Re: [MI176] Taglia l'aria

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Cara Zazà,
immaginavo che sarebbe stato molto difficile trovare il modo di “criticarti”, e questo brano mi ha confermato l’intuizione.
Poche critiche, spero costruttive.


Anna ricordava un'altra storia, all'inizio della loro relazione. Aldo le aveva ispirato una sollecitudine materna per raccogliere le sue fragilità.

È ovvio che le fragilità non potrebbero essere di terzi, ma non è altrettanto chiaro di chi siano, almeno a un lettore poco attento. Sue di chi?


Anna ricordava un'altra storia, all'inizio della loro relazione. Aldo le aveva ispirato una sollecitudine materna per raccogliere le sue fragilità e trattarle con fermezza amabile. A proposito di guarirsi a vicenda le debolezze, gli diceva:

Anna ricordava, e Aldo le aveva ispirato. Due frasi diverse, con soggetti diversi. Per chiarire che il soggetto della terza frase è ritornato Ada, che dovrebbe avere la telecamera, sei stata costretta a un "gli" diceva, altrimenti gratuito, che con questa funzione un po’ disturba.


I particolari della fuga li aveva concordati in orario di lavoro col collega Carlo.

Aveva concordato i particolari della fuga col collega Carlo (ma col collega Carlo è cacofonico, come i trentatré trentini), in orario di lavoro. Sono un vecchio collegiale, e chiedo scusa in anticipo per la goliardata, ma mi sono immaginato il brano letto da un cinese…


Lui si accorgeva sempre dal mattino e dagli occhiali da sole se aveva dormito o se era stata menata.

dal mattino e dagli occhiali da sole… Lui si accorge che è stata menata perché lei ha gli occhiali da sole, e qui è chiaro, nonostante le lenti scure. Ma dal mattino non è “congiunto” a dagli occhiali? Cioè, lui se ne accorge perché è mattino?  Se ne accorge dal mattino e dagli occhiali, e temo non sia ciò che avresti inteso scrivere.


Il pugno ricevuto al mattino, quello che le aveva tolto il fiato, e le parole contro, il tono tagliente e crudele, ingiusto e per ingiusta causa, le avevano tolto la voglia di combattere per salvare il suo matrimonio: era chiaramente finito e lei sfinita dagli insulti e dalle botte "mirate": mai sul volto e sulle parti scoperte

È ovvio che Anna volesse salvare il “suo” di matrimonio, e non quello di un'altra donna. “Suo” è inutile.
Se le botte sono “mirate”, mai sul volto, perché Anna, quando le busca, al mattino porta gli occhiali?


Anna lavora solo al mattino. Il pomeriggio ha fatto i lavori di casa e adesso prepara la cena perché è l'ora del rientro del coniuge dal lavoro di guardia giurata.

Purtroppo, lui aveva perso il precedente lavoro di buttafuori in una discoteca, che almeno gli consentiva di scaricare in parte la rabbia e la tensione che gli si accumulavano dentro. Si sfogava in misura minore con lei, all'epoca, anche se la lingua saettava a ferirla e umiliarla con falsi sospetti e immeritate rampogne.
Aldo infatti entra poco dopo, con la faccia scura e andando dritto in bagno a cambiarsi, senza un saluto, senza una scusa per il pugno mattutino.
La reciproca indifferenza è un dato di fatto.
Lui fuma in bagno, conscio che lei non lo tollera, e intanto trema per l'agitazione.
Come un mantra quotidiano si ripete le domande di una vita, pensando al padre e alla sua cinghia che ora stringe tra le mani: Perché non era capace di smettere di picchiarlo? O era lui, il figlio, incapace di farlo smettere? O la madre, incapace di amarlo abbastanza per fermare il marito e padre sadico che infieriva su di loro?
Per non sbagliare come il padre, Aldo non aveva voluto figli. Però si era sposato e l'unione aveva prodotto due infelici.
Non mi ama e perciò non mi merita. Devo liberarmi di lei. A qualsiasi costo.

Temo che ci sia un po’ di confusione con i verbi (modi e tempi) a meno che non sia intenzionale. È così anche proseguendo la lettura.
https://www.treccani.it/enciclopedia/pr ... unciazione.
Ma forse io non sono un bravo lettore.

Bene, credo di avere letto una poesia, con tutto ciò che la definizione comporta, cioè le licenze poetiche. Nulla da dire sui personaggi, che mi sono piaciuti perché ben caratterizzati. Forse un po' ovvi, se volessi essere più cattivo di quello che sono, li definirei "politicamente corretti". 
Però c'è del sentimento, e ritorniamo alla faccenda della poesia.
Insomma, mi è piaciuto con qualche ma...
Forse avrei preferito più chiarezza, non nella trama, che funziona, ma nella costruzione. Mi ha dato l'impressione di un pezzo scritto di getto, forse senza una rilettura attenta per limare qualche difetto. Quella storia degli occhiali da sole e delle botte dappertutto e non in viso è forse una disattenzione? 
E quel mescolio di tempi verbali se disturba me, che sono un lettore vorace, non disturberebbe anche un lettore lento e attento?

