Editori free che valutano a pagamento

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Sembra si stia diffondendo una nuova tendenza deteriore, quella degli editori free che valutano a pagamento: di default, oppure offrendo l'opzione di una risposta in tempi più rapidi. Del resto, se lo fa l'agente, perché non può farlo direttamente l'editore? La cosa ha una sua perversa logica. 

Alcuni esempi? Qui, qui e forse qui

Il primo dei tre, addirittura, ha dovuto sospendere il servizio, in quanto subissato di richieste. 

Siamo davvero alla frutta. 

Re: Editori free che valutano a pagamento

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Wanderer ha scritto: La cosa ha una sua perversa logica. 
La cosa ha di certo una sua perversità, ma una logica è tutta da trovare  :P 
Ho riportato tempo fa la mia esperienza con una CE appena nata che chiedeva un tot a cartella solo per valutare i manoscritti...
Di Morellini già lo sapevo (ma in pochi anni sono passati da 30 a quasi 50 euro, sarà l'inflazione...), e mi stupisce di più perché è un editore buono (ad esempio nelle guide turistiche) e promuove i suoi romanzi. Più ancora mi stupisce Les flaneurs, che ha libri nominati allo Strega e pubblicizzati in vari eventi letterari. È come dire che non ci si può fidare di nessuno.
La cosa peggiore in tutto ciò, è che la tendenza sembra diffondersi: se lo fa qualcun altro, perché non dovrei farlo anch'io? Molto presto nessuno potrà più nemmeno mandare un romanzo a una CE, se non pagando. Forse per allora avremo problemi mondiali più gravi da affrontare, e molti sedicenti "editori" dovranno trovarsi un vero lavoro per sopravvivere. 
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Editori free che valutano a pagamento

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Silverwillow ha scritto: La cosa ha di certo una sua perversità, ma una logica è tutta da trovare  :P 
La "logica" è: se l'autore è disposto a pagare un intermediario per giungere all'editore, tanto più sarà disposto a pagare direttamente l'editore, eliminando così un passaggio. 

Comunque, nel caso di Morellini, per aver sospeso le valutazioni, tutto fa pensare che siano di maniche larghe... e che buona parte delle proposte poi giungano ad essere pubblicate. Non mi spiego altrimenti il motivo di sospendere un "servizio" di valutazione a pagamento. 

Re: Editori free che valutano a pagamento

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Non mi è nuova la prassi che alcune CE abbiano dei servizi editoriali a pagamento, distinti dalla loro principale attività. I casi proposti mi sembrano diversi, la Morellini editore presenta un servizio di valutazione del testo per tutte le proposte di pubblicazione (immagino che il servizio potrebbe essere attualmente sospeso per mancanza di personale adatto a smaltire le richieste), quindi, per poter pubblicare con questo editore occorre pagare. Interessante il fatto che scrivano sul loro sito: "In nessun caso pubblichiamo opere di narrativa a pagamento", effettivamente, sembra che la sola selezione delle testi abbia un costo, la pubblicazione invece è gratuita. Questa tecnica dovrebbe farci ragionare su come le varie battaglie per un'editoria free abbiano fatto breccia e sulle abilità di camuffamento per aggirare l'ostacolo. Io credo che tutti gli invii dovrebbero essere gestiti da un'associazione di scrittori in grado stabilire delle regole eque con gli editori, questo permetterebbe anche di non ingolfare queste richieste danarose e lasciare liberi i canali per chi è alla ricerca di editori che vogliano investire le proprie risorse per la produzione dei libri. Gli scrittori sono tanti ma non riescono ancora a fare comunità, ma questo è un altro discorso che centra fino a un certo punto. Per quanto riguarda la Les Flâneurs Edizioni è possibile l'invio free, chi invece desidera una valutazione del proprio elaborato può richiedere il servizio a pagamento, questa mi sembra una prassi, dal mio punto di vista, più consona alle richieste che possono giungere in redazione. La Marlin Editore, invece, offre un servizio ancora diverso, tiene aperto il canale gratuito per l'invio delle proposte, se si vuole, però, una risposta in tempi brevi e una valutazione professionale, esiste un servizio a pagamento. 
La valutazione è sempre un servizio a pagamento, c'è un professionista che redige una scheda dove viene analizzato il romanzo. 
L'invio del teso e l'eventuale risposta dell'editore (molto spesso vige il silenzio per i rifiuti) dovrebbero essere, come buona norma, gratuiti.

