Più o meno da Natale alla mia sinistra, mentre lavoro, sta il mio romanzo d'esordio: lo guardo, mi guarda, non ci tocchiamo quasi mai. L'ho aperto, sfogliato, annusato, accarezzato, ma non l'ho letto.
Vi sembrerà una cosa scema, almeno a me sembra una cosa scema, ma un specie di rifiuto mi impedisce di prenderlo in mano e leggerlo. Poi, negli ultimi giorni mi è stato chiesto di cominciare a pensare a un seguito, dopo le prime ore passate a spremermi le meningi per tirare fuori una nuova trama, mi sono resa conto che se non mi fossi decisa a leggere il primo non avrei saputo come scrivere il secondo. Anche questo fatto mi ha stupito molto: non ricordo niente!
Ok, niente è un'esagerazione, ma ho davvero dimenticato moltissimi dettagli, azioni, descrizioni di luoghi e personaggi. Non è strano? Per me è la prima volta che ho per le mani un libro scritto da me, quindi non so se è una reazione normale o no, ma mi ha di certo lasciata a bocca aperta. Perché non dovrei aver voglia di leggere una storia che ho scritto io e che ho amato? E come cavolo è possibile aver dimenticato tanti dettagli di una trama su cui ho riflettuto tanto? Vi è mai successo?
Re: Leggere il proprio romanzo
2A me sì.
Tendo a dimenticare tutto molto in fretta: non appena mi butto su un nuovo progetto la mia testa comincia a liberare spazio.
Una cosa ancora più strana (almeno a me sembra strana, ma magari è normale) è che nei romanzi che ho scritto in coppia, oltre a dimenticare dettagli della trama e nomi dei personaggi, a volte dimentico persino quali scene ho scritto io e quali ha scritto l'altro autore...
Tendo a dimenticare tutto molto in fretta: non appena mi butto su un nuovo progetto la mia testa comincia a liberare spazio.
Una cosa ancora più strana (almeno a me sembra strana, ma magari è normale) è che nei romanzi che ho scritto in coppia, oltre a dimenticare dettagli della trama e nomi dei personaggi, a volte dimentico persino quali scene ho scritto io e quali ha scritto l'altro autore...
Re: Leggere il proprio romanzo
3Mentresuonavo wrote: Sat Jan 23, 2021 10:35 am A me sì.Ah, bene, mi sento più tranquilla. Anche a me succede che non ricordo di chi è il pezzo nei romanzi a quattro mani, o chi ha scelto una certa espressione o un'altra
Tendo a dimenticare tutto molto in fretta: non appena mi butto su un nuovo progetto la mia testa comincia a liberare spazio.
Una cosa ancora più strana (almeno a me sembra strana, ma magari è normale) è che nei romanzi che ho scritto in coppia, oltre a dimenticare dettagli della trama e nomi dei personaggi, a volte dimentico persino quali scene ho scritto io e quali ha scritto l'altro autore...

Comunque è pazzesco quello che fa la mente

Re: Leggere il proprio romanzo
4A me piace rileggere, anche a distanza, ciò che ho scritto, ma mai ciò che ho già pubblicato.
Il motivo è semplice: non posso più cambiarlo!
È una tortura accorgermi che una frase suonasse meglio in un altro modo, quando non posso più farci niente.
Potrei addirittura scovare un refuso o qualche errore di stampa... no no, troppo rischioso!
Il motivo è semplice: non posso più cambiarlo!

