Ciao
@Poeta Zaza
Delicatissima la poesia di incipit che anteponi al testo del racconto, versi che dicono di parole d’ amante premuroso che, come chi ama di un sentimento assoluto, promette di comandare gli elementi, affinché la persona amata ne sia protetta e goda di ogni privilegio che quell’ amore è in grado di conferirle.
Bella la poesia e bello, nella sottilmente, elegantemente, chiosa finale, il racconto.
La pacata eleganza del racconto è la tua cifra stilistica, che nello sviluppo della narrazione, solo nelle ultime righe rivela il luogo in cui avviene l’azione della protagonista.
Piena di garbata ironia la scelta che, questa moglie tradita, mette in atto per rivalsa nei confronti del defunto consorte.
Riempie di tenerezza la figura di questa donna che ci proponi, ancora piena di nostalgici ricordi dell’uomo amato, del loro piccolo nido d' amore
fatto di lavoro e momenti felici divisi insieme, all’ interno del loro tranquillo quotidiano domestico.
Scatta poi l’ ironia di questa tardiva scoperta d’infedeltà, che non è dramma ma delicata commedia, scritta con una felicità di mano che mi riporta alla mente lo stile forbito e allo stesso tempo salace, della penna di Guy de Maupassat, come è presente ad esempio nei racconti: “La Maison Tellier o in “Boule du Suif”.
Ci fa sorridere il modo in cui la protagonista rivive con la memoria del poi,
quei segni, ingenuamente al tempo non colti, dell’inizio della tresca del consorte con l’avvenente vicina.
Quel prodigarsi del marito nell’ offrire sollecito i propri servizi alla insospettata antagonista, accolta, per altro, nella loro casa come gradita ospite quando capitava, scambiato per generosa cortesia.
Come detto la scoperta della tresca è plateale, ma non suscita drammi, poiché il tempo ha già steso un velo di indulgenza sull’ accaduto, al più c’è una lieve delusione che viene ripianata dal poter a posteriore rompere le
uova nel paniere dei progetti orditi dai due fedifraghi.
La mia consorte non avrebbe mai corso questo rischio perché, saggiamente, per tutta la nostra vita si è ben guardata da introdurre
qualsivoglia mia amicizia femminile tra le nostre mura domestiche.
L’unica ad avere accesso è stata una sua amica con fattezze tali da non rappresentare in alcun modo una minaccia muliebre.
Sarebbe ingiusto infatti paragonarla a un batrace, poiché l’ incolpevole aniuro potrebbe risentirsene gravemente.
Complimenti per il tuo lavoro e a presto rileggerti.
Un caloroso abbraccio
