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Rimini
dicembre 1295
Era giunto il tempo della Fiera di Santa Lucia. Incurante del gelido inverno, il popolo di Rimini e del circondario si accalcava nella piazza della fontana, tra carri, tende e banchi colmi di mercanzie.
Nella confusione, si aggirava gente di ogni età e ceto, dal più nobile dei signori all’ultimo dei saltimbanchi e degli accattoni.
I poveri, i derelitti e i mendicanti coglievano l’occasione per evadere dal loro miserando stato.
Incuranti dei soldati e degli sgherri, ladri e borseggiatori esercitavano la loro arte con destrezza e maestria.
Eleganti e altezzose, le signore erano scortate dai famigli; umili e dimesse, le popolane dai parenti.
Agghindate con vesti sgargianti e discinte, le prostitute si ostinavano alla caccia febbrile di clienti da adescare.
Sul lato a monte, quello più distante dalla fontana, l'osteria faceva ottimi affari, e il vino, rimedio al gelo pungente di dicembre, scorreva a fiumi a riscaldare il corpo e l’animo dei riminesi e dei foresti accorsi in città.
Con il carretto dalle sponde rialzate, Bastianello trasportava ciocchi e fascine per case, palazzi e conventi della città.
Vestito con un tunica pesante e scura, cinta in vita da un cordone annodato, quando si calava il cappuccio sulla fronte pareva un frate predicatore itinerante. Tuttavia, poiché da sempre si aggirava per Rimini con il carro trainato da un somaro, tutti sapevano benissimo chi fosse, cioè il vecchio barrocciaio di un noto commerciante di legna per camini.
La città era in fermento da giorni. Accalcati nel campo del Comune, i facinorosi si sfottevano gli uni con gli altri per incomprensibili e, almeno all’apparenza, futili motivi.
Per la povera gente, la politica era questione di poca importanza. I servi sarebbero rimasti sempre i servi, e ciò indipendentemente dal partito e dal nome del signore della città.
La diatriba feroce tra Malatesti e Parcitadi si approssimava allo scontro ultimo e definitivo, che avrebbe sancito, e con le armi, quale dei due casati avrebbe retto il governo e trasformata Rimini in una signoria.
Mentre stava caricando il carro, Bastianello aveva udito il padrone redarguire il figlio screanzato: «Noi siamo commercianti, servi di tutti i signori, dell'una e dell'altra parte. Non farti coinvolgere in disordini e discussioni che nuocerebbero al nostro mercato.»
Viziato e scapestrato, il ragazzo si professava di parte guelfa con notevole convincimento.
Il carrettiere, invece, badava solo al lavoro, e non capiva un accidente delle stranezze di cui talvolta aveva inteso sproloquiare il figlio del padrone. Sotto il cielo plumbeo di quel freddo mattino, voleva sbrigare al più presto il giro dei clienti. Sperava di farcela prima della pioggia o, Dio non volesse, della neve.
Un nuovo somaro era succeduto al vecchio, che aveva concluso la carriera al traino finendo in pentola a ribollire in mezzo alle verdure.
Giovane e ribelle, il nuovo ciuco doveva ancora apprendere i segreti del mestiere, cioè stare alla larga da uomini e animali.
Infatti, invece di costeggiare un lato della piazza affollata, la bestiola scartò senza preavviso verso la fontana, dove giovani ed eleganti signori si stavano infervorando in politiche tenzoni.
«Stupida bestiaccia!» lo sgridò Bastianello.
Ma i somari sono testardi, soprattutto qualora abbiano adocchiato, per quanto in lontananza, una giovane asinella dal fine manto sorcino. La femmina era in calore, ed è risaputo come il cervello delle bestie, ma anche dei cristiani, in certe situazioni sia un organo accessorio e ininfluente, e che, di conseguenza, si tenda a ragionare quasi soltanto con i genitali.
Bastianello strattonò per la cavezza, ma il ciuco imbizzarrì, e ragliò al mondo la smania disperata. Nella calca risuonarono grida e bestemmie. La cieca pazzia dell'animale sconvolse la folla dei signori, dei soldati e della gente nella piazza come la furia della tramontana agita il mare.
Le grida degli uomini, ma anche gli strilli delle donne, possono essere facilmente confusi con il raglio di un somaro, e così fraintese, per sua sfortuna, il nobile signore Lodovico delle Caminate.
Il giovane scambiò il tramestio per una sommossa, e corse a la piazza armato gridando: «Viva misèr Malatesta, e la parte ghelfa!»
Lesto e preciso nello scoccare, un balestriere dei Parcitadi trafisse, al petto e a morte, il disgraziato Lodovico.
Seguirono urla di guerra e strilli disperati. Il popolo fuggì dalla piazza e, alla vista del sangue e delle armi, i mercanti abbandonarono i carri e i banchi con le cianfrusaglie alla furia dei soldati.
E fu così che, per colpa di Bastianello e del suo somaro innamorato, ebbe inizio la battaglia.
Re: La Fiera di Santa Lucia
2messer @Fraudolente il testo suo mi parve sapientemente articolato. V'è lo scorcio del paesaggio, che par d'essere tra li banchi del mercato, mentre el linguaggio s'adatta assai di fino all'epoca lontana, li personaggi, poi - che un poco conosciamo - fan da cornice al danno. E tutto si consuma per colpa del raglio d'un somaro.
