30
by Emy
Ciao, Mariangela, bentrovata. Sottoscrivo quanto detto da Bef. Una coppia di amici ha adottato dall'estero una bambina l'anno scorso e l'integrazione nel nuovo ambiente non è stata affatto semplice. Arrivare a chiamare mamma, un'altra donna, è un processo complesso che richiede tempo, così come lo è quello di parlare liberamente e con grande naturalezza del paese d'origine. O alzi l'età del bambino, e trasferisci la storia più in là, con protagonisti magari già adolescenti. Oppure fai in modo che il bambino keniota sia arrivato qui con la famiglia così esci da ogni impiccio e ha un margine più ampio di manovra. Sul linguaggio ti hanno detto già tutto, non mi ripeto. Ho apprezzato invece e molto la tematica e il solito garbo con cui l'hai affrontata. L'espediente poetico, per quel che mi riguarda, funziona bene e serve da filo rouge che unisce le parti in modo sapiente e curioso. Non tutti i versi sono chiari, nel senso che non sono immediati sempre, ma tutto sommato danno un tocco di classe alla storia. @Poeta Zaza, grazie per la piacevole lettura. A rileggerci. Un abbraccio!
Piccoli Grandi Sognatori
Without faith, without hope, there can be no peace of mind. [cit.]