Dopo una storia di famiglia rivolta necessariamente a un pubblico ristretto, nel 2015 ho pubblicato, senza contributo ma con un doppio binario, il mio primo romanzo che, scritto di getto, non rispettava, e non rispetta, le varie regole di solito pretese dalle case editrici. Per intenderci, ho una discreta padronanza di grammatica e sintassi, e divoro libri sin dall'infanzia, ma all'epoca ignoravo persino l'esistenza e le norme cogenti dei vari manuali di scrittura.
Durante la reclusione per l'epidemia, il mio editore ha proposto l'ebook del romanzetto a poco meno di due eurini, riuscendo a piazzarlo nei primi cento più venduti su Amazone. Non appena entrato nella magica classifica, con recensioni a quattro e cinque stelle, all'improvviso il libercolo è stato stroncato con qualche pessimo voto. Ma io sono un ingenuo, e lì per lì non ho dato alcun peso al fattaccio. Tengo a precisare che un paio di editor, uno anche sul vecchio WD, avevano già provveduto a criticare impietosamente il frutto delle sudate carte, tarpando le ali allo scribacchino improvvisato. A dispetto di tutti i ma e i perché di codeste recensioni professionali, un traduttore freelance americano ha notato la fugace comparsa e l'estinzione dell'esemplare in Amazonia e, letto il libro, ha chiesto al mio editore il permesso di proporlo alle CE d'oltremare. A farla breve, un editore ha acquistato per sette anni i diritti del romanzo, che la prossima settimana uscirà in inglese, cartaceo ed ebook, nei favolosi United States of America.
Alcuni aneddoti:
1) nel Montefeltro del tredicesimo secolo, un tizio nero come la pece ha rischiato di diventare di colore;
2) non ho la più pallida idea della qualità della traduzione, e sono alla ricerca di madrelingua americani competenti per rendermene conto;
3) il contratto - accidentaccio! - non prevede copie in omaggio, e sarò costretto a comprarmele nel suddetto sito di Amazone;
4) mia moglie spera che ci scappi una presentazione oltreoceano. I diritti d'autore - eventuali... - riusciranno a coprire le spese del viaggio?
Re: Lo strano caso di un libercolo italiano finito nel nuovo mondo
3Grande @Fraudolente 
I miei complimenti! Questa storia è la dimostrazione che la bravura, quando c'è, alla lunga viene fuori: il merito è riconosciuto.

I miei complimenti! Questa storia è la dimostrazione che la bravura, quando c'è, alla lunga viene fuori: il merito è riconosciuto.

Re: Lo strano caso di un libercolo italiano finito nel nuovo mondo
4Complimenti! Entrare nella classifica top100 di Amazon pare dare una chance a un testo molto più che un invio a case editrici ed agenzie, non è la prima volta che sento una storia simile. Sul testo poco adatto all'editoria non dare mai retta a nessuno, al 99% sono idiozie inventate da chi come mestiere spilla soldi agli scrittori.
Re: Lo strano caso di un libercolo italiano finito nel nuovo mondo
5Complimenti, @Fraudolente, e stai tranquillo: se farai qualche presentazione oltreoceano non saranno certamente a tue spese e i diritti d'autore resteranno intatti. 

Re: Lo strano caso di un libercolo italiano finito nel nuovo mondo
6E vai!
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]
Re: Lo strano caso di un libercolo italiano finito nel nuovo mondo
7Complimenti! 
Sono storie che danno speranza ^_^

Sono storie che danno speranza ^_^
Re: Lo strano caso di un libercolo italiano finito nel nuovo mondo
8Una bellissima notizia! Certe cose danno davvero conforto 
