[MI 178] L'esproprio

1
Traccia n° 3:  "Non è così che doveva andare".


― Come sta mamma?
― Non molto bene Ignazio. Ma sarà contenta di vederti.
Ignazio annuì, mentre zia Filomena lo guardava con intensità. Era invecchiata dall’ultima volta che l’aveva vista.
― Pensava che saresti arrivato prima.
― Non ho potuto, avevo problemi e poi non pensavo che stava male. Mi avevi detto dell’esproprio, ma sono cose d’ufficio che vanno per le lunghe… Non pensavo che sarebbe stata male.
― La dottoressa è venuta e ha detto che sarebbe bene se andasse all’ospedale, l’assistono meglio. Le ho detto che faccio tutto io per mia sorella, ma non mi ha risposto.
― Ti ringrazio zia. Se non era per te… E ci credo che non vuole ricoverarsi. Ogni volta che abbiamo mandato qualcuno in ospedale è morto. La dottoressa l’ha visitata? Cos’ha detto?
Non l’ha neanche toccata. Ha solo scritto…
― Non dirmi niente. Vado su.
Ignazio salì al piano di sopra, entrò in camera da letto fingendo di chiacchierare amabilmente prima di entrare, in modo che sua madre lo sentisse da lontano e non si spaventasse.
La trovò sotto le coperte, le braccia magre fuori, i capelli grigi scompigliati sopra due cuscini candidi, lo sguardo verso la luce che entrava dalla porta del balconcino. Ebbe un lampo di felicità nel vederlo, a Ignazio venne un groppo alla gola e l’abbracciò. Ma da quanto mancava?
― Non sono potuto venire prima. Perdonami.
― Lo so, lo so. Non preoccuparti. Sei molto impegnato con il lavoro e poi la famiglia, lo so. Come stanno Vincenzo e Gabriella?
Chiedeva sempre dei bambini, non nominava mai Vanessa, sua moglie. Non correva buon sangue fra di loro da sempre. I primi anni, quando venivano più spesso con i bambini piccoli sua madre insisteva sempre perché glieli lasciassero mentre loro uscivano la sera, dopo il mare, ma Vanessa non glieli lasciava mai, come se non si fidasse di quella donna magra e triste che trattava suo figlio come se fosse ancora un ragazzo.
― Ma cos’è questa cosa dell’esproprio? ― chiese Ignazio dopo aver chiacchierato un po’.
― Uno del comune mi ha portato un foglio. È lì sopra.
Ignazio si girò e fissò la sua immagine sulla specchiera. Aveva la barba di alcuni giorni e due occhiaie scure, troppo stress e nervosismo con Vanessa che si era adombrata quando gli aveva detto che andava da sua madre; non riusciva a comprendere perché si allontanava da lei, da sempre. Poi si aggiungevano i problemi di lavoro e ora anche l’esproprio.
Prese in mano il foglio, con intestazione della Regione. “Espropriazione per causa di pubblica utilità preordinata all’acquisizione degli immobili siti in territorio del comune di Bauflores, occorrenti per la realizzazione di verde pubblico…
― Miserabili ipocriti! ― gli sfuggì a denti stretti.
Si comunica che in esecuzione del decreto regionale che si notifica alla S.V… incaricati di questo Assessorato si troveranno il giorno 9 giugno alle ore otto presso l’ufficio del sindaco di Bauflores per procedere in mattinata al sopralluogo degli immobili appresso indicati, di proprietà della S.V. prendendone possesso in nome e per conto della Regione. Contestualmente verrà redatto lo stato di consistenza. Si intima alla S.V. di far trovare gli immobili predetti liberi e vacui da persone e cose e a rendere possibile la preavvisata occupazione. Si avverte  la S.V. che l’immissione in possesso, come la redazione degli stati di consistenza, avrà comunque luogo anche in sua assenza e che, in caso di resistenza attiva o passiva, verrà richiesta l’assistenza della forza pubblica. Il sindaco…
― Miserabili! Morti di fame! ― disse Ignazio sfogliando le carte e guardando la mappa allegata.
― Filomena mi ha detto che prenderanno anche il pozzo…
― Sì. La metà del terreno vogliono, mamma. Davanti a casa.
― Ma perché… di nuovo…
― Non piangere mamma. Ci sono io. Farò di tutto perché non succeda.
Ma la mamma piangeva. Tanti anni prima, quando ancora era vivo il marito, avevano espropriato del terreno davanti al mare, sempre per uso pubblico, verde e parcheggi. Fin da subito lo avevano dato in gestione a un camper service e nello spazioso marciapiede adiacente che avevano ricavato si era piazzato un bar con verandine e palme che avevano invaso la spiaggia sottostante. Oh sì: sempre di uso pubblico poteva trattarsi.

