Il mio obiettivo è affermarmi come scrittore, facendo in modo che diventi almeno un secondo lavoro stabile. Secondo voi, è più efficace costruire prima una fanbase sui social per poi pubblicare, oppure pubblicare prima alcune opere e farsi conoscere in seguito?
Inoltre, per quanto riguarda le case editrici, avere già una fanbase solida sui social quando gli presenti la tua opera può favorire la pubblicazione di un libro?
Grazie a chi vorrà condividere la propria esperienza o opinione!
Re: Costruire una fanbase prima o dopo la pubblicazione?
2A mio parere, le case editrici che pongono particolare attenzione alla "fanbase" del proponente, sono quelle che hanno ben poca intenzione o possibilità di promuovere il libro, E contano soprattutto sul fatto che sia l'autore a darsi da fare in tutti i modi per indurne la vendita presso amici o seguaci (non ne ho esperienza diretta, ma ho letto su questo forum di CE piuttosto discusse che chiedono al proponente il numero di contatti sui vari social). Penso che le CE più serie, che prima selezionano e poi credono nell'opera che pubblicano, non diano molta importanza a queste cose, ma potrei anche sbagliarmi.
Re: Costruire una fanbase prima o dopo la pubblicazione?
3Se pensi di fare della scrittura un lavoro vendendo ad amici e parenti e conoscenti, auguri. Mi pare che tu abbia già le idee chiare in proposito. Le case editrici sono come i partiti politici. Candidano tizio e caio alle comunali o alle regionali assicurandoli che sono indispensabili e questi portano dai trecento ai cinquecento anche mille elettori ciascuno, tutti amici parenti conoscenti clienti. Moltiplicalo per novanta e ogni lista incassa voti che altrimenti si perderebbero nell'astensione. Le case editrici fanno un po' lo stesso, ti dicono che sei bravissimo e indispensabile e promettono di pubblicarti, ma hanno in mente soltanto di vendere a te e alla tua cerchia quel che tu hai scritto.
Lo scrittore deve scrivere, tutto il resto sono stronzate. La casa editrice non ha il mero compito di stampare, quello può farlo anche il tipografo sotto casa. Deve proporre alle librerie e promuovere al pubblico. Gli editor, una volta correggi bozze, devono assemblare e rendere leggibili e vendibili i testi.
Ma uno scrittore non deve occuparsi di tutto questo. Altrimenti la tua diventa una libera professione in perdita, dove sei tu a cercare i clienti e tu a occuparti dei loro bisogni in cambio di denaro che a questo punto non coprirà mai le spese.
Intendiamoci, molti grandi autori hanno iniziato auto pubblicandosi. Basta avere consapevolezza di questo. Tu mi pubblichi e io ti pago.
Lo scrittore deve scrivere, tutto il resto sono stronzate. La casa editrice non ha il mero compito di stampare, quello può farlo anche il tipografo sotto casa. Deve proporre alle librerie e promuovere al pubblico. Gli editor, una volta correggi bozze, devono assemblare e rendere leggibili e vendibili i testi.
Ma uno scrittore non deve occuparsi di tutto questo. Altrimenti la tua diventa una libera professione in perdita, dove sei tu a cercare i clienti e tu a occuparti dei loro bisogni in cambio di denaro che a questo punto non coprirà mai le spese.
Intendiamoci, molti grandi autori hanno iniziato auto pubblicandosi. Basta avere consapevolezza di questo. Tu mi pubblichi e io ti pago.
Re: Costruire una fanbase prima o dopo la pubblicazione?
4@BloodyCasper, io non me ne intendo, ma sono daccordo con quello che hanno detto @Stefano R e @Gaetano Intile.
