[LAB 16] Un rapporto da dipendente

1
Laboratorio: Conflitti


[LAB 16] Un rapporto da dipendente

Ci sono coppie che non dovrebbero mai formarsi.
Le più famose le conosci dal mondo letterario o dal mondo della cronaca nera di tutti i tempi.
Ma io parlo di coppie che si formano sul lavoro, tra non pari. Come la mia, che sono Dario, alle dipendenze dell'avvocato Primo.
Ecco la nostra storia, dall'alba al tramonto del rapporto.

2 aprile - Primo
Io sono Primo, il tuo datore di lavoro, tu sei l’esecutore dei miei ordini.
L’apparenza è il novanta per cento per far risaltare una buona sostanza al dieci. La poltrona del capo è come il trono per il re. Il tuo primo compito è di curare la manutenzione della mia poltrona in pelle nera: questa. Ai braccioli non si devono vedere le grinze per l’uso. La devi allisciare dappertutto, spalmandole a carezze questa crema per il corpo, che fa bene anche a questa, di pelle, e la lascia vellutata. Lo dicono sul  Web.
Il tuo secondo compito è assistermi per segnalarmi eventuali errori... Ergo, devi studiare le pratiche dei clienti indipendentemente da me e, se trovi disparità di vedute, me le fai presenti. Terzo compito: i meriti sono miei, tuoi i demeriti.

2 aprile - Dario
Sapevo dalla firma dell'impiego di cosa si trattava, ma "pecunia non olet" e almeno è il mio ramo. Cercherò di arginare l'imbecillità datoriale con un silenzio espressivo il giusto, o con un po' di sarcasmo d'élite che lui non afferri: almeno spero.

5 aprile - Primo
Prima di te, avevo uno sfaticato che ti potrei riassumere così come l'ho trovato scritto su una lettera anonima, spedita al mio Studio e arrivata proprio in quel periodo:
“Lo sciame dei suoi pensieri fluttuanti si arresta, nel salire alla luce, contro le volte dei portici bassi dell’indolenza e dell’insipienza, a polverizzare, a cancellare, l’ipotesi del fare.”
Qualcuno di sicuro voleva mettermi sull’avviso dell’inconsistenza di quell’individuo. Ma io, ancora inconsapevole, ci avevo riso su, capisci?
Era un coglione. Vorrei perdere il ricordo di lui.

5 aprile – Dario
Una delle cose più difficili è trattenere il riso sotto i suoi occhi... Temo che, alla lunga, potrei autodistorcermi i lineamenti della faccia. Devo esercitarmi  a mantenere la mimica facciale inalterata, vale a dire neutrale. Ma ricordarsi di annuire sempre.
Devo darmi un termine massimo: un mese! Dovrei riuscire a sopportarlo fino ai primi di maggio. Poi si vedrà, provare qualche settimana non mi costa nulla, anzi, mi faccio pagare.

10 aprile - Primo
Bisogna sempre annuire a quello che dice il cliente, non fare facce strane come la tua oggi, con Rossi.
Se il cliente discetta di qualcosa che non capisci sulle prime, tu limitati ad annuire. Te ne informi dopo, chiedi a me, son qui apposta, e non ti metti a fare facce.
E adesso te lo spiego io di cosa si trattava. Certo, oggigiorno si fanno anche accordi coniugali così, come la separazione consessuale, lo dice il nome stesso cos’è, che diamine!
Anche io e mia moglie spesso non ci possiamo vedere. Io so di essere “separato consessualmente”: non ci stiamo addosso se non in quei momenti. Se no, ognuno per conto suo. E col consenso di entrambi: consensuale-consessuale. Un ramo aggiunto della consensuale. Gliel’ho detto, a Rossi, che non c’era bisogno di formalizzarla. Basta l’atto pratico.

10 aprile - Dario
Dentro di me sto per esplodere, non so se dal riso o dallo sconcerto. Ma quanto è fuori di testa questo... Ritiro in anticipo la formulazione di qualunque domanda mi affiori sulle labbra, perché so che non sarebbe gradita e opportuna, ma sono sbacalito dalla situazione. Esterrefatto? No, non esistono aggettivi o sinonimi dei suddetti per definire il mio datore di lavoro.

15 aprile - Primo
Porca puzzola!
(La sigaretta posata sul supporto del posacenere è rivolta adesso verso di lui e gli ha scottato le dita.)
Non mi ricordo di averla posata così... Ecco cosa arrivo a fare per lo stress lavorativo. Tu vieni a aiutarmi che qui brucia tutto... cos'è quel sorrisino ebete?

15 aprile - Dario
"Mi viene naturale in certi momenti. Mi scusi" stavolta ho risposto autodenigrandomi.
(Certo che non capire che gliela avevo girata io la cicca...)

16 aprile - Primo
Quindi, per tornare a noi, ti ho assunto solo per il lato tecnico; l’interpretazione del "problem solving" o come si dice è mia.
La tua scrivania è strategicamente vicina alla mia, onde tu possa seguire i miei incontri coi clienti.
Se mi sfugge un paragrafo di legge o di un regolamento qualsiasi, o che altro, capiscimi, apri la mente, pensa laterale. Mi mandi una mail col lampeggiante. Io, con calma, leggo come se fosse una grana clientelare per cui sono sempre a portata di mano e a prova di risoluzione in diretta, e posso dire con nonchalance a chi ho davanti per fargli attendere il chiarimento: “Mi spiego meglio…
Ergo, la tua velocità di reazione deve essere tempestiva ed efficace. Non ti si chiede altro. Imprimiti queste basi nel tuo cervello impiegatizio e sottostai alle mie direttive con discernimento fattivo.
Eseguile con convincimento e io non metterò un freno al nostro rapporto di lavoro.

16 aprile - Dario
"Agli ordini, capo!" Ecco, mi sto allenando col pensiero laterale e un po' mi diverto. Un poco eh...
Come quando conia espressioni personali disinvolte come: "Sono sottosopra di me". "Cosa?" gli ho chiesto, sbacalito, non riuscendo a sorvolare. "Non so più dove comincio e dove finisco" mi ha risposto, toccandosi la testa e indicandosi i piedi.

