[MI183] Un mondo su misura

1
Traccia 1:  "La terza stagione"

[MI183]  Un mondo su misura

Oggi mi è cambiato il mondo e sono felice. Il calendario dice che è il giorno dell'equinozio: è il 22 settembre e comincia l’autunno, la mia stagione preferita.

E pensare che era solo un giorno qualunque, stamane, ma caldo di sole. 
Dopo l’ufficio e un pranzo veloce, sono andata sul lungomare a passeggiare come al solito.
L’ho visto da lontano prendersi cura di un gabbiano ferito sulla spiaggia. Gli steccava la zampetta con un bastoncino, annodandola con una stringa della sua scarpa. Poi, tenendolo in braccio, veniva nella mia direzione. Con passo deciso, sorridente, ne intuivo lo sguardo chiaro, limpido come il cielo che ci sovrastava. “C’è una fontanella qui vicino” gli ho detto quando ci siamo incrociati. Avevo in borsa un astuccio porta trucchi e l’abbiamo usato per dissetare il povero gabbiano. Tenendocelo vicino, poi, ci siamo seduti sul muretto al sole, e abbiamo parlato per ore, forse, saziandoci della reciproca presenza, dimentichi del mondo circostante e dell’altrove.
Non mi era mai successo di parlare come respiro, e con un estraneo, per giunta! Di tutto e di niente: anche delle palme sfrondate in questi giorni di settembre che per me è il segno del rinnovarsi.
Lui ha dieci anni più di me ed è un tecnico informatico. Mi dice che è libero e che non ha mai incontrato nessuna come me prima.
“Letteralmente” ha aggiunto, e siamo scoppiati a ridere insieme.

Mi ha detto di avere un tandem adattato e accessoriato a disposizione nei pressi: così, siamo andati nel primo entroterra a spiare l’autunno che inizia il suo spettacolo. 
Quando le foglie non succhiano più la linfa dai rami, vuol dire che sono mature e indipendenti. Peccato non si possa fermare più di tanto questo momento, che per me è il più bello. Ecco che prendono un colore più caldo, rivestendosi dell’oro delle stelle e del rosso vino. E in pieno autunno, nel bosco, sarà una festa con questi contrasti, quelle tinte che scorrono dal giallo al rosso più intenso…
Come, in un uomo di mezz’età come lui, con un fisico appesantito il giusto, vedi armoniose le rughe di espressione, perché riflettono la fisionomia di chi ha sorriso con indulgenza e fiducia, pur fra i tratti di dolori che l’hanno segnato ma non sopraffatto.
Sembra che brilli in lui la ricchezza maturata del raccolto, rispetto alla semina del giovane virgulto che è stato.

Chi ha interrogato l’orizzonte a lungo, ha avuto più possibilità di interpretarlo. Anche gli avvenimenti personali tristi o ingiusti si accettano e si spiegano, alla lunga, con un altro modo di vederli. Affinare il pensiero laterale, non diretto, aiuta a crescere (in senso figurato, eh!).
I giorni importanti del passato danno una luce diversa allo sguardo di ciascuno di noi. Riflettere le nostre luci ci ha unito.

"Tu vai per funghi?" gli chiedo. "A volte sì, e trovo anche porcini. Ma mi sa che oggi non ci provo. La mia dose di fortuna dev'essere terminata."
Lui ha i capelli sale e pepe, e gli occhi azzurri senza nuvole si sono avvicinati ai miei, e ci siamo baciati. Sapeva di vento e di liquirizia. Sapeva di buono.
Non sono una sciocca, non bacio gli sconosciuti al primo incontro, ma questo era segnato, lo so.

E pensare che ho tanto sofferto per la mia condizione, per le prese in giro dei miei coetanei a scuola, sin dalle elementari. Che poi sono continuate da adulta. Certo, sono cambiate: sguardi sfuggenti, sorrisi bassi di circostanza, cose del genere. Per fortuna, nel mio giro di relazioni, conosco tante persone perbene che, a vicenda, ci rispettiamo allo stesso livello. E per fortuna ho due amici, e sono grandi amici (letteralmente).

