[Lab 14] Mio giovane amore

1
— Stai infangando la memoria di nostro padre, mamma!
Le parole di Valeria mi lacerano. La pioggia battente sulle vetrate della sala da tè, è una triste melodia.
Non dovrei dare spiegazioni a mia figlia, ma lei sta zitta, sorseggia il suo tè e aspetta… 
Ripenso al mio ragazzo. Com’era bello il giorno del nostro matrimonio, e quanto lo amavo! Non le dovrei nessuna spiegazione e, invece, le mie parole le arrivano inaspettate.
— Non ti permetto di mettere in dubbio il mio rispetto verso la memoria di mio marito, non te lo permetto, Valeria.—  Ho alzato un po’ la voce, i clienti si sono girati verso di noi, istintivamente abbasso il tono.
— Io amavo tuo padre, e tu dovresti saperlo.
Mi guarda come se non mi riconoscesse. Poi si alza, sbatte il tovagliolo sul tavolino.
— Devi essere diventata pazza, ti vesti come una pazza, vai in giro con quel barbone, tutto il paese ci ride dietro. Alla tua età… Ma non hai vergogna?
In realtà, la sua reazione mi sta facendo vergognare.
— Siediti! — le ordino. Stranamente lei obbedisce, posa la sua mano liscia sulla pelle della mia, ruvida e macchiata. 
— Mamma ti prego…
Non le permetto di continuare, interrompo la sua ennesima predica.
— Stefano, oltre a essere un poeta affermato, è un uomo colto, simpatico e mi vuole bene. C’è forse qualcuno che vieta questo sentimento dopo i sessanta anni?— 
— Io non ti riconosco più, ho parlato anche con Sara, tu non vedrai più quella persona, noi abbiamo bisogno di te, non lo vogliamo in famiglia, Ma te lo immagini? Tra poco è Natale che vuoi fare, passarlo sola con lui? Perché noi non abbiamo nessuna intenzione di…
— Basta! Non dire un parola di più, ora basta. Adesso voglio restare da sola, per favore… Vai via.
— Va bene, mene vado, ma ne riparleremo.
Ha smesso di piovere. Sulle vetrate appaiono merletti di raggi di sole. Avverto la fine di qualcosa che non si può catturare, come quando la sera il tramonto s’inghiotte la luce di botto. Dovrò rinunciare alla vita e invecchiare in un attimo.


Novembre, mi sembra il mese più adatto per perdere un amore. E questa mattina sembra fatta apposta per noi: i viali del parco sono deserti, gli alberi spogli gettano ombre indefinite sopra mucchi di foglie ingiallite. 
Lo vedo, è seduto, dandomi le spalle, sulla panchina del nostro primo incontro. Alzo lo sguardo, candide nuvole chiudono sprazzi di azzurro.
Questo cielo mi pesa sull’anima. Gli spezzerò il cuore, lo so. Sto già per piangere, mi avvicino a lui.
— Ciao, Stefano. È tanto che aspetti? Lui si gira piano, allunga una mano e mi invita a sedermi accanto a lui.
— No, cara, non molto. Al telefono piangevi, mi sono preoccupato, ho preferito camminare piuttosto che aspettare in casa…
— Mi dispiace. Non ho voce ne parole adatte, non so da dove cominciare.
Sento il suo sguardo sui miei occhi bassi, si avvicina mi bacia la guancia.
— Qualsiasi cosa devi dirmi non sarà un problema insormontabile, siamo due persone abbastanza provate dalla vita per farci mettere KO, non credi?—  Alzo il viso.
— Le mie figlie, Stefano. Loro non approvano i nostri sentimenti, si sentono offese, credono che io manchi di rispetto al loro padre, non sopportano i pettegolezzi del nostro quartiere, chissà cosa penseranno i miei nipoti… Io non so cosa fare. Loro mi mancherebbero moltissimo se decidessero di non volermi più vedere. Non volevo che andasse in questo modo.
— Bene, Aurora, facendo le dovute conclusioni, mi sta lasciando?
— Oh, io non vorrei, lo sai che ti amo… 
— Questo novembre è pieno di sorprese sai? Ho visto una cosa bellissima vicino allo stagno.
— Cosa? — Mi giro in direzione  della pista di pattinaggio, dove le transenne si ergono tra i gigli che circondano un piccolo laghetto,
— Mi sono avvicinato poco fa, ci sono delle libellule, avresti dovuto vedere come brillavano le loro ali alla luce del sole, danzavano frenetiche e ho pensato: Che meraviglia, seppur breve è la vita, poi mi sono girato e ti ho vista arrivare. Quale meraviglia è la tua immagine, un unico respiro o il colore delle ali di una libellula? Quale meraviglia è ogni attimo che abbiamo avuto, non credi?
— Si, certo, è stato tutto perfetto, ma adesso? 
— Sai cosa conta davvero? Non quello che ci dicono gli altri, no, ma ciò che ci spinge dritti verso la meta, e sai cos’è?
— cos’è?
La lotta, naturalmente, la ribellione, la nostra innata voglia di vita che ci spinge verso quello che desideriamo, fino a quando continuiamo a desideralo più intensamente che possiamo. Vuoi continuare a vedermi? Vuoi prendere un gelato, vuoi ballare, vedere i tuoi nipoti, le tue figlie?
— Si, certo, come puoi dubitarne, loro sono la mia vita, tu, sei la mia vita.
—Aurora, non dubitare mai della tua forza di volontà, puoi avere ancora tutto, puoi averlo finché la meraviglia di un unico respiro è dentro di te, non abbiamo tempo da sprecare dietro ai pettegolezzi noi due, non credi?
— Abbiamo la stessa età, ma sembra che tu ne abbia dieci meno di me. Mia figlia mia ha dato della pazza. Guardami, Stefano! Sono vecchia, ha ragione lei, dovrei stare a casa a preparare torte e lasagne. È questo che fanno le nonne. —  Mi alzo, voglio andarmene. La mia determinazione sta vacillando.
— Sai, Aurora, credo di non averti mai detto una cosa molto importante del mio lavoro. Siedi ancora un po’ qui vicino a me, ti prego.
Lo guardo sconsolata, è proprio un uomo fuori dal comune, la sua serenità mi avvolge: mi siedo di nuovo accanto a lui, mi lascio abbracciare.
— Dimmi del tuo lavoro, ti prego, adoro ascoltarti
— Mio giovane nuovo amore, tu non puoi lasciarmi. Ho lavorato con le parole per tutta la mia vita, conosco ogni sfumatura, il colore e il tono di ogni parola che possiamo elaborare attorcigliando l’aria nella nostra bocca. Conosco il modo in cui si possono usare le frasi per comunicare e quello per suscitare emozioni con un singolo verso. 
Io so che esiste un solo modo giusto di dire la verità, e non esistono parole per vanificarne il senso.
Tua figlia lo ha fatto, ma sei tu che glielo hai lasciato fare, hai ascoltato le sue parole e il loro tono, le vibrazioni ti hanno fatto risuonare in un tempo distorto e a te è sembrato reale. Tu non sei pazza e lo sai bene, perché sarei io il motivo della tua pazzia. Non lasciare che le persone ti facciano male, nemmeno se queste sono le tue amate figlie.
— Cosa devo fare allora!— Lo imploro, — io voglio continuare a vederti, devo forse rinunciare al loro bene in nome del nostro sentimento?
— No, questo mai! Non saresti per loro la stessa se tu rinunciassi alla tua libertà, non saresti la stessa nemmeno per me se rinunciassi alla tua famiglia. Le tue ragazze hanno bisogno di parole che le facciano risuonare con il nostro amore.
Vediamoci di nuovo qui domani alla stessa ora. Fidati di me, domani ti darò le parole di cui hanno bisogno.


