[CN24] Ritorno a casa

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Pacco 3: colpo di scena.

Commento: https://www.costruttoridimondi.org/forum/viewtopic.php?f=37&t=6076&p=69734#p69734

Gli stava venendo il mal di testa. Era una regola. Stava ore davanti a quei monitor, il culo gli diventava quadrato in barba ai sedili ergonomici, la testa cominciava a pulsare e aveva la tendenza a divagare; allora lui si sforzava di concentrarsi, ché mica poteva commettere errori. Guardò di sottecchi il Capitano, che aveva un’espressione che lui non aveva mai imparato veramente a comprendere. Adesso, per esempio, cosa faceva? Sonnecchiava? Oppure anche lui si sforzava di mantenere desta l’attenzione?
- Far-Tek! Ehi, Far-Tek!
- Eeh?
- Dormivi?
- Mai, in servizio.
- See…
- Allora, che volevi?
- Niente… Stavo pensando al Natale.
- Il che?
- Il Natale!
- E cosa sarebbe?
- Ma per il culo del buco nero, che non ce l’avete il Natale su Kaimos?
- Su Kaimos abbiamo tutto, avremo anche il kratz di Natale; forse lo chiamiamo in un altro modo. Cosa sarebbe?
- Devo avere una grande pazienza con te, Far-Tek. Lo sai questo, vero? Il Natale è la commemorazione del Salvatore, il figlio di Dio che si è fatto uomo per venire a soffrire nella sua umanità e mondarci dei nostri peccati. Hai capito?
- Metà delle parole e solo un quarto del senso. Ma sarebbe una cosa di dei, religioni e roba simile?
- Non ‘dei’, mannaggia al quasar che ti piglia! C’è un solo Dio, capisci? Uno! Che ha creato tutto, l’universo, noi… perfino te! E poiché gli uomini erano peccatori ha mandato il suo figliolo.
- Ah, beh, ma se riguarda gli umani io che c’entro? Io sono kaimosiano, altra specie, altra biologia.
- Ha creato anche te, stai tranquillo!
- Bah. Comunque, scusa, cosa c’entra ora questa storia?
- Questa commemorazione avverrà fra tre giorni terrestri.
- Che sarebbero?
- Mmh… circa quattro fasi standard e mezza.
- Ah. E quindi?
- E quindi, su Terra, questa festa è molto sentita, partecipata, capisci? Si sta in famiglia, si mangia, si beve, ci si scambiano regali…
- Si fa baldoria! Mi piace!
- Ma no, non è una baldoria; è un modo per raccogliersi coi propri cari, pensare agli amici…
- Mi piace questo Grantzz… Quasi quasi sfax deterrei glof!
- Ti è andato in palla il traduttore.
- Qwast?
- Il traduttore istantaneo. Ti si è guastato un’altra volta. Mi sa che lo devi rifare nuovo.
- Crash brack…
Far-Tek si sfilò il collare della traduzione con i due arti superiori, mentre quelli mediani continuavano a tenere le cloche di navigazione nella giusta posizione. Armeggiò un po’ e lo rimise.
- Adesso? Mi capisci?
- Sì, ora va bene. Quanto a capirti non ne sono sicuro.
- Fanculo. Comunque, anche se onestamente non me ne frega un kratz, perché hai tirato fuori questa storia, adesso, nel bel mezzo di una manovra un po’ complicata in questo mare di asteroidi?
- Te l’ho detto. È quasi Natale e vorrei stare a casa mia. Sono sempre stato a casa per Natale.
- A voi terrestri non vi capirò mai. Siamo in mezzo a una guerra galattica della Stragozz, ogni giorno ringraziamo il Grande Buxart di essere ancora vivi, e tu pensi a questo kratz di Natale?
- Già…
I due restano in silenzio per un po’. Far-Tek era un ottimo pilota, ma l’avvicinamento a Fusha IV era sempre un’impresa avventurosa, circondato com’era dai frammenti di un’antica luna. Far-Tek pilotava sapientemente e il Secondo che era con lui, che si chiamava Giuseppe, un esemplare umano che aveva la famiglia a Frascati, Italia, Terra, controllava gli scudi e all’occorrenza frantumava qualche roccia di traverso col cannone a impulsi elettromagnetici.
Trasportavano macchinari agricoli, che gli operosi artropoidi di Genus Xa III costruivano a prezzi stracciati per mezza galassia. O quel che ne era rimasta perché, con la guerra fra la Confederazione e l’Assemblea, la maggior parte delle specie era entrata in guerra, e i pianeti neutrali non è che fossero poi tantissimi. È inutile: la guerra è un affare solo per chi la fa, e i neutrali cercavano di sopravvivere schivando le flotte nemiche che pattugliavano le distese spaziali (e qualche volta non ci riuscivano e venivano vaporizzati, ovviamente per sbaglio, ovviamente con successive scuse diplomatiche per lo spiacevole errore).
La Lega dei Mercanti era in crisi nera: poco commercio; pochi equipaggi disponibili a correre il rischio; prospettive poco incoraggianti.
Far-Tek e Giuseppe formavano uno di questi team abbastanza incoscienti per sfidare la sorte, assieme a Ffass, che era un ameboide di Ffalassax che stava permanente in sala macchine, che non poteva ovviamente portare un collare per la traduzione e, sostanzialmente, faceva vita a parte nella sua bolla stagna di metano.
Atterrarono, quindi si avviarono all’ufficio doganale per le pratiche di scarico, farsi pagare e ricevere un nuovo ingaggio.
- Dopo ci andiamo a prendere una glussa? C’è quel localino dietro la dogana dove mi hanno detto che ci sono certe umanoidi niente male.
- Mah… devo pensarci.
- Ma che ti prende? Non hai mai rifiutato una glussa, specie se la pago io!
- Te lo dico: io voglio tornare a casa. Per il Natale. Tu va’ a farti la tua glussa e cerca di non beccarti qualche spraxx con le umanoidi di quel bordello…
- Non è un bordello!
- … io vado dal Supervisore e vedo se riesco a tornare su Terra.
- Secondo me sei matto. Devi attraversare tre settori in guerra, ti serviranno almeno cinque balzi. Consecutivi! Rischi un collasso.
- Senti Far-Tek, sono kratz miei; voi materialisti non riuscite a capire il senso delle usanze terrestri, e la magia del Natale, la famiglia, i cosberitt ripieni…
- Cosa sono?
- Un cibo di Natale: è una sfoglia sottile, una specie di hok, con dentro carne e formaggio.
- Sono buoni?
- Scherzi?
I due si guardarono.
- Senti Giuseppe, io andrò a cercare un altro incarico; lo sai, vero?
- Certo.
- Potremmo non rivederci per un bel po’.
- Troverai un altro Secondo, anche più bravo di me.
- Mi mancherai… Comunque ricorda: per ogni cosa grash kutyard se’ fikk.
Giuseppe sorrise: - Ti si è inceppato un’altra volta il traduttore. Guardati le spalle, Far-Tek. Ci si vede.