Penso che ogni condizione in cui ci troviamo ad essere abbia il suo perché, la sua spiegazione, il suo scopo. Ognuno deve cercare di essere al meglio se stesso, di cavarsi da dentro le migliori qualità, o perlomeno farne crescere anche solo una, ma al massimo delle sue capacità. Può essere un’arte, un’abilità manuale, e nel contempo correggere i propri difetti, specchiandosi negli occhi di un amico che ti dicono sicuro se ci stai riuscendo o no. 

Per me era difficile essere in armonia col mondo, ma oggi ci sto in sintonia perché lo sento su misura per me. 

Ora sono felice di essere quella che sono, e il mio amore è più alto di me, centoquaranta centimetri di amore, e se non fossi nana non ci saremmo considerati nemmeno, ovvio questo…
Ma ora so che dall’inizio della nostra vita eravamo destinati ad incontrarci e che è valsa l’attesa.
Ho il vantaggio di essere una nana e di conquistare la felicità alzandomi di poco sulla punta dei piedi. E mi sembra di toccare il cielo con un dito, uguale uguale a quello che succede a due “grandi” che si innamorano. È solo una questione di proporzioni.

Rispetto all’infinito non c’è differenza. Letteralmente.
Last edited by Poeta Zaza on Wed Sep 25, 2024 9:49 pm, edited 1 time in total.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI183] Un mondo su misura

3
Poeta Zaza wrote: L’ho visto da lontano prendersi cura di un gabbiano ferito sulla spiaggia. Gli steccava la zampetta con un bastoncino, annodandola con una stringa della sua scarpa. Poi, tenendolo in braccio, veniva nella mia direzione. Con passo deciso, sorridente, ne intuivo lo sguardo chiaro, limpido come il cielo che ci sovrastava. “C’è una fontanella qui vicino” gli ho detto quando ci siamo incrociati. Avevo in borsa un astuccio porta trucchi e l’abbiamo usato per dissetare il povero gabbiano. Tenendocelo vicino, poi, ci siamo seduti sul muretto al sole, e abbiamo parlato per ore, forse, saziandoci della reciproca presenza, dimentichi del mondo circostante e dell’altrove.
Non mi era mai successo di parlare come respiro, e con un estraneo, per giunta! Di tutto e di niente: anche delle palme sfrondate in questi giorni di settembre che per me è il segno del rinnovarsi.
Ho proprio amato questa parte del racconto. Quando la penna della scrittrice incontra la visiione speciale della poetessa, ne esce sempre qualcosa di magico.@Poeta Zaza.

Nel racconto c’è l’autunno coi suoi colori e i profumi (perfino i porcini) c’è l’inverno che la protagonista ha vissuto nel proprio cuore a causa della sua condizione fisica, c’è la primavera e la rinascita e s’intravede un’estate che più calda non si può. Potenza dell’amore. 
Molto particolare la scelta di far vivere questa speciale storia a due persone affette da nanismo. 

Re: [MI183] Un mondo su misura

4
@@Monica  :flower:
@Monica wrote: Nel racconto c’è l’autunno coi suoi colori e i profumi (perfino i porcini) c’è l’inverno che la protagonista ha vissuto nel proprio cuore a causa della sua condizione fisica, c’è la primavera e la rinascita e s’intravede un’estate che più calda non si può. Potenza dell’amore. 
Molto particolare la scelta di far vivere questa speciale storia a due persone affette da nanismo. 
Grazie per questo commento.  :arrossire:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI183] Un mondo su misura

5
@Poeta Zaza ciao!
Mi hai ingaggiato con il messaggio di chiamata in gioco e adesso ti tocca leggere il mio commento… è la “legge del taglione”  :P

Inizio scrivendo che il tuo racconto mi è piaciuto molto più nell’idea che nella sua narrazione.
Cerco di spiegarmi meglio:
- molto creativa, molto attuale, l’idea di lavorare sull’assurdo “odio” verso la diversità
- molto poetico l’innamoramento “letterale”
- poco caratterizzati i personaggi
- alcune incongruenze narrative.