Piove, Novembre non ammette tregua. Sulle vetrate della sala da tè i riflessi delle lampade liberty giocano a scontrarsi lungo traiettorie improvvise. Quando mi avvicino al tavolo che ho prenotato per noi, loro sono distratte, non mi hanno vista: Valeria si sta guardando lo smalto, e Sara si sistema, nervosa, la gonna troppo corta. 
 — Buona sera amori miei, — mi siedo anch’io, — come stanno i ragazzi? Non vedo l’ora di vederli, magari stasera possiamo organizzare una cena tutti insieme. Sara tuo marito è tornato dal suo viaggio?
— Non ancora, mamma, il suo rientro è previsto a giorni…
— Mamma, Sara, non siamo qui per parlare del più e del meno, sono qui solo per…
— Si, Valeria, hai ragione, ma non mettiamoci fretta, ordiniamo il nostro tè, parliamo del più e del meno quanto vogliamo, volete sapere dove sono stata a ballare questo sabato? Ho smesso di prendere le pillole per la cervicale, sapete? Inoltre ho imparato a fare una torta spaziale, ho una nuova ricetta, non vedo l’ora di farvela assaggiare, e tu, Valeria? Come vanno le tue lezioni di pilates?
— Mamma! Che stai facendo? Non vogliamo nessuna torta fino a che continuerai a vedere quella persona…
— Quella persona è partita, ci siamo lasciati, mi ha chiesto di salutarvi. — 
Il sollievo di Valeria è così palese che provo tenerezza per lei, per la sua testardaggine.
— Finalmente! Ora tutto tornerà come prima.— La sua enfasi mi ferisce, ma non mi lascio abbattere.
— Non credo tesoro, io non potrò mai più essere quella di prima, Vostro padre è morto e io sono cambiata per sopravvivere, Stefano è partito e io cambierò ancora. Gli eventi della vita ci trasformano e io non so chi sarò da domani, anche tu, Valeria, dopo la separazione sei diventa un’altra persona, tu riesci a dire come sarai tra un mese? Tra un anno?
Sara tace, lei è felice e si vede chiaramente, questa storia è solo tra me e la mia primogenita.
— Comunque, Stefano mi ha chiesto di leggervi dei versi ma io non ci riesco, non potrei fare a meno di piangere, quindi ho fotocopiato le sue parole su due fogli. 
Eccoli. Voglio che li leggiate qui, adesso. Dovete farlo per me, per il mio bene, poi forse, tutto sarà come prima.
— Oh, mamma, sono così contenta che se ne sia andato,  leggere le sue ultime parole per te, sarà come metterci una pietra sopra.
Valeria non sa quello che dice, a volte. La osservo mentre, soddisfatta, apre il foglio.... 
Le mie ragazze muovono le labbra in sincronia, senza voce. Osservo loro occhi prima illuminarsi, poi inumidirsi, il loro petto si gonfia nello sforzo di trattenere i singhiozzi. Vedo le loro anime accogliere le parole di Stefano e risuonare in piena sintonia col nostro amore, finalmente.



Sotto l’albero di Natale i colori metallici della carta da regalo brillano, Andrea, Il più grande dei miei nipoti suona la chitarra, accenna gli accordi di Farewell, sua sorella e sua cugina cantano e ridacchiano, vogliono fare l’avvelenata, per far arrabbiare Veleria.
Il marito di Sara, quest’anno, si è superato in cucina, Valeria ha fatto il bis con la sua lasagna. Sara serve il suo tiramisù: soddisfatta accoglie i nostri complimenti.
Stefano ha promesso che scriverà dei versi per il nostro chitarrista in erba, dei versi che spaccheranno e diventeranno famosi.
Le parole di Stefano sono rimaste nella bozza, comunque, erano come tre bustine di zucchero in un caffè, ve le ho risparmiate.
Farewell è un canzone bellissima di Francesco Guccini, L'avvelenata, altrettanto bella del medesimo autore, non piace a Valeria perchè contiene diverse parolacce. 
Adesso, per chi non la conosce e per disintossicarsi da tutta questa melassa, leggetene il testo e ascoltatela và.

P.S.
E le libellule, si, ci sono negli stagni, anche a novembre.

Re: Mio giovane amore

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Albascura wrote: Stefano ha promesso che scriverà dei versi per il nostro chitarrista in erba, dei versi che spaccheranno e diventeranno famosi
È chiaro: volevamo conoscere le parole capaci di aprire il cuore delle figlie, ma va letto lo spoiler ti dico: bene così. Anzi meglio così. Ogni lettore immaginerà la lettera a modo suo. 
Non noto alcun difetto nel testo, non è una storia rara, quindi: molto credibile e ben costruita. Sono rimasta affascinata da Stefano,  il poeta  Hai saputo differenziaere assai bene l personaggi, ognuno di essi risulta ben distinguibile dall'altro. 
Molto, molto ma molto brava. È stato un piacere leggerti. 

Re: Mio giovane amore

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Tanto per cavillare potrei dire che il titolo mi aveva fatto pensare a un ritorno di fiamma, un giovane amore del tempo che fu. Ma giovane, ho capito, lo hai inteso come "nuovo". Giusto?

Re: Mio giovane amore

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Adel J. Pellitteri wrote: Tanto per cavillare potrei dire che il titolo mi aveva fatto pensare a un ritorno di fiamma, un giovane amore del tempo che fu. Ma giovane, ho capito, lo hai inteso come "nuovo". Giusto?
Giusto, ma non solo per quello. Con il titolo voglio creare un ponte attraverso il quale si percepisce che l'amore quando arriva arriva, ed'è sempre giovane non appena nasce. Non contano né l'eta né il sesso, o altre limitazioni dettate da un pensiero bigotto. 
 