***

Per ragioni che Giuseppe non riusciva a comprendere, una gran parte dei funzionari delle dogane erano rettiliani, ovvero le peggiori teste di kratz della galassia. Quello che aveva di fronte lo guardava coi suoi occhietti vitrei, piccoli e malvagi.
- E quindi non accetta un nuovo incarico.
- Esatto.
- E vuole tornare su Terra.
- Come ho già detto.
- Sa che c’è una penale?
- Per cosa?
- Lei ha un contratto che l’impegna per sei periodi standard; ne sono passati poco più di quattro. A noi serve che lei porti a termine il periodo stabilito.
- A quanto ammonterebbe la penale?
- A occhio direi… sui quattromila juk.
- Quattro… Ma sta scherzando?
- Non sono un terrestre, non ho senso dell’umorismo.
Giuseppe ci pensò un po’.
- I mei premi di ingaggio a quanto ammontano?
Il rettiliano socchiuse gli occhi, connettendosi alla rete neurale planetaria.
- Ottomilaquattrocento juk e qualche spiccio.
- Quindi me ne rubate la metà!
- Io modererei i termini.
Giuseppe ribolliva dentro di sé, ma di fronte a quel rettile malevolo non voleva cedere.
- Va bene. Procediamo.
- Mmh… E poi andrà sulla Terra?
- Come ho detto.
- Lo sa che dovrà attraversare dei settori in guerra, vero?
- Non si deve preoccupare di questo.
- E con che mezzo intende arrivarci?
- Noleggerò un vascello monoposto.
- Io non glie lo affitterei, un vascello, per andare fino a Terra.
- Non è lei che deve decidere in merito.
Il rettiliano lo fissò qualche istante col suo sguardo vuoto. Dio, quanto odiava i rettiliani! Ma cosa voleva da lui?

Certo, sarebbe stato un azzardo mettersi in viaggio in pieno stato di guerra, ma era Natale e non avrebbe mai permesso che sua moglie e i suoi due bambini lo trascorressero da soli. Sarebbe partito a qualunque costo, ormai era deciso.