20 aprile - Primo
Il signor Bianchi verrà tra un’ora. Dice che per colpa nostra ha dovuto pagare una mora maggiore all’Ufficio delle Entrate. Gli dirai che sono dal Notaio che mi ha chiamato per una cosa urgente ma che dovrei tornare in tempo. Mi aspetto, nel frattempo, che gli dica di avere fatto tu confusione nella sua pratica e di non esserti segnato bene i termini di scadenza e l’ultima formalità da eseguire. E non fare quella faccia da babbeo. Sei pagato per questo. È ora che impari la solfa, non la senti da quanto basta per saperla suonare?

20 aprile - Dario
Se le canta e se le suona da solo, povero demente...

5 maggio - Primo
Aiuto! Aiuto! Portami al pronto soccorso. Fasciami la mano. Quella troia di pinzatrice, invece che sull’intero fascicolo è scattata su di me! Che credi, che non sappia usarla, babbeo? Un cazzo di scatto tecnicida… Ahia… Disinfettami con ‘acqua ossigenata ché l’alcool brucia… la mia macchina è la più vicina. Così… Andiamo. Aprimi la portiera dietro, come faccio io da solo? Cribbio!
Legami la cintura, se no suona l'allarme tutto il tempo. Attento alla fasciatura, cretino!
Mi esce il sangue dalle bende. Ho cambiato idea: sono sottosopra di me. Presto, vai giù dalla Via Tiradiavoli, accosta alla Clinica La Breve. Sbrigati. Ma come guidi, cazzo? Perché quello sguardo vitreo?

Eccoci. Ce l’hai fatta. Non era così difficile. Ma cosa fai?
Scendi senza mettere il freno a mano?
Bastardo coglione, lo sapevo che non capivi un cazzo! Sei come lui…
Aiuto, ahhhhhhhh...

(Sbang. Crash. Bum!)


5 maggio - Dario
Certo che volevo mettere il freno! Ma al nostro rapporto di lavoro!
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

2
Poeta Zaza wrote: Ci sono coppie che non dovrebbero mai formarsi.
Le più famose le conosci dal mondo letterario o dal mondo della cronaca nera di tutti i tempi.
Ma io parlo di coppie che si formano sul lavoro, tra non pari. Come la mia, che sono Dario, alle dipendenze dell'avvocato Primo.
Ecco la nostra storia, dall'alba al tramonto del rapporto.
Incipit particolare in cui il protagonista (immagino leggendo) tale Dario ci racconterà una propria esperienza di rapporto di lavoro (buffa l’espressione “tra non pari” anziché lavoro subordinato. Dario ci parla di “coppie” che non dovrebbero mai formarsi. Il primo “inciampo” sta proprio qui. Cosa sta per raccontarmi Dario? Se è un rapporto di lavoro subordinato quindi tra il datore di lavoro “Primo” (singolare questo nome che mi trasporta per pregiudizio in una temporalità anni ‘70 o meno) e Dario, non può trattarsi di lavoro di coppia. Allora, fatto due più due, se di coppia si parla, se certe coppie non dovrebbero mai formarsi, se effettivamente ci troviamo negli anni ‘60- ‘70, potrebbe essere uno sconveniente rapporto tra due uomini (Dario assumerebbe il ruolo di solito riservato alle solerti e avvenenti segretarie stereotipo dell’epoca in questione). Potrebbe essere una storia intrigante, mi invita a proseguire la lettura per capire meglio.
Poeta Zaza wrote: 2 aprile - Primo
Io sono Primo, il tuo datore di lavoro, tu sei l’esecutore dei miei ordini.
L’apparenza è il novanta per cento per far risaltare una buona sostanza al dieci. La poltrona del capo è come il trono per il re. Il tuo primo compito è di curare la manutenzione della mia poltrona in pelle nera: questa. Ai braccioli non si devono vedere le grinze per l’uso. La devi allisciare dappertutto, spalmandole a carezze questa crema per il corpo, che fa bene anche a questa, di pelle, e la lascia vellutata. Lo dicono sul  Web.
Il tuo secondo compito è assistermi per segnalarmi eventuali errori... Ergo, devi studiare le pratiche dei clienti indipendentemente da me e, se trovi disparità di vedute, me le fai presenti. Terzo compito: i meriti sono miei, tuoi i demeriti.
Prima cosa che non mi convince. Se è Dario che parla all’inizio, perché c’è questo “monologo” di Primo? Oppure è Dario che s’immagina i pensieri di Primo? Se fosse così, cioè Dario che immagina cosa stia pensando Primo, la soluzione narrativa trovata non mi pare corretta. C’è un netto cambio di pdv che disorienta il lettore.
Poeta Zaza wrote: 5 aprile - Primo
Prima di te, avevo uno sfaticato che ti potrei riassumere così come l'ho trovato scritto su una lettera anonima, spedita al mio Studio e arrivata proprio in quel periodo:
“Lo sciame dei suoi pensieri fluttuanti si arresta, nel salire alla luce, contro le volte dei portici bassi dell’indolenza e dell’insipienza, a polverizzare, a cancellare, l’ipotesi del fare.”
Qualcuno di sicuro voleva mettermi sull’avviso dell’inconsistenza di quell’individuo. Ma io, ancora inconsapevole, ci avevo riso su, capisci?
Era un coglione. Vorrei perdere il ricordo di lui.
Troppo arzigogolato. Cioè qui Primo (di nuovo il cambio di pdv) fa sapere al lettore di aver ricevuto una lettera anonima con informazioni negative sul precedente dipendente? E poi con quel tipo di eloquio confidenziale e un po’ scurrile… mah Forse lo sta dicendo a Dario e perché mai dovrebbe al neoassunto  riferire il primo  giorno di lavoro una simile notizia? 
E inoltre: chi scriverebbe una lettera con tale contenuto “poetico” ? Sarebbe già una firma conclamata. Detto sinceramente, una lettera anonima non può avere una tale forma. Sarebbe troppo riconoscibile.
Dopo aver letto questo passaggio sono ancora più confusa. Proseguo la lettura per cercare di capire qualcosa di più. 
Poeta Zaza wrote: Una delle cose più difficili è trattenere il riso sotto i suoi occhi... Temo che, alla lunga, potrei autodistorcermi i lineamenti della faccia. Devo esercitarmi  a mantenere la mimica facciale inalterata, vale a dire neutrale. Ma ricordarsi di annuire sempre.
Devo darmi un termine massimo: un mese! Dovrei riuscire a sopportarlo fino ai primi di maggio. Poi si vedrà, provare qualche settimana non mi costa nulla, anzi, mi faccio pagare.
ti segnalo “trattenere il riso sotto i suoi occhi”. Molto contorta come forma. Vuoi dire che Dario si trattiene dal ridere? Perché dovrebbe ridere? 
Non mi pare che Primo gli abbia fatto una battuta. Allora, forse, dovrebbe essere meglio descritto il personaggio del datore di lavoro. Magari ha dei tic? Ha un tono di voce strano o particolare? Insomma qualche caratteristica che possa indurre questo pensiero “irriverente” da parte di Dario. 
Poeta Zaza wrote:
Agli ordini, capo!" Ecco, mi sto allenando col pensiero laterale e un po' mi diverto. Un poco eh...
Come quando conia espressioni personali disinvolte come: "Sono sottosopra di me". "Cosa?" gli ho chiesto, sbacalito, non riuscendo a sorvolare. "Non so più dove comincio e dove finisco" mi ha risposto, toccandosi la testa e indicandosi i
In questo passaggio inizia a essere un po’ più a fuoco il personaggio del datore di lavoro (usa delle espressioni verbali particolari che possono stimolare l’ilarità di Dario)
Poeta Zaza wrote: Legami la cintura, se no suona l'allarme tutto il tempo. Attento alla fasciatura, cretino!
questo elemento della cintura che “suona” stona un po’ con l’idea (tutta mia) che mi ero fatta sul periodo di svolgimento dei fatti.