Re: Mio giovane amore

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Albascura wrote: Ripenso al mio ragazzo. Com’era bello il giorno del nostro matrimonio, 
Perché non dire, più propriamente: Ripenso a mio marito?
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 am— Io non ti riconosco più, ho parlato anche con Sara, tu non vedrai più quella persona, noi abbiamo bisogno di te, non lo vogliamo in famiglia, Ma te lo immagini? Tra poco è Natale che vuoi fare, passarlo sola con lui? Perché noi non abbiamo nessuna intenzione di…
Dopo "Sara" vedrei meglio un punto. E dopo "Natale" tre puntini di sospensione.
Queste frasi sopra, sono l'apoteosi dell'egoismo filiale, di cui l'educazione ricevuta dalla madre è in parte responsabile. 
Il fatto, poi, che le accetti con minime resistenze, è indicativo di una persona fragile.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amHa smesso di piovere. Sulle vetrate appaiono merletti di raggi di sole. Avverto la fine di qualcosa che non si può catturare, come quando la sera il tramonto s’inghiotte la luce di botto.
Una bella immagine, @Albascura . Brava!  (y)
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amDovrò rinunciare alla vita e invecchiare in un attimo.
Terribile come affermazione. Perché almeno non metterci un punto interrogativo?
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amNovembre, mi sembra il mese più adatto per perdere un amore
La virgola dopo Novembre non ci va.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amAlzo lo sguardo, candide nuvole chiudono sprazzi di azzurro.
Se metti i due punti dopo "sguardo", apri alla descrizione di ciò che lo sguardo vede. I due punti sono esplicativi, la virgola indica solo una pausa,
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amNon ho voce ne parole adatte,
si scrive "né"
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amsi avvicina e mi bacia la guancia.
manca la congiunzione
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amMi sono avvicinato poco fa, ci sono delle libellule, avresti dovuto vedere come
Stesso discorso di prima: ci vogliono i due punti dopo "fa".
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amChe meraviglia, seppur breve è la vita, poi mi sono girato e ti ho vista arrivare. Quale meraviglia è la tua immagine, un unico respiro o il colore delle ali di una
Metterei tre puntini di sospensione dopo "vita".
E cambierei una delle due meraviglie con un sinonimo.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 am— cos’è?
Cos'è?
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amTua figlia lo ha fatto, ma sei tu che glielo hai lasciato fare, hai ascoltato le sue parole e il loro tono, le vibrazioni ti hanno fatto risuonare in un tempo distorto che e a te è sembrato reale.
Quando la frase, il periodo è troppo lungo, invece di usare solo virgole, si può ricorrere al punto e virgola, che dà una pausa maggiore. Io l'avrei usato dopo "fare".
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amSara virgola tuo marito è tornato dal suo viaggio?
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amdopo la separazione sei diventa diventata un’altra persona, tu riesci a dire come sarai tra un mese? Tra un anno?
piccolo refuso da fretta
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amDovete farlo per me, per il mio bene, poi forse, tutto sarà come prima.
Dopo "bene" meglio un punto e virgola. Dopo "poi" una virgola.
Così:
Dovete farlo per me, per il mio bene; poi, forse, tutto sarà come prima.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amAndrea, Il più grande dei miei nipoti virgola suona la chitarra, accenna gli accordi di Farewell, sua sorella e sua cugina cantano e ridacchiano, vogliono fare l’avvelenata, per far arrabbiare Veleria Valeria.
Cara @Albascura , mi spiace ma il tuo Rosa mi lascia l'amaro in bocca.
In primo luogo, perché trovo inverosimile che due perfette egoiste come le figlie che descrivi recedano dal loro pensiero sulla libertà di amare della propria madre solo per aver letto dei magnifici versi d'amore scritti dal pretendente in questione.

Inoltre, se non ci fosse stato quell'espediente, lei avrebbe rifiutato l'amore di lui, come hai fatto capire senza punto interrogativo qui:
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amDovrò rinunciare alla vita e invecchiare in un attimo.
Lei è già vecchia, se rinuncia all'amore facendo il calcolo che le conviene tenersi vicine le figlie per essere curata in vecchiaia. Perché questa è la tristezza sottintesa della tua storia (secondo il mio parere).
E questo sarebbe stato il mancato "lieto fine", fatto salvo l'intervento dei "versi" di lui che l'hanno salvata.
Ma l'egoismo delle figlie riaffiorerà alla prossima occasione di un libera iniziativa della madre (che cosa direbbe la gente... obietterebbero di nuovo le due) 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: Mio giovane amore

6
Albascura wrote: Stai infangando la memoria di nostro padre, mamma!
Le parole di Valeria mi lacerano. La pioggia battente sulle vetrate della sala da tè, è una triste melodia.
Non dovrei dare spiegazioni a mia figlia, ma lei sta zitta, sorseggia il suo tè e aspetta… 
Ripenso al mio ragazzo. Com’era bello il giorno del nostro matrimonio, e quanto lo amavo! Non le dovrei nessuna spiegazione e, invece, le mie parole le arrivano inaspettate.
— Non ti permetto di mettere in dubbio il mio rispetto verso la memoria di mio marito, non te lo permetto, Valeria.—  Ho alzato un po’ la voce, i clienti si sono girati verso di noi, istintivamente abbasso il tono.
— Io amavo tuo padre, e tu dovresti saperlo.
Mi guarda come se non mi riconoscesse. Poi si alza, sbatte il tovagliolo sul tavolino.
— Devi essere diventata pazza, ti vesti come una pazza, vai in giro con quel barbone, tutto il paese ci ride dietro. Alla tua età… Ma non hai vergogna?
In realtà, la sua reazione mi sta facendo vergognare.
— Siediti! — le ordino. Stranamente lei obbedisce, posa la sua mano liscia sulla pelle della mia, ruvida e macchiata. 
— Mamma ti prego…
Non le permetto di continuare, interrompo la sua ennesima predica.
— Stefano, oltre a essere un poeta affermato, è un uomo colto, simpatico e mi vuole bene. C’è forse qualcuno che vieta questo sentimento dopo i sessanta anni?— 
— Io non ti riconosco più, ho parlato anche con Sara, tu non vedrai più quella persona, noi abbiamo bisogno di te, non lo vogliamo in famiglia, Ma te lo immagini? Tra poco è Natale che vuoi fare, passarlo sola con lui? Perché noi non abbiamo nessuna intenzione di…
— Basta! Non dire un parola di più, ora basta. Adesso voglio restare da sola, per favore… Vai via.
— Va bene, mene vado, ma ne riparleremo.
Ha smesso di piovere. Sulle vetrate appaiono merletti di raggi di sole. Avverto la fine di qualcosa che non si può catturare, come quando la sera il tramonto s’inghiotte la luce di botto. Dovrò rinunciare alla vita e invecchiare in un attimo.
Con questo incipit catapulti subito il lettore nella storia @Albascura.  Una vedova (con due figlie già grandi Valeria e Sara e dei nipoti)  sta vivendo una seconda opportunità con uomo che non è considerato propriamente “un buon partito”. Il dialogo ha dei toni duri, emerge sia dell’egoismo da parte delle figlie che temono il giudizio della gente, ma anche una sorta di loro desiderio di protezione nei confronti della madre.
La donna, a malincuore, da una parte comprende le ragioni delle figlie ma si percepisce chiaramente che è in gioco la sua ultima possibilità di sentirsi ancora donna (sessant’anni sono un’età critica) ed avere uno scampolo di felicità.

