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by Alberto Tosciri
Ciao @paolasenzalai
Ti rispondo con piacere, anche tu non scherzi in quanto a commenti e risposte ai commenti eh? Io sono sempre stato così, a volte preferisco scrivere piuttosto che parlare; sono uno che parla poco, abituato al silenzio pure mio malgrado. Certo, nei commenti spesso divago, ho sempre detto che uno scritto non si giudica dalle virgole e concordanze di tempi verbali e d eufoniche, ma su ciò che trasmette, come lo trasmette. Per me una storia, qualunque storia, si può interpretare, come un quadro; ognuno ci vede certo quello che voleva trasmettere l’autore, ma il lettore cerca di vederci anche quello che vorrebbe vederci lui e allora va avanti, va oltre le intenzioni dell’autore, senza per questo volerlo correggere, modificare. Persone sensibili e ricettive come te lo capiscono, per questo mi permetto di esagerare nelle mie interpretazioni ai tuoi pensieri, perché intuisco che ami andare oltre la parola scritta.
Lo faceva anche Borges nei suoi racconti: da una banale constatazione che illustrava ne ricavava un mondo che poteva spaziare nell’universo e lo diceva anche Ezra Pound, che si rifiutava di analizzare le virgole, pena la snaturalizzazione dell’anima dello scrittore, ma Pound era “cattivo” in quanto stava dalla parte dei perdenti.
Gli uomini e le donne sono diversi per tutti quei fattori che hai elencato, ma alla fine sono le opere delle loro mani e dei loro pensieri che restano.
E poi c’è un’altra cosa: tu mi fai venire una gran voglia di trascorrere una giornata con te a parlare, magari davanti al mare (il tuo), con una bottiglia di vino (il mio) e l’argomento ce l’ho già: l’abbandono.
Sono quasi sicura che mentre tu penserai all'abbandono di chi ci ha lasciati, io penserò all'abbandono del lasciarsi andare, quello dei sensi, eppure... siamo italianissimi tutti e due.
Ho anche io del buon vino, meno famoso di quello friulano, ma buono; lo stesso vino che facevano già i fenici e che Ulisse offrì al gigante che lo teneva prigioniero. I giganti hanno abitato la Sardegna, non è una favola: i magazzini dei nostri musei sono pieni di scheletri di uomini alti tre metri, risalenti a migliaia di anni fa… non si ha interesse che si sappia, sono fatti classificati al pari degli Ufo, con la differenza che gli Ufo non vengono da altri pianeti, perché non esistono altri pianeti… tutto l’universo basta per la sola terra infinita… ma mi trattengo altrimenti scriverei un folle saggio da bruciare assieme all’autore…
Fatico sempre a rimanere nel binarium petitum, un mio difetto.
Tanti anni fa, ero alle scuole medie, la professoressa d’italiano ricordo che diede un tema alla mia classe, chiedeva si descrivessero i pensieri, la vita di una penna Bic… Cominciai a scrivere preso da una smania febbrile, le pagine non mi bastavano e quando ritenni di essere abbastanza soddisfatto, sollevando la testa mi accorsi che tutti mi guardavano come si guarda un pazzo. Quasi nessuno aveva niente da dire, non ci trovava niente. Io ricordo che ci misi tutto quello che la mia fantasia e le mie conoscenze di bambino potevano metterci.
Per quanto riguarda l’amore alle varie latitudini… non mi trovo a mio agio a parlarne, ne faccio talvolta vaghi accenni, ma senza approfondire. Ci sono reminiscenze nella mia mente, ricordi di lontane felicità mancate, desiderate, mai raggiunte, finite tragicamente anche… Qualcosa ho messo, trasformando un po’, in qualche mio racconto del passato. Riesco a trovare più amore, sensualità, trasporto negli scritti mistici di tante monache di clausura del passato che nei migliori racconti erotici che circolano, con tutto che leggo raramente di questi racconti, non riuscendo a trovarci le cose per me essenziali: l’empatia, l’amore, il sacrificio, la rinuncia in nome di altri valori che possono sublimare l’amore terreno.
Come vedi sono abbastanza fuori di testa…
Soan, un maestro Zen (io non seguo lo Zen, il pensiero orientale è conformato per la mente e il fisico degli orientali, non degli occidentali, che nel caso dovrebbero seguire la Kabala ebraica, i culti misterici mediterranei…) disse questa bella frase che può far bene anche a noi: "Navigando lungo il fiume degli Uomini ho udito un richiamo: profondo, regolare. Cercando ciò che avevo perduto, trovai una schiera di Santi”.
A risentirci.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)