Il finale con omicidio a sorpresa mi lascia un po’ così… non era preparato. Non c’è una spirale d’odio che cresce nei confronti di Primo che appare più una macchietta che un cattivone da sopprimere. Non trovo alcun approfondimento sui caratteri e le ragioni della “strana non coppia”. Non trovo interessante quello che capita (normale routine d’ufficio). Insomma avrei preferito leggere di una storia di “avances” tra datore di lavoro e “segretario” con una ben chiara temporalità delle azioni.  Ma questa è solo una mia opinione come lettrice.

Mi piace l’idea di declinare la traccia “tramonti” con un sorta di diario (che però avrebbe dovuto svolgersi dall’alba al tramonto e non in settimane successive) . Resta un siparietto di cui sono convinta che tu abbia ben chiaro in testa le motivazioni e lo svolgimento ma che sulla carta non è reso con una struttura, a mio modo di vedere, adeguata. La sperimentazione (per la quale ti ammiro sempre moltissimo cara @Poeta Zaza) non sempre ripaga.
In questo caso c’è un abbozzo di “nuova strada” narrativa da percorre e per la quale mi complimento con te, ma il risultato finale potrebbe essere migliore.

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

3
@@Monica  grazie del passaggio e delle note.

Siccome hai scritto le tue impressioni mentre leggevi riga dopo riga, ti è sfuggita la doppia cronologia degli eventi, ossia gli stessi giorni:

2 aprile
5 aprile
10 aprile
15 aprile
16 aprile
20 aprile
5 maggio

in cui i due protagonisti "parlano" della stessa giornata dal proprio punto di vista.

Per "staccare" ho messo in corsivo il pdv di Primo, e quello di Dario con caratteri normali.

N.B.: l'incidente finale non ho scritto che sia mortale.