Albascura wrote: Novembre, mi sembra il mese più adatto per perdere un amore. E questa mattina sembra fatta apposta per noi: i viali del parco sono deserti, gli alberi spogli gettano ombre indefinite sopra mucchi di foglie ingiallite. 
Lo vedo, è seduto, dandomi le spalle, sulla panchina del nostro primo incontro. Alzo lo sguardo, candide nuvole chiudono sprazzi di azzurro.
Questo cielo mi pesa sull’anima. Gli spezzerò il cuore, lo so. Sto già per piangere, mi avvicino a lui.
— Ciao, Stefano. È tanto che aspetti? Lui si gira piano, allunga una mano e mi invita a sedermi accanto a lui.
— No, cara, non molto. Al telefono piangevi, mi sono preoccupato, ho preferito camminare piuttosto che aspettare in casa…
— Mi dispiace. Non ho voce ne parole adatte, non so da dove cominciare.
Sento il suo sguardo sui miei occhi bassi, si avvicina mi bacia la guancia.
— Qualsiasi cosa devi dirmi non sarà un problema insormontabile, siamo due persone abbastanza provate dalla vita per farci mettere KO, non credi?—  Alzo il viso.
— Le mie figlie, Stefano. Loro non approvano i nostri sentimenti, si sentono offese, credono che io manchi di rispetto al loro padre, non sopportano i pettegolezzi del nostro quartiere, chissà cosa penseranno i miei nipoti… Io non so cosa fare. Loro mi mancherebbero moltissimo se decidessero di non volermi più vedere. Non volevo che andasse in questo modo.
— Bene, Aurora, facendo le dovute conclusioni, mi sta lasciando?
— Oh, io non vorrei, lo sai che ti amo… 
— Questo novembre è pieno di sorprese sai? Ho visto una cosa bellissima vicino allo stagno.
— Cosa? — Mi giro in direzione  della pista di pattinaggio, dove le transenne si ergono tra i gigli che circondano un piccolo laghetto,
— Mi sono avvicinato poco fa, ci sono delle libellule, avresti dovuto vedere come brillavano le loro ali alla luce del sole, danzavano frenetiche e ho pensato: Che meraviglia, seppur breve è la vita, poi mi sono girato e ti ho vista arrivare. Quale meraviglia è la tua immagine, un unico respiro o il colore delle ali di una libellula? Quale meraviglia è ogni attimo che abbiamo avuto, non credi?
— Si, certo, è stato tutto perfetto, ma adesso? 
— Sai cosa conta davvero? Non quello che ci dicono gli altri, no, ma ciò che ci spinge dritti verso la meta, e sai cos’è?
— cos’è?
La lotta, naturalmente, la ribellione, la nostra innata voglia di vita che ci spinge verso quello che desideriamo, fino a quando continuiamo a desideralo più intensamente che possiamo. Vuoi continuare a vedermi? Vuoi prendere un gelato, vuoi ballare, vedere i tuoi nipoti, le tue figlie?
— Si, certo, come puoi dubitarne, loro sono la mia vita, tu, sei la mia vita.
—Aurora, non dubitare mai della tua forza di volontà, puoi avere ancora tutto, puoi averlo finché la meraviglia di un unico respiro è dentro di te, non abbiamo tempo da sprecare dietro ai pettegolezzi noi due, non credi?
— Abbiamo la stessa età, ma sembra che tu ne abbia dieci meno di me. Mia figlia mia ha dato della pazza. Guardami, Stefano! Sono vecchia, ha ragione lei, dovrei stare a casa a preparare torte e lasagne. È questo che fanno le nonne. —  Mi alzo, voglio andarmene. La mia determinazione sta vacillando.
— Sai, Aurora, credo di non averti mai detto una cosa molto importante del mio lavoro. Siedi ancora un po’ qui vicino a me, ti prego.
Lo guardo sconsolata, è proprio un uomo fuori dal comune, la sua serenità mi avvolge: mi siedo di nuovo accanto a lui, mi lascio abbracciare.
— Dimmi del tuo lavoro, ti prego, adoro ascoltarti
— Mio giovane nuovo amore, tu non puoi lasciarmi. Ho lavorato con le parole per tutta la mia vita, conosco ogni sfumatura, il colore e il tono di ogni parola che possiamo elaborare attorcigliando l’aria nella nostra bocca. Conosco il modo in cui si possono usare le frasi per comunicare e quello per suscitare emozioni con un singolo verso. 
Io so che esiste un solo modo giusto di dire la verità, e non esistono parole per vanificarne il senso.
Tua figlia lo ha fatto, ma sei tu che glielo hai lasciato fare, hai ascoltato le sue parole e il loro tono, le vibrazioni ti hanno fatto risuonare in un tempo distorto e a te è sembrato reale. Tu non sei pazza e lo sai bene, perché sarei io il motivo della tua pazzia. Non lasciare che le persone ti facciano male, nemmeno se queste sono le tue amate figlie.
— Cosa devo fare allora!— Lo imploro, — io voglio continuare a vederti, devo forse rinunciare al loro bene in nome del nostro sentimento?
— No, questo mai! Non saresti per loro la stessa se tu rinunciassi alla tua libertà, non saresti la stessa nemmeno per me se rinunciassi alla tua famiglia. Le tue ragazze hanno bisogno di parole che le facciano risuonare con il nostro amore.
Vediamoci di nuovo qui domani alla stessa ora. Fidati di me, domani ti darò le parole di cui hanno bisogno.
Ecco che la donna entra di nuovo nel “mood” sacrificio al quale è abituata da una vita. Il benessere dei figli prima di tutto. Ma l’uomo la fa riflettere ed essendo un mestierante della parola riesce a trovare il modo di farla riflettere. Come un vero cavaliere corre in suo soccorso e le promette di aiutarla a difendere il loro amore. Il dialogo non è proprio naturale, l’ho trovato un filino rigido e un po’ “cinematografico” ma aiuta a far percepire con chiarezza al lettore la personalità del poeta innamorato.