Dettagliando:
Poeta Zaza wrote: Oggi mi è cambiato il mondo e sono felice. Il calendario dice che è il giorno dell'equinozio: è il 22 settembre e comincia l’autunno, la mia stagione preferita.
Incipit positivo e solare che predispone positivamente alla lettura.
Poeta Zaza wrote: E pensare che era solo un giorno qualunque, stamane, ma caldo di sole.
Perché usi il “ma”? Un avversativo che non capisco.
Poeta Zaza wrote: L’ho visto da lontano prendersi cura di un gabbiano ferito sulla spiaggia. Gli steccava la zampetta con un bastoncino, annodandola con una stringa della sua scarpa. Poi, tenendolo in braccio, veniva nella mia direzione. Con passo deciso, sorridente, ne intuivo lo sguardo chiaro, limpido come il cielo che ci sovrastava. “C’è una fontanella qui vicino” gli ho detto quando ci siamo incrociati. Avevo in borsa un astuccio porta trucchi e l’abbiamo usato per dissetare il povero gabbiano. Tenendocelo vicino, poi, ci siamo seduti sul muretto al sole, e abbiamo parlato per ore, forse, saziandoci della reciproca presenza, dimentichi del mondo circostante e dell’altrove.
Bello questo incontro ma trovo che tralasci l’opportunità di caratterizzare i personaggi. Partiamo da una incongruenza: un gabbiano se ha una zampa spezzata e non è sedato, ti becca!  Poteva essere quindi lo spunto per un dialogo che mettesse in evidenza le persone dentro ai personaggi. Lui che non demorde, lei che si offre di tenerlo fermo…
Poeta Zaza wrote: Non mi era mai successo di parlare come respiro, e con un estraneo, per giunta!
Bello!
Poeta Zaza wrote: Mi ha detto di avere un tandem adattato e accessoriato a disposizione nei pressi: così, siamo andati nel primo entroterra a spiare l’autunno che inizia il suo spettacolo.
E il gabbiano?  :sorrisoidiota:
Poeta Zaza wrote: Ecco che prendono un colore più caldo, rivestendosi dell’oro delle stelle e del rosso vino.
Seppur questa parte sia molto poetica, secondo me non funziona molto perché sembra che nel giro di pochi minuti le foglie mutino di colore.
Poeta Zaza wrote: Sapeva di vento e di liquirizia. Sapeva di buono
Li invertirei perché la frase che deve restare, il crescendo, è quella sulla liquirizia.
Poeta Zaza wrote: Per fortuna, nel mio giro di relazioni, conosco tante persone perbene che, a vicenda, ci rispettiamo allo stesso livello.
Non funziona, mi sembra un po’ involuta: Per fortuna conosco anche tante persone perbene.
Poeta Zaza wrote: Poeta ZazaRispetto all’infinito non c’è differenza. Letteralmente.
WOW!!

Grazie del tuo racconto!!!
Chi ha ucciso Vania Bennett https://amzn.eu/d/87cxhrQ

Re: [MI183] Un mondo su misura

6
Mi è piaciuto tanto, @Poeta Zaza. Storia dolce e profonda.
Dice bene
@Monica wrote: Quando la penna della scrittrice incontra la visione speciale della poetessa, ne esce sempre qualcosa di magico
Vorrei aggiungere che hai declinato l'abusato e spesso frainteso concetto di inclusività con l'intelligenza e l'ironia che nascono dall'empatia, cosa che di questi tempi, affogati nella frenesia di prescrizioni ottuse e divieti grossolani, ci manca come l'aria ( io la imporrei per per legge, l'empatia!   :sorrisoidiota:  )

