È partito, è tornato e pare tutto bene.
Poi è pervenuta una leggenda metropolitana, soggetto protagonista lui, antagonista il telefono e la tecnologia, scenario Londra Hyde Park.
La storia che spiega molto bene l’attuale sviluppo della personalità criptica del figliolo, si svolge più o meno così.
Scenario: grande parco londinese, sotto grande quercia, ragazzo che dorme nel primo pomeriggio (pare che di notte dorma poco in generale davanti ai dispositivi e di qui il sonno incipiente), il gruppone di ragazzi nel quale era inserito, a una certa si allontana e svanisce all’orizzonte, il ragazzo continua a dormire e non se ne accorge.
Dettaglio: un telefono che ha il 5% di carica e non c’è la power bank esterna nello zaino.
Sotto dettaglio: i giga per navigare (e aprire google maps orientandosi) sono ovviamente finiti.
Prima scena di apertura: il ragazzo si sveglia e realizza di essere solo, si incammina da qualche parte, direzione centro città, tira fuori il telefono e scopre improvvisamente che il telefono è morto e non può resuscitarlo.
La sequenza si ferma qui e riprende qualche settimana dopo quando dalla parrucchiera, mia madre, nonché sua nonna mentre parla con qualcuno dell’esperienza del nipote all’estero viene intercettata da una ragazza (che poi solo in seguito si scoprirà essere una degli accompagnatori dei ragazzi in viaggio studio) che racconta l’accaduto e loda il ragazzo per la calma olimpica con la quale ha affrontato la situazione.
Capirete che quando mia madre me l’ha detto mi sono definita miracolata ad averlo saputo a cose fatte, se fossi stata contattata per avvertirmi che non trovavano il ragazzo penso che sarei crepata seduta stante.
Però una domandina al figliolo l’ho fatta ed è stata la seguente: ti sei ansiato in quella situazione?
La risposta è stata imprevedibile e illuminante: “non mi sono preoccupato più di tanto perché mi sentivo a casa a Londra, sono entrato in un museo con la mia carta dello studente, ho attaccato ad un totem di ricarica il telefono e mentre si ricaricava mi sono collegato alla rete wifi gratuita (vi ricordate i giga consumati?), così ho potuto chiamare un mio amico che mi ha detto dove erano in quel momento, dopo circa 20 minuti li ho raggiunti”
Lost&Found lui, ma Lost&Found anche io che non avevo capito con chi avessi a che fare in questi anni, il ragazzo quando vuole ha un cervello funzionante e operativo, meno male.