Il sindaco di Bauflores, Erminio, sedeva nel suo ufficio. Il capo ufficio tecnico Basilio e l’assessore al turismo Pedda erano seduti davanti a lui.
― Abbiamo fatto le cose per bene ― disse Erminio.
― Più che altro secondo la legge ― disse Pedda.
― Non ti sarai mica pentito vero? Ho scomodato un po’ di gente in Regione per avere il decreto ― disse Basilio.
― Non discuto su questo. Il fatto è, anche io so leggere, che guardando in archivio ho visto che a quella famiglia negli anni sono stati espropriati un bel po’ di terreni per “uso pubblico”…
― E con questo? Peggio per loro che sono possidenti. La terra va al popolo. Non ti riconosco più Pedda, così ragiona l’opposizione, per fortuna in minoranza.
― Ma quali possidenti! Erano semplici contadini con appezzamenti di terra vicino al mare, come si usava all’epoca. Ai loro tempi coltivavano grano, allevavano pecore, avevano qualche orto.
― Avevano più terra di altri. Stavano meglio degli altri. Con la vita di oggi non è più concepibile. E poi quel lotto che gli espropriamo… ma lo hai visto? È un peccato vederci crescere l’erbaccia tutti gli anni, proprio davanti al mare, quando possiamo accorparlo al camper service, collegarlo alla strada e metterci qualche localino, allestire un parcheggio a pagamento, e affittarlo come suolo pubblico ai mercati ambulanti e sagre. Bisogna civilizzare questo posto. I tempi dei contadini non esistono più!
― Specialmente quando devono lavorare amici che non hanno mai avuto niente e che in cambio danno voti. Tutto giusto quello che dici, Basilio.
― E allora che problema ti fai? ― disse Erminio.
― Mi chiedo perché nessuno in questo comune, parlo anche delle amministrazioni precedenti,  nessuno abbia mai pensato di espropriare i terreni, che pure sono davanti al mare, dei figli del cavalier Gereu.
― Oh, ma quelli…
― Ve lo dico io perché: perché i figli di cavalier Gereu sono tutti avvocati.
― Mica abbiamo paura degli avvocati! E poi, figurati: il marito di Angela, che è proprietaria del terreno, bada bene, il marito era carabiniere ed era ancora vivo quando espropriammo gli altri terreni dove ora c’è il camper service. Nessuno ha mai fatto ricorso.
― Era ancora vivo, ma in pensione da anni, anziano e malato.
― Fatti loro, non stiamo a discutere del passato. Noi agiamo con la legge. Piuttosto, ora che ci penso, non vorrai mica ostacolarci quando daremo in concessione il terreno? Sei assessore al turismo ma non montarti troppo, Pedda.
― Eh già.
― Eh già cosa?
― Ma lasciatemi perdere! ― disse Pedda alzandosi e uscendo dall’ufficio.
― Ma possiamo fidarci di quello là? ― disse Basilio al sindaco, socchiudendo gli occhi.
― Ma non preoccuparti. Pedda parla ma non agisce. Ci penso io. Piuttosto mi hanno detto che oggi è venuto il figlio di Angela dalla città.
― Ah si, Ignazio. Non vale niente.
― Che lavoro fa in città? Non ricordo.
― Lavora in fabbrica, ma non come operaio, figurati. Sta in ufficio, al personale mi pare. Controlla gli operai. Non sarà contento, ma non dobbiamo preoccuparci. Le cose stanno filando come avevamo previsto. Sarà una festa il giorno dell’esproprio!

Ignazio era andato da un avvocato per chiedere consiglio, ma non conoscendo nessuno ne aveva scelto uno a caso, appena uscito dal tirocinio, appena aperto lo studio e ansioso di far pagare ogni minuto delle sue preziose parole a chi gli si rivolgeva per un consulto. In fondo qualcuno doveva pur pagare i duri anni di sacrifici fatti per gli studi.
Ignazio se ne era reso conto dopo un’ora di colloqui e consultazione dei documenti quando gli aveva chiesto la parcella; lo aveva pagato in contanti esigendo la ricevuta.
― Faremo la ricevuta alla fine ― disse l’avvocato con fare amichevole.
― Infatti: questa è la fine.

