la narrazione. L'impersonalità della prima frase "Non la riflette l’immagine." confonde. Da lettore ho la sensazione di una porta chiusa in faccia nel momento in cui mi accosto al testo. Se invece scegliessi di entrare subito con "Eppure, la vedi", ovviamente con le opportune modifiche al testo, comunicheresti immediatamente quale sarà la chiave di lettura che dovrà utilizzare. Cercherei di aggiustare anche la seconda parte di questo incipit rendendola più lineare. Se il groviglio è nella testa di Lorenzo, non è detto che debba esserci anche nella testa di chi legge.
I corsivi invece non sono perfettamente comprensibili. Pensieri? Frasi dette da Lorenzo? qualche accenno chiarificatore non sarebbe sgradito.
Non voglio farti l'analisi del testo parola per parola, ma spero di averti dato l'idea di quello che intendo.
Riguardo all'interpretazione della traccia l'ho trovata molto ben centrata, forse più attinente al labirinto e meno alla figura minacciosa, ma originale ed efficace. Smarrirsi dentro sé stessi e cercare di riemergere aggrappandosi alle piccole certezze e non sapere se ciò che ci minaccia siano le nostre emozioni e la quotidianità della nostra vita.
Questo l'ho apprezzato molto, ed è per questo che penso che valga la pena di portare qualche correzione per dare una forma più armonica a un contenuto che sicuramente la merita.
Alla prossima.
Come groviglio non c'è male.
A parte gli scherzi, il mio giudizio spassionato è fatto di luci e ombre.
ioly78 wrote:Non la riflette l’immagine. Eppure, la vedi; intera che fa quasi paura per quanto è vivida, ma lo specchio non la riflette. Non c’è, Lorenzo.Questo è il tuo incipit.
L’hai inghiottita in un momento di vita che di tempo non ne avevi più e adesso, accanto a te, lei non c’è.
La scelta stilistica di usare la seconda persona ti impegna in una scrittura non semplice, per cui cercherei di chiarire al lettore che questo sarà il registro che utilizzerai durante la narrazione. L'impersonalità della prima frase "Non la riflette l’immagine." confonde. Da lettore ho la sensazione di una porta chiusa in faccia nel momento in cui mi accosto al testo. Se invece scegliessi di entrare subito con "Eppure, la vedi", ovviamente con le opportune modifiche al testo, comunicheresti immediatamente quale sarà la chiave di lettura che dovrà utilizzare. Cercherei di aggiustare anche la seconda parte di questo incipit rendendola più lineare. Se il groviglio è nella testa di Lorenzo, non è detto che debba esserci anche nella testa di chi legge.
Indietreggi. Non ti vuoi specchiare, non ti piace questa faccia molle, solcata dalla ruga della rinuncia, che, dopo la scelta, s’è piantata sulla fronte e t’ha diviso a metà. E anche la testa è a metà, tutto sei a metà.Se l'inizio era un'ombra, qui compare invece una luce. L'immagine che usi è molto efficace e proietta perfettamente l'idea del personaggio.
I corsivi invece non sono perfettamente comprensibili. Pensieri? Frasi dette da Lorenzo? qualche accenno chiarificatore non sarebbe sgradito.
Non voglio farti l'analisi del testo parola per parola, ma spero di averti dato l'idea di quello che intendo.
Riguardo all'interpretazione della traccia l'ho trovata molto ben centrata, forse più attinente al labirinto e meno alla figura minacciosa, ma originale ed efficace. Smarrirsi dentro sé stessi e cercare di riemergere aggrappandosi alle piccole certezze e non sapere se ciò che ci minaccia siano le nostre emozioni e la quotidianità della nostra vita.
Questo l'ho apprezzato molto, ed è per questo che penso che valga la pena di portare qualche correzione per dare una forma più armonica a un contenuto che sicuramente la merita.
Alla prossima.
Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
12@ioly78, una scrittura con un ritmo quasi ipnotico che si interrompe solo alla fine. Hai centrato molti aspetti dell'animo umano e li hai descritti sapientemente. L'ho trovato un po' malinconico, ma che vita sarebbe senza malinconia?
Bello.
A rileggerti
Bello.
A rileggerti
Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
13CIao @ioly78 , credo di leggerti per la prima volta e credo che questo sia un tuo esordio al MI, giusto?
Beh, che gran bell'esordio. C'è poco da dire, è uno di quei racconti in cui si percepisce che chi scrive ci sta mettendo le viscere. Pollice in su!
Beh, che gran bell'esordio. C'è poco da dire, è uno di quei racconti in cui si percepisce che chi scrive ci sta mettendo le viscere. Pollice in su!
Scrittore maledetto due volte
Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
14@Poldo, innanzitutto ti ringrazio per essere passato a leggermi, ma ti ringrazio soprattutto dei consigli e suggerimenti che mi hai dato per rendere, come dire, più fluida la scrittura, e forse anche più chiara. Hai ragione, il groviglio è nella mente di Lorenzo ma non in quella del narratore. Sì, sto sperimentando la narrazione in seconda persona. Non avevo osato mai, prima d'ora, quindi vado a tentoni. Sperimento, appunto; ragione per cui è stato ancor più utile confrontarmi e misurarmi al MI. E... sì, i corsivi sono i pensieri di Lorenzo che irrompono nella narrazione e mostrano il groviglio, appunto. All'inizio avevo pensato di specificarlo. Quindi inserire il pensiero in corsivo e poi scrivere: "pensi"! Ma c'era qualcosa che mi impediva di farlo, non saprei. Quel "pensi" interrompeva il ritmo della narrazione e quindi ho lasciato che i suoi pensieri fluissero liberi anche di disturbare il narratore. Fa tutto parte dell'esperimento infatti. E sono proprio commenti come i tuoi che mi "illuminano" sul tortuoso cammino verso questa tecnica di narrazione. Grazie mille, ne farò tesoro. 
@Kasimiro, ringrazio moltissimo anche te per aver letto il mio breve racconto. Che bel termine hai usato: "ipnotico". Lo prendo assolutamente come un complimento che mi invoglia a proseguire su questo stile, che infatti vorrebbe avere esattamente questo "ritmo", come hai scritto tu. Ci sto lavorando, lo sto affinando, e non sono ancora sicura di averlo reso uno stile personale ma... l'intento è questo.
Grazie mille e a presto
@Edu, ciao! Ringrazio anche te, ovviamente, per il tempo che hai dedicato al mio "groviglio".
Sì, non sbagli, questo è il mio esordio al MI, quindi sono stata emozionata e anche entrata un po' in ansia, ma la cosa che mi ha rassicurata sono i vostri commenti e consigli. So che posso crescere e migliorare grazie alla condivisione di questa bella esperienza.
"Viscere". Che bel termine, forte anche, di impatto. Ce le ho messe, vero. Infatti si sono "aggrovigliate" non poco anch'esse, oltre che i pensieri del protagonista.
E anche se l'esperimento sarebbe potuto riuscire meglio, posso ritenermi soddisfatta. Scrivo per "tremare", perché voglio sempre emozionarmi, oltre che provare a emozionare. Grazie tante, allora! 