Inizio a risponderti:
@Monica wrote: Prima cosa che non mi convince. Se è Dario che parla all’inizio, perché c’è questo “monologo” di Primo? Oppure è Dario che s’immagina i pensieri di Primo? Se fosse così, cioè Dario che immagina cosa stia pensando Primo, la soluzione narrativa trovata non mi pare corretta. C’è un netto cambio di pdv che disorienta il lettore.
Scusami, @@Monica cara, ma perché eccepisci all'inizio senza avere letto tutto? Avresti capito che si alternavano, ognuno col suo pdv, e parlando della stessa giornata lavorativa.
@Monica wrote: Troppo arzigogolato. Cioè qui Primo (di nuovo il cambio di pdv) fa sapere al lettore di aver ricevuto una lettera anonima con informazioni negative sul precedente dipendente? E poi con quel tipo di eloquio confidenziale e un po’ scurrile… mah Forse lo sta dicendo a Dario e perché mai dovrebbe al neoassunto  riferire il primo  giorno di lavoro una simile notizia? 
E inoltre: chi scriverebbe una lettera con tale contenuto “poetico” ? Sarebbe già una firma conclamata. Detto sinceramente, una lettera anonima non può avere una tale forma. Sarebbe troppo riconoscibile.
Dopo aver letto questo passaggio sono ancora più confusa. Proseguo la lettura per cercare di capire qualcosa di più. 
Sono stata un po' involuta nel pezzo della lettera anonima, hai ragione. 
Poeta Zaza wrote: Prima di te, avevo uno sfaticato che ti potrei riassumere così come l'ho trovato scritto su una lettera anonima, spedita al mio Studio e arrivata proprio in quel periodo:
“Lo sciame dei suoi pensieri fluttuanti si arresta, nel salire alla luce, contro le volte dei portici bassi dell’indolenza e dell’insipienza, a polverizzare, a cancellare, l’ipotesi del fare.”
Qualcuno di sicuro voleva mettermi sull’avviso dell’inconsistenza di quell’individuo. Ma io, ancora inconsapevole, ci avevo riso su, capisci?
Era un coglione. Vorrei perdere il ricordo di lui.
Quel "Prima di te" chiarisce a chi si rivolge.
@Monica wrote: E poi con quel tipo di eloquio confidenziale e un po’ scurrile… mah Forse lo sta dicendo a Dario e perché mai dovrebbe al neoassunto  riferire il primo  giorno di lavoro una simile notizia? 
Vedi sopra. Certo che lo sta dicendo a Dario, e perché non dovrebbe dirglielo sin da subito di com'era l'altro, in pratica per dirgli di essere diverso da quello?
@Monica wrote: E inoltre: chi scriverebbe una lettera con tale contenuto “poetico” ? Sarebbe già una firma conclamata. Detto sinceramente, una lettera anonima non può avere una tale forma. Sarebbe troppo riconoscibile.
E perché no? E' vietato scrivere una lettera anonima in versi? Riconoscibile perché? Chi può sapere chi sia il poeta dietro i versi? Io non c'entro, cosa vuoi, infilarmi nella trama?
@Monica wrote: ti segnalo “trattenere il riso sotto i suoi occhi”. Molto contorta come forma. Vuoi dire che Dario si trattiene dal ridere? Perché dovrebbe ridere? 
Non mi pare che Primo gli abbia fatto una battuta.
Perché Dario ride? E' la stessa giornata , vai a vedere (5 aprile) e Dario ride dell'episodio della lettera anonima, perché Primo non ha capito che parlava di lui...
Certo che credevo fosse così chiaro l'alternarsi a parlare "a specchio"... :(
@Monica wrote: Allora, forse, dovrebbe essere meglio descritto il personaggio del datore di lavoro. Magari ha dei tic? Ha un tono di voce strano o particolare? Insomma qualche caratteristica che possa indurre questo pensiero “irriverente” da parte di Dario. 
Mi pare basti e avanzi quello che dice e quello che fa per caratterizzare questo avvacato... Non credi?  :D
@Monica wrote: questo elemento della cintura che “suona” stona un po’ con l’idea (tutta mia) che mi ero fatta sul periodo di svolgimento dei fatti.
Non è la cintura a suonare, bensì il cicalino o allarme che scatta quando l'auto parte senza che sia allacciata.
@Monica wrote: Il finale con omicidio a sorpresa mi lascia un po’ così… non era preparato. Non c’è una spirale d’odio che cresce nei confronti di Primo che appare più una macchietta che un cattivone da sopprimere. Non trovo alcun approfondimento sui caratteri e le ragioni della “strana non coppia”. Non trovo interessante quello che capita (normale routine d’ufficio). Insomma avrei preferito leggere di una storia di “avances” tra datore di lavoro e “segretario” con una ben chiara temporalità delle azioni.  Ma questa è solo una mia opinione come lettrice.

Mi piace l’idea di declinare la traccia “tramonti” con un sorta di diario (che però avrebbe dovuto svolgersi dall’alba al tramonto e non in settimane successive) . Resta un siparietto di cui sono convinta che tu abbia ben chiaro in testa le motivazioni e lo svolgimento ma che sulla carta non è reso con una struttura, a mio modo di vedere, adeguata. La sperimentazione (per la quale ti ammiro sempre moltissimo cara @Poeta Zaza) non sempre ripaga.
In questo caso c’è un abbozzo di “nuova strada” narrativa da percorre e per la quale mi complimento con te, ma il risultato finale potrebbe essere migliore.
Non ho detto che muoia l'avvocato.

Mi piacerebbe, alla luce delle spiegazioni che ti ho dato, ricevere da te un nuovo, stringato commento dove spero di ricevere una critica più centrata,
cara @@Monica , perché tengo molto al tuo parere ma qui mi pare falsato dal non letto. Puoi, cara? :rosa:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

4
Ciao @Poeta Zaza innanzitutto mi scuso se hai percepito le mie osservazioni come una critica al tuo scritto. Volevo solo darti, nello spirito che dovrebbe animare i commenti, un feed back onesto. Ti ringrazio per le spiegazioni che mi hai fornito, tuttavia (premesso che prima di commentare ho letto più volte il racconto) il fatto che ci siano continui cambi di pdv non mi sembra una soluzione che rende un buon servizio alla storia. Cambi di pdv  di questo tenore in un racconto breve non mi sembrano una soluzione vincente, già è difficile gestire questa modalità in un romanzo figurati in un testo breve.
È questo è un consiglio da lettrice non è vangelo per carità. Per quanto riguarda la storia in sé la trovo esile nel conflitto e come stile potrebbe virare sul comico o sul brillante con opportuni aggiustamenti.
Quindi, di nuovo scusa, ma il senso della critica spero ti sia chiaro e giunto nella maniera rispettosa e spirito costruttivo. (Ps è chiaro che non mi riferivo alla cintura ma al “cicalino” che oggi scatta quando uno si ostina a non indossarla). Solo che davvero non riesco a inserire questo spacccato di vita ai giorni nostri. 

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

5
@Monica wrote: Ciao @Poeta Zaza innanzitutto mi scuso se hai percepito le mie osservazioni come una critica al tuo scritto.
Assolutamente no! Avevo solo percepito, con riferimento ad alcune critiche, l'imprecisione della tua lettura e volevo una tua critica non falsata da fraintendimenti,
:)
@Monica wrote: Per quanto riguarda la storia in sé la trovo esile nel conflitto e come stile potrebbe virare sul comico o sul brillante con opportuni aggiustamenti.
Primo è superiore solo nella posizione al suo dipendente che lo disistima. Da qui il conflitto di ruolo insito nella testa di Dario.  :)

@Monica wrote: (Ps è chiaro che non mi riferivo alla cintura ma al “cicalino” che oggi scatta quando uno si ostina a non indossarla). Solo che davvero non riesco a inserire questo spacccato di vita ai giorni nostri. 
Ma guarda che io non ho voluto inserirlo ai giorni nostri! 
Non ho detto il periodo in cui si svolge il racconto, ma nella mia testa le cinture erano già obbligatorie. E lo sono dal 1976. Quindi è collocabile dagli anni 80 al duemila, volendo, ma perché pensare ai giorni nostri?
@Monica wrote: Quindi, di nuovo scusa, ma il senso della critica spero ti sia chiaro e giunto nella maniera rispettosa e spirito costruttivo.
Non ti devi scusare, anzi, ti ringrazio per avermi così agevolato con gli altri che ci leggeranno.  :libro:

Il senso della tua critica mi è arrivato forte e chiaro. Grazie Monica! :flower:

@@Monica
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

6
In generale:
Divertente siparietto fra un imprenditore idiota e un collaboratore. Ma chi è costui? Non si capisce bene. È un furbo con secondi fini? È disperatamente a corto di soldi e accetta l’ingrato impiego? Ecco, a me manca qualche indicazione, neppure molte, che potrebbero essere sparse nelle prime note di Dario, così da far calare il lettore in un contesto altrimenti vago. Sono un po’ incerto sul conflitto. C’è veramente? L’imprenditore fa il bullo ma Dario - fra sé e sé - lo deride e gli fa pure i dispetti. Più che un conflitto assomiglia al rapporto nevrotico descritto da Watzlawick sessanta’anni fa, che è un rapporto apparentemente conflittuale, e in realtà funzionale. Così viene anche a mancare l’elaborazione e il conseguente mutamento. Nota che il concetto di conseguenza è importante: elaboro il conflitto e quindi compio un mutamento. Qui tale elaborazione mi sembra macare; Dario dice, sin da subito, che starà al massimo un mese e che disistima il suo capo; la sua defezione è scritta sin dall’inizio, è già nelle cose, bastava attendere il momento giusto.
Questioni specifiche:
Poeta Zaza wrote: coppie che si formano sul lavoro, tra non pari.
Le frasi con una negazione obbligano a uno sforzo mentale, e non mi pare usuale questo, come modo di dire; non sarebbe meglio ‘coppie che si formano sul lavoro, tra livelli gerarchici differenti’? Sì, è più lunga, ma mi pare migliore.
Poeta Zaza wrote: Tue Feb 04, 2025 2:14 pmL’apparenza è il novanta per cento per far risaltare una buona sostanza al dieci.
La frase mi pare un po’ involuta e poco chiara; credo tu voglia dire che fatto 100 l’insieme del lavoro, il 90% dello sforzo è apparenza e 10 è sostanza, e che quell’apparenza (il 90) è al servizio di quel misero 10. Credo di avere capito, giusto? Però rileggi a voce alta la tua frase; forse si può riscrivere meglio?
Poeta Zaza wrote: Tue Feb 04, 2025 2:14 pmVorrei perdere il ricordo di lui.
Non è meglio ‘il suo ricordo”?
Poeta Zaza wrote: Tue Feb 04, 2025 2:14 pmsbacalito
Molto regionale… Gli inserti che marcano regionalmente un testo possono essere simpatici se funzionali alla storia, specie se parti del dialogo (io direi mai se come voce narrante onnisciente); qui non mi pare che un determinato contesto regionale sia funzionale alla tua storia, pertanto eviterei. Comunque, usi lo stesso termine poche righe sotto, e la ripetizione (assai visibile proprio perché il termine è inusuale) è fastidiosa.
Poeta Zaza wrote: Tue Feb 04, 2025 2:14 pmUfficio delle Entrate
Agenzia delle Entrate.
Poeta Zaza wrote: Tue Feb 04, 2025 2:14 pmGli dirai che sono dal Notaio
Notaio preferibilmente in minuscolo, a meno che non sia un’antonomasia (come per l’Avvocato intendendo Agnelli, il Cavaliere per indicare Berlusconi).
Per quanto riguarda lo stile narrativo ti devo dire che ho apprezzato il diverso registro che hai mantenuto fra il linguaggio buffo di Primo (“Sono sottosopra di me” è fantastico) e quello minimale e razionale di Dario. Attenzione, però, che per accentuare la stravaganza di Primo hai scritto alcune frasi un po’ complicate da leggere. Poi non c’è alcuna necessità di scrivere il testo di Primo in corsivo.

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

7
@bezzicante  :)

Grazie di cuore dell'approfondito e prezioso commento!
bezzicante wrote: In generale:
Divertente siparietto fra un imprenditore idiota e un collaboratore. Ma chi è costui? Non si capisce bene. È un furbo con secondi fini? È disperatamente a corto di soldi e accetta l’ingrato impiego? Ecco, a me manca qualche indicazione, neppure molte, che potrebbero essere sparse nelle prime note di Dario, così da far calare il lettore in un contesto altrimenti vago. Sono un po’ incerto sul conflitto. C’è veramente? L’imprenditore fa il bullo ma Dario - fra sé e sé - lo deride e gli fa pure i dispetti. Più che un conflitto assomiglia al rapporto nevrotico descritto da Watzlawick sessanta’anni fa, che è un rapporto apparentemente conflittuale, e in realtà funzionale. Così viene anche a mancare l’elaborazione e il conseguente mutamento. Nota che il concetto di conseguenza è importante: elaboro il conflitto e quindi compio un mutamento. Qui tale elaborazione mi sembra macare; Dario dice, sin da subito, che starà al massimo un mese e che disistima il suo capo; la sua defezione è scritta sin dall’inizio, è già nelle cose, bastava attendere il momento giusto.
Mi sa che hai ragione tu sul conflitto.  :grat:


Io la pensavo così:

Primo è superiore solo nella posizione al suo dipendente che lo disistima. Da qui il conflitto di ruolo insito nella testa di Dario.  :)

Dario disistima il capo e non lo sopporta, tranne ritagliarsi, nelle ore di lavoro, qualche momento di ilarità. 
In generale, non lo sopporterà a lungo, ma la nemesi è esagerata anche per lui: non voleva che finisse così... 

Sulle altre note specifiche, concordo e ringrazio. 

Tranne questa:
bezzicante wrote: Fri Feb 07, 2025 4:52 pmNon è meglio ‘il suo ricordo”?
Per me no, per una questione di musicalità:

Vorrei perdere il ricordo di lui.

