Traccia n. 2 - Luci nella notte
Boa: deve comparire almeno una maschera
Titolo: La fiaccolata
.Boa: deve comparire almeno una maschera
Titolo: La fiaccolata
Le vie del borgo storico in cima alla collina erano vuote e silenziose a causa dell’ora di cena. A rischiarare la buia sera d’inverno c'era solo qualche lampioncino negli angoli o appeso sopra i vecchi portoni.
Una fitta copertura nuvolosa bloccava anche la luce sbiadita delle stelle che nelle notti serene riusciva a infiltrarsi, un po’ a fatica, nei vicoli.
Nessuno se ne accorse quando, alla periferia ovest del paese, si accese una piccola fiamma. Un uomo attraversò il parcheggio e si addentrò a passo un po’ incerto tra i viottoli. Portava un giaccone con il cappuccio alzato e teneva lo sguardo fisso a terra. Una torcia nella mano destra rischiarava il selciato davanti a lui.
Man mano che quel chiarore insolito filtrava attraverso le finestre delle case, qualche volto iniziò ad affacciarsi incuriosito.
All’imbocco della lunga via centrale, l’uomo si fermò un momento. Si accigliò e si guardò alle spalle. Sussultò trovando una mezza dozzina di persone munite di torce, che si fermarono a loro volta a fissarlo.
Sorpreso, ma vagamente commosso, riprese il cammino con più decisione, muovendo la luce a destra e a sinistra per illuminare più strada possibile. Di nuovo le persone lo seguirono, anzi, presero a imitarlo, muovendo in giro le proprie torce.
Quando il piccolo corteo sfilò dalla piazza della chiesa, contava ormai decine di persone. Donne e uomini, giovani e vecchi. Strisciavano fuori dai propri portoni e si aggregavano in un silenzio rispettoso e solenne. Recavano con sé una varietà eterogenea di fonti di luce.
Alcuni, forse habituè di fiaccolate varie, avevano delle vere torce. Altri portavano candele, o ceri natalizi. Un ragazzino brufoloso, in mancanza d’altro, aveva acceso la torcia del telefono. C’era addirittura un bambinetto con una spada di plastica a led e con la maschera di Darth Vader. Per convincerlo a seguirla, la madre gli aveva detto che si trattava di una sfilata di carnevale.
La giovane donna che lo teneva per mano fissava da un po’ la sua vicina, una vecchia signora con un fazzoletto nero a coprirle la testa e un lumino di quelli per il cimitero.
L’anziana se ne accorse, sollevò la testa e le rivolse un sorriso rugoso. «Fa piacere vedere tanta gente» le sussurrò, avvicinandosi. «Si capisce che Don Aldo, pace all’anima sua, era molto benvoluto.»
La giovane madre sgranò gli occhi. «Come, questa non è una manifestazione di solidarietà per le bambine afghane?»
La sorpresa l’aveva fatta parlare a voce alta, e un uomo nella fila dietro protese la testa fra le due. «Scusate, ma io ero certo che fosse una protesta contro il degrado morale del nostro borgo. Per il fatto di ieri, quando i vandali hanno imbrattato lo storico edificio comunale con scritte oscene.»
La discussione si allargò ben presto a tutto il corteo, che si riempì di sussurri confusi e allarmati, mentre ognuno si rivolgeva ai propri vicini per domandare.
Il ragazzino brufoloso, saputo che non era una protesta contro la nuova legge sui rave party, spense scocciato il telefono e se ne andò.
Due uomini di mezza età, che già litigavano spesso tra loro al bar, alzarono la voce mentre decidevano se era una marcia per la pace o contro i cambiamenti climatici. Alla fine vennero alle mani. Il corteo li scansò e se li lasciò alle spalle.
Pian piano i sussurri si spensero del tutto e calò un silenzio denso, non più solenne e rispettoso quanto piuttosto disorientato.
Senza quasi rendersene conto, avevano ormai raggiunto le ultime case.
L’uomo in testa, sempre con lo sguardo fisso a terra, si fermò proprio davanti al bar che segnava il confine orientale del borgo. Lì accanto c’era il piazzale da cui partivano i mezzi pubblici per la città più vicina.
Le persone dietro di lui si fermarono a loro volta e si raccolsero nel piazzale. Molte avevano continuato a camminare nella speranza di riuscire a chiarire infine lo scopo di quella fiaccolata estemporanea. Altre semplicemente erano troppo confuse per decidersi a reagire, o temevano di fare brutta figura andandosene, nel caso il motivo si fosse rivelato serio e importante.
Trattennero il respiro mentre l’uomo incappucciato, come già in precedenza, prendeva ad agitare la torcia a destra e a sinistra. Molti erano tanto concentrati che sobbalzarono quando l’uomo emise un grido improvviso di sollievo.
Si chinò e raccolse qualcosa da terra, proprio accanto al gradino del bar. Spense la torcia e poco dopo tra le sue mani si accese la luce azzurrina di uno schermo. Con un sospiro soddisfatto, si infilò il telefonino nella tasca del giaccone e tornò sui propri passi.
«Hei, grazie! Grazie a tutti» biascicò, mentre li superava. «Siete tutti così gentili qui. E anche il vino è ottimo. Di sicuro tornerò ancora.»
Il corteo si aprì in automatico davanti a lui, la gente si ritraeva e lo fissava quasi con timore.
Superate le ultime persone, l’uomo si avviò a passo spedito per tornare al parcheggio dove aveva lasciato l’auto.
Gli altri rimasero immobili ancora per diversi istanti, dopodiché iniziarono a disperdersi alla spicciolata, a testa bassa e senza parlare con nessuno.