Solo una piccola osservazione, temo viziata dal come l'avrei  fatto io e dunque inopportuna, ma concedimela lo stesso.
Il racconto si struttura a metà tra il soliloquio e il monologo, contrappuntato da sapienti momenti di dialogo in diretta.
Ecco, avrei dato solo un po' più di spazio ai secondi mettendo in scena quel riconoscersi che accade quando i pensieri da due, diventano una voce sola. 
Come in questo passo:
Poeta Zaza wrote: Quando le foglie non succhiano più la linfa dai rami, vuol dire che sono mature e indipendenti. Peccato non si possa fermare più di tanto questo momento, che per me è il più bello. Ecco che prendono un colore più caldo, rivestendosi dell’oro delle stelle e del rosso vino. E in pieno autunno, nel bosco, sarà una festa con questi contrasti, quelle tinte che scorrono dal giallo al rosso più intenso…
Permettimi ancora un altra riflessione.
Poeta Zaza wrote: il mio amore è più alto di me, centoquaranta centimetri di amore (toglierei la ripetizione e aggiungerei contro i miei centrotrenta o qualcosa del genere) e se non fossi nana non ci saremmo considerati nemmeno, ovvio questo
Sostenere che si siano incontrati grazie alla loro condizione rischia di contraddire il resto.

Sono anime e solo in via accessoria corpi, credo sia questo l'amore.
E infatti:
Poeta Zaza wrote: Rispetto all’infinito non c’è differenza. Letteralmente.
Gran bel lavoro @Poeta Zaza  (y)
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... ataccia-2/
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
https://www.facebook.com/profile.php?id=100063556664392
https://emanuelasommi.wixsite.com/manu

Re: [MI183] Un mondo su misura

7
Di solito adoro i finali che rivelano, e in un certo senso, ribaltano la lettura, e ti costringono a leggere nuovamente svelandoti significati che già c'erano, ma che non avevi potuto cogliere, o non appieno.
Però, qui, ed è singolare, la rivelazione a me ha fatto un effetto come di "Ah, beh, sì. Allora ok.": un po' pochino, purtroppo.
E allora immagino un incipit pressappoco così:

Non sono una sciocca, non bacio gli sconosciuti al primo incontro, ma penso che ogni condizione in cui ci troviamo ad essere abbia ha il suo perché, la sua spiegazione, il suo scopo.
Se non fossimo nani non ci saremmo considerati nemmeno, e allora 
(e a proseguire con il tuo testo: oggi mi è cambiato il mondo e sono felice...)
Rivedendo un po' il finale per lasciargli solo ciò che non hai rivelato qui.

Poi tu saprai fare di meglio rispetto a questo esempio messo assieme in modo un po' sbrigativo.
Ma il concetto è che, secondo me, dovresti togliere al racconto quel sapore di storiella romatica e mielosa. E svelando subito qual è la natura del sentirsi (inevitabilmente) diversa della protagonista, predisponi il lettore a percepire in modo diverso l'incontro. Li immagina "diversi" da sè e, invece, è presto "costretto" a vedere i loro sentimenti perfettamente identici a quelli che proverebbe lui. Che sono belle persone e basta. Paradossalmente riveli subito e poi, con la buona narrazione che segue, cancelli la rivelazione. Lasciando però al lettore quel delicato invece sullo sfondo.
Per me tutto questo potrebbe avere un effetto migliore.

È pur vero che (cito):
aladicorvo wrote: Sostenere che si siano incontrati grazie alla loro condizione rischia di contraddire il resto.
Ma è un'evidenza inevitabile (e che ho trovato perfettamente verosimile). Quindi perché far finta che non ci sia solo per rafforzare la bellezza degli altri concetti espressi nel racconto?
La vita è così, non solo poesia e bei sentimenti.
E rivelare subito ti consente di non farlo apparire una contraddizione: l'aspetto offre solo un'opportunità, che poi le bellezze di dentro devono consentire di cogliere.