A me viene naturale cercare il ritmo del brano anche nella prosa.  
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

8
Carissima @Poeta Zaza,  concordo con l’ammirazione di @Monica per la tua voglia di sperimentare. Brava!
Il titolo promette molto. La realizzazione apparecchia un desco decisamente appetitoso, se pure bisognoso di ulteriore cottura.
Tra Ionesco e Kafka un racconto che spiazza, mi hai fatto pensare a Il Servo, un meraviglioso Losey del ‘63.
Gioco perverso tra sottomissione e dominio. Chi dipende da chi?
Dario e Primo, invischiati in una relazione disfunzionale, avrebbero però avuto bisogno di una maggior caratterizzazione. 
Conserverei a Primo il lessico aulico, borioso e supponente, tale da insinuarci l’idea che la lettera anonima l’abbia scritta lui stesso, e accentuerei il tono furbo e plebeo di Dario, che parte Arlecchino e diventa Pantalone. 
Due modi di porsi, due maschere, che si fanno beffe una dell’altra per poi gradualmente fondersi fino a sovrapporsi e rivelarcene la sostanziale identità.
Solo così l’incidente finale acquisterebbe spessore, mettendo in scena un ribaltamento dei ruoli: un Primo malconcio, ostaggio di un accudente Dario.
E non mi dire che ci sono andata con la mano pesante. Sei stata tu a cominciare  ;)
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... ataccia-2/
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
https://www.facebook.com/profile.php?id=100063556664392
https://emanuelasommi.wixsite.com/manu

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

9
aladicorvo wrote: Carissima @Poeta Zaza,  concordo con l’ammirazione di @Monica per la tua voglia di sperimentare. Brava!
Il titolo promette molto. La realizzazione apparecchia un desco decisamente appetitoso, se pure bisognoso di ulteriore cottura.
Tra Ionesco e Kafka un racconto che spiazza, mi hai fatto pensare a Il Servo, un meraviglioso Losey del ‘63.
Gioco perverso tra sottomissione e dominio. Chi dipende da chi?
Dario e Primo, invischiati in una relazione disfunzionale, avrebbero però avuto bisogno di una maggior caratterizzazione. 
Conserverei a Primo il lessico aulico, borioso e supponente, tale da insinuarci l’idea che la lettera anonima l’abbia scritta lui stesso, e accentuerei il tono furbo e plebeo di Dario, che parte Arlecchino e diventa Pantalone. 
Due modi di porsi, due maschere, che si fanno beffe una dell’altra per poi gradualmente fondersi fino a sovrapporsi e rivelarcene la sostanziale identità.
Solo così l’incidente finale acquisterebbe spessore, mettendo in scena un ribaltamento dei ruoli: un Primo malconcio, ostaggio di un accudente Dario.
Grazi grazie, cara @aladicorvo   :flower:
aladicorvo wrote: E non mi dire che ci sono andata con la mano pesante. Sei stata tu a cominciare  ;)
Figurati se ti dico una cosa simile! Per me hai detto cose belle e giuste per migliorare il mio brano.  :libro:   :si:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

10
Poeta Zaza wrote: Ci sono coppie che non dovrebbero mai formarsi.
Le più famose le conosci dal mondo letterario o dal mondo della cronaca nera di tutti i tempi.
Ma io parlo di coppie che si formano sul lavoro, tra non pari. Come la mia, che sono Dario, alle dipendenze dell'avvocato Primo.
Ecco la nostra storia, dall'alba al tramonto del rapporto.
L'incipit promette bene.
Poeta Zaza wrote: Ai braccioli non si devono vedere le grinze per l’uso. La devi allisciare dappertutto, spalmandole a carezze questa crema per il corpo, che fa bene anche a questa, di pelle, e la lascia vellutata. Lo dicono sul  Web.
Gusto personale: toglierei. Darebbe anche una precisa caratterizzazione del tempo che, al momento, mi pare più affascinante l'idea non precisata.
Poeta Zaza wrote: Il tuo secondo compito è assistermi per segnalarmi eventuali errori... Ergo, devi studiare le pratiche dei clienti indipendentemente da me e, se trovi disparità di vedute, me le fai presenti. Terzo compito: i meriti sono miei, tuoi i demeriti.
Sembra che Primo calchi la mano in modo eccessivo, odioso e disturbante. Ci sarà un motivo?
Poeta Zaza wrote: Cercherò di arginare l'imbecillità datoriale con un silenzio espressivo il giusto, o con un po' di sarcasmo d'élite che lui non afferri: almeno spero.
Di solito il sarcasmo viene concepito, da parte dell'autore, anche con l'idea che venga colto, almeno in parte.
Poeta Zaza wrote: “Lo sciame dei suoi pensieri fluttuanti si arresta, nel salire alla luce, contro le volte dei portici bassi dell’indolenza e dell’insipienza, a polverizzare, a cancellare, l’ipotesi del fare.”
Una scelta originale, bella. È singolare che Primo abbia voluto dare una interpretazione a quei versi evidenziando una certa sensibilità. Considerando le sue riflessioni fino a ora, avrebbe potuto appallottolarla dopo la prima frase. E nello stesso tempo evidenzia stima per Dario.
Poeta Zaza wrote: Aiuto! Aiuto! Portami al pronto soccorso. Fasciami la mano. Quella troia di pinzatrice, invece che sull’intero fascicolo è scattata su di me! Che credi, che non sappia usarla, babbeo? Un cazzo di scatto tecnicida… Ahia… Disinfettami con ‘acqua ossigenata ché l’alcool brucia… la mia macchina è la più vicina. Così… Andiamo. Aprimi la portiera dietro, come faccio io da solo? Cribbio!
Legami la cintura, se no suona l'allarme tutto il tempo. Attento alla fasciatura, cretino!
Mi esce il sangue dalle bende. Ho cambiato idea: sono sottosopra di me. Presto, vai giù dalla Via Tiradiavoli, accosta alla Clinica La Breve. Sbrigati. Ma come guidi, cazzo? Perché quello sguardo vitreo?