Alla fine il funzionario aprì l’ologramma del suo incarico e digitò qualcosa a mezz’aria, poi scorse fino all’applicativo finanziario, fece un po’ di conti e infine sentenziò: - Al netto della penale il suo pagamento è stato accreditato sul suo conto. Alzi tre dita per conferma. - Giuseppe alzò pollice, indice e mignolo della mano destra e lo mostrò alla schermata che galleggiava davanti ai suoi occhi.
- Bene, ora lei non ha vincoli verso la Lega, né la Lega obblighi nei suoi riguardi. Buona fortuna.
- Vaffanculo.
Sbrigate le pratiche andò subito all’astronoleggio dello spazioporto e affittò una piccola monoposto di vecchia fattura ma, come assicurò l’impiegata, “tenuta benissimo, come nuova”. Naturalmente mentì sulla sua destinazione finale, se no col cavolo che glie la noleggiavano.
Controllò lo stato del fusore, le provviste, il riciclatore d’ossigeno, si fece fare uno sconto dopo avere verificato il cattivo stato dell’impianto idroponico, poi mandò un messaggio di saluto via globalnet a Far-Tek e partì.
Se tutto andava bene, ma proprio bene, sarebbe stato a casa per la vigilia. Se non incontrava flotte che gli volevano sparare addosso. Se i balzi procedevano regolarmente senza che lui implodesse. Se non si guastava l’impianto di ricondizionamento. Mentre si preparava al primo balzo Giuseppe pensò che effettivamente, forse, avrebbe potuto pensarci meglio.

***

La Terra, finalmente! Forse riusciva a raggiungere casa.
Al terzo balzo un incrociatore dell’Assemblea l’aveva fatto oggetto di una salva di proiettili.
- Brutta testa di kratz, sono terrestre! Sono neutrale! Cosa spari, brutto muso di un cefalopode di merda!
- Haass bhass kala kala fess! Gra!
- Inserisci il traduttore, deficiente, non capisco una mazza!
Ma quello aveva già sparato, la navetta di Giuseppe era un colabrodo e il sistema di navigazione compromesso. Di conseguenza, al quarto balzo, si era trovato in mezzo a una marea di detriti, una di quelle discariche non segnalate dalle mappe, navi spappolate, missili inesplosi, lasciate qua e là dalle parti in conflitto. Senza il navigatore, Giuseppe doveva procedere solo col sonar, manualmente, e rimpianse di non avere Far-Tek ad occuparsene. Quasi ce l’aveva fatta quando un ultimo pezzo di nave alla deriva, con ancora il camuffamento stealth e quindi sostanzialmente invisibile, gli grattò via mezza fiancata lacerando gli scudi termici della navicella.
- Merda, sarà contenta l’impiegata del noleggio!
Alla fine sì, ecco la Terra, ma con quella nave malandata il rientro sarebbe stato assai problematico.
Contattò lo spazioporto di Latina, quello più vicino a casa sua, e comunicò la situazione. Sul monitor comparve il viso severo di un rettiliano. Ma per il culo del buco nero, pure qui hanno piazzato questi stronzi?
- Qui vascello XG Fata di Fusha 337-322; chiedo permesso di atterraggio di emergenza.
- Qual è il problema, XG Fata di Fusha 337-322?
- Sistema di navigazione fuori uso; scudi di babordo persi; scafo danneggiato in più punti.
- Prepariamo squadra di emergenza. Pista libera al numero 27 entro cinque minuti. Buona fortuna.
Giuseppe si preparò. Infilò il casco, azionò le protezioni anti-urto della tuta, si legò stretto al sedile; poi impostò la rotta e iniziò la discesa.
L’impatto con l’atmosfera fu fragoroso. In pochi istanti la navicella fu avvolta da una bolla infuocata, solo in parte sopportata dagli scudi termici, là dove c’erano. Il fusore si andava surriscaldando. L’impianto di riciclo scoppiò e una sirena si mise a ululare. Giuseppe armeggiò coi comandi; la rotta era impostata e ora andava in automatico, ma cercava di spegnere la sirena, bloccare la porta stagna, espellere i fustelli di carburante in eccesso per ridurre la massa (e sperabilmente la velocità) e il pericolo di esplosione. Troppo veloce. Andava davvero troppo veloce.

***

La gente andava alla messa di Natale col cuore lieto. Chi per l’annuncio della Buona Novella, chi pensando all’intimità familiare o, prosaicamente, alla festa gioiosa dell’indomani. Famigliole al completo, coi piccoli tenuti per mano. A un certo punto un bimbo alzò gli occhi al cielo e la vide.
- Mamma, mamma, guarda! La stella cometa!
Last edited by bezzicante on Thu Jan 02, 2025 10:46 am, edited 1 time in total.

Re: [CN24] Ritorno a casa

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ciao @bezzicante mica male questo action fantascientifico, con tanto di scenette comiche e ironia a corredo..
Il colpo di scena? Giuseppe che arde come una stella cometa assieme alla sua astronave... Povero Giuseppe, atro che stare al caldo nella mangiatoia, assieme a Maria, bue e asinello. Però un gran finale... bravo. 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CN24] Ritorno a casa

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Ciao @bezzicante e buon anno! Non mi aggiro più così tanto spesso tra le lande di CdM  ma sono abbastanza certo di non avere mai letto nulla di tuo prima d'ora. Questa, dunque, è stata la prima volta e, devo dire, sono contento di avere fatto la tua conoscenza.
Veniamo a noi.