Perdona la mia invadenza...

A rileggerti.

Re: [MI183] Un mondo su misura

8
Perché usi il “ma”? Un avversativo che non capisco.
Grazie del tuo proficuo commento, @L'illusoillusore  :)

Rispondo alla tua domanda sul giono qualunque "ma" col sole.
Ho pensato che su tutti i giorni dell'anno siano in misura molto inferiori quelli col sole rispetto a quelli col cielo coperto o piovoso o peggio.
... ma caldo di sole è una connotazione positiva, introdotta dalla congiunzione.
Si tratta di un "bel" giorno qualunque!
L wrote: Bello questo incontro ma trovo che tralasci l’opportunità di caratterizzare i personaggi. Partiamo da una incongruenza: un gabbiano se ha una zampa spezzata e non è sedato, ti becca!  Poteva essere quindi lo spunto per un dialogo che mettesse in evidenza le persone dentro ai personaggi. Lui che non demorde, lei che si offre di tenerlo fermo…
Hai perfettamente ragione e mi stai offrendo dei validi suggerimenti per la verosimiglianza dell'aneddoto col gabbiano. Questi viene poi abbandonato dai due sul muretto, ma cosa dovevano fare di più?    Anzi, mi sono posta il problema se fargli recuperare la stringa ma poi ho sorvolato.  :si:  :P

L wrote: Fri Sep 27, 2024 10:55 amSeppur questa parte sia molto poetica, secondo me non funziona molto perché sembra che nel giro di pochi minuti le foglie mutino di colore.
Ti riferisci sotto:
Poeta Zaza wrote: spiare l’autunno che inizia il suo spettacolo. 
Quando le foglie non succhiano più la linfa dai rami, vuol dire che sono mature e indipendenti. Peccato non si possa fermare più di tanto questo momento, che per me è il più bello. Ecco che prendono un colore più caldo, rivestendosi dell’oro delle stelle e del rosso vino. E in pieno autunno, nel bosco, sarà una festa con questi contrasti, quelle tinte che scorrono dal giallo al rosso più intenso…
Tu ci vedi un senso letterale? Può essere- Sopra, con lo "spiare l'autunno" andiamo a vedere uno spettacolo in itinere, che si svolge in giorni, diversi giorni. Qui siamo all'inizio e saranno, le più, foglie gialle e poche aranciate e rosse. Ma dico anche "in pieno autunno" per i colori più forti.

Grazie della tua attenta lettura, @L'illusoillusore  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI183] Un mondo su misura

9
aladicorvo wrote: Sostenere che si siano incontrati grazie alla loro condizione rischia di contraddire il resto.

Sono anime e solo in via accessoria corpi, credo sia questo l'amore.
Certo che è così per la seconda frase! 

Ma, per la prima, bando all'ipocrisia, all'inclusività e al pensiero unico, il genere umano, da che mondo è mondo,  sceglie il suo partner tra il suo prossimo che lo rispecchi (le eccezioni ci saranno di certo, ma non è accaduto in questo racconto). Quindi, l'ho scritto a ragion veduta questo:
Poeta Zaza wrote: Ora sono felice di essere quella che sono, e il mio amore è più alto di me, centoquaranta centimetri di amore, e se non fossi nana non ci saremmo considerati nemmeno, ovvio questo…
Perchè penserei così se fossi nana. 
(Anche se so di un'abitante di Lilliput innamorata persa di Gulliver... ma questa è un'altra storia.)