Albascura wrote: Oh, mamma, sono così contenta che se ne sia andato,  leggere le sue ultime parole per te, sarà come metterci una pietra sopra.
Valeria non sa quello che dice, a volte. La osservo mentre, soddisfatta, apre il foglio.... 
Le mie ragazze muovono le labbra in sincronia, senza voce. Osservo loro occhi prima illuminarsi, poi inumidirsi, il loro petto si gonfia nello sforzo di trattenere i singhiozzi. Vedo le loro anime accogliere le parole di Stefano e risuonare in piena sintonia col nostro amore, finalmente.
Apprezzo il fatto che il lettore debba immaginare quanto è scritto nella lettera, tuttavia come espediente lo trovo un po’ “deus ex machina” . 

Non sono riuscita a immaginare parole che possano aver provocato il cambio di atteggiamento delle figlie. Sta di fatto che l’uomo riesce a dissipare la loro preoccupazione e ottenere la loro “benedizione”.
Albascura wrote: Sotto l’albero di Natale i colori metallici della carta da regalo brillano, Andrea, Il più grande dei miei nipoti suona la chitarra, accenna gli accordi di Farewell, sua sorella e sua cugina cantano e ridacchiano, vogliono fare l’avvelenata, per far arrabbiare Veleria.
Il marito di Sara, quest’anno, si è superato in cucina, Valeria ha fatto il bis con la sua lasagna. Sara serve il suo tiramisù: soddisfatta accoglie i nostri complimenti.
Stefano ha promesso che scriverà dei versi per il nostro chitarrista in erba, dei versi che spaccheranno e diventeranno famosi.
Natale, i regali, la pace e l’amore che dissipano ogni nuvola e un futuro che si prospetta rosa a lungo.


Una bella storia, una sorta di “questo matrimonio non s’ha da fare” in cui la figura dei bravi è incarnata dalle figlie, un classico rivisitato in chiave attuale in cui ogni tanto fanno capolino delle frasi molto “poetiche”.  Lettura molto piacevole!

Re: Mio giovane amore

7
Poeta Zaza wrote: ara @Albascura , mi spiace ma il tuo Rosa mi lascia l'amaro in bocca.
In primo luogo, perché trovo inverosimile che due perfette egoiste come le figlie che descrivi recedano dal loro pensiero sulla libertà di amare della propria madre solo per aver letto dei magnifici versi d'amore scritti dal pretendente in questione.
Ho lasciato immaginare al lettore le parole di Stefano, e che tu abbia immaginato irrimediabile l'egoismo di Valeria ci sta. Ma io non posso essere d'accordo, in primo luogo Sara non è così, lei lascia fare, non dimostra l'egoismo palesemente. 

Le parole di Stefano sono davvero determinanti, e se messe nero su bianco a volte anche i cuori più aridi possono sciogliersi. La comunicazione, il saper parlare a volte cambia lo svolgersi degli eventi.


Poeta Zaza wrote: Lei è già vecchia, se rinuncia all'amore facendo il calcolo che le conviene tenersi vicine le figlie per essere curata in vecchiaia. Perché questa è la tristezza sottintesa della tua storia (secondo il mio parere).
E questo sarebbe stato il mancato "lieto fine", fatto salvo l'intervento dei "versi" di lui che l'hanno salvata.
Ma l'egoismo delle figlie riaffiorerà alla prossima occasione di un libera iniziativa della madre (che cosa direbbe la gente... obietterebbero di nuovo le due
No, lei non è vecchia a sessanta anni. Che diavolo, non credo pensi alla convenienza di tenersi buone le figlie, questo non mi è passato nemmeno lontanamente in testa. La vecchiaia vera arriva un paio d'anni prima della morte. Mia madre ha novant'anni, ancora gira con le amiche, ha la sua parrucchiera che viene a casa, la donna che le fa le pulizie, una che le sistema i piedi... Se a sessant'anni si fosse considerata vecchia sarebbe già morta. 
A volte pensava di non acquistare abiti, o utensili ed elettrodomestici nuovi, perché tanto devo morire, diceva. 
Ma ha cambiato completamente approccio, adesso certi giorni sembra una ragazzina, nonostante gli acciacchi.

Io non credo nemmeno che l'egoismo delle figlie riaffiorerà, nella vita si fanno degli errori, si può anche sbagliare ma se impari ripari e vai avanti.
Hanno accettato Stefano, perché dovrebbero fare per forza qualcosa di simile in avvenire?
Do anche a intendere che Valeria si è separata da poco e che quell'evento l'ha cambiata, non sono così terribili alla fine le due figlie. 
Come dice Monica forse vogliono solo proteggere la loro bolla di perfetta sintonia familiare e non vogliono che nessuno la turbi.
Certo, se avessi avuto più caratteri...
Grazie, Mariangela per il commento così puntuale e approfondito, vado a ripassare la punteggiatura sbagliata, con molto piacere.

Re: Mio giovane amore

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Albascura wrote: No, lei non è vecchia a sessanta anni. Che diavolo, non credo pensi alla convenienza di tenersi buone le figlie, questo non mi è passato nemmeno lontanamente in testa. La vecchiaia vera arriva un paio d'anni prima della morte. Mia madre ha novant'anni, ancora gira con le amiche, ha la sua parrucchiera che viene a casa, la donna che le fa le pulizie, una che le sistema i piedi... Se a sessant'anni si fosse considerata vecchia sarebbe già morta. 
Certo che non si è vecchi a sessant'anni! E condivido a titolo personale tutte le tue osservazioni in merito.  :)
Ma il commento si fa al racconto o a quello che si pensa su un argomento?
Converrai con me che si fa al racconto, e a quello che l'Autore trasmette al lettore facendo muovere i suoi personaggi.
Quello che io ho "sentito" è quello che ti ho scritto. "Lei", quella che avrebbe respinto per le figlie un "vero" amore, "lei" è vecchia a sessantanni!  :si:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: Mio giovane amore

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Poeta Zaza wrote: Certo che non si è vecchi a sessant'anni! E condivido a titolo personale tutte le tue osservazioni in merito.  :)
Ma il commento si fa al racconto o a quello che si pensa su un argomento?
Converrai con me che si fa al racconto, e a quello che l'Autore trasmette al lettore facendo muovere i suoi personaggi.
Quello che io ho "sentito" è quello che ti ho scritto. "Lei", quella che avrebbe respinto per le figlie un "vero" amore, "lei" è vecchia a sessantanni! 
Posso solo dirti che il lettore deve sentire quello che immagina leggendo e che tu hai ragione.
Forse ho trasmesso, involontariamente, l'idea che lei si sente vecchia perché pensa di respingere un vero amore.
Posso anche dirti, però, che la descrivo come una donna che ha voglia di andare a ballare, di uscire con un uomo, anche di fare torte, ma è stata messa all'angolo, lei dice: 
Albascura wrote: Dovrò rinunciare alla vita e invecchiare in un attimo.
E non "sono vecchia e le mie figlie hanno ragione", afferma di essere vecchia quando lo racconta, più avanti, a Stefano, perché si sente costretta a lasciarlo. In realtà non avrebbe mai pensato di non meritare un nuovo amore per colpa della sua età, lo avrebbe accettato come un destino avverso.
Poi, se tu come lettrice hai sentito quello che mi hai descritto, io ne prendo atto, e farò i dovuti cambiamenti per renderlo ancora più chiaro. I nostri commenti servono a questo e ti ringrazio per la sincerità.

