[CN23-2] La tombola e le magnolie

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Genere Horror
Seguito del racconto di @ITG viewtopic.php?p=57665#p57665




Resta lì. Ad aspettare, l'odore di bruciato invade la casa.
Sa che deve aspettare, ma qualcosa gli sfugge; torna una volata di pensieri a distoglierlo dalla realtà.


Il tonfo di una porta che sbatte al piano di sopra o almeno gli sembra di averlo sentito. Oppure è solo un ricordo di quelli che chiamano deja vous?
Non è la prima volta che gli capita di bruciare qualcosa sui fornelli; va  in cucina, la cena è rovinata.
Mette un coperchio sulla padella e spegne il fornello, Lucia sarà molto arrabbiata.
Torna nella sala da pranzo: la fiamma della stufa langue, la temperatura è scesa, ha i brividi. 
Se fosse primavera, pensa, sarebbe tutto diverso?
Si avvicina alla finestra, controlla il viale: la neve sotto le magnolie è intatta, scruta nel buio oltre i riflessi delle luci di Natale, pensa a suo figlio lontano, al suo cappotto e al suo mazzo di chiavi. Ce la farà ad arrivare in tempo?
Forse dovrebbe uscire di nuovo, aspettare fuori, forse dovrebbe fare qualcosa per calmare Lucia ma non sa cosa fare; ormai la cena della Vigilia è compromessa. 
Osserva il pavimento lucido, gli sembra di vedere qualcosa, un luccichio tra il muro e il frigorifero; non è possibile, ha pulito quel punto decine di volte.
Torna a sedersi sul divano, prende il plaid sul bracciolo e lo stende sulle ginocchia. 
Sì, ci vorrebbe un miracolo stanotte, guarda il soffitto mentre lo pensa.


La collana, l’avevano comprata a Roma, molti anni prima.  A lui non piaceva il rumore che facevano le perle e lei aveva preso l’abitudine, anche se non serviva a molto, di indossarla con l’estremità lunga infilata in una piccola tasca sul golfino di lana,” lo faceva anche Coco,” diceva con orgoglio.
Era fissata, le piaceva ostentare il suo stile, che a suo dire, era molto simile a quello della famosa stilista, cosa che secondo lui non rispondeva a verità nemmeno lontanamente. Quel rumore e il suo modo di sfoggiare gli oggetti, lo facevano infuriare.
Avrebbe voluto farla a pezzi quella collana, più di una volta ci era andato vicino.
A ogni Vigilia lei girava per tutta la casa sferragliando con quella cosa attaccata al collo. 
Poi però sapeva come farsi perdonare: piegava i tovaglioli ad alberello di Natale, accendeva le candele, e metteva ramoscelli finti sulla tavola.
Non che lui odi gli addobbi natalizi, anzi, anche lui fa la sua parte, le luminarie esterne toccano a lui ogni anno. 


Il tonfo di una porta che sbatte al piano di sopra, oppure era una finestra?  
L’odore di bruciato e il fumo hanno impregnato tutta la casa, Lucia non lo sopporta, adesso farà gelare tutta la casa. 
Si alza, la stufa è quasi spenta, mette altro pallet, poi si gira di spalle con le mani dietro la schiena per assorbire il calore ma non avverte nessun tepore. 
Controlla la tavola apparecchiata, è perfetta, come piace a lei. Lui non sopporta tutti quei fronzoli. 
L’uomo si chiede di nuovo se suo figlio ce la farà ad arrivare in tempo per la cena: la cena che ormai non c’è più e comincia ad avere paura di non farcela lui stesso. 
Dal piano sopra arrivano rumori dal bagno; Lucia strascica le ciabatte, sposta e trascina qualcosa, non resta che aspettare che finisca, ora ricorda cosa deve attendere.
Va di nuovo alla finestra, controlla il viale, la neve sotto le magnolie è intatta, il buio oltre il bagliore intermittente non rivela nessuna ombra. Torna a sedere sul divano, guarda il soffitto e gli sembra di vederla: Lucia che cerca disperata le perle sparse sul pavimento, che cerca di rimettere insieme il suo amato gioiello, il filo e la chiusura appoggiati sul copriletto mentre il puzzo di bruciato le fa bruciare gli occhi.


Vorrebbe che suo figlio fosse lì, che sapesse, ma adesso che ricorda cosa dovrebbe dire al suo ragazzo, ritorna un turbine di pensieri che lo porta via. 