Tipologia di racconto:
Umoristico in salsa fantascientifica (però, visti certi dettagli, tipo la bolla di metano intesa come ambiente vitale dell'ameboide dell'impronunciabile pianeta, sono pronto a scommettere che sapresti dire la tua anche con declinazioni serie del genere)

Trama: 
Giuseppe è il secondo pilota di una navicella mercantile. Essendo terrestre e (soprattutto) italiano, in prossimità del Natale prova l'irrefrenabile desiderio di tornare a casa per vivere la festività insieme alla sua famiglia. Si libera, perciò, degli obblighi contrattuali verso la Lega dei Mercanti e con una navetta noleggiata con la formula "usato sicuro" (ma non troppo...) affronta il viaggio di ritorno.   
Storia semplice, senza complicazioni, perfettamente calibrata per un racconto breve. Il brano, perciò, appare ben bilanciato nelle sue parti, non soffre di carenza di caratteri e non trasmette la spiacevole sensazione di apparire "pigiato dentro a forza".

Forma e Narrazione:
Dialoghi, dialoghi ed ancora dialoghi. Quattro quinti del racconto sono in forma dialogata, ma i dialoghi sono ben fatti, simpatici al punto giusto e conferiscono un certo humor alla storia. (Tra l'altro, apprendo con disappunto che c'abbiamo un rettiliano anche allo spazioporto di Latina. Stanno antipatici anche a me, uffa.) 
Ne consegue che il racconto - anche in virtù della sua brevità, oltre che, per l'appunto, per via della struttura dialogica - si legge d'un fiato senza risultare pesante. 
Non ci sono refusi evidenti, né frasi o parti di difficile comprensione.
A dirla tutta, non ci sono neppure scene complesse da rappresentare (il che semplifica un mucchio le cose, per chi scrive) e ti sei limitato al minimo sindacale anche con le descrizioni... 
Vabbè, dai, quello che c'è basta perché la lettura è piacevole e mi ha strappato più di un sorriso. Piaciuto. Davvero.

P.S. Speriamo che Giuseppe sia riuscito ad atterrare senza guai... dopotutto gli scudi termici si arroventano a causa dell'attrito con l'atmosfera ma, poi, tutto va liscio... 

Re: [CN24] Ritorno a casa

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  wrote: E cosa sarebbe?
- Ma per il culo del buco nero, che non ce l’avete il Natale su Kaimos?
- Su Kaimos abbiamo tutto, avremo anche il kratz di Natale; forse lo chiamiamo in un altro modo. Cosa sarebbe?
- Devo avere una grande pazienza con te, Far-Tek. Lo sai questo, vero? Il Natale è la commemorazione del Salvatore, il figlio di Dio che si è fatto uomo per venire a soffrire nella sua umanità e mondarci dei nostri peccati. Hai capito?
- Metà delle parole e solo un quarto del senso. Ma sarebbe una cosa di dei, religioni e roba simile?
- Non ‘dei’, mannaggia al quasar che ti piglia! C’è un solo Dio, capisci? Uno! Che ha creato tutto, l’universo, noi… perfino te! E poiché gli uomini erano peccatori ha mandato il suo figliolo.
- Ah, beh, ma se riguarda gli umani io che c’entro? Io sono kaimosiano, altra specie, altra biologia.
- Ha creato anche te, stai tranquillo!
- Bah. Comunque, scusa, cosa c’entra ora questa storia?
- Questa commemorazione avverrà fra tre giorni terrestri.
- Che sarebbero?
- Mmh… circa quattro fasi standard e mezza.
- Ah. E quindi?
- E quindi, su Terra, questa festa è molto sentita, partecipata, capisci? Si sta in famiglia, si mangia, si beve, ci si scambiano regali…
- Si fa baldoria! Mi piace!
Fermi tutti! L'anima rediviva del grande Macleo aleggia su di noi. Racconto scritto benissimo, divertente, trama coerente, struttura solida fino al finale col botto! 
 E guarda, @bezzicante, che essere paragonato al nostro caro utente che si è defilato tempo fa, è un gran complimento.

(y)
Se posso, ti consiglio di sostituire gli avverbi in mente, sono troppi e a volte inutili:
 