Le Case Editrici che chiedono se hai contatti sui social io le lascerei gentilmente perdere. Uno scrittore propone un'opera, se va bene, se rientra nei parametri di mercato e nelle politiche della Case Editrice, questa pubblica ed eventualmente si occupa delle promozioni, presentazioni e quant'altro, per non parlare anche dell'eventuale editing dello scritto. Non credo che debba essere lo scrittore a girare per librerie ed eventi in Italia a far conoscere quello che ha scritto, fare il porta a porta con parenti e amici per vendere il libro perché è assurdo, oltre che eticamente anche dal punto di visto economico. Se poi io che scrivo ho anche tanti soldi per girare l'Italia, con spese per alberghi, mezzi, incontri, tanto meglio, potrei anche farlo, perchè no, deve essere pure divertente, ma se io non ho queste possibilità, detto terra terra? Se a parenti e amici frega niente che ho scritto un libro e tantomeno comprarlo dalle mie mani con dedica?
Io so che la J.K Rowling scrisse il primo Harry Potter nelle pause di lavoro, anche seduta in un bar. Quando propose il romanzo a una casa editrice la mandarono via dicendo che non interessava. Andò da un altra casa editrice che invece pubblicò e successe quel che successe in seguito in tutto il mondo. Mi pare che fino alla pubblicazione fosse una perfetta sconosciuta a tutti, anche se all'epoca i social non erano quello che sono oggi.
Amo immaginare cosa possa essere passato nella mente del responsabile della prima casa editrice che la mandò via.
Certo: è anche questione di fortuna. Il manoscritto deve capitare nelle mani giuste, in una casa editrice seria che sa fare il suo lavoro e lo fa con entusiasmo, oltre che per il suo giusto rendiconto economico, che certamente calcola a priori. Poi bisogna saper scrivere. Non ci piove.
Le Case Editrici che chiedono se hai contatti sui social io le lascerei gentilmente perdere. Uno scrittore propone un'opera, se va bene, se rientra nei parametri di mercato e nelle politiche della Case Editrice, questa pubblica ed eventualmente si occupa delle promozioni, presentazioni e quant'altro, per non parlare anche dell'eventuale editing dello scritto. Non credo che debba essere lo scrittore a girare per librerie ed eventi in Italia a far conoscere quello che ha scritto, fare il porta a porta con parenti e amici per vendere il libro perché è assurdo, oltre che eticamente anche dal punto di visto economico. Se poi io che scrivo ho anche tanti soldi per girare l'Italia, con spese per alberghi, mezzi, incontri, tanto meglio, potrei anche farlo, perchè no, deve essere pure divertente, ma se io non ho queste possibilità, detto terra terra? Se a parenti e amici frega niente che ho scritto un libro e tantomeno comprarlo dalle mie mani con dedica?
Io so che la J.K Rowling scrisse il primo Harry Potter nelle pause di lavoro, anche seduta in un bar. Quando propose il romanzo a una casa editrice la mandarono via dicendo che non interessava. Andò da un altra casa editrice che invece pubblicò e successe quel che successe in seguito in tutto il mondo. Mi pare che fino alla pubblicazione fosse una perfetta sconosciuta a tutti, anche se all'epoca i social non erano quello che sono oggi.
Amo immaginare cosa possa essere passato nella mente del responsabile della prima casa editrice che la mandò via.
Certo: è anche questione di fortuna. Il manoscritto deve capitare nelle mani giuste, in una casa editrice seria che sa fare il suo lavoro e lo fa con entusiasmo, oltre che per il suo giusto rendiconto economico, che certamente calcola a priori. Poi bisogna saper scrivere. Non ci piove.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
(Apocalisse di S. Giovanni)
Re: Costruire una fanbase prima o dopo la pubblicazione?
5Si, capisco perfettamente quello che avete detto, ma la mia domanda rimane: prima di tutto, una fanbase sui social non significa amici e parenti (che per altro, almeno nel mio caso, non hanno alcun interesse nel leggere), significa crearsi un pubblico che apprezza veramente ciò che scrivi. Per quanto riguarda le case editrici, non è che mi hanno chiesto di avere una fanbase, ma io riflettendoci ho pensato che forse, nel momento in cui proponi un tuo testo da leggere, una CE potrebbe essere più propensa a leggerlo se vede che sei già amato da qualcuno. Poi non lo so, per questo ve lo sto chiedendo. Diciamo che è relativamente poco che ho preso nuovamente in mano la mia vita.
Dunque, ricapitolando, se mi dite che ci sono case editrici che sono disposte a leggere opere di autori sconosciuti ed eventualmente a pubblicarli senza alcuna garanzia, non posso fare altro che crederci.
