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by ITG
Un figlio ti sveglia, non ti riaddormenti (il figlio sì, quasi subito) e allora pensi: vediamo come se la passano quelli, cosa scrivono. Così sono finito con il leggere te, caro @Edu.
Contrariamente a quello che ho letto in qualche commento, ho trovato l'atmosfera del racconto molto horror.
Mi piace come introduci la bambina: una donna minuta. Un donna? No! A guardala bene è una bambina, che vive sola. Che però è una strega. Una strega? Si! Per questo vive sola. E va bene così, a tutti.
Però, caxxo, è una bambina. E alla fine del racconto lo senti riecheggiare che è una bambina, e sembra un monito a tutti gli abitanti di quel buco di paese: schifosi, è una bambina!
Bel pezzo, inutile dirlo. (E credo che anche Michela lo sia, un bel pezzo).
Asciugherei la prima parte, togliendo alcune spiegazioni di troppo.
Esempio
Adesso il letto ce lo abbiamo, abbiamo montato giusto quello e il tavolo della cucina.
Mi dispiace per la vita che le faccio fare.
Mi fermerei qui, con una frustata, eliminando:
Mai in un posto per più di tre o quattro mesi, mai il tempo di piantare radici, di affezionarsi alle persone e alle cose, alle abitazioni. Michela mi ripete che a lei sta bene, che ha scelto così perché questa vita le piace, che non si sente forzata, e dunque io non mi devo sentire in colpa.
Si capisce dopo, in un modo o nell'altro, che si spostano spesso. E poi questa cosa delle radici ammorba un po', sa di già sentito.
Fortissima l'idea della Google car.