È una tortura accorgermi che una frase suonasse meglio in un altro modo, quando non posso più farci niente.
Potrei addirittura scovare un refuso o qualche errore di stampa... no no, troppo rischioso!
Re: Leggere il proprio romanzo
5Non sono un autore prolifico. Da quando ho iniziato a scrivere, nel 2013, ho pubblicato due libri, ne ho ultimato un altro in attesa di pubblicazione e ne sto scrivendo un quarto. Prima di pubblicarlo, leggo il testo infinite volte, a distanza di tempo, e trovo sempre qualcosa da cambiare. Dopo la pubblicazione rileggo una volta sola, per controllare che la stampa sia regolare. Ma mi capita di rileggere i miei file, anche a pubblicazione avvenuta, per tornare in compagnia dei personaggi nei quali, in origine, c'era qualcosa di me, ma poi hanno preso vita propria e ogni tanto mi mancano. In definitiva, penso che questo accada perché scrivo sempre qualcosa che, prima di piacere al pubblico, piaccia a me.
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]
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Re: Leggere il proprio romanzo
6@Cheguevara hai provato a leggere i tuoi romanzi in formato libro? Proprio come se fossero scritti da altri. Anche io fino ad ora ho amato tutto quello che ho scritto, ma ho davvero dovuto forzarmi per prendere in mano il libro fisico e mettermi a leggere. Per revisionare non ho problemi, cioè se so che sto leggendo allo scopo di migliorare il testo, non so, forse la differenza sta proprio lì.
Re: Leggere il proprio romanzo
7Kikki wrote: Fri Feb 12, 2021 12:04 pm @Cheguevara hai provato a leggere i tuoi romanzi in formato libro? Proprio come se fossero scritti da altri. Anche io fino ad ora ho amato tutto quello che ho scritto, ma ho davvero dovuto forzarmi per prendere in mano il libro fisico e mettermi a leggere. Per revisionare non ho problemi, cioè se so che sto leggendo allo scopo di migliorare il testo, non so, forse la differenza sta proprio lì.Come avevo accennato, la rilettura in formato libro la faccio una volta sola, per controllare il lavoro dell'editore. Ma poi rileggo anche il file di quel libro, non più con lo scopo di correggere o cambiare qualcosa, solo perché mi piace farlo, tornare in compagnia della mia storia, dei miei personaggi. Sarà forse perché del senso critico non c'è più bisogno e, come dicevo prima, non scrivo solo per i miei (pochi) lettori, ma anche per me. Eppure ti assicuro che il narcisismo, col mio carattere, non ha niente a che fare.
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Re: Leggere il proprio romanzo
8Kikki wrote: Ok, niente è un'esagerazione, ma ho davvero dimenticato moltissimi dettagli, azioni, descrizioni di luoghi e personaggi. Non è strano?Sul dimenticare certi dettagli a distanza di tempo, tranquilla, succede anche a me quando rileggo i file dopo qualche mese. È il motivo per cui si consiglia di lasciare un romanzo per un po' prima di editarlo (per chi ha la pazienza, ovviamente, non io

I libri pubblicati però non li ho mai riletti. Il motivo è quello che dice @GiD : trovo sempre righe saltate, o spazi eliminati a causa della stampa, o cambiamenti che ho accettato per stanchezza ma che mi suonano male.
La cosa strana è che quando è uscito il primo libro ho scritto alla CE per avere presto la mia copia, perché ansiosa di leggerla, ma poi sono passate le settimane, i mesi. Poi è uscito il cartaceo: felicissima l'ho guardato, l'ho annusato, l'ho fotografato, l'ho messo in libreria, sempre pensando "appena posso lo leggo". Morale: è passato più di un anno, e altri tre libri si sono aggiunti, e non ne ho riletto nessuno.
Al di là della paura di trovare refusi o cose che si potevano migliorare (e succede sempre), secondo me a frenarmi è la sensazione che quel libro non mi appartenga più. È difficile da spiegare, ma una volta pubblicato mi diventa estraneo, un oggetto esterno su cui non ho nessun controllo.
In compenso rileggo all'infinito i file inediti (ma cerco di trovargli in fretta una CE, prima che diventi un'ossessione

Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
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Re: Leggere il proprio romanzo
9Silverwillow wrote: I libri pubblicati però non li ho mai riletti.credo che se non avessi dovuto farlo, avrei evitato volentieri. Non lo so se dipende da questa cosa che il testo ormai è quello e non si può più cambiare, non lo so davvero. In difesa della mia CE, posso dire che di errori non ne ho trovati, o forse ho fatto finta di niente

Silverwillow wrote: Poi è uscito il cartaceo: felicissima l'ho guardato, l'ho annusato, l'ho fotografato, l'ho messo in libreria, sempre pensando "appena posso lo leggo". Morale: è passato più di un anno, e altri tre libri si sono aggiunti, e non ne ho riletto nessuno.ti capisco proprio bene!
Re: Leggere il proprio romanzo
10Io non mi sono mai posto il problema, ovviamente perché ancora non ho nessun libro cartaceo all'attivo. Però rileggo i file decine di volte a distanza e devo dire che è logorante trovarvi ogni volta aspetti da cambiare...la rilettura finisce quando ciò non accade più. Credo che farei la stessa cosa anche con il cartaceo, sia perché se proprio è necessario, (tipo per una colossale svista), possiamo modificarlo ad una eventuale ristampa, sia perché l'imperfezione non è una brutta cosa. A dirla tutta quando leggo un romanzo altrui, mi piace proprio cercare le parti più incerte, dove l'autore si vede che ha faticato e dove emerge tutta quell'umana imperfezione che caratterizza ognuno.
Morale della storia, credo che la reticenza a rileggere un romanzo pubblicato derivi dal sapere che potrebbe non appartenerci più o [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]mancare di qualcosa che [/font]ora aggiungeremmo, che l'ideale prodotto finito possa essere turbato da un errore-orrore
...mentre come ogni cosa, o forse di più, è soggetto all'entropia fisica e contenutistica.
Morale della storia, credo che la reticenza a rileggere un romanzo pubblicato derivi dal sapere che potrebbe non appartenerci più o [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]mancare di qualcosa che [/font]ora aggiungeremmo, che l'ideale prodotto finito possa essere turbato da un errore-orrore