Venne il 9 giugno. Una bella giornata di sole, con il mare che luccicava come in piena estate.
La signora Angela era scesa dal letto, si era ben lavata e pettinata con l’aiuto della sorella e si era vestita con uno dei suoi abiti migliori con i quali soleva andare in chiesa. Era una donna alta, spiccava ancora di più nella sua giacca nera, la gonna lunga, una fine sciarpa di seta verde scuro, i capelli bianchi argentati. Prese  la sua vecchia borsetta a pasticcino, dalla quale non si separava mai quando usciva.
― Mamma, cosa vuoi fare?
― Voglio vedere! Voglio vedere!
Ignazio come al suo solito non sapeva che pesci prendere. Non era riuscito a dormire quella notte, pensando a mille cose eclatanti che avrebbe voluto fare per impedire l’esproprio, ma sapeva di non avere il coraggio, di non avere spirito di iniziativa. Questo lo faceva disperare.
― Prova ad andare dai carabinieri  ― gli disse la zia.
― Cosa vuoi che facciano? Il documento è fatto con le leggi!
― Parla con il nuovo maresciallo. È un uomo giusto da come sta facendo da quando è qui.
― E cosa sta facendo?
― Tu vai da lui e parlagli. Digli degli espropri di prima, digli che tuo papà era carabiniere. Digli… digli che non è giusto anche se ci sono le leggi… digli così. Digli così.  ― Filomena si era messa a piangere ma si asciugò le lacrime per non farsi vedere da Angela.

Ignazio andò in macchina alla caserma. Vide dei carabinieri che stavano uscendo dal cancello carraio con una jeep.
― Dovrei parlarvi… ― disse mettendosi di fianco,  facendo un timido gesto con la mano.
― Stiamo uscendo per servizio ― disse il maresciallo seduto accanto all’autista, guardando bene negli occhi Ignazio. Fece cenno all’autista di fermarsi.  ― Cosa è successo? ―
Doveva trattarsi di “quel” maresciallo che gli aveva detto la zia. Si stava dedicando a lui. Ignazio scoppiò a piangere. ― Io… ecco… a casa… oggi… il comune espropria ecco…
― Lei è il figlio della signora Angela?
― Si.
― Stiamo andando a casa sua.
― Ma…
― Non si preoccupi. Venga con noi. No, non salga sulla sua auto. Venga con noi.