Eccoci. Ce l’hai fatta. Non era così difficile. Ma cosa fai?
Scendi senza mettere il freno a mano?
Bastardo coglione, lo sapevo che non capivi un cazzo! Sei come lui…
Questo finale mi sembra molto grottesco. Sembra che primo sia affetto da una sorta di emofobia, perché non si spiega il fatto che una pinzata possa provocare così tanti danni a una mano. In fondo si tratta di due buchini. Poi anche il seguito sembra inverosimile. Immagino che Primo sia seduto a fianco del guidatore e avrebbe potuto mettere lui il freno a mano oppure scendere al volo. Non credo che abbia avuto una mano così invalidante, e comunque ci sarebbe stata anche l'altra mano utile per qualcosa. Forse un altro dettaglio ai fini della scena in auto poteva essere il fatto di evidenziare su che mano ha avuto l'incidente, se la destra o la sinistra. Se fosse infortunata la destra avrebbe potuto tirare con la sinistra il freno a mano, mentre se fosse stata infortunata la sinistra, con la destra avrebbe potuto scendere dall'auto in movimento, a meno che fossero stati ad una pendenza del 20%. Ma immagino che tu abbia voluto dare spessore al significato più che a una precisa logica degli avvenimenti.

Un datore particolarmente odioso e un dipendente che sembra non farsi sottomettere più di tanto, anzi, utilizza il sarcasmo per dare una motivazione al suo ruolo. E in alcuni casi pare anche divertito, con vendetta finale. Primo nonostante faccia il gradasso ha assolutamente bisogno di Dario, non sarebbe nulla senza di lui. Sarebbe stato interessante, dato questo pensiero, che i ruoli a un certo punto si fossero ribaltati.
La struttura e l'idea sono interessanti, con il contrapporsi dei due personaggi con due linee diverse. Mi chiedevo se la scelta del mese e la scansione del tempo era stata studiata oppure è casuale. Secondo me poteva funzionare anche senza indicare i giorni, ma solo con un susseguirsi di riflessioni senza tempo tra Primo e Dario utilizzando degli stacchi di spazio dopo le due i due pensieri. Non so, sono sempre dell'idea di non etichettare a meno che non ci sia un motivo ben preciso.
Alla fine mi è rimasta una sensazione di sospensione. Tutto fila a un livello lineare, non ci sono bruschi slanci che portano a scavare i personaggi più in profondità. Questo mi trasmesso una sensazione di attesa che però alla fine non si è compiuta nelle mie aspettative, anche se il finale è chiaro, drammatico e leggero.
Sempre originale nelle scelte e sempre apprezzabile.
Alla prossima @Poeta Zaza

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

11
Kasimiro wrote: . Immagino che Primo sia seduto a fianco del guidatore e avrebbe potuto mettere lui il freno a mano oppure scendere al volo. Non credo che abbia avuto una mano così
No! Era seduto dietro: lo dico qui:
Poeta Zaza wrote: la mia macchina è la più vicina. Così… Andiamo. Aprimi la portiera dietro, come faccio io da solo? Cribbio!
Kasimiro wrote: La struttura e l'idea sono interessanti, con il contrapporsi dei due personaggi con due linee diverse. Mi chiedevo se la scelta del mese e la scansione del tempo era stata studiata oppure è casuale. Secondo me poteva funzionare anche senza indicare i giorni, ma solo con un susseguirsi di riflessioni senza tempo tra Primo e Dario utilizzando degli stacchi di spazio dopo le due i due pensieri. Non so, sono sempre dell'idea di non etichettare a meno che non ci sia un motivo ben preciso.
Mi seriviva indicare i giorni, per far capire, per esempio, che i pensieri di Dario del giorno 5 aprile si riferivano alla faccenda della lettera anonima letta da Primo. Cioè, le reazioni di Dario, giorno dopo giorno, alle azioni di Primo. Ho voluto etichettare così il mio racconto, sempre nell'ottica di sperimentare. 

Hai ragione sulla sospensione... Tra l'altro, non ho voluto far capire la fine di Primo (che è solo ferito gravemente ma se la caverà). Per questo, mi permetto la battuta di Dario nel finale (che non mi sarei mai permessa di fronte alla morte!)

Grazie come sempre del tuo passaggio e dell'apprezzamento, caro @Kasimiro   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

12
Cara Zaza, 

stimoli sempre la mia immaginazione con il tuo stile tutto inedito! Mi fai pensare: mo' la prossima volta ci provo pure io a scrivere un racconto con gli stralcioni dei diari dei personaggi. E suscitare desideri di emulazione, si sa, è da considerarsi un successo in ambito letterario. 

Mi rimane una curiosità un po' insoddisfatta. Chi sono, veramente, Primo e Dario? Di che sostanza è fatto il loro rapporto? Cosa c'è dietro alla qualità delle loro interazioni?
In generale manca, a parer mio, un po' di tridimensionalità nei personaggi. A meno che ciò non sia un effetto voluto, mi ricorda la caricaturialità e staticità delle maschere della commedia dell'arte, Pulcinella, Colombina e compagnia, dove quello che conta è l'azione, ciò che può essere messo in scena, e se non si capisce perchè non è grave, purchè susciti il riso.

D'atronde, pure i ruoli e la "professionalizzazione" dei personaggi mi rimandano a questo tipo di stile teatrale: il servo povero ma scaltro (Arlecchino), che si fa beffe alle spalle del padrone ricco e arrogante (Pantalone), il quale ne esce sempre inevitabimente umiliato e ridicolizzato. Un vero Rapporto da dipendenti.

Poeta Zaza  Ci sono coppie che non dovrebbero mai formarsi.
Le più famose le conosci dal mondo letterario o dal mondo della cronaca nera di tutti i tempi.
Ma io parlo di coppie che si formano sul lavoro, tra non pari. Come la mia, che sono Dario, alle dipendenze dell'avvocato Primo.
Ecco la nostra storia, dall'alba al tramonto del rapporto.
Questo incipit, come già sottolineato da altri, mi fa pregustare una storia d'amore tragica e proibita, mi fa voler ingurgitare il testo il più velocemente possibile per arrivare al suo apice (quello che io come lettrice sono portata erroneamente a credere che sia), che però non arriva mai, lasciandomi leggermente delusa. 
Poeta Zaza  Certo che volevo mettere il freno! Ma al nostro rapporto di lavoro!
Apprezzabile il finale, te la sei "tolta" in sole 12 parole, con classe e ironia.