Re: Editori free che valutano a pagamento

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Tutto sommato, niente di nuovo. Cambiano i metodi (e neanche tanto) ma l'obiettivo resta lo stesso: spillare soldi agli autori. Così facendo, cosiddetti editori tagliano le gambe a cosiddette agenzie di rappresentanza: se un po' di esse chiuderanno i battenti non sarà un male. Quello che desta meraviglia è la continua proliferazione di aspiranti scrittori che, pur di pubblicare le loro opere che, se non altro per un fatto statistico, non possono che essere in larga parte illeggibili fetecchie, sono disposti a pagare. La soluzione proposta da @Uanema potrebbe essere buona, ma per funzionare veramente avrebbe bisogno di essere imposta da una legge e l'associazione dovrebbe inviare alle case editrici solo opere almeno scritte decentemente e, quindi, in precedenza valutate: l'iscrizione obbligatoria dovrebbe essere, pertanto, sottoposta a versamento di un contributo. Gira che ti rigira, il metaforico cetriolo...
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Editori free che valutano a pagamento

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Cheguevara ha scritto: La soluzione proposta da @Uanema potrebbe essere buona, ma per funzionare veramente avrebbe bisogno di essere imposta da una legge e l'associazione dovrebbe inviare alle case editrici solo opere almeno scritte decentemente e, quindi, in precedenza valutate: l'iscrizione obbligatoria dovrebbe essere, pertanto, sottoposta a versamento di un contributo. Gira che ti rigira, il metaforico cetriolo...
No, non mi sognerei mai di eliminare le "fetecchie"  :lol:
Devono essere sempre gli editori a decidere la loro linea editoriale, perché stroncare un nuovo best seller sul nascere? Solo per l'invidia dei propri colleghi?  :asd:
La selezione si dovrebbe effettuare solo sugli editori, in modo tale da garantire un rapporto giudicato in linea con il concetto di editoria free. Credo sia questa una delle strade percorribili per disincentivare l'editoria a pagamento. Naturalmente, chi vuole continuare a navigare in mezzo agli squali, senza prendere alcuna prudenza, sappia che si può rischiare anche l'osso del collo (vedi anche il continuo "spillare soldi agli autori"), perciò, servirebbe una maggiore coesione tra questo enorme numero di scrittori, sempre nell'interesse generale.

Re: Editori free che valutano a pagamento

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@Uanema Se sugli editori, che secondo la selezione operata dall'associazione diminuirebbero di numero, continuasse a riversarsi, senza alcun vaglio preventivo, l'enorme massa di manoscritti che oggi invade il mercato, le case editrici, che oggi impiegano in media oltre sei mesi per valutare uno scritto (molte neanche li leggono) sarebbero costrette ad allungare i tempi: un anno, forse due, per essere poi scartati. Credo che, in tal caso, il rimedio sarebbe peggiore del male. Meglio una selezione a monte (autore) e una a valle (casa editrice), e una quota annuale di iscrizione all'associazione, con cui coprire i costi del personale addetto. Secondo il mio (modestissimo) parere. Ma credo che, in ogni caso, una legge ad hoc ce la possiamo sognare.
Mario Izzi
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Re: Editori free che valutano a pagamento

