@Fabioloneilboia : mi verrebbe da dire: "vero, vero..." (chissà perché, poi, la metafora calcistica è sempre così efficace

).
Però, a pensarci bene, no: il tuo esempio non vale. Al Santiago Bernabeu, per un provino, non ti ci fanno entrare nemmeno se paghi. Paga il biglietto e, al massimo, ci entri da turista-visitatore, nei giorni di chiusura, quando il Real o i suoi avversari, non ci fanno la sgambata prepartita. Il Real è il giusto esempio da citare per l'editore che ti informa in modo chiaro e inequivocabile che non si accettano manoscritti. Nel calcio credo funzioni universalmente così, mentre, come qui ha già fatto giustamente notare qualcuno, la stragrande maggioranza di piccole e medie case editrici, invita con un indirizzo apposito a inviare i manoscritti.
Fabioloneilboia wrote: Uno prima dimostra di valere e poi vi aprono e vi rispondono.
A parte il fatto che il "valere", per l'editoria, vuol dire portare lettori-acquirenti garantiti (e allora sì: influencers con largo seguito, bellocce, tronisti, calciatori che non sanno nemmeno coniugare un verbo - per fortuna sempre più rari - e casi umani vari partono favoritissimi. Ma questo è un altro discorso).
Se apri agli invii di manoscritti, uno straccio di risposta dovresti mandarlo. La consolidata cosuetudine contraria sarebbe da paragonare all'ipotetico caso in cui il provino, al Real, te lo facessero comunque fare, mandandoti a casa senza un minimo riscontro, dicendoti solo di non fare provini presso altre squadre prima del prossimo campionato.
Chi accetterebbe di candidarsi per qualsiasi lavoro, se le aziende si comportassero così? Almeno si sa che il classico
"Le faremo sapere..." ha una scadenza di una, due settimane al massimo. E in ogni caso non vincola il candidato a non presentare altre domande di impiego.
Sono del parere anch'io che lo scrittore (o aspirante tale) che si comporta in modo serio, che non manda a pioggia il proprio manoscritto, e ha scelto con cura l'editore in base al catalogo, non sia una bestia così rara da rendere lecita la consuetudine di trattare tutti come grafomani illetterati da cestinare senza pietà né preavviso. Specie, ripeto, se mi hai consentito di inviarti la mia proposta.