Grazie del tuo intervento e del tuo favore, @aladicorvo  :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI183] Un mondo su misura

10
queffe wrote: Ma il concetto è che, secondo me, dovresti togliere al racconto quel sapore di storiella romatica e mielosa. E svelando subito qual è la natura del sentirsi (inevitabilmente) diversa della protagonista, predisponi il lettore a percepire in modo diverso l'incontro.
Scusami, @queffe ma mi sembrava di avere accuratamente evitato di rivelare il nanismo di lui e di lei, eccezione fatta qui:
Poeta Zaza wrote: Mi ha detto di avere un tandem adattato e accessoriato a disposizione nei pressi:
frase che poteva indurre il lettore a chiedersi se soffrisse uno dei due di qualche handicap

Ma, solo avanti nel racconto, verso la fine, ho fatto dire a lei questo:
Poeta Zaza wrote: E pensare che ho tanto sofferto per la mia condizione, per le prese in giro dei miei coetanei a scuola, sin dalle elementari. Che poi sono continuate da adulta. Certo, sono cambiate: sguardi sfuggenti, sorrisi bassi di circostanza, cose del genere. Per fortuna, nel mio giro di relazioni, conosco tante persone perbene che, a vicenda, ci rispettiamo allo stesso livello. E per fortuna ho due amici, e sono grandi amici (letteralmente).
Sbaglierò, ma tutto quello scritto prima di questa frase (tandem a parte) poteva riguardare due soggetti normolinei o longilinei. Dove ho sbagliato
per farti dire:
queffe wrote: svelando subito qual è la natura del sentirsi (inevitabilmente) diversa della protagonista, predisponi il lettore a percepire in modo diverso l'incontro. Li immagina "diversi" da sè e, invece, è presto "costretto" a vedere i loro sentimenti perfettamente identici a quelli che proverebbe lui.  
P.S.: Errata corrige: ho capito! Tu volevi dire esattamente il contrario di quello che ho capito.
Invece di spiegare in fondo, alla fine, che sono due nani, dovevo parlare subito di una loro diversità, così il lettore avrebbe continuato la storia predisposto in un certo modo alla vicenda. Storia che, invece, alla fine, con la chiara rivelazione della diversità fisica, rivela il bel messaggio di questa storia di un amore. Perché, come dice: @aladicorvo 

"Sono anime e solo in via accessoria corpi, credo sia questo l'amore."

E questo è un amore destinato a crescere.

Grazie del tuo intervento, molto istruttivo. e scusami se ci ho messo un po' a capirti. 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI183] Un mondo su misura

11
Il vero sovvertimento sarebbe stato se lui fosse stato di altezza nella media. Ma nella realtà, hai ragione, non succede.
Il racconto non mi ha convinta, e il difetto, a mio parere, e sempre quello su cui spesso ci troviamo ad argomentare: troppo spiegato, troppo solo 'raccontato', troppo sintetico. E, sempre a mio esclusivo e modestissimo parere, esagerato nelle concessioni a un didascalismo che per il mio palato di lettrice è oltremodo zuccheroso. 
Anch'io penso che sarebbe stato meglio palesare la disabilità sin dall'inizio: paradossalmente, protagonista sarebbe stata la delicata storia d'amore e non la disabilità.

Sempre certa della stima e dell'affetto reciproci, ti ringrazio e ti saluto, @Poeta Zaza.
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [MI183] Un mondo su misura

12
Ciao @Poeta Zaza 
Un racconto sentimentale secondo il tuo stile. 
Come al solito poca azione, ma questa volta, data la presenza di una natura che parla e vive, te la passo! :D
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI183] Un mondo su misura

13
@Poeta Zaza
Grazie delle delucidazioni.
La mia confusione sull’istantaneità del “prendere un colore più caldo” è dovuta alle due frasi che ti metto in grassetto. Sicuramente nel mio commento precedente mi sono espresso male, intendevo dire che, così costruito il susseguirsi di frasi, mi aveva generato confusione.
Poeta Zaza wrote: spiare l’autunno che inizia il suo spettacolo. 
Quando le foglie non succhiano più la linfa dai rami, vuol dire che sono mature e indipendenti. Peccato non si possa fermare più di tanto questo momento, che per me è il più bello. Ecco che prendono un colore più caldo, rivestendosi dell’oro delle stelle e del rosso vino. E in pieno autunno, nel bosco, sarà una festa con questi contrasti, quelle tinte che scorrono dal giallo al rosso più intenso…
Grazie di nuovo!
Chi ha ucciso Vania Bennett https://amzn.eu/d/87cxhrQ