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@Cheguevara 
In effetti, se gli editori free non riescono a colmare le richieste degli autori, non sono gli autori a dover cambiare ma gli editori a doversi riorganizzare. Molto spesso si sottovaluta la vera forza degli autori, che in pratica sono loro a dettare le leggi del mercato, ecco farsi strada anche il self-publishing come una soluzione non più gratis... Se continuano a esistere dei servizi a pagamento è perché ci sono degli autori disposti a versare i propri soldi. Il mercato, quindi, segue le mosse degli autori, senza che nemmeno questi se ne accorgano. Per questo, se la domanda aumenta in un settore esclusivamente free, ecco che nuove case editrici seguiranno quel modello, altrimenti non saranno più competitive. 
Lo ripeto, il problema è proprio mettere insieme tutta questa moltitudine di scrittori e dargli un obiettivo preciso, una causa in cui riconoscersi. Una volta dai circoli letterari partivano iniziative capaci di guidare la cultura, ora sembrano solo mete turistiche, magari mi sbaglio...
https://www.sololibri.net/Caffe-letterari-piu-famosi-mondo-Italia.html
Sarebbe utile che un autore, il quale abbia già un certo seguito, invece di pensare solo a un suo tornaconto, si mettesse a disposizione per sposare una causa capace di rivoluzionare il rapporto tra editori e scrittori, ma come si dice: a sognare, per il momento, non costa nulla.

Re: Editori free che valutano a pagamento

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Uanema ha scritto: @In effetti, se gli editori free non riescono a colmare le richieste degli autori, non sono gli autori a dover cambiare ma gli editori a doversi riorganizzare. Molto spesso si sottovaluta la vera forza degli autori, che in pratica sono loro a dettare le leggi del mercato, ecco farsi strada anche il self-publishing come una soluzione non più gratis... Se continuano a esistere dei servizi a pagamento è perché ci sono degli autori disposti a versare i propri soldi. Il mercato, quindi, segue le mosse degli autori, senza che nemmeno questi se ne accorgano. Per questo, se la domanda aumenta in un settore esclusivamente free, ecco che nuove case editrici seguiranno quel modello, altrimenti non saranno più competitive. 
Secondo me problema non è certo di "colmare le richieste degli autori" (cosa che rientra sempre e comunque in una logica di "vanity press", free o EAP che sia), bensì quello riconnettere gli autori meritevoli alle richieste del vero mercato, quello dei lettori. Quello degli autori e delle loro piccole cerchie è un mercato parallelo, ma è un mercato chiuso e autoreferenziale, posto ai margini dell'editoria che conta, che si rivolge ai lettori. 

Re: Editori free che valutano a pagamento

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Wanderer ha scritto: Secondo me problema non è certo di "colmare le richieste degli autori" (cosa che rientra sempre e comunque in una logica di "vanity press", free o EAP che sia), bensì quello riconnettere gli autori meritevoli alle richieste del vero mercato, quello dei lettori. Quello degli autori e delle loro piccole cerchie è un mercato parallelo, ma è un mercato chiuso e autoreferenziale, posto ai margini dell'editoria che conta, che si rivolge ai lettori. 
No, attenzione il focus del mio intervento era incentrato sulle "proposte di pubblicazione", le quali vengono fatte pervenire dagli autori agli editori. Il fatto, quindi, di dover "colmare le richieste degli autori" (richieste di pubblicazione) rientra strettamente in un rapporto autore - editore, il mercato che include il lettore nasce quando poi il libro viene pubblicato. 
È lo scrittore che decide, nel momento stesso in qui progetta il romanzo, a quale pubblico rivolgersi, dopodiché, l'editore saprà come meglio indirizzare questo messaggio, in modo tale da raggiungere un pubblico più vasto. 
La vanity press è un tipo di editoria sostenuta dall'autore, in quanto non c'è nessuno che gli dà fiducia (nemmeno l'editore) e quindi paga di tasca propria. Il self-publishing è differente, ma qui un link di chi se ne occupa e pone l'accento sulle diseguaglianze:
https://blogs.youcanprint.it/editoria-a-pagamento-eap-vanity-press/#:~:text=L'editoria%20a%20pagamento%20(in,autore%20e%20non%20dall'Editore.
In definitiva, chi vuole realizzare un profitto da quest'attività, deve porsi il problema di come "riconnettere" i lettori al prodotto libri e il fatto che l'autore paghi o meno per la pubblicazione potrebbe anche non interessare affatto. Per questo occorre, semmai, indicare in quale modo è stato realizzato tale prodotto, per farne almeno un simbolo di qualità.

