Non ricordo lo stacco

1
Dal Writer’s Dream

Non ricordo lo stacco


I miei passi su polvere
di vento
- scossi sospinti ripiegati squassati -
indistinguibili.

E quindi l’ultimo soffio per quel dove
- quale orizzonte
e quale ponte -

Impercorribile?
Indistinguibile?

Abbassatevi stelle:
voglio luce.

Non ricordo lo stacco. Ma c’è stato? O sono sempre stata qui, in questo spazio, e nel mentre ho sognato?
Di più: so che mi mancano dei riferimenti, dei soggetti importanti per me, ma ho perso di loro il nome e i tratti.
Altri, mi circondano con un’aura di luce inattesa e di amabile memoria, anche se non riesco a metterli bene a fuoco, per il momento.
Una creatura inattesa, un me di luce, interviene a me presso e si palesa:
“Hai svolto il tuo viaggio da mortale: qui si pesano emozioni e sentimenti che hai destato in chi ti ha accompagnato, che sia già rientrato oppure no.
Se è positiva l’emozione altrui che hai pilotato, come la gioia o la riconoscenza, son punti positivi, mentre dolore e dispiacere ispirati si detraggono.”

- È questo il sogno - , mi dico, ma mi permetto di eccepire all’interlocutrice:
Ma come fate a pesarli in obiettività? Potrebbero partire da un equivoco non voluto.
“Lo appuriamo dalla tua coscienza se c’è equivoco. Qui l’ambiguo non vive, nell’interfaccia col vero.“

L’esame parte: me ne accorgo dai colpi dei rimorsi, che salgono da dentro, coi tormenti e i sensi di colpa; però, insieme, stanno su un piano parallelo carezze di autentici sorrisi e qualche guizzo di gioia e di ironia.
Squasso interno a riveder certi miei passi, in quel mondo prestato a un’esperienza di passaggio, ad un teatro.
Dove vedo i personaggi , gli attori, me compresa, spesso recitare la somma ipocrisia, e solo a tratti il vero, perché da subito là s’apprende che l’esistenza, quella, è convenzione tacita di modi e di detti, anche per quieto vivere. E ora vedo la mia rappresentazione scenica intera, col suggeritore annesso (il me di luce) che mi palesa la corretta esegesi di quell’opera che è stata la mia vita in quello strano mondo di passaggio.

Che adesso è alle mie spalle, in un passato intermedio.

Analisi delle emozioni legate alla mia auto-valutazione (Vergogna, orgoglio, soddisfazione e no, senso di colpa) paragonate alle sensazioni e ai sentimenti suscitati negli altri.
Misteri ora compresi ed accettati. Uno sguardo da un ponte, da distante, per afferrare quel che da vicino, e per troppi limiti, schivavo e non vedevo.
Le azioni buone non compensano le azioni cattive, né viene raffrontato il peso specifico di ognuna.
Le azioni cattive portate in scena hanno le loro attenuanti dietro le quinte: non si vedono.

Non ricordo lo stacco e sono oltre… E non mostro e non racconto più.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: Non ricordo lo stacco

2
Ciao @Poeta Zaza

Su questo testo di poesia e prosa ci metti addirittura il giudizio finale di un’anima, se male non interpreto.
Della poesia mi hanno colpito gli ultimi due versi
Poeta Zaza wrote: Abbassatevi stelle:
voglio luce.
Una sorta di ultimo rimasuglio dell'anima, delle sue vestigia terrene di orgoglio, di imperio (o prepotenza?) il voler comandare alle stelle di abbassarsi affinché facciano luce. Non è una preghiera è un ordine. Che immagino non avrà seguito naturalmente, come ogni desiderio puramente umano, materiale.
Le prime impressioni di quest’anima sono molto realistiche per quanto ormai ultraterrene: non ricorda lo “stacco”. Sa tutto, ricorda tutto, ma non concepisce più ricordi né nomi, li vede da un’altra dimensione, da una lontananza e da una nuova comprensione che lentamente comincia a palesarsi. E allora tutto appare diverso cioè appare nella sua vera essenza. Il fatto di pesare emozioni e sentimenti mi ha ricordato il dio egizio Anubi, ma penso che si tratti di un archetipo in generale. Qualcuno che dirà che la nostra vita, le nostre azioni saranno pesate ci sarà.
L’anima che rappresenti conserva ancora una forma polemica, un imperio:
Poeta Zaza wrote: Ma come fate a pesarli in obiettività? Potrebbero partire da un equivoco non voluto.
Quando invece sarebbe più opportuno tacere davanti a qualcosa che palesemente è ultraterreno e al di sopra di noi; al massimo mostrare contrizione, per quanto sarebbe inutile e troppo comodo pentirsi alla resa dei conti e non prima, quando si sarebbe potuto e dovuto farlo, in vita cioè.
Eppure, nonostante queste residue resistenze, reminiscenze di un carattere terreno permeato dai difetti materiali, l’anima, alla luce delle rivelazioni, sembra rendersi conto dei suoi errori, delle sue azioni, della loro effimera importanza sotto la nuova consapevolezza.
Qui mi trovo a pensare:
Poeta Zaza wrote: Le azioni buone non compensano le azioni cattive, né viene raffrontato il peso specifico di ognuna.
Le azioni cattive portate in scena hanno le loro attenuanti dietro le quinte: non si vedono.
Non riesco a convincermi che le azioni cattive avranno le loro attenuanti, davanti a un tribunale che conosce il numero di tutti i granelli di sabbia dell’universo… saranno valutate.
Uccidere in una crociata sarà valutato uguale a uccidere per rubare?
Grandissimo mistero.
Mi piace il finale:
Poeta Zaza wrote: Non ricordo lo stacco e sono oltre… E non mostro e non racconto più.
Adesso l’anima è oltre. Non ha più importanza lo stacco, la vita terrena. Quella era solo un ponte verso qualcos’altro. Ora che si è in quest' Altro, non ha più senso rievocare niente di materiale ma immergersi nell’Infinito, nella Divinità.
Mi piacciono questi pensieri.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: Non ricordo lo stacco

3
Alberto Tosciri wrote: Wed Mar 03, 2021 11:50 am Adesso l'’anima è oltre. Non ha più importanza lo stacco, la vita terrena. Quella era solo un ponte verso qualcos’altro. Ora che si è in quest' Altro, non ha più senso rievocare niente di materiale ma immergersi nell’Infinito, nella Divinità.
Mi piacciono questi pensieri.
E i tuoi pensieri sono piaciuti a me. Collimano con i miei concetti.
In più, mi hai fatto ragionare sui toni residuali indagatori, financo con sfumature polemiche, di imperio, che ancora conserva un'anima nell'Oltre, quando non si dovrebbe ragionare in tali termini ma lasciare cadere tutte le resistenze, rimettendosi al sommo Giudice senza se e senza ma.

Grazie del tuo passaggio, @Alberto Tosciri :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Return to “Racconti”