Re: [MI183] Un mondo su misura

14
Cara @Poeta Zaza bel racconto, forse un po' troppo didascalico, lunghi periodi in cui suggerisci una sana visione della vita, che forse potevi frammentare inserendo alcuni passaggi nei dialoghi.
Mi piace sempre quando leggendo un racconto dapprima rimango perplessa per alcune scelte, poi c'è lo svelamento e posso uscirmene con un bel "ah, ecco!", faccio riferimento ai vari "letteralmente*, brava.

Provo a farti le pulci:
Poeta Zaza wrote: E pensare che era solo un giorno qualunque, stamane, ma caldo di sole. 
Magari mi sbaglio, sono l'ultima persona che può insegnare l'uso delle virgole, soprattutto a te, ma non mi torna la virgola dopo qualunque.
Poeta Zaza wrote: abbiamo parlato per ore, forse, saziandoci della reciproca presenza
Anche qui, toglierei la virgola dopo il forse, a meno che non sia riferito all' incertezza che siano passate delle ore, ma sarebbe superfluo.
Poeta Zaza wrote: Mi ha detto di avere un tandem adattato e accessoriato a disposizione nei pressi
Qui penso tu abbia voluto dare un indizio, ma poco prima scrivi che lui non ha mai incontrato nessuna come lei, letteralmente. Per quale motivo dovrebbe avere un tandem adattato?
Al massimo doveva essere un posto adattato per la sua statura ed uno ad altezza standard.
Poeta Zaza wrote: I giorni importanti del passato danno una luce diversa allo sguardo di ciascuno di noi
Bello!
Poeta Zaza wrote: E pensare che ho tanto sofferto per la mia condizione,
Non credo che parlando tra sé, non avrebbe detto "per la mia altezza/statura".
Poeta Zaza wrote: e se non fossi nana non ci saremmo considerati nemmeno, ovvio questo…
Questo passaggio sminuisce un po' la storia. Avrà facilitato, sarà così al 99%, ma non è ovvio che non sarebbe accaduto nulla. 
Forse potevi metterlo come un dubbio della protagonista:
"Mi sarei interessata a lui, se non fossi stata nana?"
Che sarebbe diventato il dubbio del lettore, quante cose meravigliose ci sfuggono per dei pregiudizi di cui non ci rendiamo conto?

Comunque, brava!
Bel racconto
A presto 
<3

Re: [MI183] Un mondo su misura

15
Ippolita wrote: Il vero sovvertimento sarebbe stato se lui fosse stato di altezza nella media. Ma nella realtà, hai ragione, non succede.
Il racconto non mi ha convinta, e il difetto, a mio parere, e sempre quello su cui spesso ci troviamo ad argomentare: troppo spiegato, troppo solo 'raccontato', troppo sintetico. E, sempre a mio esclusivo e modestissimo parere, esagerato nelle concessioni a un didascalismo che per il mio palato di lettrice è oltremodo zuccheroso. 
Anch'io penso che sarebbe stato meglio palesare la disabilità sin dall'inizio: paradossalmente, protagonista sarebbe stata la delicata storia d'amore e non la disabilità.

Sempre certa della stima e dell'affetto reciproci, ti ringrazio e ti saluto, @Poeta Zaza.
Non avevo dubbi sul tuo commento, cara @Ippolita

L'ho trovato anch'io didascalico e mieloso. Ma la penna scriveva da sé, e sono solo riuscita a cancellarle i versi d'autunno. ..