Arrivarono davanti alla villetta. Sulla strada adiacente che scendeva al mare c’era un piccolo assembramento di curiosi e una fila di auto, come a un matrimonio.
Il sindaco Ermino si stava sbracciando in maniche di camicia davanti al vecchio cancello arrugginito che dava sul terreno  da espropriare davanti alla casa. Parlava con qualcuno all’interno, si voltò nel vedere i carabinieri e parve rassicurato.
― Ah! Meno male! I proprietari non vogliono farci entrare! Maresciallo dobbiamo entrare… ― si zittì vedendo Ignazio bianco come un cencio uscire dall’auto dei carabinieri.
― Abbiamo il documento dell’ordine di pratica espropriativa regionale, dobbiamo procedere e siamo impediti…
― Da chi siete impediti? ― chiese il maresciallo.
― Da quelle là! ― disse indicando Angela e Filomena sedute su  sedie di plastica ai lati di  due sbilenchi pilastri di un vecchio pozzo cadente a lato del cancello. Erano immobili e composte come statue, dignitosamente vestite,  guardavano severamente.
― Se non aprono dovremo chiamare un fabbro per tagliare la serratura. Si stanno opponendo…
― Posso vedere il decreto di esproprio?
― Ce l’ha anche il signor Ignazio che ha perso tempo ad andare da voi ― disse con un sorriso malevolo un uomo a fianco del sindaco.
― Ora lo chiedo a lei il decreto, capo ufficio tecnico Basilio ― disse il maresciallo. Basilio andò alla sua macchina e prese una cartella. Nel frattempo il maresciallo disse qualcosa all’orecchio del carabiniere autista che annuì e mise in moto allontanandosi con una sgommata. Il maresciallo scorse le pagine del documento, annuendo. ― Perfetto. Tutto perfetto ― disse compiaciuto.
― Quindi ora intimate alle signore…
― Quello che devo intimare lo decido io.
― E cosa dobbiamo fare?
― Aspettiamo.
― Cosa?
― Lo vedrete.
― Ma non possiamo perdere tempo. Ci sono resistenze a un esproprio, voi dovete…
― Dovete, dovete, dovete… Io non devo niente. Voi dovete aspettare.
Le persone intorno si stavano divertendo a osservare la scena. Meglio che vedere un film.
― E aspettiamo! E aspettiamo! Lo sa lei cosa aspettiamo! ― disse Basilio.
Ritornò la jeep dei carabinieri. Ne scese un civile, un uomo sulla sessantina, capelli arruffati, barba ispida e giacca stazzonata che sembrava essere sceso da poco dal letto. Era Salvatore Gereu, uno dei quattro figli del fu cavalier Gereu, avvocato assieme ai suoi fratelli con uno studio legale molto famoso in città.
Il maresciallo si voltò verso Ignazio. ― Vada a spiegare a sua madre che l’avvocato Gereu vuole parlarle. Non deve preoccuparsi. L’avvocato non rappresenta il comune.
― E questo cosa vuol dire? Si può sapere quando  cominciamo? Noi dobbiamo lavorare…
― Cominciamo con il fare silenzio! ― disse il maresciallo.
Ignazio entrò in casa da un cancello pedonale posto più avanti e parlò con la madre che gli diede una chiave. Ignazio aprì il cancello, l’avvocato guardò il maresciallo che gli fece cenno di entrare. Rimase un po’ a parlare con Angela e  Filomena, finito il colloquio si vide la signora Angela che piangeva, ma sembrava serena e fece un tentativo di baciare la mano dell’avvocato che però si schernì con gentilezza chinandosi lui a baciare la mano della signora Angela e di sua sorella. L’avvocato uscì e si rivolse al sindaco.
― Da questo momento ho avuto mandato verbale dalla signora Angela, che sarà ufficializzato formalmente, di rappresentare i suoi diritti. Impugniamo il decreto espropriativo.
― Ma cosa significa? Cosa significa? ― urlarono di concerto il sindaco e il capo ufficio tecnico.
― Significa che l’esproprio viene automaticamente sospeso.
― Ma sarà sbloccato… anzi…
― Anzi cosa? ― disse il maresciallo. ― L’avvocato è stato chiaro e non dobbiamo fare schiamazzi in strada. Si  discute in tribunale.
― Ma in tribunale…
― Vanno un pochino per le lunghe eh? Bisogna avere pazienza. Può darsi che tutto decada, non sarebbe poi male! ― disse il maresciallo sorridendo.
― Ma lei… ma come, ma cosa è successo?
― E chi lo sa. Mi stia bene signor sindaco e anche lei signor capo ufficio eccetera. Fate godere la giornata a quelle povere signore e… signor Ignazio… sta bene? Si appoggi qui. Tranquillo: è tutto sospeso.
La gente cominciò a diradarsi, l’avvocato parlò in disparte con il maresciallo e risalì nella jeep dei carabinieri che lo accompagnarono a casa.
Il maresciallo entrò dal cancello e aiutò la signora Angela ad alzarsi dalla sedia accompagnandola dentro casa.
― Possiamo offrirvi qualcosina? ― disse Filomena.
― Vi ringrazio, sarà per un’altra volta.
― Ma come faremo a pagare l’avvocato? Ho solo la pensione di mio marito… ― disse Angela.
― L’avvocato  Gereu vi rappresenterà gratuitamente. Ve lo garantisco, ho parlato con lui prima di venire qua. È una brava persona e anche nel comune ci sono brave persone. Un assessore è venuto da me per raccontarmi dell’esproprio. Lo facevano come interesse pubblico e poi affittavano ad altri il terreno diventato comunale, guadagnandoci. Questo assessore mi ha detto che con voi anni fa hanno già fatto così, espropriandovi il terreno in fondo alla casa, dove c’è il camper service. Questa volta non gli è andata bene.
― E se vincono?
― Non vinceranno. L’avvocato  conosce bene le intenzioni di quella gente. Si nascondono dietro amici potenti e corrotti e dietro le leggi contro le persone deboli. Ma a volte la frittata gli si rivolge contro, come in questo caso.
― Maresciallo, lei sa che mio marito era carabiniere?
― Lo so bene signora. Abbiamo il suo nominativo. Era decorato al valor militare.
― Vuole vedere una sua foto?
― Con piacere signora.
Angela andò a prendere la foto del marito in uniforme dalla specchiera in camera da letto e la mostrò orgogliosa.
Il maresciallo  strinse le labbra,  fece il saluto militare.
― Mi sarebbe piaciuto conoscerlo.
― Anche lui sarebbe stato contento.
― Ora devo andare. Se avete bisogno, chiamatemi.
Ignazio lo accompagnò alla porta.
― Grazie maresciallo. Avete salvato mia madre  e mia zia dalla disperazione.
― Abbia fiducia e stia tranquillo. Non sempre certa gente la fa franca.
― Maresciallo, come si chiama?
― Francesco Jaddanu.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 178] L'esproprio

2
Alberto Tosciri ha scritto: ― Non ho potuto, avevo problemi e poi non pensavo che stava male. Mi avevi detto dell’esproprio, ma sono cose d’ufficio che vanno per le lunghe… Non pensavo che sarebbe stata male.
Secondo me la frase suonerebbe meglio così. Oppure se vuoi dire che si sia aggravata a causam dell'esproprio, dì che questan storia dell'esproprio ha peggiorato la situazione.  In ogni caso è triste verità non andare a trovare i genitori se non per la roba. Della nuora, invece, lasci trapelare qualcosa di segreto che poi non riveli. Per un attimo ho pensato che potesse in qualche modo entrarci lei, con il pozzo (citato senza fine preciso) o con l'esproprio stesso. 
Alberto Tosciri ha scritto: Ti ringrazio zia. Se non era per te… E ci credo che non vuole ricoverarsi. Ogni volta che abbiamo mandato qualcuno in ospedale è morto. La dottoressa l’ha visitata? Cos’ha detto?
Ogni volta che abbiamo mandato qualcuno in ospedale? Di solito l'espressione "mandare in ospedale" è una minaccia di percosse  :D , perdonami. Vedrei più logico dire, ogni volta che un nostro conoscente è finito in ospedale è morto ( anche se, a mio vedere,  l'affermazione è eccessiva). Magari si potrebbe affermare che "in ospedarle è più facile morire piuttosto che guarire".
Alberto Tosciri ha scritto: ha perso tempo ad andare da voi
Andare? Venire da voi