Grazie per le delucidazioni
Dunque, ricapitolando, se mi dite che ci sono case editrici che sono disposte a leggere opere di autori sconosciuti ed eventualmente a pubblicarli senza alcuna garanzia, non posso fare altro che crederci.
Grazie per le delucidazioni

Re: Costruire una fanbase prima o dopo la pubblicazione?
6BloodyCasper wrote: Secondo voi, è più efficace costruire prima una fanbase sui social per poi pubblicare, oppure pubblicare prima alcune opere e farsi conoscere in seguito?
BloodyCasper wrote: una fanbase sui social non significa amici e parenti (che per altro, almeno nel mio caso, non hanno alcun interesse nel leggere), significa crearsi un pubblico che apprezza veramente ciò che scrivi.Scusa, ma non ti ho capito: in che modo puoi crearti un pubblico che apprezza ciò che scrivi prima di aver pubblicato qualcosa?

BloodyCasper wrote: se mi dite che ci sono case editrici che sono disposte a leggere opere di autori sconosciuti ed eventualmente a pubblicarli senza alcuna garanzia, non posso fare altro che crederci.Ma certo che ci sono, ci mancherebbe.
Re: Costruire una fanbase prima o dopo la pubblicazione?
7Marcello wrote: Scusa, ma non ti ho capito: in che modo puoi crearti un pubblico che apprezza ciò che scrivi prima di aver pubblicato qualcosa?Non so, magari tramite pubblicazione di estratti sui social, o di racconti o piccole pubblicazioni in riviste e altro. Su LinkedIn per esempio ho notato che si possono inserire interi testi
Re: Costruire una fanbase prima o dopo la pubblicazione?
8BloodyCasper wrote:Non sono certo un esperto di media, ma reputo difficile creare un gruppo di lettori fedeli pubblicando qualche estratto qua e là. Io credo sia più facile formarlo dopo aver pubblicato, tramite la promozione in rete e, ancor più, con le presentazioni dal vivo. Per esperienza posso dirti che quando ho presentato i miei romanzi fuori regione, o comunque in luoghi dove ero un perfetto sconosciuto, ho sempre creato un certo numero di nuovi lettori che poi mi hanno seguito nel tempo. Parlo di quattro o cinque persone alla volta, beninteso, non di schiere di fan... :facepalm:
Non so, magari tramite pubblicazione di estratti sui social, o di racconti o piccole pubblicazioni in riviste e altro
Re: Costruire una fanbase prima o dopo la pubblicazione?
9Ciao @BloodyCasper, secondo me il tuo quesito non è così strano, ma confermo quanto detto da @Marcello: le CE che pubblicano gli sconosciuti (e lo fanno basandosi su un testo di valore) ci sono eccome. Anzi, meglio se non ti chiedono se hai già una fanbase, perché almeno sai che si impegneranno loro stesse nella promozione.
Però, secondo me, c'è un però. Da marketer posso dirti che il personal branding ha un valore altissimo, soprattutto in certi ambiti e settori. Tu che cosa scrivi?
Avere una fanbase può essere sicuramente d'aiuto nel momento in cui uscirà il tuo libro: banalmente sarà più semplice avere gente alle presentazioni.
Però occhio che questa cosa va fatta bene e, soprattutto, ti consiglio di farla solo se hai qualcosa da dire e condividere (sì, oltre la scrittura del tuo romanzo) poiché altrimenti diventa solo un lavoro noioso, dispendioso, frustrante e controproducente.
Però, secondo me, c'è un però. Da marketer posso dirti che il personal branding ha un valore altissimo, soprattutto in certi ambiti e settori. Tu che cosa scrivi?
Avere una fanbase può essere sicuramente d'aiuto nel momento in cui uscirà il tuo libro: banalmente sarà più semplice avere gente alle presentazioni.
Però occhio che questa cosa va fatta bene e, soprattutto, ti consiglio di farla solo se hai qualcosa da dire e condividere (sì, oltre la scrittura del tuo romanzo) poiché altrimenti diventa solo un lavoro noioso, dispendioso, frustrante e controproducente.