Chiudo: il racconto funziona, la trama è un po' scontata, il tizio è un figlio di, la donna poverina, ma Zazà ci mette l'anima, e questo funziona!

Re: [MI176] Taglia l'aria

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Caro @Fraudolente  :)

grazie del tuo passaggio e degli utili consigli.
Ti voglio solo spiegare certe mie scelte che hai ragione siano poco chiare.
Fraudolente wrote: Anna lavora solo al mattino. Il pomeriggio ha fatto i lavori di casa e adesso prepara la cena perché è l'ora del rientro del coniuge dal lavoro di guardia giurata.

Purtroppo, lui aveva perso il precedente lavoro di buttafuori in una discoteca, che almeno gli consentiva di scaricare in parte la rabbia e la tensione che gli si accumulavano dentro. Si sfogava in misura minore con lei, all'epoca, anche se la lingua saettava a ferirla e umiliarla con falsi sospetti e immeritate rampogne.
Aldo infatti entra poco dopo, con la faccia scura e andando dritto in bagno a cambiarsi, senza un saluto, senza una scusa per il pugno mattutino.
La reciproca indifferenza è un dato di fatto.
Lui fuma in bagno, conscio che lei non lo tollera, e intanto trema per l'agitazione.
Come un mantra quotidiano si ripete le domande di una vita, pensando al padre e alla sua cinghia che ora stringe tra le mani: Perché non era capace di smettere di picchiarlo? O era lui, il figlio, incapace di farlo smettere? O la madre, incapace di amarlo abbastanza per fermare il marito e padre sadico che infieriva su di loro?
Per non sbagliare come il padre, Aldo non aveva voluto figli. Però si era sposato e l'unione aveva prodotto due infelici.
Non mi ama e perciò non mi merita. Devo liberarmi di lei. A qualsiasi costo.

Temo che ci sia un po’ di confusione con i verbi (modi e tempi) a meno che non sia intenzionale. È così anche proseguendo la lettura.
La mia scelta, per i verbi, è stata quella di optare per la narrazione dell'ultima giornata di Anna e Aldo insieme al presente.
I flash back o il rimando a chiarimenti del vissuto dei due (come quello sottolineato sopra) sono declinati all'imperfetto o al trapassato prossimo.
Sempre nel periodo sopra, capisco di avere ingenerato un po' di confusione, mischiando l'osservazione sui figli, al passato, con le riflessioni al presente, cioè il suo mantra quotidiano, che Aldo pensa in bagno, con la cintura del padre tra le mani.
Tutto intenzionale, sì. 
Fraudolente wrote: Sat Jul 08, 2023 7:55 pmAnna ricordava un'altra storia, all'inizio della loro relazione. Aldo le aveva ispirato una sollecitudine materna per raccogliere le sue fragilità.

È ovvio che le fragilità non potrebbero essere di terzi, ma non è altrettanto chiaro di chi siano, almeno a un lettore poco attento. Sue di chi?
Di Aldo, certo. Ho scritto apposta di "sollecitudine materna", che è rivolta sempre a terzi, proprio per non ingenerare equivoci nel lettore,
Fraudolente wrote: Sat Jul 08, 2023 7:55 pmLui si accorgeva sempre dal mattino e dagli occhiali da sole se aveva dormito o se era stata menata.

dal mattino e dagli occhiali da sole… Lui si accorge che è stata menata perché lei ha gli occhiali da sole, e qui è chiaro, nonostante le lenti scure. Ma dal mattino non è “congiunto” a dagli occhiali? Cioè, lui se ne accorge perché è mattino?  Se ne accorge dal mattino e dagli occhiali, e temo non sia ciò che avresti inteso scrivere.
Hai ragione. Il collega si accorge che Anna non ha dormito perché nasconde le occhiaie con gli occhiali da sole e basta. Dovevo specificare che si accorgeva che era stata menata magari dalla postura fisica o cose simili. Per esempio:

Carlo si accorgeva, certe mattine, se lei non aveva dormito dagli occhiali da sole, e se era stata menata dalla postura.