Re: Editori free che valutano a pagamento

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Wanderer ha scritto:
Secondo me problema non è certo di "colmare le richieste degli autori" (cosa che rientra sempre e comunque in una logica di "vanity press", free o EAP che sia), bensì quello riconnettere gli autori meritevoli alle richieste del vero mercato, quello dei lettori. Quello degli autori e delle loro piccole cerchie è un mercato parallelo, ma è un mercato chiuso e autoreferenziale, posto ai margini dell'editoria che conta, che si rivolge ai lettori. 
Sono d'accordo, soprattutto sul vanity press che, a mio avviso, è all'origine dei problemi che ci occupano. E' questo mercato parallelo che fa prosperare non certo gli autori che vi vengono immessi, ma la miriade di editori e agenzie nate proprio con l'obiettivo di sfruttare il fenomeno. Credo che sia anche il motivo per cui le grandi e medie case editrici non fanno più scouting, lasciando alla marmaglia degli editori la marmaglia degli autori.
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
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Re: Editori free che valutano a pagamento

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Uanema ha scritto: In definitiva, chi vuole realizzare un profitto da quest'attività, deve porsi il problema di come "riconnettere" i lettori al prodotto libri e il fatto che l'autore paghi o meno per la pubblicazione potrebbe anche non interessare affatto. Per questo occorre, semmai, indicare in quale modo è stato realizzato tale prodotto, per farne almeno un simbolo di qualità.
Credo che ci sia un malinteso. Gli editori piccoli e micro, che sono praticamente i soli a pubblicare autori esordienti e/o sconosciuti, della qualità e della connessione al mercato dei lettori, in genere, se ne fottono. Sostengono costi prossimi a zero, si servono del print on demand, pubblicano qualsiasi fetenzia facendo al massimo una sommaria correzione di bozze e le venti o trenta copie che in media un autore riesce a piazzare rompendo le balle a parenti, amici e conoscenti, moltiplicato per i cento-duecento-trecento titoli pubblicati ogni anno, consentono loro di vivere e, ad alcuni di essi, addirittura di prosperare. Soprattutto se non pagano le royalties e le tasse, tanto da perdere hanno solo un capitale sociale ridicolo (in genere 1 Euro). Così funziona e funzionerà questo mercato delle vacche, se nessuno prende provvedimenti. 
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
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Re: Editori free che valutano a pagamento

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Uanema ha scritto: La vanity press è un tipo di editoria sostenuta dall'autore, in quanto non c'è nessuno che gli dà fiducia (nemmeno l'editore) e quindi paga di tasca propria. 
Non è sempre così. Il concetto di "vanity press" è più ampio rispetto a quello di "editoria a pagamento". Tutta l'editoria a pagamento è "vanity press", ma non tutta la "vanity press" è per forza a pagamento. C'è anche un'editoria a pagamento surrogata, che si presenta come free, e che utilizza il suo essere "free" proprio per accalappiare più autori. Ci sono centinaia di micro editori "free" che non chiedono contributi ma non investono un euro sull'opera, magari stampano in print-on-demand, o con forme di crowdfunding, e campano a spese dell'autore (che si ritrova a fare da correttore di bozze, da promotore, da distributore, e tanto altro). Nella sostanza, non c'è alcuna differenza con la EAP. 
Uanema ha scritto: È lo scrittore che decide, nel momento stesso in qui progetta il romanzo, a quale pubblico rivolgersi, dopodiché, l'editore saprà come meglio indirizzare questo messaggio, in modo tale da raggiungere un pubblico più vasto. 
Il problema è che molti autori (di quelli che finiscono per pubblicare con gli EAP o con i micro editori "free" di cui sopra) non hanno alcuna idea di quale sia il pubblico a cui rivolgersi, perché pubblicano innanzitutto per gratificare sé stessi, non perché abbiano qualcosa da dire al pubblico. 