due restano in silenzio per un po’. Far-Tek era un ottimo pilota, ma l’avvicinamento a Fusha IV era sempre un’impresa avventurosa, circondato com’era dai frammenti di un’antica luna. Far-Tek pilotava sapientemente e il Secondo che era con lui, che si chiamava Giuseppe, un esemplare umano che aveva la famiglia a Frascati, Italia, Terra, controllava gli scudi e all’occorrenza frantumava qualche roccia di traverso col cannone a impulsi elettromagnetici.
Trasportavano macchinari agricoli, che gli operosi artropoidi di Genus Xa III costruivano a prezzi stracciati per mezza galassia. O quel che ne era rimasta perché, con la guerra fra la Confederazione e l’Assemblea, la maggior parte delle specie era entrata in guerra, e i pianeti neutrali non è che fossero poi tantissimi. È inutile: la guerra è un affare solo per chi la fa, e i neutrali cercavano di sopravvivere schivando le flotte nemiche che pattugliavano le distese spaziali (e qualche volta non ci riuscivano e venivano vaporizzati, ovviamente per sbaglio, ovviamente con successive scuse diplomatiche per lo spiacevole errore).
La Lega dei Mercanti era in crisi nera: poco commercio; pochi equipaggi disponibili a correre il rischio; prospettive poco incoraggianti.
Far-Tek e Giuseppe formavano uno di questi team abbastanza incoscienti per sfidare la sorte, assieme a Ffass, che era un ameboide di Ffalassax che stava permanente in sala macchine, che non poteva ovviamente portare un collare per la traduzione e, sostanzialmente, faceva vita a parte nella sua bolla stagna di metano.
...e ce ne sono altri non così vicini nel racconto.

Re: [CN24] Ritorno a casa

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@albascura
Non conosco Macleo, ma mi pare che tu intenda il paragone in senso elogiativo, quindi ti ringrazio.
Avverbi: hai ragione. Provvedo a rivedere la mia versione.

bezzicantemente

Re: [CN24] Ritorno a casa

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bezzicante wrote: Fri Jan 03, 2025 10:18 amNon conosco Macleo, ma mi pare che tu intenda il paragone in senso elogiativo, quindi ti ringrazio.
Macleo, quando partecipava ai contest, ci deliziava sempre con racconti divertenti simili a quello che hai scritto. Il tuo stile mi ha ricordato il suo.
Anche lui è, anche se è moltissimo tempo che non partecipa, molto bravo.
Ti ringrazio per la bella storia e per avermelo ricordato.

Re: [CN24] Ritorno a casa

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@bezzicante ciao, eccomi. Non citi all'inizio se ti è stato asseganto un incipit, un epilogo o altro, quindi capisco solo a metà racconto, quando trovo il paragrafo in grassetto, l'aggancio per il tuo racconto. 
Testo di lettura gradevolissimo, ma con un finale di una tristezza inverosimile.  :aka: Sei un sadico!  :P
A parte ciò, scritto molto bene. Mi piacciono parecchio i racconti... "raccontati" attraverso i dialoghi, e il tuo lo trovo particolarmente armonico e frizzante. Stile fantascientifico umoristico con sfumature esistenziali. Narri di affetti e stili di vita, ed anche di numerose e diverse specie di alieni che scorazzano per lo spazio seminando e disseminando la stessa immondizia degli umani: guerre e rottami.
Il finale è una coltallata al petto: La stella cometa è la navicella esplosa che riportava il papà a casa. E chi la vede? Proprio il figlio. Si può essere più cattivi di così?  :facepalm: :D 
Ho trovato un paio di refusi, ma non potendoli quotare te li condono.
Racconto spassoso con finale mostruoso.
Bravo, bella inventiva. 

Re: [CN24] Ritorno a casa

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Bravo, @bezzicante, per avere confezionato questo racconto di fantascienza natalizia, con tanto di ironia e suggestivo colpo di scena finale.  (y)

Per esserti utile, io nella lettura ho avvertito la mancanza di spiegazioni sull'arrivo di  questi immigrati italiani nello Spazio, come Giuseppe. Con quali mezzi?

Perché? Era diventata una nuova meta questo pianeta Kaimos, per essere arruolati in queste guerre spaziali?
Ecco, precisare motivi e mezzi aerei per gli arrivi e le partenze. Troppo facile su questi "particolari", vero?  ;)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CN24] Ritorno a casa

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bezzicante wrote: Thu Jan 02, 2025 10:34 amNiente… Stavo pensando al Natale.
- Il che?
meglio: - A che? Anche se dopo fai rispondere “Il Natale”.

Giusto una inezia in un racconto che trovo davvero ben riuscito @bezzicante! Scrittura fluida e incalzante, ironia a fiumi e doccia fredda finale.
La frase trovata nel pacco non poteva  alloggiare in una storia migliore, lontana come un esopianeta da facili stereotipi. Brillante, intelligente e anche credibile.  Mi è piaciuto davvero molto. Tanti cari auguri.