Re: Mio giovane amore

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@Albascura  <3

Un racconto di piacevolissima lettura, che a mio parere si discosta dal rosa per un motivo: l'amore non è descritto nel suo sbocciare.
Vi si narra di un amore maturo, già solido, tanto da resistere alle ostilità filiali. Mi sarebbe piaciuto leggere la lettera di Stefano: se non sono stucchevoli o ordinarie, le parole d'amore sono sempre belle, e altrettanto interessante è non temere di descrivere le emozioni. E tu sei capace di farlo. 
Qui di seguito qualche nota puntuale.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amLa pioggia battente sulle vetrate della sala da tè, è una triste melodia.
No virgola tra soggetto e verbo.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amnon te lo permetto, Valeria.—  Ho alzato un po’ la voce, i clienti si sono girati verso di noi, istintivamente abbasso il tono.
Qui e altrove ho notato difformità nell'uso del trattino lungo, usato per il dialogo. Qui sopra, ad esempio, il trattino di chiusura non ci vuole, perché la battuta è terminata; per coerenza con altri luoghi del testo, dove l'uso è corretto, sarebbe bene andare a capo.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amMamma ti prego…
Anche se nel parlato non facciamo pausa, nel testo scritto la virgola dopo "Mamma" ci vuole. 
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amdopo i sessanta anni?
Metterei l'apostrofo.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amTra poco è Natale che vuoi fare, passarlo sola con lui?
Anche qui sopra è necessaria un'interpunzione dopo "Natale". Opterei per i due punti.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 ammene vado
"Me ne" staccato.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amNovembre, mi sembra il mese più adatto
No virgola tra soggetto e verbo.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amLo vedo, è seduto, dandomi le spalle, sulla panchina del nostro primo incontro.
La costruzione è dura. Scriverei: "Lo vedo: è seduto sulla ... e mi dà le spalle".
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amNon ho voce ne parole 
"Né".
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amsi avvicina mi bacia la guancia
"Si avvicina, mi bacia...", oppure: "Si avvicina e mi bacia...".
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amcredi?—  Alzo il viso.
Qui vi sono due possibilità di intervento: o mantieni la frase "Alzò il viso (accento)" così com'è, togli il trattino lungo e vai a capo, oppure aggiungi alla frase un sintagma di legamento ("disse alzando il viso"); solo così puoi lasciare il trattino e proseguire sul rigo.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amQuesto novembre è pieno di sorprese sai? Ho visto una cosa bellissima vicino allo stagno.
Virgola dopo "sorprese".
Eccellente il cambio di prospettiva che Stefano offre alla donna. In queste raffinatezze si misura il talento nella scrittura, a mio parere.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amho pensato: Che meraviglia
Minuscolo.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 am— cos’è?
Maiuscolo.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amLa lotta, naturalmente, la ribellione
Manca Il trattino di dialogo. Attenzione a lasciare sempre uno spazio prima e dopo di esso.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amloro sono la mia vita, tu, sei la mia vita.
Dunque: in rari casi, si chiude un occhio sulla virgola nella posizione scorretta in cui si trova quella dopo "tu". 
Questo, a mio parere, è uno di quei casi. Per rafforzare il parallelismo che istituisci e dare eleganza alla frase, dimostrando inoltre che la scrittura, come la punteggiatura, è sotto sorveglianza, sostituirei la virgola dopo "vita" col punto e virgola; interpunzione di solito mortificata, ma a mio avviso dal pondus eccezionale.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 am— Cosa? — Mi giro in direzione  della pista di pattinaggio
A capo, senza trattino. Oppure puoi proseguire sul rigo lasciando il trattino inserendo un sintagma di legamento ("dico girandomi...").
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amSi, certo,
Anche poco sopra, "sì" accentato.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amÈ questo che fanno le nonne. —  Mi alzo,
Accapo, senza trattino. 
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amadoro ascoltarti
Punto fermo.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amPiove, Novembre 
Per i nomi dei mesi va bene il minuscolo.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 am— Buona sera amori miei, — mi siedo anch’io, — come stanno i ragazzi?
Come sopra in altre occorrenze, anche qui servirebbe un sintagma di legamento: "dico sedendomi anch'io".
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amSara tuo marito è tornato dal suo viaggio?
Virgola dopo "Sara".
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 ammi ha chiesto di salutarvi. — 
Il sollievo di Valeria è così palese
Il trattino finale non è necessario.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 am— Finalmente! Ora tutto tornerà come prima.— La sua enfasi mi ferisce, ma non mi lascio abbattere.
Allo stesso modo, qui si va accapo senza trattino.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 ame io non so chi sarò da domani, anche tu, Valeria
La punteggiatura segue troppo il parlato: punto fermo dopo "domani".
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amapre il foglio.... 
Mai più di tre puntini di sospensione.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amAndrea, Il più grande dei miei nipoti suona la chitarra,
"il" minuscolo; dopo "nipoti" virgola.
Albascura wrote: Fri Jun 14, 2024 12:06 amvogliono fare l’avvelenata, per far arrabbiare Veleria.
Sostituirei "fare"; in maiuscolo la prima lettera della canzone.

Grazie per la lettura e un caro saluto.
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [Lab 14] Mio giovane amore

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Ciao @Albascura, ripenso alle le tue remore iniziali e poi al coraggio di metterti comunque in gioco. Questo da solo basterebbe a dirti brava.
Il racconto però non mi ha convinto. I dialoghi, soprattutto, che ho trovato artificiosi.
La poveretta corre dal suo amato con l'anima in pezzi, lacerata dal conflitto tra amore materno e voglia di vivere. Una cosa tosta, fatta di quotidiane concretezze. Ora, in quella situazione, un uomo che mi dicesse:
Albascura wrote: Quale meraviglia è la tua immagine, un unico respiro o il colore delle ali di una libellula? Quale meraviglia è ogni attimo che abbiamo avuto, non credi?
più che alleggerirmi il cuore, mi farebbe sospettare che è innamorato sì, ma di se stesso, delle sue capacità di usare le parole in senso manipolatorio, cosa che per altro ammette:
Albascura wrote: Ho lavorato con le parole per tutta la mia vita, conosco ogni sfumatura, il colore e il tono di ogni parola che possiamo elaborare attorcigliando l’aria nella nostra bocca. Conosco il modo in cui si possono usare le frasi per comunicare e quello per suscitare emozioni con un singolo verso. 
Segue una lezione di vita sul valore della lotta e della ribellione a difesa del desiderio. Ma poi la lascia sola a vedersela con le figlie, limitando il suo contributo all'invio  dell'ennesimo frutto della sua arte. E questo continuerà a fare, dato che manco a Natale si degna di apparire.
Insomma, al netto delle atmosfere che fanno da cornice, così delicatamente percepite da Aurora, lei sì animo sensibile (e tu brava a raccontarcele)
alla fine, mi è sembrata la storia di un amore tossico e, che ti devo dire? le figlie un po' le capisco  :s
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... ataccia-2/
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
https://www.facebook.com/profile.php?id=100063556664392
https://emanuelasommi.wixsite.com/manu