La collana non si era spezzata subito, aveva dovuto tirare forte, molto forte. A ripensarci, non saprebbe nemmeno dire se aveva ceduto prima il collo di Lucia o il filo che teneva insieme le perle e la chincaglieria metallica.
Il nylon gli era  rimasto impigliato tra le dita ferite in più punti. Le perle sparse dappertutto rimbalzavano sui gradini di marmo della scala. 
Non che odi gli eccessi, l’uomo, no, ma le candele sulla tavola però si, sono un eccesso, come quelle perle rumorose, un eccesso da fanatici. 
Lui aveva tentato di recuperarle tutta la notte, dopo che suo figlio se ne era andato a cercare sua madre, quelle maledette perle erano sparse in tutte le stanze. 
Ci ha provato, ma lo sa che alcune possono essergli sfuggite e ora saranno nascoste in piccoli pertugi dietro le gambe dei mobili. Adesso si ricorda perché deve aspettare…


Il tonfo di qualcosa che sbatte al piano di sopra lo riscuote.
Si, di sicuro è la finestra che sbatte, guarda il soffitto e il pensiero di suo figlio lo trafigge.
Ce la farà ad arrivare in tempo stavolta? Fa sempre tardi, ogni anno, anche l’anno scorso è arrivato tardi. Non ha fatto in tempo.“ Lei se n'è andata senza aspettarti, senza salutarti.” Aveva detto così a suo figlio.
Ora il rumore viene dal pianerottolo, sua moglie sta scendendo, non ha messo la collana nella tasca sul golfino, il tintinnio della bigiotteria gli sta perforando i timpani, tiene i palmi sulle orecchie; Lucia andrà in cucina e vedrà il disastro. Deve alzarsi, deve riscaldare la stanza, sa che deve farlo, ma prima, per l’ennesima volta va alla finestra, la neve sotto le magnolie è intatta, il buio oltre il riflesso è sempre più fitto. Se fosse accaduto in aprile… Se Gesù fosse nato in primavera tutti avrebbero visto la terra smossa sotto le magnolie e lui non avrebbe aspettato così tanto.


Va alla stufa, mette altro pallet e torna a sedersi sul divano.
Dalla cucina arrivano rumori di stoviglie, le ante degli armadietti sbattono, può immaginare la violenza dal fracasso dei cocci che vanno in frantumi.
La fiamma nella stufa arde ma nella stanza c’è un freddo intenso che gli fa battere i denti… Deve smettere di tremare, Deve alzarsi. 
Il fiato si condensa e gli offusca la vista. Stringe le palpebre e tra la nebbia all’orlo degli occhi immagina Lucia china sul pavimento della cucina, vede il suo sguardo disperato mentre cerca le perle che le mancano. La vede scrutare in ogni angolo, sotto ogni mobile. 
L’uomo non riesce a smettere di tremare. 
Un silenzio improvviso lo paralizza. Non trema più. Aspetta… Come il vento, il volto di lei, deformato dal fumo e dall'umidità dei suoi occhi, è sopra il suo. Una forza misteriosa lo costringe, non riesce ad alzarsi, spalanca gli occhi, vorrebbe chiedere pietà ma non può muovere un muscolo.
Spettatore inerte ascolta il clangore assordante della collana, la vede calare sul suo viso, la sente scivolare sulle guance, poi sul collo, è pesante, il dolore è intollerabile, la gola gli brucia: il fiato non arriva a soddisfare i polmoni.


Un attimo prima che la porta d’ingresso si spalanchi e lasci a suo figlio il tempo per trovarlo in preda all’incubo, Il filo di nylon cede prima del suo collo.
— Papà! Che succede, cos’hai. 
L’uomo non riesce a parlare, suo figlio va a spalancare le finestre per far uscire il fumo, prende dell’acqua dalla brocca sulla tavola e porge il bicchiere a suo padre che sta cominciando a respirare di nuovo. Si inginocchia un momento davanti all’uomo che a fatica sta tornando in se, poi corre in cucina, spegne il fornello e apre la finestra. 
La corrente d’aria disperde l’odore e il fumo, il ragazzo respira avido il fresco che lo fa rabbrividire. Questa casa non ha più un senso, pensa, nemmeno i ricordi di quando ero bambino basteranno a cancellare l’odore acre che si respira qui dentro. 


— Ti sei addormentato col fornello acceso, vero? Papà, dovevi venire tu da me, da quando la mamma è…non vive più qui, tu non sei più lo stesso.
Suo padre alza la mano, la agita nell’aria, nega, ostenta  indifferenza alle preoccupazioni del ragazzo.
— No, non preoccuparti, figliolo, io sto bene, ho soltanto il sonno pesante, starò più attento.
— Ma almeno oggi! — Replica il figlio. — Perché festeggiare proprio qui! Come se il giorno della Vigilia dell’anno scorso non fosse accaduto nulla, perché far finta che niente sia successo… Non capisco.
— Io… Non lo so, quello che so è che mi sembrava giusto aspettarla, sentivo che sarebbe tornata oggi. Devo dirti che…