Re: [CN24] Ritorno a casa

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Ciao, @bezzicante.
Mi scuserai, ma purtroppo non posso accodarmi al plauso generale.
La fantascienza è un genere difficile da maneggiare, ne convengo. Nel migliore dei casi, c’è il rischio di incappare nel già visto, nel peggiore in un didascalismo semplicistico. Di Fhilip Dick ce n’è uno, tutti gli altri… vabbè.
Cerco di spiegarmi.
Per il culo del buco nero, Mannaggia al quasar che ti piglia sono espressioni artificiose, da recita scolastica di fine anno, che vorrebbero essere spiritose, ma deprezzano l’impegno profuso in ben 11702 caratteri. Come se, mutatis mutandis, Achab esclamasse: «Corpo di mille balene!»
Impegno che invece si dispiega in una galassia di parole per descrivere il contesto e gli aggeggi ad esso connessi, nel battibecco saputello per spiegare le regole del natale a un povero cristo di Kaimosiano a cui giustamente j’arimbarza (espressione dialettale indicante sostanziale indifferenza)
Quello che manca è il disegno delle psicologie che, nella SF come in tutti i generi, serve allo spessore di personaggi e relazioni, altrimenti stereotipati e superficiali, sottomessi a una sequenza di azioni che, se pure concitate, risultano paradossalmente assai poco vitali.
Sembra che Giuseppe voglia tornare a casa perché a Natale si fa così (altrimenti pare brutto, poi la gente che dice?) Non un gesto, una parola che evochi un autentico coinvolgimento emotivo, manco un regalino per i pupi. Bene hai fatto a finirlo in pirotecnia, così impara.
Insomma, una scrittura acerba, ancorché promettente.
A rileggerti.
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... ataccia-2/
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
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https://emanuelasommi.wixsite.com/manu

Re: [CN24] Ritorno a casa

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Ciao, è la prima volta che ti leggo, quindi mi sembra giusto premettere che tendo a essere pedante nei commenti. Riflettere e disquisire sui testi mi piace quanto scriverne, quindi tendo a lasciarmi andare alla puntigliosità. Insomma: di quel che ti dico, prendi quello che ti sembra sensato e ignora tranquillamente il resto.
Il racconto fila, e mi piace molto che tu abbia immaginato un'ambientazione così "altra" a partire da un colpo di scena natalizio imposto dei più classici come quello uscito dal tuo pacco.
Però, a parte la trovata finale, divertente e cinica al punto giusto, il racconto è una lunga sequenza di cose viste e riviste. Forse voleva essere un omaggio al filone della SF comica, ma suona piuttosto come un collage di situazioni, gag, ambientazioni, scene già usate tante volte. Le parolacce e imprecazioni in salsa extraterrestre; il collare-traduttore simultaneo difettoso con i suoi effetti comici; la guerra galattica in mezzo a cui evolve una gilda di commercianti; lo sfruttamento dei lavoratori... tutte cose riscaldate e riservite. 
Cioè, lo sappiamo tutti che tutto è già stato detto e già stato scritto e originalità è un concetto relativo, ma qui non c'è nemmeno il tentativo di innovare un po' nel modo di dirle, queste cose già dette, di personalizzare il taglio nell'inscenarle.
Ripeto, non pretendo di avere la verità in tasca, ma questa è la sensazione che ha dato a me leggendo, con l'eccezione dell'esplosione-stella cometa del finale.

Ho un dubbio sulla coerenza del dialogo iniziale: Giuseppe lavora con questo capitano da un sacco di tempo, non da pochi mesi, da quanto si capisce, si conoscono bene, conoscono le abitudini l'uno dell'altro ecc, eppure Giuseppe deve spiegare al collega cosa sia il Natale. Dato che sembra tenerci tanto, e che rifiuta che moglie e bambini lo passino soli, farà in modo di rientrare ogni anno, o almeno lo citerà ogni anno lamentandosi di doverlo passare lontano da casa. Com'è possibile che debba spiegare tutto al capitano, che è totalmente ignaro di questa usanza terrestre?
bezzicante wrote: Thu Jan 02, 2025 10:34 amallora lui si sforzava di concentrarsi, ché mica poteva commettere errori. Guardò di sottecchi il Capitano, che aveva un’espressione che lui non aveva mai imparato veramente a comprendere. Adesso, per esempio, cosa faceva? Sonnecchiava? Oppure anche lui si sforzava di
Lo so che è stato scritto per il contest e per le "rifiniture" non c'era tempo, ma in vista di eventuali revisioni future:  in genere, meglio evitare l'abuso di "si-mi-ti-ecc" ravvicinati: "si sforzava di restare concentrato", per esempio. o "cercava di concentrarsi".
Eliminerei i primi due "lui" non solo per evitare la ripetizione, ma anche perché non servono: nel primo caso è inutile esplicitare il soggetto, e nel secondo puoi riformulare, il che ti permette anche di evitare la ripetizione "che aveva - che lui non aveva". Per esempio: " la cui espressione non aveva mai imparato a comprendere", o "guardò il capitano: aveva un'espressione che non era mai riuscito a comprendere." O vedi tu come. Se proprio vuoi esplicitare il soggetto, puoi introdurre qui il nome, visto che non è ancora stato presentato.

Non vado oltre con le "pulci", ma mi permetto di consigliarti di limitare l'uso degli avverbi. Sempre meglio usarli con parsimonia, servono raramente e appesantiscono spesso la narrazione.