Re: [Lab 14] Mio giovane amore

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Ciao @Albascura :) piaciuto molto. Stefano emerge come il protagonista assoluto, è il personaggio più approfondito e quello che mette in moto e risolve la trama. Gli altri personaggi non fanno altro che subire passivamente. Ha un certo caratterino, per come parla suona insopportabile, e lo dico con la consapevolezza che io parlo esattamente allo stesso modo :asd:
Ho apprezzato la scelta di non mostrare i versi che ha scritto. In questo modo, il lettore può immaginarsi che siano tanto belli e toccanti quanto la reazione degli altri personaggi sottintende, senza dover toccare effettivamente queste incredibili vette di poesia. D'altronde, quando i personaggi in una storia riconoscono esplicitamente il talento di un altro personaggio, lo scrittore deve saperlo gestire in maniera credibile (motivo per cui è così difficile creare personaggi "geniali" senza far risultare tutti gli altri personaggi nella storia dei completi idioti). Tu hai fatto una scelta molto saggia. La trama è credibile e toccante e tocca temi importanti. Grande :)

Re: [Lab 14] Mio giovane amore

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Ciao @Albascura

Non sono molto capace di commentare racconti che parlano di sentimenti così profondi, ci provo.
Parlando per esperienze personali trovo che sia difficile colmare il vuoto di una persona amata con un'altra. Difficile ma non impossibile, certo.
È molto naturale che Aurora dopo la scomparsa di suo marito voglia continuare la sua vita con un altro uomo, indipendentemente da quello che pensano le figlie e la gente che non possono, non devono essere delle barriere. Della gente uno ci pensa tanto quanto, ma in genere i figli non sono favorevoli a rimpiazzare un genitore con un altro. Anche questo credo sia naturale e come tutte le cose naturali si può superare, sublimare, per quanto non ne sia convinto; prima o poi scoppia un conflitto, come accade anche nel tuo racconto.
Se Aurora avesse potuto continuare la sua relazione con Stefano come si sarebbe rapportata con se stessa, con il ricordo del marito? Un marito che ha amato, rispettato, con il quale era felice. Ho sempre trovato che un’unione felice di decenni fra coniugi, alla scomparsa di uno dei due non sia semplice da sostituire praticamente il giorno dopo. Denota una possibilità di scelta che covava allora sotto la cenere, sempre in itinere, che stride con i sentimenti, ma è una mia opinione personale che va a inficiare sulla storia, che di per se va avanti bene e normale, come va la vita in fondo.
Alla fine Aurora rinuncerà al suo nuovo amore e io credo che da una parte abbia sbagliato, ma da un’altra parte invece no.
Gli amori non sono tanti nella vita, non vanno e vengono, non cambiano come le stagioni, almeno per la gente normale intendo, non per i vip.
L’amore è uno e per sempre. È normale che rimanendo soli si abbia paura, si senta un vuoto, si desideri un’altra compagnia. È istintivo, ma l’istinto si supera, rimane una speranza a tenere compagnia.
Ma sarebbe un discorso che andrebbe oltre.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab 14] Mio giovane amore

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Albascura wrote: Stai infangando la memoria di nostro padre, mamma!
Le parole di Valeria mi lacerano. La pioggia battente sulle vetrate della sala da tè, è una triste melodia.
Non dovrei dare spiegazioni a mia figlia, ma lei sta zitta, sorseggia il suo tè e aspetta… 
Ripenso al mio ragazzo. Com’era bello il giorno del nostro matrimonio, e quanto lo amavo! Non le dovrei nessuna spiegazione e, invece, le mie parole le arrivano inaspettate.
— Non ti permetto di mettere in dubbio il mio rispetto verso la memoria di mio marito, non te lo permetto, Valeria.—  Ho alzato un po’ la voce, i clienti si sono girati verso di noi, istintivamente abbasso il tono.
— Io amavo tuo padre, e tu dovresti saperlo.
Mi guarda come se non mi riconoscesse. Poi si alza, sbatte il tovagliolo sul tavolino.
— Devi essere diventata pazza, ti vesti come una pazza, vai in giro con quel barbone, tutto il paese ci ride dietro. Alla tua età… Ma non hai vergogna?
In realtà, la sua reazione mi sta facendo vergognare.
— Siediti! — le ordino. Stranamente lei obbedisce, posa la sua mano liscia sulla pelle della mia, ruvida e macchiata. 
— Mamma ti prego…
Non le permetto di continuare, interrompo la sua ennesima predica.
— Stefano, oltre a essere un poeta affermato, è un uomo colto, simpatico e mi vuole bene. C’è forse qualcuno che vieta questo sentimento dopo i sessanta anni?— 
— Io non ti riconosco più, ho parlato anche con Sara, tu non vedrai più quella persona, noi abbiamo bisogno di te, non lo vogliamo in famiglia, Ma te lo immagini? Tra poco è Natale che vuoi fare, passarlo sola con lui? Perché noi non abbiamo nessuna intenzione di…
— Basta! Non dire un parola di più, ora basta. Adesso voglio restare da sola, per favore… Vai via.
— Va bene, mene vado, ma ne riparleremo.
Ha smesso di piovere. Sulle vetrate appaiono merletti di raggi di sole. Avverto la fine di qualcosa che non si può catturare, come quando la sera il tramonto s’inghiotte la luce di botto. Dovrò rinunciare alla vita e invecchiare in un attimo.
    