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

13
@Mirna Lacadai  Grazie del passaggio! :flower:
Mirna Lacadai wrote: stimoli sempre la mia immaginazione con il tuo stile tutto inedito! Mi fai pensare: mo' la prossima volta ci provo pure io a scrivere un racconto con gli stralcioni dei diari dei personaggi. E suscitare desideri di emulazione, si sa, è da considerarsi un successo in ambito letterario. 
Sono fiera di sentirmelo dire!  :arrossire:
Mirna Lacadai wrote: Mi rimane una curiosità un po' insoddisfatta. Chi sono, veramente, Primo e Dario? Di che sostanza è fatto il loro rapporto? Cosa c'è dietro alla qualità delle loro interazioni?
In generale manca, a parer mio, un po' di tridimensionalità nei personaggi.
La mia anima letteraria preferisce la brevità del racconto, la quale, va da sé, non permette "ricami" sulle personalità dei protagonisti. Diverso sarebbe se scrivessi un romanzo, che peraltro so di sapere scrivere...  :si: e, quindi, nessuno leggerà mai.  :D
Mirna Lacadai wrote: A meno che ciò non sia un effetto voluto, mi ricorda la caricaturialità e staticità delle maschere della commedia dell'arte, Pulcinella, Colombina e compagnia, dove quello che conta è l'azione, ciò che può essere messo in scena, e se non si capisce perchè non è grave, purchè susciti il riso.
Ecco una buona scusa che hai trovato tu non io. Anche se ho difettato nella comicità suscitata, di certo ci ho almeno provato.  ;)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

14
Poeta Zaza wrote: La mia anima letteraria preferisce la brevità del racconto, la quale, va da sé, non permette "ricami" sulle personalità dei protagonisti. Diverso sarebbe se scrivessi un romanzo, che peraltro so di NON sapere scrivere...  :si: e, quindi, nessuno leggerà mai.  :D
:facepalm:  Scusate questa terribile dimenticanza!   :libro:  

So di non sapere scrivere un romanzo!

Vi taggo tutti, non sia mai che non ve ne siate accorti da soli dell'errore!

@@Monica  @Mirna Lacadai   @bezzicante   @Kasimiro   @aladicorvo  @Almissima 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

15
@Poeta Zaza  
Non ho schiacciato invio per questo commento e chiedo venia.

Mi é piaciuta molto l'idea del racconto a due voci e mi sono immedesimata nel personaggio di Dario, lievemente incattivito e dalla visione ironica della realtá.
Primo é una caricatura di tutti i mali della dirigenza, e in quanto tale a tratti esagerata e a tratti semplificata.
Nella trama si intuisce l'aumento di frustrazione di Dario, e forse il suo modo secco di non reagire giustifica anche il modo in cui si libera del suo datore di lavoro, lasciandolo al suo destino vittima di se stesso.

Forse mi sarebbe piaciuto saperne di piú sui due, ma ammeto che lo scambio di battute frizzante mi ha distratto da questo.

Nel complesso mi é piaciuto molto, anche perché trovare due personaggi cosí diversamente antipatici é una raritá.

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

16
Almissima wrote: Mi é piaciuta molto l'idea del racconto a due voci e mi sono immedesimata nel personaggio di Dario, lievemente incattivito e dalla visione ironica della realtá.
Primo é una caricatura di tutti i mali della dirigenza, e in quanto tale a tratti esagerata e a tratti semplificata.
Nella trama si intuisce l'aumento di frustrazione di Dario, e forse il suo modo secco di non reagire giustifica anche il modo in cui si libera del suo datore di lavoro, lasciandolo al suo destino vittima di se stesso.

Forse mi sarebbe piaciuto saperne di piú sui due, ma ammeto che lo scambio di battute frizzante mi ha distratto da questo.

Nel complesso mi é piaciuto molto, anche perché trovare due personaggi cosí diversamente antipatici é una raritá.
Mi mancava il tuo commento, di cui ti ringrazio, @Almissima  :sss:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

17
Ciao, poeta zaza.
Ci rincontriamo dopo anni. Vedo che non hai cambiato il nick e neanche la foto in barca. C'eri anche tu, se non ricordo male, già su Scripta volant e poi su Nuova Solaria. Direi che sono passati quasi v... no, no, diamine, qualcosa meno.
Capisco le esigenze del laboratorio, qui il conflitto è ben visibile, ma non so perché hai voluto farlo viaggiare su due binari paralleli, che non s'incontrano mai, neanche nel finale. E di conseguenza questo conflitto padrone servo, datore di lavoro dipendente, l'hai quasi anestetizzato, ha calmierato il disgusto dell'uno e l'insofferenza dell'altro in una forma asettica all'apparenza dialogica ma in realtà totalmente narrata. Ecco, io li avrei fatti sbranare e insultare senza diaframmi. Non bisogna per forza essere originali nella forma per farsi apprezzare e so bene quanto tu sappia farti apprezzare. 
L'incipit mi ha ricordato quello magnifico di Anna Karenina. Qualcuno fa buone letture. 
Ben ritrovata
Ciao

Re: [LAB 16] Un rapporto da dipendente

18
@Gaetano Intile  che bella sorpresa! Mi ricordo di te.  :)

Scrivevi già bene e in modo intelligente all'epoca. Sono contenta che tu sia qui.  :si:

Ho molto apprezzato il tuo commento, tutto compreso, critiche e approvazioni.

Spero di incontrarti al prossimo Contest. Tieni sotto controllo la Home page con lo spazio Gare e Tornei.

Apparirà a breve comunque il banner di lancio della prossima iniziativa!  :super:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Return to “Racconti”