Un saluto
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [CN24] Ritorno a casa

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bezzicante wrote: Thu Jan 02, 2025 10:34 amTrasportavano macchinari agricoli, che gli operosi artropoidi di Genus Xa III costruivano a prezzi stracciati per mezza galassia.
Questa mi ha fatto ridere!

 @bezzicante un racconto divertente, senza grosse pretese, ma divertente. Bei dialoghi, e non è poco.

Re: [CN24] Ritorno a casa

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Ciao @bezzicante 

E' la prima volta che leggo un tuo racconto e devo dire che è risultata una lettura assai piacevole.
Ti lascio questo modesto commento.

Ritorno a casa è un racconto di fantascienza che intreccia elementi umoristici, dialoghi vivaci e un sottotesto emotivo legato al desiderio di ritorno alle origini e all'importanza delle tradizioni. Ambientato in un futuro galattico segnato da una guerra interstellare, il racconto segue Giuseppe, un terrestre nostalgico, e il suo compagno alieno Far-Tek, mentre affrontano le difficoltà di un viaggio spaziale e il peso delle scelte personali.
La narrazione si sviluppa attraverso un mix di dialoghi brillanti, descrizioni tecniche e un climax drammatico, culminando in un finale aperto che lascia spazio a molteplici interpretazioni.

1. Struttura e ritmo

Il racconto è organizzato in tre sezioni narrative, scandite da asterischi, che seguono un arco chiaro: l'introduzione del contesto e dei personaggi, la decisione di Giuseppe di tornare a casa e il suo pericoloso viaggio verso la Terra. La struttura è efficace nel mantenere un ritmo serrato, con una progressione che alterna momenti di dialogo a sequenze d'azione e introspezione.

  • Punti di forza:


    La divisione in sezioni aiuta a mantenere il focus su momenti chiave, dando al lettore una sensazione di avanzamento verso l'obiettivo di Giuseppe. I dialoghi iniziali, ricchi di umorismo e battibecchi, servono a stabilire il rapporto tra Giuseppe e Far-Tek, mentre le sezioni successive aumentano la tensione con descrizioni vivide del viaggio e dei pericoli. Il finale, con l'immagine della "stella cometa", è poetico e simbolico, lasciando un'impressione duratura.

  • Aree di miglioramento:


    La transizione tra la prima e la seconda sezione potrebbe essere più fluida. Il passaggio dal dialogo sulla nostalgia al confronto con il funzionario rettiliano è un po' brusco, e un breve momento di introspezione di Giuseppe potrebbe collegare meglio i due momenti. Inoltre, la parte centrale (l'incontro con il funzionario) si dilunga leggermente, rallentando il ritmo rispetto all'azione frenetica del viaggio.

2. Stile e linguaggio

Il linguaggio del racconto è colloquiale, diretto e ricco di espressioni gergali, sia terrestri che aliene (es. "kratz", "Stragozz"), che contribuiscono a creare un'atmosfera vivace e ironica. I dialoghi sono il cuore del racconto, con un mix di umorismo terrestre e incomprensioni culturali che riflettono il contrasto tra Giuseppe e Far-Tek. Le descrizioni tecniche (es. il funzionamento della navicella o i dettagli del viaggio) sono ben bilanciate, offrendo un senso di realismo fantascientifico senza appesantire la narrazione.


  • Punti di forza:



    L'uso di termini alieni inventati, come "kratz" o "glussa", è efficace nel costruire un mondo credibile e aggiunge un tocco di originalità. La voce di Giuseppe, con il suo linguaggio schietto e il sarcasmo verso i rettiliani, è autentica e rende il personaggio immediatamente riconoscibile. Il finale, con il riferimento alla "stella cometa", è un esempio di come il racconto riesca a unire il tono scanzonato a un registro più poetico e simbolico.

  • Aree di miglioramento:



    In alcuni punti, l'uso di espressioni gergali aliene può risultare eccessivo o confuso, specialmente quando non sono accompagnate da un contesto chiaro (es. "grash kutyard se’ fikk"). Inoltre, alcune descrizioni tecniche, come quelle relative alla navicella danneggiata, potrebbero essere più concise per mantenere alta la tensione. Infine, l'uso frequente di imprecazioni, sebbene funzionale al tono, rischia di sembrare ripetitivo in un testo così breve.

3. Temi



Il racconto esplora temi universali come la nostalgia, il senso di appartenenza e il sacrificio personale, inseriti in un contesto fantascientifico che aggiunge profondità e originalità. La celebrazione del Natale, con il suo richiamo alla famiglia e alla tradizione, diventa il motore della storia, contrapponendo l'intimità terrestre al caos della guerra galattica. Il rapporto tra Giuseppe e Far-Tek evidenzia il tema dell'amicizia interspecie e delle differenze culturali, mentre la lotta di Giuseppe contro le avversità (burocrazia, guerra, guasti tecnici) sottolinea la determinazione umana.