@Kasimiro, ringrazio moltissimo anche te per aver letto il mio breve racconto. Che bel termine hai usato: "ipnotico". Lo prendo assolutamente come un complimento che mi invoglia a proseguire su questo stile, che infatti vorrebbe avere esattamente questo "ritmo", come hai scritto tu. Ci sto lavorando, lo sto affinando, e non sono ancora sicura di averlo reso uno stile personale ma... l'intento è questo.
Grazie mille e a presto

@Edu, ciao! Ringrazio anche te, ovviamente, per il tempo che hai dedicato al mio "groviglio".

Sì, non sbagli, questo è il mio esordio al MI, quindi sono stata emozionata e anche entrata un po' in ansia, ma la cosa che mi ha rassicurata sono i vostri commenti e consigli. So che posso crescere e migliorare grazie alla condivisione di questa bella esperienza.
"Viscere". Che bel termine, forte anche, di impatto. Ce le ho messe, vero. Infatti si sono "aggrovigliate" non poco anch'esse, oltre che i pensieri del protagonista.


Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
15ciao @ioly78 . Il tuo è un labirinto di quelle passioni umane, e spesso maschili, per le quali si finisce nei guai. Una vita che si trasforma in un vissuto nevrotico che tanto viene rappresentato in troppa letteratura odierna, e da molta cinematografia dei nostri registi italiani con poche idee; che tanto amano mettere in scena rapporti turbolenti e claustrofobici. ciao e a presto 

Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [MI145] Nel groviglio dei pensieri
16@ioly78, un ottimo racconto intimista, angosciante e senza molta speranza, anche se oggi ha trovato l'uscita. Ma domani? Vivere è difficile, se uno non si lascia prendere dalle illusioni e dalle fesserie e si ferma troppo a guardarsi dentro. Per questo hanno inventato i bar, il calcio et similia, che infatti qui non ci sono.
Gran bel testo.
Gran bel testo.
Se leggi bene questa riga non hai bisogno degli occhiali da vista