Il racconto mi è piaciuto parecchio anche se mi è mancato un po' di mordente, non so come dire, avrei visto bene qualche espressione di spavalderia in più da parte del sindaco di fronte al maresciallo; il racconto mi è sembrato un po' piatto dall'arrivo dei carabieni in poi. Magari è solo una mia impressione. 
Buona e decisamente reale, invece, la conversazione in Comune. 
Nel complesso molto bello. 
Traccai rispettata  (y)
Sapessi quanto capisco la situazione!!!

Re: [MI 178] L'esproprio

3
Ciao @Alberto Tosciri,
ho letto volentieri il tuo racconto, traccia rispettata dal punto di vista del sindaco, sarebbe stato interessante renderlo soggetto narrante.
Qualche refuso qua e là, 
Alberto Tosciri ha scritto: pensavo che stava male
Stesse
Alberto Tosciri ha scritto: Non pensavo che sarebbe stata male.
Ripetizione
Alberto Tosciri ha scritto: Non l’ha neanche toccata. Ha solo scritto…
Non hai staccato il dialogo

Ma nel complesso è scritto bene ed è scorrevole.

Lasci molti sospesi, non si capisce perché l'avvocato voglia aiutarli gratuitamente, perché il maresciallo si attivi immediatamente contro il sindaco, perché la moglie ce l'avesse tanto con la suocera.

Mi lascia un po' la sensazione di essere un racconto frettoloso.
<3

Re: [MI 178] L'esproprio

4
Ciao e grazie @Adel J. Pellitteri

Hai ragione circa la prima correzione, suona meglio così.
Adel J. Pellitteri ha scritto: In ogni caso è triste verità non andare a trovare i genitori se non per la roba. Della nuora, invece, lasci trapelare qualcosa di segreto che poi non riveli. Per un attimo ho pensato che potesse in qualche modo entrarci lei, con il pozzo (citato senza fine preciso) o con l'esproprio stesso. 
Ignazio è succube della moglie. Più che un segreto, Vanessa, la nuora di di Angela, detesta la suocera da sempre, senza un motivo. Succede purtroppo. Forse ha paura che le "rubi" il figlio o che gli faccia cambiare idea. Angela non ama sua nuora anche perchè non le ha mai permesso di stare sola con i nipoti, fin da piccoli.  
Il pozzo ha solo fini decorativi, lo metto quasi sempre perché ho un pozzo antico in giardino e riesco a visualizzare certe scene meglio.
Non sempre inserendo in un racconto la famosa pistola, questa deve necessariamente "sparare". Secondo me.     :D
Adel J. Pellitteri ha scritto: Di solito l'espressione "mandare in ospedale" è una minaccia di percosse  :D , perdonami. Vedrei più logico dire, ogni volta che un nostro conoscente è finito in ospedale è morto ( anche se, a mio vedere,  l'affermazione è eccessiva). Magari si potrebbe affermare che "in ospedarle è più facile morire piuttosto che guarire".
Dalle mie parti è raro che si minacci di percosse qualcuno dicendogli che andrà in ospedale. Forse perché ci sono pochi ospedali... Di solito non si minaccia mai, si passa direttamente alle vie di fatto.  :D
Mandare in ospedale è un modo di dire, si manda un anziano, un malato quando viene l'ambulanza, costretti dalle circostanze e comunque, qualcuno non ha davvero fiducia negli ospedali; tutti i miei parenti, genitori compresi, che abbiamo dovuto ricoverare in ospedale, sono morti. Forse sarà il destino che non doveva salvarsi nessuno o forse, chissà...
Adel J. Pellitteri ha scritto: Il racconto mi è piaciuto parecchio anche se mi è mancato un po' di mordente, non so come dire, avrei visto bene qualche espressione di spavalderia in più da parte del sindaco di fronte al maresciallo; il racconto mi è sembrato un po' piatto dall'arrivo dei carabieni in poi. Magari è solo una mia impressione. 
Buona e decisamente reale, invece, la conversazione in Comune. 
Nel complesso molto bello. 
Traccai rispettata  (y)
Sapessi quanto capisco la situazione!!!
Si ti do ragione per il mordente... avrei voluto scrivere di più. mostrare più dialoghi e situazioni, ma ero al limite dei caratteri...
La situazione è avvenuta realmente, ma non è finita così, purtroppo.