Meglio così, @Fraudolente ?
Fraudolente wrote: Sat Jul 08, 2023 7:55 pmChiudo: il racconto funziona, la trama è un po' scontata, il tizio è un figlio di, la donna poverina, ma Zazà ci mette l'anima, e questo funziona!
:hug:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI176] Taglia l'aria

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Questo è il primo, tra i tuoi racconti, che leggo e commento. Premetto che la parte in versi, sia iniziale che finale, mi ha molto presa. Forse son troppo di parte e, conoscendoti come poeta, un po' mi hai spiazzato. Mi sembra di capire che il testo faccia parte di un Mezzogiorno di Inchiostro. La traccia seguita è stata affrontata in modo originale. Le tue doti di poeta si sviluppano anche nella prosa e il linguaggio rispecchia il tuo animo sensibile. Descrivi bene la donna. Mi sarei soffermata di più sull'uomo ma questo appartiene al gusto personale. Hai puntato su un argomento complesso, anzi su più argomenti, trattandone solo un aspetto. La vicenda ha varie sfumature e hai illuminato un unico versante. La scia seguita, in un racconto tanto breve, denota una capacità di sintesi nell'esporre il tuo pensiero. Magari le donne potessero reagire in modo così attivo, come nel tuo finale! Il racconto è un po' lontano dal reale. O forse no... 

Re: [MI176] Taglia l'aria

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Poeta Zaza wrote: Un alito oscuro del male
Perchè "Un alito", vedo più corretto L'alito. Qui non si tratta di definire un tipo di alito (fresco o che sappia di aglio), si riferisce a un solo tipo di alito, quello del male. Molto belli i versi a seguire.
Poeta Zaza wrote: Anna ricordava un'altra storia, all'inizio della loro relazione. Aldo le aveva ispirato una sollecitudine materna per raccogliere le sue fragilità e trattarle con fermezza amabile. A proposito di guarirsi a vicenda le debolezze, gli diceva:
"Raccoglierò le forze per riuscirci. Raccoglierai le forze per le mie."
Ma si era sopravvalutata. Era un compito improbo: mission impossible. Peggioc'era un pericolo: le stava crescendo accanto un mostro.
Le debolezze di entrambi non erano scomparse: lui era diventato violento e lei succube.
Hai descritto in modo eccellente la sindrome della crocerossina
Poeta Zaza wrote: Non voglio ancora dichiarare fallimento. Ci ho investito tanto, sai..."
"Ma ti sta intaccando il capitale, giorno dopo giorno. Non stai perdendo solo interessi..."
:D Lì per lì potrebbe sembrare una stonatura, invece a me ha fatto un bell'effetto, ho visto nei due la voglia di "giocare", ho percepito leggerezza e complicità. 


Inserire poesie nel testo è ormai il tuo tratto distintivo. Mi sono piaciuti anche i versi a fine testo, dove sintetizzi in modo sorprendente tutta la storia.  Finale inaspettato. Brava 

Ritengo che questo sia uno tra i pezzi più belli (se non il più bello in assoluto) che tu abbia scritto, davvero tanti e tanti complimenti.
:love:

Re: [MI176] Taglia l'aria

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confusa wrote: Questo è il primo, tra i tuoi racconti, che leggo e commento. Premetto che la parte in versi, sia iniziale che finale, mi ha molto presa. Forse son troppo di parte e, conoscendoti come poeta, un po' mi hai spiazzato. Mi sembra di capire che il testo faccia parte di un Mezzogiorno di Inchiostro. La traccia seguita è stata affrontata in modo originale. Le tue doti di poeta si sviluppano anche nella prosa e il linguaggio rispecchia il tuo animo sensibile. Descrivi bene la donna. Mi sarei soffermata di più sull'uomo ma questo appartiene al gusto personale. Hai puntato su un argomento complesso, anzi su più argomenti, trattandone solo un aspetto. La vicenda ha varie sfumature e hai illuminato un unico versante. La scia seguita, in un racconto tanto breve, denota una capacità di sintesi nell'esporre il tuo pensiero. Magari le donne potessero reagire in modo così attivo, come nel tuo finale! Il racconto è un po' lontano dal reale. O forse no... 
Grazie @confusa  :)

Capacità di sintesi? Ci provo e forse l'ho affinata nello scrivere tanti racconti brevi. L'alternanza prosa/poesia, in certi contesti, come questo, mi sembra efficace a raggiungere il cuore del messaggio. 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [MI176] Taglia l'aria

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Adel J. Pellitteri wrote: Inserire poesie nel testo è ormai il tuo tratto distintivo. Mi sono piaciuti anche i versi a fine testo, dove sintetizzi in modo sorprendente tutta la storia.  Finale inaspettato. Brava 

Ritengo che questo sia uno tra i pezzi più belli (se non il più bello in assoluto) che tu abbia scritto, davvero tanti e tanti complimenti.
:love:
Che dire? Sono commossa e grata, cara @Adel J. Pellitteri   :arrossire:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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