Che la morale la si legge chiara e tonda: Non di rado la miccia s'accende per una grigliata all'aria aperta e va a fuoco, invece, tutto quanto, il bosco.
l'apprezzamento sorse spontaneo
Che la morale la si legge chiara e tonda: Non di rado la miccia s'accende per una grigliata all'aria aperta e va a fuoco, invece, tutto quanto, il bosco.
l'apprezzamento sorse spontaneo
Re: La Fiera di Santa Lucia
4Salve, messer Fraudolente.
Il suo racconto mi ha colpito per la notevole ricerca linguistica. Mi permetto però di muovere alcune osservazioni...
- Ho rinvenuto dei plastismi/cliché linguistici (forse voluti?) all'interno del testo:
"gelo pungente", "scorreva a fiumi": si tratta di metafore ormai logorate dall'uso che sarebbe meglio evitare (o almeno così mi è stato detto a un corso di editoria). Il consiglio è quello di creare nuove metafore per esprimere questi concetti.
"Tutti sapevano benissimo": suggerirei di togliere "benissimo" per evitare il plastismo.
Spero di esserle stato utile e di rileggerla presto.
Buona scrittura!
Il suo racconto mi ha colpito per la notevole ricerca linguistica. Mi permetto però di muovere alcune osservazioni...
- Ho rinvenuto dei plastismi/cliché linguistici (forse voluti?) all'interno del testo:
"gelo pungente", "scorreva a fiumi": si tratta di metafore ormai logorate dall'uso che sarebbe meglio evitare (o almeno così mi è stato detto a un corso di editoria). Il consiglio è quello di creare nuove metafore per esprimere questi concetti.
"Tutti sapevano benissimo": suggerirei di togliere "benissimo" per evitare il plastismo.
Spero di esserle stato utile e di rileggerla presto.
Buona scrittura!
Re: La Fiera di Santa Lucia
5Grazie, @Iulius90 . Sono un autodidatta, e i plastismi sono un vizio. Ti offrirei un prosecchino... Nel mostrare una zitella, le feci bere un prosecchino, volutamente un prosecchino perché calzava a pennello! Come il cacio sui maccheroni. Preferiresti come l'olio fila nell'oliera?
I cliché vanno evitati quasi sempre. Un assessore può infilare una lista di piuttosto che, ma in un racconto storico non sono opportuni.
A meno che tu non conosca i piuttosto che e i quant'altro medievali.
Perché non chiamarli tormentoni?
Buona domenica!
Sono da un telefonino e senza occhiali. Caccia al refuso!
I cliché vanno evitati quasi sempre. Un assessore può infilare una lista di piuttosto che, ma in un racconto storico non sono opportuni.
A meno che tu non conosca i piuttosto che e i quant'altro medievali.
Perché non chiamarli tormentoni?
Buona domenica!
Sono da un telefonino e senza occhiali. Caccia al refuso!
Re: La Fiera di Santa Lucia
6Ciao @Fraudolente
Mi piace il Medio Evo, forse perché dalle mie parti non è mai esistito quel periodo, sostituito dai Giudicati…
Ora non conosco gli antefatti del tuo racconto, che suppongo si basino su fatti storici realmente accaduti, ho dato un'occhiata in rete molto fugace, ma ho apprezzato molto le descrizioni e le scene di vita al mercato, molto colorite e realistiche, un vero spaccato di vita dell’epoca.
Mi ha interessato il fatto che il figlio del padrone di Bastianello, il figlio “viziato e scapestrato”, fosse di parte guelfa, cioè di quelli che parteggiavano per una politica in accordo con i pontefici, diremmo una sorta di “conservatore”. Lo avrei messo ghibellino, più favorevoli al ribaltamento contro la chiesa, ma tutto ci sta e se poi ti sei rifatto a fatti storici…
La cosa veramente divertente e particolare, tanto che mi sembra che avrai preso da fatti storici reali è che l’imbizzarrirsi del somaro per una somara in calore causi la sua corsa seminando il panico nel mercato, un fuggi fuggi generale scambiato ed equivocato per principio di rivolta, e da lì il fraintendimento di Lodovico delle Caminate che pensa sia scoppiata davvero una rivolta, incitando gli altri e rimanendo ucciso dalla parte avversa. Da lì lo scatenarsi della battaglia.
È scritto molto bene, con parti di lingua arcaica che rendono l’atmosfera dell’epoca, anche la sua crudeltà in un certo senso, dove bastava poco per essere uccisi in una piazza.
Mi è piaciuta che una rivolta, bisogna vedere poi i motivi, sia scaturita non tanto per i piani degli uomini ma per la corsa di un somaro che va in furia per una somara in calore. Ci voglio vedere anche una morale dei giorni nostri, dove gli uomini non hanno neanche le velleità di un asino per ribellarsi alle varie ingiustizie di turno. Oso pensare che dobbiamo affidarci a un vero somaro di nome e di fatto, che almeno è capace di fare qualcosa, piuttosto che affidarci a uomini che si ritengono superiori e valgono meno di un somaro per risolvere i problemi.
Lettura molto gustosa e piacevole.Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
(Apocalisse di S. Giovanni)
Re: La Fiera di Santa Lucia
7La battaglia è "raccontata" nella Storia di Rimini del Tonini. Ciuco compreso. I Parcitadi e i Malatesti si contendevano la "signoria" di Rimini. La differenza tra Guelfi e Ghibellini era solo una scusa, e quello che interessava ai casati contendenti era impadronirsi della città. I "servi" temevano la guerra, e di solito parteggiavano per il padrone: questione di convenienza.
Lieto che ti sia piaciuto, @Alberto Tosciri , ti ringrazio per il commento.
Lieto che ti sia piaciuto, @Alberto Tosciri , ti ringrazio per il commento.