Ciao @Modea72 e grazie

Giuste le notazioni sui refusi e la staccatura dellla linetta del dialogo che è saltata...
Modea72 ha scritto: Lasci molti sospesi, non si capisce perché l'avvocato voglia aiutarli gratuitamente, perché il maresciallo si attivi immediatamente contro il sindaco, perché la moglie ce l'avesse tanto con la suocera.
Il maresciallo è stato avvisato da un assessore, come dice ad Angela, di cui non fa il nome ma è l'assessore al turismo Pedde, il "ribelle". Il maresciallo non doveva certo impedire l'esproprio, ma lo ha fatto in seguito alle rivelazioni dei piani del sindaco e dell'altro assessore, motivati da motivi poco "civici" o a favore della gente. Il maresciallo è anche intervenuto per rispetto nei confronti di Angela, il cui marito era un carabiniere, che il maresciallo non ha conosciuto, decorato al valor militare.
Certamente l'avvocato non sarà un filantropo, ma su imbeccata del maresciallo avrà deciso di intervenire a titolo gratuito. Non si tratta certo di una causa milionaria.
Modea72 ha scritto: Mi lascia un po' la sensazione di essere un racconto frettoloso.
Ti do ragione. Avrei voluto inserire ulteriori situazioni, dialoghi e personaggi che avrebbero delineato meglio. Ma ero già al limite dei caratteri.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 178] L'esproprio

5
Alberto Tosciri ha scritto: Impugniamo il decreto espropriativo.
― Ma cosa significa? Cosa significa? ― urlarono di concerto il sindaco e il capo ufficio tecnico.
― Significa che l’esproprio viene automaticamente sospeso.
Funziona così? Non credo, sai

Non mi piace affatto come il maresciallo si rapporta alle autorità civili, @Alberto Tosciri. Per fortuna è molto poco realistico, persino in tempi andati.
Come al solito scrivi meravigliosamente e con grande sensibilità. Mi è piaciuto tutto, della scrittura e delle descrizioni, molto meno la ricerca dell'eroe militare che riscatta le ingiustizie, una retorica a cui personalmente sono estraneo. Questo ovviamente non vuol dire che ti non possa ostinarti a riproporla, e che io non possa a mia volta ostinarmi a romperti le scatole
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI 178] L'esproprio

6
Ciao @Alberto Tosciri , ti ritrovo in splendida forma letteraria!

― Come sta mamma?

― Non molto bene Ignazio. Ma sarà contenta di vederti.
Ignazio annuì, mentre zia Filomena lo guardava con intensità. Era invecchiata dall’ultima volta che l’aveva vista.
― Pensava che saresti arrivato prima.
Questo inizio mi ha confuso un po’. Bello cominciare con un dialogo ma, forse perché ancora non conosco i personaggi, mi sono confuso a causa dello scambio di soggetti grammaticali alle righe tre e quattro:
Ignazio, zia. Ignazio.
―Zia.

La dottoressa l’ha visitata? Cos’ha detto?
Non l’ha neanche toccata. Ha solo scritto…
― Non dirmi niente. Vado su.
Un passaggio non molto credibile, per me: perché chiederebbe cos’ha detto la dottoressa per poi non voler sapere? Oppure è da intendere che è “arrabbiato” perché la dottoressa non ha neanche toccato la madre?

La trovò sotto le coperte, le braccia magre fuori,
Mi sembra che non abbia la tua solita efficacia, questo impatto con la madre.

lo sguardo verso la luce che entrava dalla porta del balconcino.
Bella, vera e triste immagine!

I primi anni, quando venivano più spesso con i bambini piccoli virgola?  sua madre insisteva…

...perché glieli lasciassero mentre loro uscivano la sera, dopo il mare, ma Vanessa non glieli lasciava…  
probabilmente ti è sfuggita questa vicinanza di termini 

come se non si fidasse di quella donna magra e triste che trattava suo il  figlio come se fosse ancora un ragazzo.

― Uno del comune mi ha portato un foglio. È lì sopra.
Ignazio si girò e fissò la sua immagine sulla specchiera.
Non mi  sembra molto efficace:
― Uno del Comune mi ha portato un foglio. È lì, sulla specchiera.
Ignazio fissò la sua immagine riflessa.

Aveva la barba di alcuni giorni e due inutile, no? occhiaie scure,

troppo stress e nervosismo con Vanessa
Toglierei stress, non aggiunge nulla e, personalmente, trovo che la parola stoni con il resto dei termini che hai scelto.

non riusciva a comprendere perché si allontanava da lei, da sempre.
Chi si allontanava da chi?