Un caro saluto affettuoso alla coetanea di forum (entrate al W.D. nello stesso autunno!)  :hug:
Last edited by Poeta Zaza on Sat Sep 28, 2024 3:15 pm, edited 1 time in total.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI183] Un mondo su misura

16
bestseller2020 wrote: Ciao @Poeta Zaza 
Un racconto sentimentale secondo il tuo stile. 
Come al solito poca azione, ma questa volta, data la presenza di una natura che parla e vive, te la passo! :D
Anche per te, ho evitato i corsivi che avrebbero fatto, con lo zucchero, melassa...  :D
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI183] Un mondo su misura

17
Modea72 wrote: Cara @Poeta Zaza bel racconto, forse un po' troppo didascalico, lunghi periodi in cui suggerisci una sana visione della vita, che forse potevi frammentare inserendo alcuni passaggi nei dialoghi.
Mi piace sempre quando leggendo un racconto dapprima rimango perplessa per alcune scelte, poi c'è lo svelamento e posso uscirmene con un bel "ah, ecco!", faccio riferimento ai vari "letteralmente*, brava.
Grazie del tuo approfondimento, cara @Modea72  :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI183] Un mondo su misura

18
Poeta Zaza wrote: Questi viene poi abbandonato dai due sul muretto, ma cosa dovevano fare di più? 
La LIPU, ci sono stato decine di volte anche con il pennuto più odiato: il piccione. Ma se si dovesse trovare a una distanza viscerale si può comprendere. Però l'abbandono no...

Poeta Zaza wrote: E pensare che ho tanto sofferto per la mia condizione, per le prese in giro dei miei coetanei a scuola, sin dalle elementari. Che poi sono continuate da adulta. Certo, sono cambiate: sguardi sfuggenti, sorrisi bassi di circostanza, cose del genere. Per fortuna, nel mio giro di relazioni, conosco tante persone perbene che, a vicenda, ci rispettiamo allo stesso livello.
Questa frase non mi piace. Certo, è una risposta alla precedente riflessione ma allo stesso tempo ne evidenzia l'eccezionalità, come se la norma fosse l'inverso.


Mi è piaciuto questo tuo racconto @Poeta Zaza La tua vena delicata e poetica nel raccontare esce fuori magistralmente. Trovo una buona scelta che la loro diversità venga svelata alla fine. Magari non avrei lasciato adito a nessuna supposizione circa a disagi o presunti indizi sulla disabilità in modo che il loro nanismo sarebbe piombato improvviso, come una condizione insignificante per l'amore. Come lo hai fatto comunque presente nel tuo messaggio.
Complimenti.
Alla prossima

Re: [MI183] Un mondo su misura

20
Kasimiro wrote: Oddio, distanza "viscerale".... pardon. Ma spero che si era capito il senso.  :hm:
Capito che non era quello il senso..
Kasimiro wrote:
La LIPU, ci sono stato decine di volte anche con il pennuto più odiato: il piccione. Ma se si dovesse trovare a una distanza viscerale si può comprendere. Però l'abbandono no...
Quella frase sull'abbandono del gabbiano nel brano non c'è; ho scelto di non parlarne più ma il lettore può intuire che l'abbiano messo in sicurezza prima di prendere il tandem.

In tono semiserio parlo dell'abbandono in un commento precedente, assieme al recupero della stringa (magari sostituita da un legnetto?).  :si:

Kasimiro wrote: Sat Sep 28, 2024 4:10 pm
Mi è piaciuto questo tuo racconto @Poeta Zaza La tua vena delicata e poetica nel raccontare esce fuori magistralmente. Trovo una buona scelta che la loro diversità venga svelata alla fine. Magari non avrei lasciato adito a nessuna supposizione circa a disagi o presunti indizi sulla disabilità in modo che il loro nanismo sarebbe piombato improvviso, come una condizione insignificante per l'amore. Come lo hai fatto comunque presente nel tuo messaggio.
Complimenti.
Alla prossima
Sono contenta che tu abbia incontrato il mio stesso punto di vista nel leggere (e scrivere) la storia di questo amore che nasce.
Grazie del passaggio e delle giuste note che mi fai! @Kasimiro  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Return to “Racconti”