Cheguevara wrote: Sun Feb 05, 2023 8:07 amIl problema è duplice: come tu stessa dici, non si dovrebbe finanziare chi sfrutta senza scrupoli le illusioni degli aspiranti autori e, d'altro canto, gli autori che pensano di saper scrivere sono tanti, direi tutti,
È vero, ma è sufficiente un minimo di attenzione e informazione per escludere subito chi si approfitta di autori inesperti: richiesta di denaro per leggere o per pubblicare, acquisto obbligato di copie, crowfunding con obbligo di prevendita, ecc.
Chiunque scriva è convinto di saperlo fare, ma io parto dall'idea che prima di inviare qualsiasi cosa (a concorsi, agenzie, CE) si dovrebbe cercare un riscontro oggettivo. Se poi uno vuole pubblicare senza il disturbo di informarsi sulle case editrici, senza aver letto molti libri diversi e senza cercare pareri critici su ciò che scrive, allora ti do ragione che forse merita di incappare in truffatori.
Riguardo ai concorsi, anch'essi sono spesso a pagamento. Ivalibri faceva l'esempio del Calvino (che avevo considerato anch'io, ma senza avere un testo adatto come genere). Non credo si possa accusare la direzione del premio di sfruttare gli esordienti, perché conosco un paio di persone che hanno pubblicato con ottime CE solo arrivando tra i finalisti o i menzionati.
Il corso di cui si parla qui è più complicato da inquadrare, perché non si sa quali siano le possibilità di pubblicare con loro. È uno spreco di soldi se l'unico fine è la pubblicazione e non un'esperienza formativa (o comunque d'interesse per chi ama la scrittura), che può aiutare a migliorare anche solo le prime pagine. Io ho difficoltà a credere che una CE seria (non le tante EAP o sottocostole di micro già sconosciute) tenga questi corsi solo per spremere esordienti.
Fabioloneilboia wrote: Sun Feb 05, 2023 11:01 amAggiungo, per mia esperienza, che sono arrivato a premi e a case editrici migliori di quelle a cui portano le agenzie, non solo senza spendere un euro, ma senza seguire corsi, acquistare manuali, frequentare scuole di scrittura, conoscere qualcuno e, soprattutto, non rispettando alcuna delle regole che spacciano per sacre.
Scrivere un libro, per me, è la massima espressione della libertà.
È espressione di libertà solo finché non decidi di pubblicarlo, a quel punto entra in un ingranaggio basato su proiezioni di vendita e calcoli di costi/benefici. Hai ragione che in teoria non è necessario spendere un solo euro (io ho letto manuali e articoli soprattutto online e in biblioteca). Ma bisogna comunque metterci tempo: informarsi sulle opportunità gratuite, essere in grado di presentare uno scritto buono, che non necessiti di troppe ore di editing, che sia in linea con un certo catalogo e che tratti argomenti d'interesse. Io posso scrivere cosa e come mi pare (ed è quel che faccio), ma se poi qualcuno valuta che non venderà ci posso fare poco.