Re: Editori free che valutano a pagamento

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Cheguevara ha scritto: Credo che ci sia un malinteso. Gli editori piccoli e micro, che sono praticamente i soli a pubblicare autori esordienti e/o sconosciuti, della qualità e della connessione al mercato dei lettori, in genere, se ne fottono.
Non penso ci sia un malinteso, sono consapevole che anche nell'editoria free non tutto è rose e fiori. Se non pagano le royalties e le tasse, spero che funzioni almeno il passaparola tra gli autori, qui ritorno alla famosa frase "l'unione fa la forza", perché divisi non si arriva da nessuna parte. Solo la conoscenza ci porta poi a fare delle scelte consapevoli.
Wanderer ha scritto: Non è sempre così. Il concetto di "vanity press" è più ampio rispetto a quello di "editoria a pagamento". Tutta l'editoria a pagamento è "vanity press", ma non tutta la "vanity press" è per forza a pagamento. C'è anche un'editoria a pagamento surrogata, che si presenta come free, e che utilizza il suo essere "free" proprio per accalappiare più autori. Ci sono centinaia di micro editori "free" che non chiedono contributi ma non investono un euro sull'opera, magari stampano in print-on-demand, o con forme di crowdfunding, e campano a spese dell'autore (che si ritrova a fare da correttore di bozze, da promotore, da distributore, e tanto altro). Nella sostanza, non c'è alcuna differenza con la EAP. 
Qui potrebbe esserci un malinteso  :asd:   magari dovuto proprio alla frase anglofona "vanity press". 
Il sito Cambridge.org come traduzione ci riporta "stampa di vanità", ovvero, una casa editrice in cui gli scrittori pagano per far produrre i loro libri.
https://dictionary-cambridge-org.translate.goog/it/dizionario/inglese/vanity-press?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc
Se parliamo di editori free, che svolgono, appunto, il loro lavoro di editori, investendo nei prodotti che commercializzano e pagano l'autore senza chiedergli un soldo, non siamo di fronte a una "vanity press". Quando queste condizioni vengono meno e si ha invece "un'editoria a pagamento surrogata" (chissà se esiste un corrispettivo in inglese?), allora, l'autore più che "vanitoso" potrebbe essere stato invece "truffato". Quando, però, si conoscono le condizioni iniziali, immagino la stampa "print on demand" o il "crowfunding", potremmo essere di fronte a scelte consapevoli. Esempio, gli editori free che valutano a pagamento, quando lo specificano in chiaro nel loro sito, ci danno notizia delle loro intenzioni. Gli autori in massa dovrebbero sovvertire questa prassi, evitando di pagare per pubblicare o peggio per essere solo letti dagli editori. 
Io penso che siamo tutti d'accordo che il mercato viene orientato dal consumatore e quando quest'ultimo diventa proprio l'autore... Ecco, bisognerebbe informarsi meglio... Non credo che razionalmente qualcuno pagherebbe per lavorare o meglio se così fosse saremmo sempre in debito.