Il sindaco di Bauflores, Erminio, sedeva nel suo ufficio…
Da qui il racconto spicca il volo! Bravo: semplice, lineare ed efficace.

Non ti riconosco più Pedda, così ragiona l’opposizione, per fortuna in minoranza. è una precisazione inutile?

La signora Angela era scesa dal letto,
Che contrasto con la descrizione che hai fatto all'inizio. Sembrava che non potesse proprio alzarsi che fosse quasi malata terminale. Se decidi che si deve alzare, secondo me devi sottolineare di più lo sforzo che fa.

si era ben lavata e pettinata con l’aiuto della sorella e si era vestita con uno dei suoi abiti migliori con i quali soleva andare in chiesa. Era una donna alta, spiccava ancora di più nella sua giacca nera, la gonna lunga, una fine sciarpa di seta verde scuro, i capelli bianchi argentati. Prese  la sua vecchia borsetta a pasticcino, dalla quale non si separava mai quando usciva.
Questo ulteriore passaggio conferma il senso di contraddizione con prima parte in cui ci hai presentato la mamma

...guardando bene negli occhi Ignazio. Fece cenno all’autista di fermarsi. 
Forse potevi essere più esplicito sul fatto che il maresciallo decide di fermarsi per quello che vede negli occhi di Ignazio, così, con quel gerundio, passa via quasi inosservato.

Ne scese un civile, un uomo sulla sessantina, capelli arruffati, barba ispida e giacca stazzonata che sembrava essere sceso da poco dal letto.
Ripetizione

finito il colloquio si vide la signora Angela che piangeva,
"Alla fine del colloquio la signora Angela piangeva" è meglio secondo me perché di colpo passi la forma impersonale si vede

fece un tentativo di baciare la mano dell’avvocato che però si schernì con gentilezza chinandosi lui a baciare la mano della signora Angela e di sua sorella.
fece un tentativo di baciare la mano dell’avvocato che però si schernì con gentilezza. Fu invece lui a chinarsi per baciare la mano della signora Angela e di sua sorella. 

― Possiamo offrirvi qualcosina? ― disse Filomena.
Che bella questa frase semplice e in quel qualcosina è racchiuso tutto il mondo contadino di persone semplici e generose

Complimenti come sempre, questa storia ha avuto un crescendo molto efficace. Pur nella sua estrema semplicità, mi ha fatto emozionare.
Ti ho trovato molto più a tuo agio da quando entra in scena il Sindaco, come avrai notato dai miei commenti.
L'immagine dell'arma retta e corretta che si oppone alle storture della politica non è nuova, ma rende il racconto interessante.
Grazie per averlo condiviso.

Alla prossima!

Re: [MI 178] L'esproprio

8
Edu ha scritto: Funziona così? Non credo, sai
Non funziona per niente così. La mia famiglia ha perso quasi tutto.
Edu ha scritto: Non mi piace affatto come il maresciallo si rapporta alle autorità civili, @Alberto Tosciri. Per fortuna è molto poco realistico, persino in tempi andati.
Dici? Forse ti riferisci ai giorni nostri. Il mio mondo non è il tuo però, nemmeno quello odierno e tantomeno quello passato.
Edu ha scritto: Come al solito scrivi meravigliosamente e con grande sensibilità. Mi è piaciuto tutto, della scrittura e delle descrizioni,
Grazie.
Edu ha scritto: molto meno la ricerca dell'eroe militare che riscatta le ingiustizie, una retorica a cui personalmente sono estraneo. 
Io ci sono nato e vissuto con quella retorica militare, alla quale antepongo solo quella religiosa. Immagino che entrambi i concetti, per te come per altri, ti siano estranei. 
Edu ha scritto: Questo ovviamente non vuol dire che ti non possa ostinarti a riproporla, e che io non possa a mia volta ostinarmi a romperti le scatole
Ovviamente.

Tieni conto che i luoghi e i cognomi che ho menzionato non esistono o almeno non possono essere rintracciati da persone con altre coordinate ideologiche. 
In un luogo che non esiste può esserci quello che qualcuno desidera e quello in cui qualcuno non crede.
Ultima modifica di Alberto Tosciri il dom set 24, 2023 10:52 am, modificato 1 volta in totale.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 178] L'esproprio

9
Grazie e bentornato @L'illusoillusore 

sono consapevole di aver messo refusi e passi poco chiari, come giustamente mi hai fatto notare.
Io ho bisogno di molto tempo per scrivere, un paio di giorni non bastano per un racconto medio, ci vorrebbe almeno una settimana lavorandoci tutti i giorni.
Avrei voluto dilungarmi molto di più su personaggi, situazioni e ambienti, ma ero già al limite dei caratteri.
Terrò conto delle tue notazioni quando riscriverò il testo per me, che naturalmente sarà un po' più lungo, libero dai vincoli del numero di caratteri.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 178] L'esproprio