Il rumore di una finestra che sbatte al piano di sopra, interrompe la conversazione.
— Hai lasciato le finestre aperte di sopra? Si gela qui dentro. Vado a controllare. 
— Si certo vai, vai a chiudere, mi sembrava di averlo fatto…
Mentre il figlio sale al piano di sopra, l’uomo va in cucina, a parte la padella bruciata è tutto in perfetto ordine.
Torna nella sala, regola il termostato della stufa e aggiunge pallet. Si gira di schiena alla fonte di calore e osserva la tavola, è perfetta, eccessiva, è tutto come piaceva a lei.
— Papà! Vieni presto!
La voce del figlio arriva come  una richiesta d’aiuto, le sue ossa non riescono nemmeno a simulare l’agilità che vorrebbe avere mentre sale le scale.
Sul pianerottolo vede il suo ragazzo in piedi sulla porta della camera da letto, sembra ipnotizzato. L’uomo si avvicina alle spalle del ragazzo.
— Cosa c’è, mi hai spaventato. Il tono tradisce la sua ansia. Sbircia nella stanza, e poi guarda suo figlio 
— la mamma andò via la sera della Vigilia senza aspettarmi, se ne andò dopo che si era preparata per la cena e come sempre aveva indossato anche la sua collana? È questo che mi hai detto, vero?
— È la verità, è quello che è successo.
— Guarda!  Con un gesto del mento gli Indica il letto e si fa da parte per lasciarlo entrare: sul copriletto color salvia è adagiata la collana di sua moglie, integra e lucida. 


La finestra è spalancata, l’uomo senza parlare si avvicina, guarda la neve sotto la magnolia, vicino alla terra smossa lo vede a tratti secondo i capricci delle luci intermittenti: il corpo di Lucia giace di fianco alla fossa, avverte l’accusa nei suoi occhi spalancati.
Deve chiuderli, scavalca il parapetto. Il tonfo sottile che produce il suo corpo nella neve intatta, gli sembra irreale. E una volata di pensieri se lo porta via.



  
   

Re: [CN23-2] La tombola e le magnolie

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Albascura ha scritto: sab gen 06, 2024 11:54 pmdeja vous?
déjà vu
Albascura ha scritto: sab gen 06, 2024 11:54 pmpallet
pellet
Albascura ha scritto: sab gen 06, 2024 11:54 pmSi, di sicuro
Sì, 

Ciao @Albascura

Hai mantenuto l’atmosfera lenta e “scura” del testo originale di cui questo sembra una prosecuzione plausibile. Più thriller che horror, nell’horror ci dovrebbe essere l’elemento soprannaturale che qui non trovo. 
Una storia che culmina col suicidio, la visione della moglie uccisa sembra un riflesso della coscienza sporca dell’uomo che forse nutre del rimorso. 
Albascura ha scritto: sab gen 06, 2024 11:54 pmtonfo di una porta che sbatte al piano di sopra, oppure era una finestra?  
L’odore di bruciato e il fumo hanno impregnato tutta la casa, Lucia non lo sopporta, adesso farà gelare tutta la casa. 
Si alza, la stufa è quasi spenta, mette altro pallet, poi si gira di spalle con le mani dietro la schiena per assorbire il calore ma non avverte nessun tepore. 
Controlla la tavola apparecchiata, è perfetta, come piace a lei. Lui non sopporta tutti quei fronzoli. 
L’uomo si chiede di nuovo se suo figlio ce la farà ad arrivare in tempo per la cena: la cena che ormai non c’è più e comincia ad avere paura di non farcela lui stesso. 
Dal piano sopra arrivano rumori dal bagno; Lucia strascica le ciabatte, sposta e trascina qualcosa, non resta che aspettare che finisca, ora ricorda cosa deve attendere.
Questo punto mi ha fatto tornare indietro diverse volte per rileggerlo perché fino a quel momento il narratore era focalizzato sull’uomo. Qui, se non ho preso un granchio, sembra focalizzato su Lucia (forse è il fantasma di lei che si aggira al piano superiore?)  Oppure è il tempo presente che mi confonde. (Come piaceva a lei). 

Non si comprende che cosa abbia scatenato l’omicidio. Non può essere solo una collana di perle che tintinna. O forse lui è solo impazzito…

Al netto di queste mie riflessioni a caldo, mi piace il modo in cui hai mantenuto l’atmosfera e il ritmo del racconto avuto in dono.  :sss:

Re: [CN23-2] La tombola e le magnolie

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@Monica ha scritto: dom gen 07, 2024 7:28 amQuesto punto mi ha fatto tornare indietro diverse volte per rileggerlo perché fino a quel momento il narratore era focalizzato sull’uomo. Qui, se non ho preso un granchio, sembra focalizzato su Lucia (forse è il fantasma di lei che si aggira al piano superiore?)  Oppure è il tempo presente che mi confonde. (Come piaceva a lei). 
È vero, Monica da questo punto il passato e il presente si mischiano. Tutta la parte scritta in corsivo, infatti,  non è altro che uno strano sogno, è prigioniero in uno stato
Mette continuamente pellet nella stufa, controlla il viale e la neve sotto le magnolie, sente di continuo quel tonfo che sembra una porta che sbatte ma non va a controllare, i ricordi si accavallano a eventi che non stanno accadendo davvero. Lui è ancora dove l'ha lasciato @ITG.
Quello che accade nel mio racconto, l'incubo, dura pochi minuti, poi arriva il figlio, si sveglia e si rende conto che nulla è accaduto nella realtà, tranne che ha bruciato le vongole e ammazzato davvero la moglie un anno prima.
L'elemento soprannaturale doveva essere proprio la natura dell'incubo, e la collana ritrovata sul letto.
Ma hai ragione, forse non bastava scriverlo in corsivo per far capire che il protagonista sta vivendo sospeso tra realtà e sogno.
Lui vuole alzarsi, fare qualcosa ma ormai lo spirito di sua moglie aleggia nell'aria, deve vendicarsi e rivuole le sue perle.
@Monica ha scritto: dom gen 07, 2024 7:28 amNon si comprende che cosa abbia scatenato l’omicidio. Non può essere solo una collana di perle che tintinna. O forse lui è solo impazzito…
Bene non sta di sicuro, l'omicidio per futili motivi è uno di quelli che ci stupiscono e ci lasciano a bocca aperta anche nella realtà, ma accade, purtroppo accade eccome.

Re: [CN23-2] La tombola e le magnolie

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Ciao @Albascura

Non ci ho visto molto horror ma una certa tensione sì, un disturbo, un disadattamento dell’uomo. Questo risalta.
Molto efficace quel particolare della moglie che ama indossare la collana come Coco, direi una pretenziosità innocua e commovente in Lucia, un qualcosa che ne delinea una parte del carattere.
In quanto ai pensieri dell’uomo avrei approfondito i motivi della sua irritazione per piccoli particolari come il rumore di quella collana al collo della moglie. Non mi pare un motivo sufficiente a spiegare le sue azioni, la sua violenza. Certamente la collana è la goccia che fa traboccare il vaso, ci vorrebbe qualche informazione in più sulle motivazioni, sul vissuto dell’uomo.
Credo che sia difficile strangolare qualcuno con una collana di perle dal filo di naylon, penso che si spezzerebbe stringendolo al collo, non resisterebbe il tanto di schiacciare la trachea e impedire la respirazione.
L’intervento del figlio di quest’uomo, seppure molto plausibile, l’ho trovato però un po’ inopportuno alla linearità, all’introspezione della storia e della follia del padre che aveva già da combattere con la sua coscienza senza affrontare le domande del figlio, domande delle quali il padre conosceva la risposta. Magari non le conosceva il lettore, ecco allora che interviene il figlio a spiegare
Albascura ha scritto: sab gen 06, 2024 11:54 pmla mamma andò via la sera della Vigilia senza aspettarmi, se ne andò dopo che si era preparata per la cena e come sempre aveva indossato anche la sua collana? È questo che mi hai detto, vero?
Trovo questa frase troppo “spiegata” a beneficio del lettore, come dicevo prima, che queste informazioni potrebbe comunque conoscerle indirettamente, tramite l’introspezione del padre.
Il finale con il ritrovamento della collana intatta sul letto equivale a un atto di accusa per l’uomo, una trovata che colpisce. Alla fine quest’uomo si lancerà dalla finestra, richiamato dallo sguardo di Lucia, sepolta sotto la magnolia. Presumo che questo peso aggiunto al fatto che ora il figlio abbia scoperto la verità sulla scomparsa della madre abbia contribuito a questa decisione.
Un seguito particolare alla storia di @ITG più tendente al paranormale, a una sorta di cupa e a tratti consapevole comprensione del proprio delitto e rifiuto di proseguire a vivere con questo peso.
Ben scritto.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CN23-2] La tombola e le magnolie

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Ciao @Albascura,
quello che mi ha colpito di questo racconto è il fatto che sono arrivata in fondo completamente senza fiato, ma non per le virgole eh, ma per la tua capacità di creare suspence. Io quel signore lì, paranoico, ossessionato e ossessivo me lo sono proprio immaginata. L'ho visto in quella casa, con la tavola imbandita, la finestra, la stufa a pellet... per cui brava, ben scritto.

E poi:
Albascura ha scritto: sab gen 06, 2024 11:54 pmE una volata di pensieri se lo porta via.
Anche io ho inteso: una folata, ma sono tornata a rileggere più e più volte e volata ci sta proprio bene.
Una volata di pensieri... come nel ciclismo.  ;)
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.
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