Re: Editori free che valutano a pagamento

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Uanema ha scritto: Se parliamo di editori free, che svolgono, appunto, il loro lavoro di editori, investendo nei prodotti che commercializzano e pagano l'autore senza chiedergli un soldo, non siamo di fronte a una "vanity press". Quando queste condizioni vengono meno e si ha invece "un'editoria a pagamento surrogata" (chissà se esiste un corrispettivo in inglese?), allora, l'autore più che "vanitoso" potrebbe essere stato invece "truffato". Quando, però, si conoscono le condizioni iniziali, immagino la stampa "print on demand" o il "crowfunding", potremmo essere di fronte a scelte consapevoli. Esempio, gli editori free che valutano a pagamento, quando lo specificano in chiaro nel loro sito, ci danno notizia delle loro intenzioni. Gli autori in massa dovrebbero sovvertire questa prassi, evitando di pagare per pubblicare o peggio per essere solo letti dagli editori. 
Io penso che siamo tutti d'accordo che il mercato viene orientato dal consumatore e quando quest'ultimo diventa proprio l'autore... Ecco, bisognerebbe informarsi meglio... Non credo che razionalmente qualcuno pagherebbe per lavorare o meglio se così fosse saremmo sempre in debito.
Il termine "vanity press", al di là di come sia reso in italiano, non verte sul contribuito economico o meno, ma sulla funzione di un certo settore della pseudo-editoria: gratificare l'autore e rendere suoi clienti amici e parenti. Ciò che caratterizza questo tipo di editoria è il fatto che l'editore non si assume il rischio d'impresa. Tuttavia, se fino a una ventina di anni fa ciò era prerogativa soltanto degli EAP "tradizionali", oggi - nell'era del POD e di Amazon - esiste un sottobosco di editori "free" che non si assumono alcun rischio d'impresa e pubblicano a costo zero. L'autore non paga nulla, vero, ma cosa ci guadagna? Meno di nulla. Cede i diritti, e ci perde. Non in denaro direttamente, ma in tempo, che è denaro. Ma in realtà anche in denaro, perché non vedrà mai un centesimo di royalties. Oltre a non guadagnarci nulla, dovrà sobbarcarsi tutta una serie di incombenze, quelle che un "buon" EAP, perlomeno a volte, offre per contratto. Insomma, ci sono tantissimi editori "free" che non investono un euro. Qui ce ne sono alcuni, che usano lo stratagemma del pre-ordine: stratagemma per cui non è l'autore ad acquistare le copie per contratto, per poi rivenderle ad amici e parenti, ma sono direttamente gli amici e parenti a finanziare la pubblicazione, che non sarà tale finché non verranno prenotate tot copie. Qual è la differenza con la EAP? Solo di forma, non di sostanza. Altri cosiddetti "free" pubblicano solo su Amazon in POD, quindi facendo ciò che l'autore potrebbe fare benissimo anche da solo, senza alcun costo (anzi, guadagnandoci, mentre con l'editore non ci guadagnerà nulla). Altri pubblicano tirature ridicole di 50 copie, e/o promettono royalties solo a partire da tot copie, puntando sul fatto che l'autore lavorerà per loro, organizzando presentazioni con le copie in conto-vendita. In pratica, tutti questi sono editori parassitari, che non fanno nulla di ciò che dovrebbero fare, eppure si spacciano per veri editori e addirittura si vantano di essere "No EAP".
Come si può definire questa squallida pseudo-editoria "free", se non vanity press o EAP surrogata?

Re: Editori free che valutano a pagamento

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Wanderer ha scritto: Come si può definire questa squallida pseudo-editoria "free", se non vanity press o EAP surrogata?
Sì, appunto, parliamo di pseudo - editoria "free". 
Comprendo anche che siamo tutti orfani del vecchio forum del Writer's Dream, ma la vera editoria "free" dovrebbe avere dei criteri minimi per essere definita tale. Ci sono vari punti da soddisfare per distinguerla, questi sono molto ben organizzati in quest'articolo:
https://www.webnauta.it/wordpress/valutazione-casa-editrice/
La "pseudo editoria free", quindi, a un occhio ben allenato, subito viene individuata. Comunque la si voglia chiamare, non possono in nessun modo avvalersi del marchio "editoria free". Una volta mi sembra che si era provato a certificare un bollino di qualità, come è avvenuto ad esempio per la pizza napoletana (https://www.pizzanapoletana.org/it/), ma non ho trovato nessun riscontro pratico, magari voi conoscete qualcuno che si stia prodigando in questo senso. Grazie.

Re: Editori free che valutano a pagamento

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Uanema ha scritto: Comprendo anche che siamo tutti orfani del vecchio forum del Writer's Dream, ma la vera editoria "free" dovrebbe avere dei criteri minimi per essere definita tale. 
Per me i criteri minimi sono di natura prettamente aziendale. Un editore deve disporre delle risorse economiche per essere tale, per potersi permettere un grafico, un correttore di bozze, un  addetto stampa, un distributore. Altrimenti è un dilettante, e non bastano le buone intenzioni. Purtroppo, la stragrande maggioranza dei micro editori "free" sono pseudo-editori, per l'appunto. Gente che si improvvisa editore a scapito degli autori.
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