10
Grazie @Kiarka
Kiarka ha scritto: invece a me piace che la giustizia abbia trionfato in maniera semplice e composta.
Era quello volevo mostrare infatti e siccome non ho mai visto giustizia, appositamente ho scelto Bauflores un paese da me inventato su toponimi sardi come tanti altri per i miei racconti. 
Ma anche in un posto inventato irrompono gli irriducibili.  :D
Kiarka ha scritto:  Mi chiedevo, leggendo il racconto " ma è legale questa cosa?" So che si può espropriare per uso pubblico, ma è veramente così semplice?
Il testo che ho messo in corsivo è copiato da un autentico atto di esproprio che mandarono alla mia famiglia oltre quaranta anni fa, cambiando solo i riferimenti ovviamente. Guarda un po' che linguaggio.
Sì, è relativamente semplice un esproprio motivandolo con usi civici e difficile opporsi. Mi dissero in seguito che si poteva intentare causa per un indennizzo, ma non ci fu causa e non ci fu indennizzo, fu qualcosa di epocale per noi che ci disgregò. Mi dissero anche, non mi intendo di leggi, che impugnando l'esproprio si sarebbe momentaneamente interrotto l'esproprio stesso fino a definire in tribunale la sua reale utilità e necessità impellente e inderogabile per usi pubblici. Non ho mai appurato, è una via tortuosa, ma so che ci vogliono soldi per intentare una cosa del genere. È necessità impellente se devi fare un ponte, una strada di importanza vitale, una condotta fognaria ecc. 
La motivazione del verde pubblico, usi civici,  lascia il tempo che trova, specie se quel verde espropriato viene poi cementificato e dato in gestione a privati per attività imprenditoriali.

Ho voluto cambiare le cose come nella favola di Pinocchio, dove alla fine la giustizia e il bene trionfano. In un paese che non esiste. O almeno: non raggiungibile da chi non ha fantasia   :D
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 178] L'esproprio

11
Alberto Tosciri ha scritto: Il testo che ho messo in corsivo è copiato da un autentico atto di esproprio che mandarono alla mia famiglia oltre quaranta anni fa, cambiando solo i riferimenti ovviamente. Guarda un po' che linguaggio.
Sì, è relativamente semplice un esproprio motivandolo con usi civici e difficile opporsi. Mi dissero in seguito che si poteva intentare causa per un indennizzo, ma non ci fu causa e non ci fu indennizzo,
E' terrificante quello che scrivi! Anch'io ho pensato che la cosa fosse esagerata, ma evidentemente mi sbagliavo. Se la traccia fosse stata "E' così che doveva andare" sarebbe azzeccatissima. Forse un effetto sorpresa, qualcosa di imprevedibile nello svolgersi della narrazione avrebbe arricchito la trama, (parere personale). E' sempre piacevole leggere le tue storie legate a  tempi così lontani dall'attualità. C'è sempre qualcosa da apprendere.
A rileggerti

Re: [MI 178] L'esproprio

12
Kasimiro ha scritto: E' terrificante quello che scrivi!
A volte certe regole lo sono, specie nei confronti di chi non ha i mezzi per protestare legalmente.
Ci sono ricchi e potenti proprietari terrieri, che possono permettersi di pagare interi studi legali, ai quali non viene espropriato nemmeno un centimetro di terra.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 178] L'esproprio

13
Racconto purtroppo ancora attuale per la tematica trattata, che evidenzia la noncuranza di chi dovrebbe tenere al benessere dei propri concittadini visto che da loro vengono eletti e la difficoltà dei più fragili a confrontarsi con il potere. Ben descritte le figure del sindaco e del dirigente comunale suo braccio destro: se quest'ultimo ha qualche dubbio il sindaco è a tal punto accecato dalla sua amoralità da sentirsi al di sopra della legge. Per questo è stupito e furioso verso i due rappresentanti della giustizia, il maresciallo e l'avvocato, che si pongono tra lui e i suoi progetti. E' da sottolineare  come con piccoli tratti sono dipinte situazioni e personaggi ravvisabili nel nostro quotidiano. Le figure con maggior dignità sono le anziane sorelle che affrontano la situazione con quieta determinazione. Il figlio Ignazio è l'antieroe del racconto: uomo medio, impacciato, indeciso, che si trova ad essere comprimario involontario di una ribellione che fino a poco prima non  pareva  possibile.  Concordo con alcuni pareri che trovano il racconto non del tutto sviluppato. Comunque lo stile narrativo coinvolge e non dispiace. 
Rispondi

Torna a “Racconti lunghi”