    Mi sorprende l'avversione delle figlie verso questo nuovo compagno. Non mi sembra giustificabile a meno che ci fosse un intento di circuire la loro mamma, (mi vengono in mente questioni di soldi) ma non mi sembra milionaria, almeno così è la sensazione. La figlia lo chiama barbone e questo è un aggettivo poco rispettoso anche nei confronti della mamma, dei sentimenti che prova. Si fanno influenzare dalle voci degli altri e probabilmente questo denota poca sicurezza in se stesse.Oppure vogliono proteggerla perché non sentono affinità tra i due. Le figlie mi sembrano grandi e non credo che abbiano ancora bisogno della mamma, piuttosto il contrario. AlbascuraSai cosa conta davvero? Non quello che ci dicono gli altri, no, ma ciò che ci spinge dritti verso la meta, e sai cos’è? — cos’è? La lotta, naturalmente, la ribellione, la nostra innata voglia di vita che ci spinge verso quello che desideriamo, fino a quando continuiamo a desideralo più intensamente che possiamo. Vuoi continuare a vedermi? Vuoi prendere un gelato, vuoi ballare, vedere i tuoi nipoti, le tue figlie? — Si, certo, come puoi dubitarne, loro sono la mia vita, tu, sei la mia vita. —Aurora, non dubitare mai della tua forza di volontà, puoi avere ancora tutto, puoi averlo finché la meraviglia di un unico respiro è dentro di te, non abbiamo tempo da sprecare dietro ai pettegolezzi noi due, non credi? — Abbiamo la stessa età, ma sembra che tu ne abbia dieci meno di me. Mia figlia mia ha dato della pazza. Guardami, Stefano! Sono vecchia, ha ragione lei, dovrei stare a casa a preparare torte e lasagne. È questo che fanno le nonne. —  Mi alzo, voglio andarmene. La mia determinazione sta vacillando. — Sai, Aurora, credo di non averti mai detto una cosa molto importante del mio lavoro. Siedi ancora un po’ qui vicino a me, ti prego. Lo guardo sconsolata, è proprio un uomo fuori dal comune, la sua serenità mi avvolge: mi siedo di nuovo accanto a lui, mi lascio abbracciare. — Dimmi del tuo lavoro, ti prego, adoro ascoltarti — Mio giovane nuovo amore, tu non puoi lasciarmi. Ho lavorato con le parole per tutta la mia vita, conosco ogni sfumatura, il colore e il tono di ogni parola che possiamo elaborare attorcigliando l’aria nella nostra bocca. Conosco il modo in cui si possono usare le frasi per comunicare e quello per suscitare emozioni con un singolo verso. Questa parte dialogica mi sembra un po' artificiosa. Lui si presenta in modo abbastanza fastidioso, molto sicuro di sé
Albascura wrote: — Cosa devo fare allora!— Lo imploro, — io voglio continuare a vederti, devo forse rinunciare al loro bene in nome del nostro sentimento?
— No, questo mai! Non saresti per loro la stessa se tu rinunciassi alla tua libertà, non saresti la stessa nemmeno per me se rinunciassi alla tua famiglia. Le tue ragazze hanno bisogno di parole che le facciano risuonare con il nostro amore.
Vediamoci di nuovo qui domani alla stessa ora. Fidati di me, domani ti darò le parole di cui hanno bisogno.
Mamma che fastidio! Se è voluta sei stata bravissima a trasmettere questa emozione.
Albascura wrote: — Non credo tesoro, io non potrò mai più essere quella di prima, Vostro padre è morto e io sono cambiata per sopravvivere, Stefano è partito e io cambierò ancora. Gli eventi della vita ci trasformano e io non so chi sarò da domani, anche tu, Valeria, dopo la separazione sei diventa un’altra persona, tu riesci a dire come sarai tra un mese? Tra un anno?
Ora esce fuori un po' di auto determinazione!
Albascura wrote: Sotto l’albero di Natale i colori metallici della carta da regalo brillano, Andrea, Il più grande dei miei nipoti suona la chitarra, accenna gli accordi di Farewell, sua sorella e sua cugina cantano e ridacchiano, vogliono fare l’avvelenata, per far arrabbiare Veleria.
Se la nonna ha sessant'anni penso che i nipoti facciano fatica a superare i dieci. Se fossimo a fine anni settanta, l'avvelenata poteva anche starci come ascolto, ameno a me è capitato. Ma oggi...

A proposito, lunedì era in piazza a Bologna, sono di quelle parti , ma purtroppo non ce l'ho fatta.
@Albascura  Trasmetti molto bene le sensazioni dei personaggi che descrivi, in modo tangibile. Però la storia mi ha trasmesso una gran malinconia e poco romanticismo, anche nel finale. Questo è il mio sentimento soggettivo. Sicuramente fa pensare e non lascia indifferenti. Questo è senza dubbio un gran pregio, non facile da riscontrare sempre.
Alla prossima

Re: [Lab 14] Mio giovane amore

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Ciao @Albascura,

del tuo racconto mi è piaciuta molto la scelta tematica, che trovo di fondamentale importanza: anche ad una certa età è giusto vivere la vita pienamente. Non a caso, io credo, hai affidato questo messaggio ad una madre, ruolo che forse più di qualunque altro implica abnegazione e sacrificio di sé. O almeno così ci viene insegnato... Ma è davvero giusto?
Nonostante il mio grande apprezzamento per il messaggio, però, trovo che ci sia margine di miglioramento su come veicolarlo. 
Innanzitutto, a livello stilistico, ho notato una certa rigidità dei dialoghi. Tendi a mettere in fila molte frasi separandole con la virgola, ma questo toglie alcune sfumature di espressività. Credo che un utilizzo più ampio di tutta la punteggiatura aiuterebbe.
A livello contenutistico, inoltre, i personaggi risultano poco caratterizzati nel complesso, soprattutto le figlie. La loro ostilità nei confronti di Stefano sembra fin troppo esasperata, senza una motivazione di portata appropriata a scatenare questi sentimenti. Che impatto ha avuto sulle loro vite il gossip sulla nuova relazione della madre? Hanno rimpianti particolari verso l'ormai defunto padre, che impediscono loro di lasciarlo andare, anche se ormai sono adulte? Sono domande che potrebbero fornire una risposta più convincente. In più entrambe le figlie, pur avendo posizioni molto diverse (l'una molto più in disaccordo rispetto all'altra, decisamente più calma) reagiscono esattamente allo stesso modo alle parole di Stefano. Com'è possibile?
Lo stesso personaggio di Stefano, sicuramente ben caratterizzato come abile paroliere, prende fin troppo il sopravvento rispetto a colei che dovrebbe essere la protagonista e che, invece, sembra subire passivamente sia l'astio della primogenita, sia i giri di parole del nuovo compagno. Eppure dovrebbe essere lei a prendere in mano la situazione, a rivendicare, dopo il conflitto interiore, la legittimità del suo nuovo amore. Tra l'altro, è legittimo pensare che le figlie (soprattutto Valeria) sarebbero state decisamente più ben disposte nei suoi confronti, rispetto che verso Stefano, verso cui avevano un forte pregiudizio. 
Queste sono le perplessità che ho avuto, ma credo che, dando una risposta a queste domande, il racconto possa esprimere pienamente un sentimento bellissimo: la voglia non solo di amare, ma di vivere, anche dopo la giovinezza, nonostante le limitazioni imposte da norme sociali decisamente discutibili.

 A rileggerci!

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