  • Punti di forza:



    Il contrasto tra la guerra galattica e il desiderio di Giuseppe di tornare a casa per Natale è potente e crea un'empatia immediata. Il tema della neutralità in un contesto di conflitto (la Lega dei Mercanti, i pianeti neutrali) aggiunge una critica sottile alla guerra e ai suoi effetti collaterali. Il finale, con il bambino che scambia la navicella danneggiata per una "stella cometa", è un tocco magistrale che unisce il dramma personale di Giuseppe al simbolismo natalizio, suggerendo speranza e rinascita.

  • Aree di miglioramento:



    Il tema della nostalgia potrebbe essere approfondito con qualche dettaglio in più sulla vita di Giuseppe sulla Terra (es. un ricordo specifico della sua famiglia o dei "cosberitt ripieni"). Questo aiuterebbe a rendere il suo desiderio di ritorno più concreto e coinvolgente. Inoltre, il rapporto tra Giuseppe e Far-Tek, pur ben delineato, potrebbe beneficiare di un momento di maggiore intimità o vulnerabilità per rafforzare l'impatto del loro addio.

4. Personaggi



Giuseppe e Far-Tek sono i protagonisti principali, con il primo che incarna l'umanità nostalgica e testarda, e il secondo che rappresenta l'alterità aliena con un misto di pragmatismo e ironia. I personaggi secondari, come il funzionario rettiliano e l'ameboide Ffass, sono funzionali ma meno sviluppati.


  • Punti di forza:



    Giuseppe è un personaggio relatable, con il suo mix di sarcasmo, determinazione e attaccamento alle tradizioni. Far-Tek, con il suo linguaggio colorito e le difficoltà con il traduttore, è un contraltare perfetto, che alleggerisce la narrazione e offre uno sguardo esterno sulla cultura terrestre. Il loro rapporto, basato su battute e incomprensioni, è credibile e divertente.

  • Aree di miglioramento:



    Giuseppe potrebbe beneficiare di una maggiore profondità emotiva, magari attraverso un breve flashback o un pensiero sulla sua famiglia. Far-Tek, pur ben caratterizzato, rimane un po' bidimensionale; un dettaglio sul suo passato o sulla cultura kaimosiana potrebbe renderlo più sfaccettato. I personaggi secondari, come il rettiliano, sono stereotipati (il "burocrate malvagio") e potrebbero essere arricchiti con qualche tratto distintivo.

5. Impatto complessivo



Ritorno a casa è un racconto che riesce a combinare umorismo, azione e un messaggio emotivo in un contesto fantascientifico ben costruito. La narrazione è coinvolgente, e il finale aperto, con il suo richiamo alla "stella cometa", lascia il lettore con un senso di meraviglia e malinconia. Il contrasto tra il caos galattico e l'intimità del Natale terrestre è il punto di forza del racconto, che riesce a parlare di temi universali senza risultare didascalico.


  • Punti di forza:


    Il racconto è efficace nel creare un mondo credibile in poche pagine, con un linguaggio vivace e un tono che bilancia ironia e dramma. La relazione tra Giuseppe e Far-Tek è il cuore della storia, e il finale simbolico è memorabile.

  • Aree di miglioramento:



    Alcuni passaggi potrebbero essere più concisi, e i temi della nostalgia e dell'amicizia potrebbero essere approfonditi per aumentare l'impatto emotivo. L'uso di termini alieni, pur creativo, andrebbe dosato per evitare confusione.

Suggerimenti per il miglioramento
  1. Approfondire Giuseppe: Inserire un breve ricordo della sua famiglia o un dettaglio sul Natale passato (es. un episodio con i figli) per rendere più tangibile la sua motivazione.
  2. Fluidificare le transizioni: Collegare meglio le sezioni, ad esempio con un pensiero di Giuseppe che introduca la sua decisione di affrontare il funzionario.
  3. Bilanciare il gergo alieno: Ridurre leggermente l'uso di termini come "kratz" o chiarirli con un contesto più esplicito per non disorientare il lettore.
  4. Sviluppare Far-Tek: Aggiungere un dettaglio sulla sua cultura o un momento di connessione emotiva con Giuseppe per rendere il loro addio più toccante.
  5. Concisione: Tagliare alcune descrizioni tecniche (es. nel confronto con il rettiliano o nel viaggio) per mantenere alta la tensione.

Conclusione



Ritorno a casa è un racconto fantascientifico ben scritto, che unisce umorismo, azione e un messaggio universale sul valore della famiglia e delle tradizioni. La narrazione è vivace e il finale poetico, ma ci sono margini per arricchire i personaggi e snellire alcuni passaggi. Con qualche aggiustamento, potrebbe diventare ancora più incisivo, mantenendo il suo fascino ironico e commovente. È una storia che lascia il lettore con un sorriso e una riflessione, perfetta per il periodo natalizio.

Con i miei complimenti un caro saluto (y)

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